È da ormai qualche ora che lavoro agli Orti.
Newt aveva altro da fare, perciò mi ha lasciato sola, non senza prima assicurarmi che Zart, l'Intendente degli Orti, è un pive a posto.
E ha aggiunto, a voce alta perché tutti gli addetti agli Orti lo sentissero, che avrebbe spezzato l'osso del collo a chiunque mi avesse anche solo sfiorata.
Devo ammettere che deve essere sembrato piuttosto convincente, dato che per ora sta andando tutto relativamente bene. Dico "relativamente" perché, come avevo previsto, anche qui sto provocando solo disgrazie.
Avrò ammazzato almeno venti piante, perciò abbiamo decretato già da molto che non ho di certo il pollice verde.
- Allora, ne sai qualcosa del perché sei qui? - chiede Zart, improvvisando un discorso che sappiamo entrambi non porterà a nulla.
Scrollo le spalle mentre gli passo una zappa.
- Meno di voi - rispondo sincera.
- Quei pive di Alby e Newt ci richiamano in continuazione in Adunanza per parlare di te, solo di te... - inizia.
Mi lancia un'occhiata e accenna a un sorriso divertito.
- Non che ci dispiaccia - dice.
Ridacchio leggermente.
- Sì, beh, io invece posso dire di non essere troppo contenta di essere l'argomento sulla bocca di tutti - ribatto sospirando. Vedo che sta per ribattere - Ma, si, lo so, sono la prima Fagio femmina della storia, e bla bla bla - borbotto.
L'altro ridacchia.
- Beh, sai, questo sta creando... - inizia.
Un urlo. Un urlo lo interrompe.
Proviene da lontano, dalle Faccemorte. Mi volto di scatto verso la foresta in lontananza, tutti i sensi in allerta.
Un altro urlo.
È un Raduraio, questo è certo.
Un ragazzo esce di corsa dalla foresta, l'espressione terrorizzata.
Lo riconoscerei ovunque: quei capelli rossi sono inconfondibili.
Si guarda intorno, girando su sé stesso con gli occhi sgranati, in un ovvio attacco di panico.
Senza pensarci seriamente su, scatto nella sua direzione.
- Fagio! - mi urla dietro Zart.
Nonostante questo, non mi segue.
Meglio.
Raggiungo più in fretta che posso il Raduraio.
- George - dico avvicinandomi al ragazzo.
Mi accorgo di avere la voce ferma, nonostante la distanza di almeno mezzo chilometro che ho appena percorso in pochi secondi.
Lui rivolge lo sguardo verso di me. Balbetta qualcosa con il respiro affannato.
- George - dico tentando di calmarlo, appoggiandogli le mani sulle spalle - George, che è successo? - chiedo preoccupata.
Lui deglutisce a forza.
- Un Dolente. Un... un caspio di Dolente... nelle... nelle Faccemorte... - balbetta.
Mi allarmo subito.
Un Dolente? Cosa diavolo ci fa un fottuto Dolente nella Radura?
Non stavano solo nel Labirinto?
- Cosa succede? Perché gridi come una cacchio di femminuccia? - chiede una voce familiare dietro di me.
Senza voltarmi, guardo George negli occhi.
- Vai al Casolare. - gli dico.
Lui annuisce in una sorta di trance. Poi corre via.
Mi volto a guardare il biondino alle mie spalle.
- Un Dolente. Nelle Faccemorte. - dico tesa.
Newt sgrana leggermente gli occhi, noto tutti i suoi muscoli tendersi.
- Un cosa?! - chiede, voltandosi di scatto a guardare verso la foresta.
Proprio in quel momento, un terribile latrato disumano prorompe dalla Radura.
Sembra un mix tra il rumore che fanno due oggetti di metallo quando raschiano uno contro l'altro e quello che produce una scarpa quando pesta qualcosa di viscido.
- Porca puttana... - sento Newt sussurrare.
Mi sembra di avere un deja-vú.
Con uno scatto, inizio a correre verso la foresta.
- Giulia! - mi urla dietro Newt.
Ma non lo ascolto, e continuo a correre.
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L'Errore
Fiksi PenggemarGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...