Capitolo 25

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- Bene Fagio, dai la tua versione dei fatti. - dice Alby gelido guardandomi torvo.
Io sospiro, e inizio a raccontare.
Racconto come George mi abbia detto del Dolente, e come abbia deciso di darmi una mossa. Come, be',come volessi solo aiutare.
Racconto di aver iniziato a correre, di essere arrivata e aver visto quel caspio di mostro.
Racconto tutto, fino alla fine.
Poi rimango un po' in silenzio, controllando di non aver dimenticato qualche dettaglio.
- Allora Fagio, ora te ne starai zitta finché non ti diremo che puoi aprir bocca, tutto chiaro? - dice Alby.
Nonostante voglia ribattere che no, non ho intenzione di rimanermene zitta e buona per tutto il tempo, stringo le labbra e annuisco.
Quasi mi sembra di sentire Newt sospirare di sollievo, cosa che effettivamente potrebbe aver fatto.
- Bene così - sbuffa Alby - Allora possiamo iniziare per la millesima volta questa caspio di Adunanza. Iniziamo da te, Gally. -
Gally, seduto a uno dei posti del largo tavolo di legno, si alza in piedi.
Vedere la sua brutta faccia mi fa venire voglia di alzarmi e spaccargliela a pugni. Digrigno i denti nello sforzo di mantenere la bocca chiusa.
Penso alle parole di Newt. Perciò mi impongo di rimanere calma e controllata.
Inoltre, cerco di sembrare quasi intimorita. Di mostrare a tutti i presenti la debolezza che vorrebbero vedere, anche se non mi appartiene. Devo provare che, come tutti loro, sono semplicemente terrorizzata da questa situazione del caspio.
Prendo un respiro profondo, e guardo von la coda dell'occhio l'Intendente dei Costruttori, evitando di incrociare direttamente il suo sguardo.
- La Fagio sa troppe cose, e non dà mai segno di alcuna insicurezza. Dopo ore di assemblea credo che possiate capire da voi cosa ne penso di tutta questa storia. - grugnisce - È una fottuta spia. Non ho niente da dire di più. - sbotta lanciandomi un'occhiata furente.
Cerco di dimostrarmi il più spaventata possibile da quell'occhiata. Mi viene il vomito a immaginare la mia espressione spaurita attuale.
- E se fosse semplicemente più sveglia di te, rincaspiato del cacchio? - sbotta Newt, seduto a un lato del tavolo. Lo guardo con la coda dell'occhio: ha le braccia incrociate, e l'espressione accigliata come sempre.
Sento un angolo delle mie labbra lottare per sollevarsi, ma cerco di trattenermi. Debole. Debole e indifesa. Devo sembrare terrorizzata.
Gli altri Intendenti iniziano a discutere, dando ragione a uno o l'altro ragazzo. Noto con piacere che Frypan mi difende, insieme a Newt. Mi preoccupa però il fatto che sembrino essere gli unici ad aver preso le mie parti in modo completamente esplicito.
Tutti iniziano a lanciarsi imprecazioni e insult, alcuni anche molto coloriti e della cui esistenza ero all'oscuro, mentre io li sto a guardare sconcertata.
"Ah, maschi" è tutto quello che riesco riesco pensare, mentre alzo gli occhi al cielo.
Vorrei solo che la smettessero immediatamente di bisticciare come bambini. Se potessi mi alzarei a zittirli con un unico urlo come si vede nei film, ma alla fine decido che forse sia meglio fare come detto da Alby, e rimanere seduta e in silenzio.
Il ragazzo si alza, battendo forte il pugno sul tavolo di legno, che trema visibilmente.
Tutti si zittiscono all'improvviso, grazie al cielo, e dopo qualche secondo tornano lentamente a sedere.
- Sarà sveglia quanto vuoi, ma ha ammazzato un cacchio di Dolente - attacca Winston, dopo essersi alzato in piedi.
- E sembrava sapere esattamente come fare! - aggiunge Gally.
- E smettetela... - borbotto tra me e me, incapace di trattenermi, ma per fortuna nessuno riesce a sentirmi.
Newt gli scocca un'occhiataccia degna di nota pure per lui.
- Questo non lo puoi sapere. Non eri lì, caspio - replica Newt sbuffando.
- Be', dovremmo stare a sentire te? - sbotta Gally in risposta.
Il ragazzo biondo riduce gli occhi a due fessure; io aggrotto le sopracciglia, confusa.
- Cosa stai cercando di dire, brutta testapuzzona? - chiede Newt, dando voce ai miei stessi pensieri.
- Lo sanno tutti, in questa stanza, e in tutta la Radura, cosa sto cercando di dire. - grugnisce l'altro.
- Ti abbiamo visto tutti, con la Fagiolina - concorda Winston - Le stai sempre appresso, la difendi sempre. Nemmeno fosse sangue del tuo sangue. Non sei nemmeno in grado di pensare lucidamente, se si tratta di lei. -
Sgrano gli occhi leggermente. Cosa diavolo stanno dicendo? Devono essersi sploffati il cervello.
Newt, come molti altri, in fondo mi sopporta a malapena.
Nonostante le loro insinuazioni siano assurde, sento del colore affluirmi alle guance. Gli altri Intendenti, nel frattempo, iniziano bisbigliare tra loro, alcuni scoccandomi varie occhiate.
- Ma che cacchio...? - inizio a sbottare, ma una sola, brevissima, occhiata dura di Newt mi zittisce. 
Ho capito, non devo peggiorare ancora di più la situazione. Vuole gestirla lui.
Newt rivolge lo sguardo ora più freddo fisso su Winston.
- Tieni a freno la lingua brutta testapuzzona, se non vuoi che ti faccia smettere a forza di pensare lucidamente. - replica gelido come non mai - E tanto per la cronaca, non ero l'unico ad essere presente quando il fatto è successo. -
- Alby ha detto esattamente quello che diciamo noi - replica Gally - È la tua parola contro la nostra -
Sento di nuovo i ragazzi riprendere a parlare fitto tra loro.
- E io cosa sono, un fungo? - chiede una voce familiare.
Mi volto, cercando la fonte della voce con lo sguardo. Minho si è alzato.
Non ha parlato per tutto questo tempo, tanto che lo avevo a malapena notato, rimanendo stranamente in silenzio mentre gli altri si azzuffavano.
Torna il silenzio, mentre tutti si voltano verso di lui.
- C'ero anch'io, caspio. - sbotta - E vi posso dire con certezza che la Fagio non è una spia. Ha ucciso quel Dolente, questo è vero. Ma ho visto anche come abbia usato unicamente il suo istinto, non era un cacchio di niente di premeditato. -
Ricominciano i bisbiglii tra i ragazzi, alcuni dei quali sembrano decisamente poco convinti. Io vorrei semplicemente alzarmi e applaudire.
- Tu l'hai "visto" - commenta Alby scettico,  con un sopracciglio alzato.
- Vedo gente correre e combattere da tutta la vita che riesco a ricordare, so riconoscere quando qualcuno ha la grinta - replica Minho, la voce ferma, voltandosi verso di me, che lo sto fissando.
Sinceramente, non pensavo avesse una così alta considerazione di me. Ma per carità, uno in più dalla mia parte può far solo che bene. Minho si volta di nuovo verso Alby.
- Perciò sì, Alby, l'ho visto, cacchio - sbotta.
Il ragazzo fa roteare gli occhi.
- E allora? Cosa suggerisci di fare? - chiede Alby, sbuffando.
Minho gli scocca una sorta di sguardo di sfida. Ed è in quel momento che capisco che deve essere sul punto di dire qualcosa di veramente, veramente, stupido.
- Nomino Giulia come mia successore a Intendente dei Velocisti -

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