Mi sveglio di soprassalto, per colpa di un rumore improvviso. Quando mi rendo conto che sono solamente le Porte che si stanno aprendo, mi rilasso.
La prima cosa di cui mi accorgo, anche senza aprire gli occhi, è di essere sola nel letto. Mi volto da entrambe le parti, ma di Newt non c'è traccia.
Sbuffo rumorosamente. Simpatico da parte sua sparire così.
Mi alzo a sedere lentamente.
Non sento più così tanto dolore, il taglio deve essere in via di guarigione. Invece, quello che sento chiaramente, è di essere sporca.
Già, non mi faccio una doccia da un paio di giorni, e ho il chiaro bisogno di lavarmi. E ora che, finalmente, sono passati i due giorni in cui dovevo stare a letto, posso andarmene da sola, ne approfitterò.
Guardo fuori dalla finestra: è ancora piuttosto presto. Faccio scivolare i piedi giù dal materasso, e mi alzo con cautela. Mi stiracchio un po' ed esco dalla stanza.
Mi aggiro per i corridoi del Casolare, poi esco dall'edificio.
Mentre attraverso la Radura, sento il peso degli sguardi di ogni ragazzo che incrocio per strada. Perché diavolo mi stanno fissando?
Cerco di ignorarli.
Raggiungo la piccola costruzione che costituisce le docce, e mi ci infilo. Chiudo la porta alle mie spalle, ma so che non c'è modo di serrarla, perciò mi svesto in fretta.
Guardo verso la mia pancia.
C'è ancora la grossa fasciatura, che per lavarmi dovrò togliere.
Cacchio, non ci avevo pensato.
La svolgo lentamente dalla mia vita, noto che non è impregnata di sangue come immaginavo, anzi, è piuttosto pulita. Perciò, osservo la ferita. È ancora molto visibile, ma sembra essersi richiusa.
Butto di lato la fasciatura, ed entro nella prima doccia. L'acqua calda mi scivola addosso, una sensazione straordinariamente piacevole.
Perché Newt se n'è andato?
Ci penso solo ora.
In effetti, noto con stupore che la cosa mi ferisce più di quanto dovrebbe. Non capisco che cacchio mi prenda.
Esco dal getto d'acqua, e mi rinfilo in fretta i miei vestiti. Strizzo i capelli di lato, ed esco dalle docce.
Devo ammettere che, ora, non so cosa fare. Decido allora di andare alle Faccemorte.
Forse non sarà il posto più allegro di tutti, ma di certo il più isolato.Sono rimasta qui, in questo postaccio poco illuminato, per almeno un paio d'ore. Ma non mi sono annoiata; è vero, ho cercato di svuotare la mente, ma non ci sono riuscita.
Mi sono sorpresa a ripensare più volte a quello che è effettivamente successo ieri sera. È stato così assurdo che dubito perfino che sia successo sul serio.
Quindi, in teoria, ora io e Newt saremmo... cosa? Quasi quasi mi ritrovo ad arrossire involontariamente.
Non lo riesco nemmeno a dire. È troppo assurdo.
E pensare che fino a pochi giorni fa ci detestavamo. Ok, lo ammetto, "detestare" è una parola grossa. Ma di certo non avevano chissà che rapporto.
Sospiro lentamente.
Al momento mi sento piuttosto sola in questo posto, dato che Minho è nel Labirinto, ho spezzato il cuore a George e Newt si è volatilizzato.
In effetti, quest'ultimo mi ha sorpreso non poco, e non posso dire che la sua sparizione non mi abbia fatto un po' male. Si è forse pentito di quello che ha fatto o detto?
Mentre mi accorgo di quanto questa opzione possa essere probabile, sento crescermi dentro un'ansia crescente e di certo del tutto immotivata. Perché mi sento così? Ho ammazzato un Dolente, sono diventata una Velocista, vivo in mezzo a soli maschi (alcuni dei quali hanno pure provato a molestarmi) da ormai due settimane e mezza, e mi faccio spaventare da una cosa simile? Ma stiamo scherzando?
Devo darmi una calmata, questo è certo.
- Cosa caspio ci fai qua? - chiede una voce che mi è sfortunatamente familiare.
Mi volto verso la direzione da cui proviene. Alby è appoggiato ad un albero qualche metro alla mia destra.
- Non sono affari tuoi - ribatto io, guardando torva il ragazzo.
Lui assottiglia lo sguardo, ma non ribatte.
- Non mi sei mai piaciuta, dalla prima volta che ti ho vista. - dice invece, gelido come sempre.
- Ma guarda, non l'avrei mai detto - replico sarcastica - Il sentimento è reciproco - aggiungo.
- Ma Newt ha ragione, se litighiamo come bambini dell'asilo, questo fottuto posto cade a pezzi. Perciò, penso che dovremmo...- si schiarisce la gola rumorosamente -...collaborare. - sembra che stia sputando fuori le parole come se fossero acido.
Lo guardo scettica.
- Sì, la cosa non fa impazzire nemmeno me. - grugnisce.
Sbuffo facendo roteare gli occhi. Mi alzo lentamente in piedi, stringendo i denti per il dolore alla ferita.
Il ragazzo sembra notarlo, ed inarca un sopracciglio. Io lo ignoro.
- Va bene. - dico fredda - Evita di irritarmi, io mi impegnerò a fare lo stesso. -
- Bene così. - replica l'altro.
Senza dire altro, mi volto, e mi dirigo verso l'esterno.
Quando qualche minuto dopo raggiungo le Cucine, noto che ci sono già molti ragazzi in fila. Mi metto in coda, cercando di non badare alle occhiate che molti mi rivolgono.
Dopo parecchi minuti, riesco a uscire dalla fila, col mio piatto in mano.
Avvisto a un tavolo Newt, che sta parlando senza interesse con dei ragazzi seduti accanto a lui. Non sembra nemmeno accorgersi del mio arrivo.
Mi siedo al primo tavolo vuoto che trovo, sbattendo sul tavolo il piatto con una strana irritazione. Ennesima reazione ben poco da me.
Stranamente, nessuno mi si avvicina durante tutto il pranzo. Forse finalmente hanno capito che, se non vogliono una forchetta piantata là dove non batte il sole, è meglio che mi stiano alla larga. Dopo questa affermazione decido di avere un urgente bisogno di qualche seduta di yoga.
Quando ho finito, mi alzo, e lascio il piatto al bancone. Allontanadomi dalle Cucine, passo di proposito davanti a Newt, senza rivolgergli nemmeno un'occhiata.
Lui però mi fa un cenno con la mano, indicandomi di aspettarlo.
Inarco un sopracciglio. Perché dovrei farlo?
Lui dice qualcosa ai suoi amici là vicino, poi si alza, e mi raggiunge.
- Seguimi - dice solamente, con voce atona, superandomi
Sbatto le palpebre. Cos'ha adesso? Forse è successo qualcosa di importante. In ogni caso, questo non giustifica il suo comportamento assurdo.
Sbuffo irritata, ma poi faccio come mi dice.
È già piuttosto lontano, perciò cerco di affrettare il passo, senza ammazzarmi s'intende. Lo raggiungo.
- Che caspio ti succede oggi? - chiedo, accorgendomi di aver bisogno di riprendere fiato tra una parola e l'altra.
Lui inarca un sopracciglio, senza guardarmi nemmeno.
- Che caspio intendi dire? - replica.
Usciamo dalle Cucine, sembra che ci stiamo dirigendo al Casolare.
Sbuffo di irritazione. So che sa perfettamente cosa intendo.
- Intendo dire... - inizio.
- Prima arriviamo e poi me lo dici. - mi interrompe, con un tono vuoto e disinteressato che non gli si addice.
C'è qualcosa di strano nel suo modo di fare.
- No, cacchio, voglio sapere perché ti stai comportando da coglione, va bene? - sbotto allora.
Lui mi lancia un'occhiata esasperata.
- Senti, Giuli, ne parliamo quando arriviamo, ok? - chiede, quella voce priva di espressività di prima è sparita.
Rimango spiazzata da questo suo cambiamento. Lo guardo confusa, ma ormai è già tornato a guardare altrove.
Mi zittisco, e continuo a camminare.
Entriamo nel Casolare, e saliamo in silenzio le scale.
Newt apre la porta della mia stanza, io lo seguo all'interno. Mentre me la richiudo alle spalle, sento due braccia avvolgersi attorno alla mia vita.
Mi irrigidisco, e mi volto verso Newt.
- Cos... - inizio, ma non mi lascia finire la frase, appoggiando le sue labbra sulle mie.
Barcollo un po' all'indietro, appoggiando la schiena alla porta.
Mi ritraggo, nonostante sia davvero piacevole, senza capire. Dieci secondi fa a malapena mi rivolgeva la parola, o sbaglio? Cosa diavolo gli prende?
Lui aggrotta le sopracciglia, guardandomi interrogativo.
- Che c'è? - chiede.
Alzo le sopracciglia.
- "Che c'è?"? - replico - E anche me lo chiedi? Non ti vedo da ieri sera, mi hai ignorata per tutto il giorno, e per quel poco tempo che ci siamo visti mi hai trattata come un caspio di scarafaggio, e ora sei tutto fottutamente dolce? - sbotto - Posso sapere che cacchio hai?-
A mia sorpresa, solleva un angolo delle labbra all'insù.
- Ti sei per caso offesa? - replica solamente.
Mi sento arrossire.
- Non è questo il punto. - ribatto - Sei... -inizio.
Lui fa roteare gli occhi.
- E va bene hai ragione, contenta? - mi interrompe.
Inarco un sopracciglio. Da quando in qua siamo d'accordo su qualcosa?
- E allora..? - inizio a chiedere.
Lui sbuffa, interrompendomi di nuovo.
- Non volevo che quegli altri pive credessero sul serio ad una nostra caspio di relazione - dice - Pensavo che magari, se ti avessi trattata male, avrei tolto ogni dubbio. -
Ora mi appare tutto stranamente più chiaro, e quasi mi tranquillizzo. Poi, però, penso meglio alle sue parole.
Perché non vuole che gli altri credano che noi...? Si vergogna, per caso?
- E perché non vuoi che gli altri sappiano niente? - chiedo incerta.
Lui sembra rimanere spiazzato da questa domanda, come se non se l'aspettasse.
- Pensavo che forse fosse meglio che... insomma, non lo sapessero tutti. - dice, lo vedo per la prima volta in difficoltà - Magari potrebbero... che ne so, pensare che faccio dei cacchio di favoritismi con te solo perché stiamo insieme -
Mi paralizzo. Oddio lo ha detto.
Lo ha detto sul serio. Devo avere l'aspetto di una di quelle penose ragazzine in preda agli ormoni di cui si legge nei libri, perché lui ridacchia leggermente.
- Che c'è, ti dà fastidio? - chiede.
Mi riscuoto.
- Eh? - riesco solo a ribattere.
Lui sorride lievemente.
- Ti dà fastidio se dico che stiamo insieme? - chiede.
Io guardo dappertutto tranne che verso di lui, sentendomi incredibilmente in imbarazzo.
- No, uhm, no - rispondo, quasi in un mugugno confuso - È solo che è... strano -
- Bene così - sussurra, avvicinandosi un po'.
Appoggia le sue labbra sulle mie, lentamente. È così dolce e delicato, in questo genere di cose, un aspetto di lui che non credevo esistere. Un aspetto che, lo ammetto, non posso fare a meno di amare.
Si stacca di pochi millimetri.
- Forse dovremmo... insomma, siamo in piedi... - sussurra incerto, sfiorando le mie labbra.
Annuisco piano, e premo di nuovo le mie labbra sulle sue. Lui mi solleva lentamente da terra, mentre allaccio le braccia al suo collo.
Si sposta di nuovo.
- Aggrappati a me - sussurra.
Lo guardo confusa.
- Ma si caspio, tipo un koala - risponde.
Io non mi trattengo, e scoppio a ridere.
- Un koala? Sul serio? - dico senza smettere di ridere.
Lui fa roteare gli occhi.
Faccio come mi ha detto; mi aggrappo con le gambe a lui, che mi sorregge con sicurezza. Sento un dolore acuto alla pancia, e a quel punto mi ricordo della ferita ancora mal messa.
Ma no, non mi interessa ora.
Affondo il viso nell'incavo del suo collo, ridacchiando ancora tra me e me per la sua frase di prima.
- Smettila, che mi distrai - mi dice.
Se possibile, rido ancora di più.
Alla fine, si siede alla fine del letto, e io mi siedo sulle sue gambe. Lui mi stringe di più a sé, e appoggia le sue labbra sul mio collo, provocandomi una sensazione incredibilmente piacevole. Lo vedo sorridere tra un bacio e l'altro, mentre si piega a lasciare una scia su tutto il mio collo.
Sento mancarmi il fiato.
Lui torna su, arrivando alla mia altezza, e mi sorride leggermente.
Sorrido anch'io.
Mi allungo un po'e premo le mie labbra sulle sue. Lo sento scendere con la schiena, finché non si distende sul materasso.
Ormai non ci riusciamo più a fermare. O meglio, non ci riusciremmo, se non venissimo interrotti.
Qualcuno bussa alla porta.
Apro di scatto gli occhi, Newt fa lo stesso, così che ci ritroviamo a fissarci con gli occhi sbarrati.
- Caspio - diciamo all'unisono.Angolo autrice
Scusate per la lunga assenza, ma sto avendo un periodo davvero pesante a scuola, ed il tempo per pubblicare è sempre di meno... vedrò di mettere il nuovo capitolo domenica, e poi appena possibile giuro🦄
Vabbè, allora, che ne pensate finora?
Come pensate che farò andare avanti la storia? Seguirò abbastanza la trama della trilogia o la stravolgerò? Io so già la risposta ovviamente ma mi piacerebbe sentire i vostri pareri 😊👅
So che non scrivo mai molto alla fine dei capitoli, ma stavolta mi è venuta voglia 😂
Bene così, spero che vi stia piacendo eee buona serata💕

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L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...