Capitolo 27

3.6K 178 4
                                        


Esco dal Casolare, e inizio a gironzolare senza meta. Non ho idea di dove possa essere. Do un'occhiata agli Orti, alle Cucine, dappertutto nella Radura. In fondo non è un posto così grande.
Ma no, proprio non lo trovo.
- Ehy! - esclama qualcuno alle mie spalle. Mi fermo in mezzo all'erba. Chiudo gli occhi sbuffando leggermente.
No, non adesso. Mi volto di malavoglia
- Ehy George! - dico con un sorriso particolarmente falso. - Scusami, ma ora devo proprio andare... - inizio a dire.
- Ho saputo che potrai fare la Velocista - mi interrompe raggiungendomi.
- Ehm si, si esatto - replico piuttosto sbrigativa - Scusa, ora devo proprio trovare... -
George aggrotta le sopracciglia, confuso.
- Chi stai cercando? - chiede allora.
- Newt. Devo parlargli. Lo hai visto? - ribatto speranzosa.
Vedo lo sguardo di George rabbuiarsi per qualche millesimo di secondo, così che il cambiamento diventa quasi invisibile, per poi ritornare subito normale. Forse me lo sono anche immaginato.
- Sì, è andato da quella parte - dice indicando il bosco con una mano.
Sorrido incredibilmente riconoscente. Almeno qualcuno che mi sa dare un' informazione utile.
- Grazie, sei un amico - dico - A dopo! - lo saluto, iniziando a correre verso le Faccemorte.
A proposito, che diavolo ci fa in quel postaccio? Sinceramente, non avrei mai pensato di cercarlo là.
In pochi attimi sono già tra gli alberi.
Rallento l'andatura, e inizio a vagare per la buia foresta. Qui il sole proprio non raggiunge il terreno, a causa degli alti alberi che mi circondano, tanto che sembra essere già notte.
- Newt? - chiamo a gran voce. Non ottengo nessuna risposta.
- Newt sei qui? - urlo allora.
Il mio urlo riecheggia nel bosco, producendo un eco piuttosto inquetante. Per qualche minuto è tutto ciò che rimane a rispondermi.
- Fagio? - chiede una voce confusa alle mie spalle, facendomi voltare.
Newt è appoggiato con la schiena ad un albero proprio dietro di me, a braccia incrociate come al solito.
- Ah! Finalmente ti ho trovato! - esalo emettendo un profondo respiro di sollievo.
Mi lancia un'occhiata con le sopracciglia aggrottate.
- Mi stavi cercando? - chiede, sembra stranito.
- Sì, sei sparito e poi... - inizio a dire, ma lui non mi lascia finire la frase.
- Pensavo che saresti stata a fare dei cacchio di salti di gioia. - mi interrompe, il tono diventato improvvisamente gelido come il ghiaccio.
Aggrotto le sopracciglia.
- Eh? - chiedo, con la mia usuale immensa perspicacia.
Il ragazzo si stacca dall'albero e fa qualche cauto passo verso di me.
- Caspio, Fagio, sei una cacchio di Velocista, non sei fottutamente felice? - chiede acido. - Strano, non stai saltellando in giro per la Radura sorridendo come un'ebete. - aggiunge inclinando leggermente la testa di lato.
Lo guardo confusa.
- Newt ma che cacchio ti prende? - sbotto.
Lui non risponde, si limita a guardarmi di traverso.
- Sì, posso finalmente essere una Velocista, e sono felice, ma... - inizio.
- Ma cosa? Ma la tua cacchio di vita è andata alla caspio fino ad ora? Bene Fagio,  ti dò una novità: la vita non è un ufficio esaudimento desideri - mi interrompe di nuovo con astio.
Strizzo le palpebre. Non lo avevo mai visto così furioso. E non riesco nemmeno a comprenderne bene il motivo.
- Newt ma cosa...? - provo di nuovo.
- Senti, vai a chiacchierare amabilmente con Minho nel Labirinto, e magari salutami anche i Dolenti, già che ci sei. Ah, e porta anche qualche caspio di tazzina per il tè, perché magari... -ora ha iniziato a blaterare.
Ora mi incazzo sul serio, stufa del suo comportamento. Lo raggiungo con qualche veloce falcata e gli punto un dito contro il petto.
- Newt, cazzo, smettila con queste tue scenate inutili, ok? Mi stai facendo saltare i nervi. - lo interrompo - Cosa diavolo ti prende rincaspiato del cacchio?! - gli urlo contro.
Lo vedo sgranare gli occhi leggermente. Non si aspettava questa reazione, evidentemente. Strano, pensavo mi conoscesse meglio.
- Sai perché ti cercavo?! Eh?! - grugnisco.
Lui non risponde, ma non distoglie nemmeno lo sguardo.
- Per chiederti se potevo andare nel Labirinto, cacchio! - rispondo io - Per chiedere la tua caspio di opinione! O un tuo caspio di consenso, forse! Ma evidentemente pensavo male a credere di poter avere una conversazione decente con te! - sbotto.
Rimane in silenzio, a fissarmi sconcertato con quei grandi occhi marroni spalancati, mentre cerco di prendere fiato dopo averlo buttato fuori tutto con quello sfogo.
Sposto il mio indice dal suo petto, e arretro di qualche passo.
Non lo guardo. Rimango con lo sguardo fisso a terra, per qualche istante, pensando a quello che ho detto.
Poi mi volto, e corro via.
Non so perché.
Voglio solo uscire da qui.

È ora di cena, perciò mi dirigo alle Cucine.
I ragazzi sono già in fila, ma io non ho fame, perciò punto dritto verso il tavolo dove è seduto Minho, che come al solito sta mangiando.
Mi siedo di fronte a lui.
- Sì - dico sporgendomi sul tavolo verso di lui.
Si interrompe con il cucchiaio ancora in bocca. Lo tira fuori.
- "Si" cosa? - ribatte inarcando un sopracciglio.
- Voglio essere una Velocista - rispondo con convinzione.
Solleva un angolo delle labbra all'insù.
- Perfetto - dice - Ma guarda che non sarà una caspio di passeggiatina. Dovrai essere resistente, dovrai... - inizia a elencare.
- Ce la farò. Ci riuscirò. - replico. - Quando iniziamo? - chiedo.
- Wei wei wei con calma Fagio - dice l'altro ridacchiando - Domani mattina verrai con me nella Sezione 6, e, se non stramazzerai al suolo, torneremo dentro anche dopodomani. Per una settimana come minimo entreremo insieme, ti insegnerò tutte le caspiate che tengono in vita noi pive nel Labirinto. Tutto chiaro? - chiede.
Annuisco, mentre sento una strana sensazione montarmi dentro.
Felicità? Adrenalina? Ansia? Non saprei dirlo.
Dopo alcuni secondi di silenzio, aggrotto le sopracciglia.
- Io non stramazzerò al suolo. - dico.
Il ragazzo sorride sornione.
- Questo lo vedremo, Fagio - replica.

Dopo cena, vado al Casolare.
Entro in una delle stanze, e dopo aver frugato nell'armadio, tiro fuori un sacco a pelo. Esco dall'edificio e mi dirigo verso la foresta.
Appoggio il sacco a pelo proprio accanto al primo albero delle Faccemorte.
Nonostante quello che mi ha detto Newt sul potenziale pericolo che rappresentano i Radurai per me, dormirò da sola.
Non voglio parlargli, non ora.
Perché era così incazzato con me?
Però, quasi quasi mi sento in colpa ad avergli urlato contro in quella maniera... No.
Che vada al diavolo.
Mi distendo sul sacco a pelo, e chiudo gli occhi, ancora in agitazione pura per domani.
Finalmente domani potrò entrare nel Labirinto.
Non so cosa mi attiri così tanto di quel posto. Ma so di doverci andare.
Poi cerco di addormentarmi.

L'ErroreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora