Scoppia di nuovo il putiferio.
Gally sbraita contro Minho quanto sia un'idea folle e ridicola, mentre il mio battito cardiaco accelera fortemente.
Per la prima volta nella mia vita mi tocca dare ragione a Gally: Minho deve essere definitivamente uscito di zucca.
Mentre tutti continuano a urlare come se non ci fosse un domani, vedo con la coda dell'occhio Alby sbraitare qualcosa di incomprensibile a Newt. Il suono che ha emesso sembrava più un latrato furioso che un suono di questa terra. Ne deduco che la situazione non gli sta piacendo affatto.
Newt gli risponde in malo modo -non che sia una novità- e si alza, dirigendosi verso di me con un'espressione tutt'altro che amichevole.
Aggrotto le sopracciglia confusa.
Lui non risponde alla mia occhiata interrogativa, solamente mi afferra un polso e mi tira in piedi senza alcuna gentilezza.
- Cos...? - inizio a chiedere.
- Fuori di qui - sbotta, iniziando a trascinarmi verso la porta.
Rimango spiazzata dal suo comportamento, in fondo non è di certo colpa mia se Minho ha sparato una delle sue cacchiate. Vorrei chiedergli perché diavolo se la stia prendendo con me, ma poi decido di non dire nulla di più per irritarlo più del necessario, e lo seguo e basta.
Usciamo dalla grande stanza e ci chiudiamo la porta, e il casino oltre di essa, alle spalle.
Camminiamo in fretta attraverso gli stretti corridoi ammuffiti del Casolare, finché finalmente lui non si ferma di fronte ad una delle tante porte di legno.
La apre con una spinta irritata, e solo quando entriamo mi lascia il polso.
Newt chiude la porta dietro di sè e vi si appoggia con la schiena. Prende dei profondi respiri, come se stesse cercando con tutto se stesso di mantenere i nervi saldi.
Lo guardo riprendersi per qualche secondo.
- Cosa diavolo...? - provo a chiedere.
- Ora torno di là, Fagio - mi interrompe con un'occhiataccia delle sue - Se ti azzardi a muoverti di qui di un solo passo, ti trovo e ti ammazzo. Hai capito, Fagio del cacchio? - sbotta acido.
Il suo sguardo è incredibilmente duro e freddo. Come il ghiaccio. Non penso di averlo mai visto così arrabbiato.
- Ho capito, ho capito. - dico incerta.
L'altro non dice nulla, ed esce dalla stanza sbattendo la porta. Abbastanza violentemente da far tremare il fragile pavimento di legno.
Rimango sconcertata.
Cosa caspio sta succedendo a tutti quanti? E soprattutto, ho paura che stiano prendendo troppo sul serio le parole di Minho. Intendo dire, sono d'accordo con molto di quello che ha detto ma... insomma, non sono nemmeno mai entrata nel Labirinto. Come possono pensare che sia talmente egocentrica da credere di poter essere capace di diventare Intendente, prima o poi?
Ho lo sguardo fisso sulla porta ora chiusa. Newt ha reagito in modo esagerato, però. Sapevo che era lunatico ed umorale, ma quello... sembrava a malapena lui.
Decido di non disubbidirgli, e rimanere dove mi ha lasciata.
Mi guardo intorno nella stanza.
C'è un letto, una sedia e... basta. Come in quasi tutte le altre qua dentro. Perfetto.
Mi siedo sul letto, lasciando le gambe a penzoloni.
Che caos incredibile. Penso che questa Radura mi farà perdere la testa, prima o poi.
Cerco di pensare ad altro, di pensare a qualunque altra cosa.
Oppure, di non pensare affatto.Rimango lì, ferma, per quelle che sembrano ore. Come definirle? Estenuanti. Non so che fare, tranne aspettare. Solo aspettare. Non so nemmeno che cosa sto aspettando.
Finché la porta non si apre con uno scatto secco.
Ed entra l'ultima persona che mi aspettavo di vedere: Minho.
Aggrotto le sopracciglia.
- Che ci fai qui? - chiedo confusa, alzandomi in piedi.
Il ragazzo si chiude la porta alle spalle.
Poi si volta, e mi lancia un'occhiata.
Inizialmente, non prevedo nulla di buono. Poi però sorride sornione.
- Se vuoi, puoi diventare una Velocista - dice.
Quasi riesco a immaginare i miei occhi illuminarsi. Poi però iniziano a sorgermi dei dubbi.
- Ma ho solo ammazzato il Dolente - replico confusa - Non mi pare un requisito fondamentale dei Velocisti -
- Sì, beh, tralasciando il fatto che è una cosa piuttosto incredibile, ho visto come corri. Sei veloce, hai fegato, e sei sveglia. - ribatte.
Sbatto le palpebre. Non pensavo avesse mai fatto attenzione a me in genere.
- Ah....allora, beh, ok... - dico sorridendo leggermente, imbarazzata.
- Dopo una lunga discussione, sono riuscito a convincerli. Strategia vincente: punta in alto per arrivare in basso! - dice chiaramente fiero di sé - Immagino che la utilizzerò più spesso. Comunque... - continua.
- Dov'è Newt? - chiedo a un tratto, interrompendolo.
Lui aggrotta le sopracciglia, confuso.
- Newt? Ma cosa diavolo c'entra ora Newt con... - inizia.
- Solo, voglio prima parlargli. - dico sicura - Prima di darti una risposta, intendo. -
Minho inarca un sopracciglio.
- Ma lo sai già cosa dirà... - comincia a dire.
- Sì, immagino di si. Ma voglio parlargli comunque. - ribatto.
Raggiungo la porta e la apro.
- Allora, sai dove sia? - chiedo.
Minho scuote leggermente la testa.
- Se n'è andato come una furia... - inizia a dire.
- Vado a cercarlo - lo interrompo.
Ed esco dalla stanza, iniziando a ripercorrere i corridoi del Casolare.
Pensando a quanto abbia sempre desiderato che tutto questo succedesse, ma a quanto stranamente mi importi l'opinione di Newt.

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L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...