Capitolo 37

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Dopo un paio di minuti, Newt rientra nella stanza.
Chiude la porta alle sue spalle, spegne la luce, e appoggia il sacco a pelo a terra accanto al letto.
- Te lo scordi che dormi sul pavimento - mi sento dire.
- Te lo scordi che vengo sul letto - replica.
Inarco un sopracciglio. 
- Non ho intenzione di rubarti spazio, hai bisogno di stare il più comoda possibile. - aggiunge.
Faccio roteare gli occhi. 
E io allora non ho intenzione di insistere.
Potrebbe sembrare... strano.
- Fa come vuoi - dico voltandomi dall'altra parte del letto.
Lo sento sbuffare. 
- 'Notte - dice.
- 'Notte - rispondo.
E chiudo gli occhi.

Mi sveglio di soprassalto.
Non avrei mai immaginato che addormentarmi sarebbe stato così terribile.
Non avrei mai immaginato di sognare il Labirinto.
Un incubo.
Un fottuto incubo.
Stavo correndo in mezzo a uno dei larghi corridoi, ma questo non sembrava avere mai una fine. Correvo sempre avanti. C'era qualcosa che mi inseguiva, e che emetteva forti ululati che rimbombavano tra le pareti.
Ovviamente, sapevo di cosa si trattava. Continuavo a correre, a scappare.
Finché il Dolente non mi ha raggiunto.
Ha alzato uno dei bracci meccanici e...
E poi mi sono svegliata.
E ora, ora mi sento strana. Non so nemmeno descrivere il perché.
Semplicemente strana.
Forse è paura. Non lo so.
Guardo l'orologio.
È mezzanotte, ormai.
Mi volto lentamente verso dove sta Newt, che però mi dà le spalle, sentendo la ferita bruciare leggermente.
- Newt? - chiedo piano.
- Sì? - risponde subito, noto con stupore che la voce non sembra essere impastata dal sonno come dovrebbe.
- Vieni su? - chiedo incerta.
Lui si volta verso di me.
Aggrotta leggermente le sopracciglia. 
- Ti ho già detto che... - inizia.
- Per favore - lo interrompo piano.
Lui sembra stupito.
- Ok - dice con tono stranito.
Si alza in piedi, e raggiunge il letto.
Mi sposto lentamente verso un lato.
Si siede sull'altro bordo, e si distende accanto a me.
Mi volto dandogli la schiena, lui si avvicina un po' di più a me.
Con un movimento insolitamente incerto, mi circonda con le braccia.
- Va tutto bene? - mi sussurra all'orecchio.
Sospiro, e mi rigiro tra le sue braccia, voltandomi verso di lui.
Lo guardo negli occhi, ora stranamente alla mia stessa altezza dato che siamo distesi.
Ha le sopracciglia lievemente aggrottate, come sempre.
Scuoto leggermente la testa.
- Non lo so. - mormoro. - Non so che cosa mi stia succedendo. -
Rimaniamo alcuni secondi in silenzio. 
- Perché non riuscivi a dormire? - chiede. 
Sospiro.
- Ho fatto un incubo. - rivelo - Sembro... sembro una cacchio di mammoletta, vero? -
Lui ridacchia lievemente.
- Sei tutto tranne che una mammoletta, stanne certa - dice - Sei solo stressata, Giuli. Prova a riaddormentarti - 
- Va bene - sussurro sospirando.
Mi volto a dargli le spalle.
Rimango in silenzio per alcuni istanti.
Forse dovrei chiederglielo ora.
- Cosa volevi dirmi, prima? - chiedo a un tratto.
Lo sento irrigidirsi.
- Prima quando? - replica.
Mi volto di nuovo dalla sua parte.
- Prima che suonasse la sirena. Hai detto che dovevi dirmi una cosa. Cos'era? - chiedo. 
Lui sospira piano, ad occhi chiusi, sento il suo respiro caldo sul mio viso.
- So che dopo che avrò detto quel caspio che voglio dire mi farò venire il diabete, ma non so come altro dirtelo - mugugna quasi tra sé e sé. 
Io lo fisso in attesa.
Prende un profondo respiro. 
- Da quando sei arrivata, in quella fottuta Scatola, è cambiato qualcosa. Hai... fatto scattare qualcosa dentro di me. - dice piano, incerto. - Io non... non ho idea di cosa caspio sia, questo qualcosa. Ho iniziato a comportarmi in modo diverso. Ho iniziato a pensare in modo diverso. - fa una breve pausa, in cui sembra cercare le parole da dire - Sei... sei entrata come una palla da demolizione nella mia cacchio di vita, e non c'è modo per farti andare via. Non voglio che tu vada via. - dice - Mi... mi rendi migliore - sussurra - Credo. - aggiunge. 
Per tutto il tempo, rimango con la bocca lievemente aperta.
- Newt... - balbetto come una perfetta idiota - Newt cosa... cosa stai cercando di dirmi...?- 
Lui lancia un'occhiata di lato, come se volesse scappare, poi punta i suoi occhi marroni nei miei.
- Sto cercando di dirti che mi piaci, ok? - dice tutto d'un fiato. - E anche tanto, caspio - aggiunge.
Sbatto le palpebre più volte. 
Apro più volte la bocca, cercando qualcosa da dire, ma finisco sempre per boccheggiare a vuoto.
Lui mi guarda, in attesa che dica qualcosa, ma io non riesco a spiccicare parola.
- Newt... - ricomincio a balbettare.
Perché non riesco a parlare?
Non ho mai balbettato in modo così evidente in vita mia.
Per quanto ricordo.
Sul viso di Newt si sta formando un'espressione lievemente delusa.
Ora o mai più. 
Deglutisco.
- Anche tu mi piaci. Molto - dico con un filo di voce.
Vedo chiaramente i suoi muscoli distendersi.
Sospira.
- Ok - sussurra.
Poi mi lancia un'occhiata, e ridacchia leggermente.
- Rilassati, stai diventando tutta rossa - dice sollevando un angolo delle labbra.
Se possibile, probabilmente divento più rossa dall'imbarazzo.
Allora affondo la faccia nel cuscino.
Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sento il suo polpastrello sfiorarmi la pelle, quando lo fa scivolare sul mio collo.
Sposto il viso dal cuscino.
- Che stai... che stai facendo? - mormoro.
Lui scrolla le spalle debolmente. 
- Ti dà fastidio? - chiede.
Scuoto leggermente la testa. 
- No... non credo - rispondo.
Il suo indice passa sulla mia clavicola, poi sulla spalla, e sul braccio.
- Ora dormi, Giuli - sussurra.
Annuisco piano, e mi volto a dargli le spalle.
Mi appoggia delicatamente un braccio sul fianco, per poi avvicinarmi un po' a lui.
Questa volta, cerco sul serio di rilassarmi, appoggiandomi con la schiena al suo petto, che si alza e abbassa ritmicamente. 
- Dimmi se vuoi che mi sposti - mi sussurra all'orecchio, sento il suo respiro caldo spostarmi i capelli.
- È tutto ok, Newt, non sono fragile come una caspio di bambola di porcellana. - dico con tono divertito.
Lui ridacchia leggermente.
- Chiudi la fogna e dormi - dice.
- "Come rovinare un momento perfetto" by Newt - borbotto io.
Lo sento sbuffare.
Poi, sento le mie palpebre farsi pesanti.
E scivolo lentamente nel sonno. 

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