Mi sveglio.
Apro gli occhi lentamente, venendo subito investita da un primo raggio di luce che entra dalla finestra.
Mi alzo a sedere.
Dev'essere mattina presto, perché il sole non è ancora alto nel cielo.
Inoltre non si sente alcun rumore, tranne il russare dei ragazzi giù nella Radura, perciò deduco che stanno ancora tutti dormendo.
Guardo il ragazzo disteso sul letto.
Anche Newt sta ancora dormendo, dandomi sempre la schiena, ma sembra essere un sonno agitato.
Ho già notato da un po' che lui e pochi altri sono gli unici a possedere un orologio.
Mi alzo in piedi, sperando di fare poco rumore.
Ovviamente, appena inizio ad avvicinarmi a Newt, le assi del pavimento iniziano a scricchiolare.
Mi sporgo un po' per cercare di vedere lo schermo dell'orologio.
- Hai intenzione di uccidermi nel sonno? - borbotta il ragazzo con la voce impastata.
Io sobbalzo, facendo involontariamente un passo indietro.
Poi mi ricompongo, mentre lo vedo girarsi verso di me.
- Volevo solo vedere che cacchio di ora è - sbotto - Visto che stanno ancora tutti dormendo, volevo andare a farmi una doccia - dico incrociando le braccia.
Lui sospira.
- Non hai mai pace, vero? - chiede, ora sembra essersi svegliato quasi del tutto.
Si siede sul bordo del letto e si stiracchia un po'.
- Vengo con te. - dice.
Inarco un sopracciglio.
- Come, scusa? - ribatto.
Sbuffa mentre scende dal letto.
- Porco caspio, ovvio che rimarrò fuori, non sono un cacchio di pervertito. - dice facendo roteare gli occhi - Starò a controllare che nessun pive del cavolo venga a guardarti mentre ti lavi. -
Rimango un po' spiazzata, ma cerco di non darlo a vedere.
Alzo gli occhi al cielo e scrollo le spalle.
- E va bene - mi arrendo.
Usciamo dalla stanza, e iniziamo a scendere le scale.
- Oggi lavorerai in prova alle Cucine... - inizia.
- Ah, e quindi solo perché sono una ragazza ritenete che il mio posto sia ai fornelli? - lo interrompo.
Usciamo nello spiazzo verde di fronte al Casolare, dirigendoci verso le docce.
Lui si limita a lanciarmi un'occhiataccia, per poi alzare gli occhi al cielo.
- ...e se andrà male proverai con i Costruttori... - continua come se non avessi detto nulla.
- E se mi va male anche con loro? - chiedo.
- In quel caso dopo proverai con i Medicali, agli Orti, al Macello o.. beh, l'ultima opzione è lo Spalatore - dice storcendo il naso.
- Oppure c'è il Velocista - aggiungo io.
Volta la testa di scatto verso di me.
- Ti ho già detto di togliertelo dalla testa, o forse ricordo male? - chiede socchiudendo gli occhi.
- Evidentemente hai l'Alzheimer - ribatto.
Lui fa roteare gli occhi, puntando lo sguardo altrove.
- Newt - dico per richiamare la sua attenzione.
Mi guarda con la coda dell'occhio.
- Sento che è quello che voglio fare. Quello che devo fare. Devo essere una Velocista. Non ci sarà nessun altro lavoro in cui sarò brava. - dico.
Lui sbuffa alzando di nuovo gli occhi al cielo.
- Ma almeno mi stai ascoltando? - sbotto irritata.
Ci fermiamo davanti al piccolo edificio al cui interno ci dovrebbero essere le docce.
Lui torna a guardarmi.
- Senti, ti ho già detto che non sarai una cacchio di Velocista, mi pare inutile ripetertelo. - ribatte duro - Non ti lascerò diventare una Velocista. -
- Ma perché, caspio, perché? Dammi UNA sola buona ragione - replico.
- Forse nessuno ti ha parlato dei nostri vicini di casa, evidentemente. Forse cambieresti idea, sapendo chi c'è dall'altra parte delle mura. - ribatte gelido.
- E allora dimmelo. Una volta per tutte, dimmi cosa c'è nel Labirinto - sbotto.
Lui sbuffa.
- Perfetto. Fatti la doccia veloce e poi te lo mostro. - dice.
Sorrido compiaciuta tra me e me.
Poi mi infilo nell'edificio, e inizio a spogliarmi in un angolo.
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L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...