5.

64 5 0
                                    

"Ragazzi lei è Sophie.." Ken mi mette una mano sulla schiena e mi spinge delicatamente avanti verso i suoi amici, seduti intorno a un tavolo, con le rispettive colazioni.
Saluto con una mano... Mi sento sotto pressione, con tutti quelli sguardo puntato su di me. Ma sono sguardi che conosco benissimo. Sono gli sguardi tipici dei maschi che squadrano una ragazza da capo a piedi per decifrare il comportamento.
"Ciao." Mi saluta un ragazzo castano chiaro con delle ciocche bionde, e degli occhi color nocciola.
"Lui è Tobias, il capitano e  il miglior giocatore della squadra di Basket."
"Si, l'unico e il solo." Ridacchia.
"Ciao, Tobias." Gli sorrido.
"È la tua ragazza?" Chiede un ragazzo di colore.
"No..." Ken scuote la testa.
"Gli piacerebbe." Sbuffa in una risata un altro.
"Sta' zitto! Loro sono Maliki, e Jeremy. Non far caso a loro... Sono degli imbecilli." Si rivolge a me.
"Se non è la tua ragazza, non ti dispiace se ci provo io, no?" Tobias si alza e viene verso di me, guardandomi negli occhi.
"Si, mi dispiace." Annuisce Ken spostandolo da davanti a me.
"Non siete fidanzati.. Hai detto." Commenta.
"Si, ma non ti devi avvicinare a lei."
"Non decidi tu a chi mi devo avvicinare o no." Sorrido.
"Lo so ma..."
"Niente ma... Mi hai portata a conoscere i tuoi amici, ora permettimi di farlo." Gli faccio la linguaccia. Ken rimane lì, spiazzato, mentre Tobias e gli altri ridono. Tobias mi sposta una sedia e mi fa segno di sedermi, lo ringrazio sorridendogli.
"Ken ci ha detto che vieni dal Montana, com'è il cambio di temperatura?"
"Lì fa piuttosto freddo, rispetto a qui."
"Già, lo so..." Fa Maliki.
"Sei stato in Montana?"
"Si, una volta, per un inverno intero."
"E dove?"
"A Whitefish. Ha nevicato per tutto il tempo."
"Chi vive in Montana non dovrebbe essere per niente abbronzato?" Ride Jeremy.
"Si, tu sembri una che è appena stata in spiaggia a prendere il sole per due giorni interi." Continua sempre ridendo Tobias.
"Ieri siamo andati al mare." Risponde secco Ken.
"E perché non ci hai chiamati? Potevamo venire anche noi, no?" Chiede Maliki.
Ken si stringe nelle spalle.
"Fate tutti parte della squadra di football?" Chiedo.
"Si, escluso Tobias, come ti ha detto Ken." Risponde Jeremy.
"E siete bravi?"
"Siamo arrivati in finale al primo campionato dell'anno, la partita si gioca tra circa tre settimane." Maliki beve un sorso del suo frappuccino.
"Wow."
"Già, piccola." Tobias ammicca e fa un sorrisetto sghembo.
"Che prendi?" Chiede Ken. Sembra irritato. Che avrà? Forse non gli ho dato ascolto prima ed ora è arrabbiato...
"Ehm... Non saprei..."
"Prendi quello che vuoi, Sophie."
"Permettimi di offrirti la colazione." Dice Tobias.
"No, ho i soldi per pagarla, grazie." Gli sorrido e mi alzo, andando verso la cassa.

* * *

"Ci vediamo dopo, ciao." Li saluto con un sorriso ed entro in classe.
Prendo un respiro profondo, e vado in fondo all'aula. Mi siedo accanto ad una ragazza dai capelli castani, con le punte bionde, ha degli occhi castano chiaro, quasi verdi.
"Sei nuova?"
"Si." Annuisco, mentre la osservo, per vedere che reazione ha. So che a molti non potrei piacere... Ma ho bisogno di fare nuove amicizie. Dal momento che sono lontanissima da casa mia.
"Io sono Meredith." Mi porge la mano. Wow. Ho fatto in fretta. Sorrido tra e me.
"Io mi chiamo Sophie."
"Che bel nome! Mi è sempre piaciuto! Anche mia sorella si chiama così."
"Oh." Annuisco.
"Senti... Ho notato che sei stata accompagnata in classe da Kendall Morley. L'hai già conosciuto?" Sembra eccitata.
"No... Veramente... Insomma... Mi sono trasferita con i miei fratelli a casa Morley. Li conosco fin da quando sono nata." Sorrido imbarazzata.
"Cosa?" Sgrana gli occhi e rimane a bocca aperta.
"Già."
"Che cazzo stai dicendo?"
"È vero."
"Sei troppo fortunata! Hai un culo enorme!" Si sventola il collo con la mano.
"Hai visto quanto sono fighi? Tutti quanti? Come fai a non sbavare addosso a ciascuno di loro?"
"Beh... Sono come fratelli per me..."
Il suo sguardo guizza verso la porta, i suoi occhi sembrano illuminarsi. "Oddio mio." Mi volto anche io e sorrido appena vedo entrare Kyle. Ci viene incontro, sorridendo.
"Che ci fai qui?" Gli chiedo.
"Sono venuta a controllare la mia sorellina." Mi scompiglia i capelli sulla nuca, con le nocche. Sento lo sguardo di Meredith puntato su di noi, sopratutto su di lui. Segue tutte le sue mosse. Okay...
"Ehm... Ciao?!" Dice imbarazzato Kyle.
"Ciao." Mugugna lei adorante, continuando a fissarlo.
"Com'è il tuo orario?" Gli chiedo.
"Abbastanza buono. Ho due lezioni in comune con Kendall..."
"Quali?" Mi interessa di Kyle... O forse di Kendall.
Che?
"Educazione fisica e biologia."
"Capisco."
"Ci vediamo a pranzo, d'accordo?"
"Ti voglio bene." Dico e lui annuisce, per poi andarsene.
Becco Meredith a guardare il punto in cui è scomparso.
"Era tuo fratello?" Ritorna in se.
"Si."
"Cazzo! È un dio del sesso!"
Scoppio a ridere.
"Vi siete trasferiti voi due dai Morley?"
"No, io, lui e il mio fratello gemello."
"Già anche un fratello gemello? Wow! Deve essere una famiglia di schianti assoluti! Voglio dire, tuo fratello è fantastico, tu sei molto, molto carina, perciò presumo che tuo fratello gemello sia un figo assoluto! Senza contare il fatto che vivete nella famiglia Morley, la famiglia più bella di tutta Miami."
"Chi lo dice che è la famiglia più bella di Miami?" Rido.
"Io!" Esclama con voce acuta. "A proposito, come mai vi siete trasferiti da loro?"
Fortunatamente, a evitarmi di darle una risposta, è il professore che entra in classe. Noto he tutti si sono sistemati ai banchi.
"Buongiorno a tutti. Come saprete già, abbiamo una nuova alunna, nella nostra scuola." Mi indica ed il sprofonda nella sedia. "Forza, su, vieni a presentarti." Mi alzo e vado verso la cattedra.
"Ciao." Alzo la mano sinistra incrociata davanti alla pancia con la destra. "Io sono Sophie Jenkins. Vengo dal Montana... E... Beh... Non ho altro da aggiungere." Sorrido e torno al mio posto.
La lezione di fisica finisce, e le successive ore si svolgono più o meno alla stessa maniera. Ho fatto amicizia con Meredith Jackson -ho scoperto il suo cognome per via del professore che la chiamava continuamente mentre cercava di chiacchierare con me- e anche con altri ragazzi... Mi sembra tutti della squadra di football. Due tre ci hanno provato con me durante il cambio dell'ora... Ma in giro c'erano sempre i Morley e gli altri Jenkins a rovinarmi i rapporti sociali con i nuovi ragazzi. A meno che non siano gay, io non posso avere amici maschi. Ma ce ne avevo è come, in Montana.
Ho incontrato molte volte la ragazza di Ken... Che mi ha rivolto occhiatacce e sguardi insieme alle sua amica, durante l'ora di letteratura inglese, che, purtroppo per me, frequento insieme a lei.
Mi alzo appena suona la campanella e vado fuori, in corridoio.
Non riesco ancora ad orientarmi bene... In questa scuola. È molto grande e piena di corridoi.
"Ehi, bella." Mi giro e un Mark sorridente viene verso di me.
"Ciao, Morley." Mi posa un braccio intorno alle spalle.
"Dove devi andare?"
"Dovrei posare i libri nel mio armadietto, ma non riesco a trovarlo." Ridacchia, ed anche lui.
"Imbrancata. Che numero è?"
"268."
"Che? Ti hanno dato davvero quell'armadietto?" Sembra sbalordito.
"Si, perché?" Chiedo confusa.
"Si dice che la ragazza che possedeva il numero 268, è scappata dalla suola, per via del fantasma che ci viveva. Dicono che il fantasma abbia seguito la ragazza dappertutto, anche a casa sua. Se n'è andata anche da Miami. Ma prima, il fantasma chiamato Charlie, aveva riempito l'armadietto di talismani e robe varie. È un segno. Appena tutta quella robaccia compare lì, vuol dire che le persone che aprono l'armadietto, sono e saranno per sempre seguite da Charlie." Lo dice con voce profonda.
Mi sta prendendo per il culo, vero?
"Non è vero." Scuoto la testa.
"Si, invece. Prova a chiedere in giro. Vediamo... Oh, oh, ehi, Stev?" Lo chiama, proprio quando lo vediamo passare di fronte a noi. Lui si gira e guarda il fratello, perplesso.
"Sai chi è Charlie?"
"Certo! Il fantasma del numero 268!" Si stringe nelle spalle e continua a camminare.
Io rimango impietrita. Esiste davvero un fantasma?
"Forza, andiamo, ti accompagno all'armadietto." Rimette di nuovo il braccio intorno al collo. Ero talmente distratta da non aver nemmeno notato che l'aveva tolto.
Appena arriviamo al numero 268, io lo apro con cautela, e di fronte a me mi ritrovo uno scheletro enorme, le orecchie mi rimbombano ed il indietreggio. Non ci vuole poco a capire che Ken e Mark mi hanno urlato nell'orecchio, perché sono piegata in due dalle risate.
"Coglioni!" Grido.
Tutti si sono voltati a guardarmi, mentre io avanzo e levo lo scheletro dal mio armadietto, lanciandolo a Ken, che lo afferra al volo all'altezza della pancia.
Poggio i libri dentro, sbatto forte lo sportello e mi giro incrociando le braccia al petto. Li guardo storto, mentre loro ridono ancora, cercando di contenersi.
"Ci sei cascata in pieno." Fa Mark.
"Ah-ah. Non avete ancora finito con le cazzate, giusto?"
"Mai, piccola." Una volta era Henry a chiamarmi piccola, ma quando quella parola la pronuncia Ken, rivolta a me, mi fa un effetto diverso, quasi più piacevole.
"Idioti. Mi avete fatto venire un infarto." Do' a tutti e due uno schiaffo dietro al collo.
"Dai, non te la prendere... Ora andiamo a mangiare... Ho una certa fame." Commenta Ken, prendendomi per mano e facendomi irrigidire.
Percorriamo il corridoio fino alla mensa, sotto gli sguardi dei curiosi, ma sopratutto delle ragazze che mi guardano in cagnesco.
Appena entriamo dentro la mensa, tra i brusii della gente, Ken mi trascina nel tavolo della sua squadra di football, invitando a sedersi con noi anche Cole e Kyle. Roger è l'unico che non è nella squadra di football, della famiglia, ma siede comunque a quel tavolo. Stev, invece, parteciperà alle selezioni, questo pomeriggio, ha fatto un allenamento a parte, fino ad ora, essendo del primo anno.
"Chi è questa bella ragazza?" Chiede uno leccandosi le labbra e squadrandomi da capo a piede mentre mi siedo con il vassoio pieno di cibo che, gentilmente, mi ha offerto Ken.
"Mia sorella, perciò non guardarla nemmeno." Risponde Cole.
"Avremmo uno sfacciato, nella nostra squadra..." Commenta uno.
Si, Cole parteciperà alle selezioni di oggi pomeriggio. Kyle ancora non se la sente di fare alcuni sport.
Vedo passare di lì Meredith e salutarmi.
"Ehi... Posso invitare a sedere con noi una mia amica?" Chiedo sussurrando a Ken.
"Si, certo. Per me va benissimo." Sorride.
Io lo ringrazio e mi alzo, per andare al suo tavolo. Sta parlando con una ragazza dai capelli biondi, chiarissimi, e occhi celesti.
Sorrido, e poi mi rivolgo a Meredith.
"Ciao." Fa lei, sorridente.
"Ciao. Senti, ti vuoi sedere con noi?" Inarcò un sopracciglio.
"C-cosa? Vuoi dire... Con te... Con la famiglia Morley e con il resto della squadra di football?" Sgrana gli occhi e la bocca, sembra quasi paralizzata.
Quando annuisco la sua bocca si piega in un sorriso a trentadue denti, e si alza, saltellando. Saluta cordialmente le altre ragazze e prende il vassoio, poi mi segue verso i ragazzi.
Uno delle squadra di football si sposta dalla sedia per fare posto a lei, che si siede, con uno sguardo adorante verso di lui. Non è un brutto ragazzo, anzi. Ha un ciuffo di capelli scuri, con gli occhi verdini, un bel fisico, è alto, almeno uno e novanta, e indossa una di quelle felpe da giocatore di football con il logo della scuola.
Diverse, però, da quelle dei giocatori di basket.
"Da quando sei un gentiluomo, Peter?" Ridacchia Ken.
Lui lo fulmina con lo sguardo e torna a rivolgersi a Meredith.
"Sei la sorella di Joe?" Chiede Maliki a lei.
"Si."
"È simpatico..." Dice un altro.
"È un imbecille."
Ridacchiano tutti.
"La squadra di basket sta qui dietro, perciò ti ho sentito." Dietro di lei compare un ragazzo alto. Bellissimo. Ha la pelle dorata, come quella di Meredith, gli occhi sono verdi, come i suoi, ed i capelli sono mossi, spettinati. Rimango incantata dal suo sorriso. È il fratello di Meredith? È meraviglioso.
"Joe..." Fa lei.
"Mer..." Fa lui con lo stesso tono.
È anche simpatico.
"Che succede qui?"dietro Joe appare Tobias. "Oh! Ciao, Sophie! Perché invece di stare qui con questo perdenti non ti siedi con noi?"
"Ehm..." Guardò in faccia tutti gli altri. Meredith è tornata a parlare con quel giocatore di football, che a quanto pare si chiama Peter, Kyle guarda altrove, perso nel vuoto, Cole mi guarda confuso, Tobias pieno di aspettative, e Ken, con sguardo corrucciato. Maliki parla con altri della squadra e Roger con Mark.
"Si, d'accordo." Annuisco, soltanto perché Joe fa parte, da quanto ho capito, della squadra, ed è seduto con loro. Mamma mia! È troppo bello.
Ken mi guarda, come se gli fosse crollato il mondo addosso, se è questione di orgoglio, deve imparare a perdere, qualche volta. Kyle è ritornato in se e, come Cole, mi guarda stupito. Roger, Mark e Meredith mi salutano, e tutto torna alla normalità, quando io poso il vassoio sull'altro tavolo.
"Bocconcino, sei nuova? Non ti ho mai visto, qui. Benvenuta." Ammicca uno.
"Io, si, ti ho vista. A lezione di fisica." Sorride un altro.
"È con te, Tob?" Continua il primo.
"Si, Tim."
Joe si siede vicino a me, cosa che mi elettrizza molto.
"Allora... Hai fatto amicizia con mia sorella?"
"Si. È la prima amica che ho..."
"Non avevi amici nell'altra scuola?" Chiede stupito.
"Si... Ma le ragazze non si avvicinavano a me, stavo sempre con i ragazzi." Sorrido imbarazzata.
"E come mai? Mi sembri simpatica."
"Si, ma sono cresciuta con due fratelli e con la famiglia Morley, perciò in pratica sono diventata un maschiaccio." Ridacchio.
"Un maschiaccio carino." Joe Mi fa l'occhiolino ed io mi sciolgo. Il mio cuore va in mille pezzi per l'agitazione, ma poi si ricompone, e comincia a battere fortissimo.
Sento le guance avvampare. Ho l'impressione che io sia diventata tutta rossa, in viso.
Il pranzo è proseguito normalmente e, tra gli sguardi truci delle ragazze nella mensa, le risate provenienti dall'altro tavolo, le occhiate fuggenti che mi sono guadagnata da Kyle, Cole e Ken, avrei preferito di gran lunga essere rimasta lì. Avevo l'impressione che loro si divertissero più di noi. Perciò ho deciso, durarne l'ora di storia, che da domani pranzerò con loro. Se mi vogliono di nuovo.
Finalmente suona la campanella dell'ultima ora. Tuttavia non è andato malissimo il primo giorno di scuola. Non ho dovuto dire a nessuno il motivo per cui ci siamo trasferiti, e questo non mi ha fatto ricordare dell'incidente.
Appena arrivo all'armadietto e poso i libri entro, per poi richiuderlo, mi trovo di fronte la figura tonica di Kendall.
"Ehi." Faccio.
"Ehi." Sorride.
"Cole è riuscito a entrare nella squadra?" Chiedo.
"Si, è bravo." Annuisce.
"Ha ripreso tutto dalla sorella." Rido.
"Questo è sicuro." Ci guardiamo negli occhi, e a farmi ritornare in me è la voce di Ken: "ti va se andiamo in spiaggia a fare qualche lezione di surf?"
"Si!" Esclamo tutta contenta.
"Ma tu non vai a surfare con i tuoi amici?"
"Si, e allora?"
"Io ti rallenterò, non so fare tutte le cose che fate voi..." Commento.
"No, preferisco insegnare a te, piuttosto che surfare con chiunque altro."

Ciao ragazzi!
Sono in pensiero per le scosse che ci sono state stanotte, e per la città di Amatrice... Io purtroppo ero lì vicino, e ho sentito tutte le scosse... Erano forza 6, dove ero io, mi sono spaventata molto e spero che ognuno di voi stia bene. Mi dispiace per le vittime causate dal terremoto.
Mi auguro che questo capitolo vi piaccia e che continuiate a leggere la storia😘 Se volete potete dirmi cosa ne pensate dell'altra.
Saluti❤️

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora