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È l'ultima settimana di scuola. Tra poco ci saranno gli esami e finalmente la festa del diploma.
Purtroppo non ho ricevuto la borsa di studio per la UCLA, ma mi hanno accettata comunque. Holly e Daniel mi hanno detto che pagheranno gli studi, ma il dormitorio per i miei gusti è troppo costoso, perciò ho deciso che lavorerò come cameriera e utilizzerò l'eredità che mi hanno lasciato i miei per pagarmi un piccolo appartamento.
Cole mi ha seguito anche all'università, e su questo non avevo dubbi. Ha detto che è già difficile fare le vacanze separati, figuriamoci andare in due college diversi... E così come Cole, anche Mark verrà con noi in California. Quando abbiamo parlato delle nostre scelte a Holly e Daniel sono rimasti interdetti. Insomma, non si aspettavano di certo che saremmo andati in un college dall'altra parte degli Stati Uniti. Ma è così, e loro sono solo che contenti. Per agevolare i costi hanno deciso che condivideranno un appartamento nel mio stesso palazzo, tanto per tenermi d'occhio. Cosa che mi ha fatto imbestialire, ma non posso fermarli.
Meredith è stata accettata alla Duke, dove incontrerà Ki. Lì ci sarà anche Marvin. Pare che la loro sia una storia seria. Lee ha deciso di seguire invece Adry alla Lynn. La scorsa settimana ci siamo fatte un pianto che neanche si può raccontare. Dovrò lasciare le mie due migliori amiche!
Venerdì ho giocato l'ultima partita del campionato, vinto, tra le altre cose. Io e il resto della squadra dopo aver salutato bene il coach siamo andati a ubriacarci in spiaggia. È stato parecchio divertente, e solo io e altri tre ragazzi ci siamo messi a piangere. Io sono parecchio nostalgica, lo so.
Quelli del primo anno persino si sono dispiaciuti del fatto di non rivederci più.
Meredith e Lee si stanno dando parecchio da fare per organizzare la festa del diploma, e studiare contemporaneamente per gli esami.
Io anche mi sto preparando, ma non riesco a stare concentrata per molto tempo. Mi sta dando una mano Kyle, quando il fine settimana torna a casa. Henry è concentrato a prendere la laurea. Non vedo l'ora di partecipare alla sua cerimonia. È esattamente una settimana dopo quella dei diplomi.
Ogni tanto, prima di andare a dormire, prendo il telefono e fisso la chat di whatsapp tra me e Kendall per almeno dieci minuti, con la speranza che venga online e che mi scriva. Ma l'ultimo accesso risale a quasi due mesi fa.
"Sophie? Sophie! Ma mi stai ascoltando?" Mer mi riscuote dai miei pensieri.
"Mmh, si scusa."
"No, non ti scuso! Ti sto dicendo che sto entrando in crisi e tu neanche mi ascolti!" Scuote la testa e mangia la sua ciambella.
Io prendo la tazza con il caffè e sorseggio.
"Stavo pensando. Mi dispiace." La riposo sul piattino.
"Beh, ti stavo dicendo, che sono indietrissimo con tutto!" Si prende la testa tra le mani.
"Non ti preoccupare, andrà benissimo, a te." Il suo problema è che si sottovaluta sempre. Ha il massimo dei voti in tutto, perciò non ha niente di cui preoccuparsi. Io devo invece recuperare storia e biologia... non so proprio come farò.
Oh, ma Mark sta messo peggio di me. Lui, invece di studiare, esce tutte le sere e torna a casa sbronzo, così io e Cole siamo costretti a coprirlo con i genitori.
Non so proprio cosa gli stia prendendo...
"Come farò senza di te il prossimo anno?" Dice improvvisamente.
Sospiro. "Non lo so. Possiamo sempre vederci al ringraziamento, o a Natale..."
"Stai dall'altra parte degli Stati Uniti. Di tutte le università, proprio una in California dovevi scegliere, eh?"
Ridacchio. "Quando avrò una casa tutta mia a Malibu allora non ti inviterò." Le faccio la linguaccia.
Ride anche lei.
"Mi sa tanto che da grande farò l'architetto. Insomma, ultimamente sto cominciando a disegnare case su ogni foglio che ho in mano. Penso sia un segno del destino, no?"
"Nel caso lo diventassi, voglio che mi progetti una bella casa in Sardegna!"
"Come mai la Sardegna?" Inarco un sopracciglio confusa.
"Non lo so. Ho visto delle foto, e mi è piaciuta." Sorride.
"Promesso." Ridiamo mentre ci stringiamo la mano.

Poco dopo torno a casa e l'unica persona che trovo è Mark, seguo sul divano a guardare la tv.
"Come mai a casa? Che evento straordinario!" Esclamo ironica.
"Spiritosa." Fa una smorfia. "Non ho niente da fare. Stanno tutti studiando per gli esami." Sbuffa.
"E perché non lo fai anche tu?"
"Perché io non faccio roba da sfigati."
"Forse dovresti. Come pretendi di diplomarti?" Mi siedo accanto a lui.
"Con il mio fascino." Sorride smagliante. Ok, si, ha un bel sorriso.
"Non penso che tu ce la possa fare solo per il tuo bel faccino." Gli prendo il mento tra le mani e gli scuoto un po' la testa.
Poi mi alzo e prendo la borsa con la carta di credito che sono passata a prendere.
"Dove vai?" Mi chiede.
"A comprare il vestito per il ballo di fine anno."
"Oh." Fissa il vuoto davanti a se.
Rimango un po' in imbarazzo, lì in piedi. "Vuoi venire?"
"No, mi ricorderebbe che anche io dovrei prenderne uno... se solo ci andassi."
"Perché non ci vai?" Corrugo la fronte.
"Perché non ho un'accompagnatrice."
"Stai scherzando? La scuola brulica di ragazze che vorrebbero solo gettarsi tra le tue braccia e tu non hai un'accompagnatrice?" Scoppio a ridere incredula. Insomma, tutti sanno quanto è bello Mark, e tutti sanno che qualsiasi cosa chieda, le ragazze cadono ai suoi piedi. Quindi il fatto che non abbia un'accompagnatrice mi risulta piuttosto strano.
"Ormai le ragazze hanno tutte relazioni serie..." Sbuffa di nuovo.
"Beh, se questo ti consola, neanche io ho un accompagnatore, eppure questo non mi impedisce di partecipare al ballo più importante del liceo. Se qui ci fosse Meredith di prenderebbe a pugni in faccia. Sta organizzando tutto così bene...!"
"Non mi va di andare lì e stare fermo per tutta la serata a guardare ragazzi che ti gireranno intorno." Sussurra le ultime parole. Che intende dire? "Non so proprio come fa Kendall."
Il pronunciare il suo nome mi fa ricordare tutti i momenti passati insieme e il fatto che lui non sia qui ora.
"Allora... ti va di essere il mio accompagnatore?" Sorrido.
Lui alza la testa verso di me.
"Come amici, insomma. Ci andiamo insieme!" Il mio sorriso si allarga quando vedo lui che sta per cedere.
"E va bene!" So che anche lui ha voglia di sorridere, ma cerca di nasconderlo.
"Allora vieni con me. Serve un vestito anche a te, che stia bene col mio." Lo alzo con la forza dal divano.

Arrivati al negozio, lui mi dice di provare prima un vestito che mi piace, così poi compriamo il suo che stia bene col mio. Dopo aver provato quattro vestiti, mi guardo allo specchio dopo aver indossato il quinto. È rosso, la gonna è di seta, ci sono un po' di decorazioni sul busto che mettono in mostra il mio seno. Ci sono anche un po' di riami in pizzo, che comprendono le maniche e il collo. Dietro però ci sono dei bottoni, sempre intorno al collo, che non sono riuscita ad allacciare. Sono troppo in alto per fare in modo che io abbia la schiena scoperta fino al sedere. LE scarpe le avevo già scelte prima. Sono argento, come la vita del vestito.
Mi affaccio dal camerino coprendomi con la tenda. Mark è quasi addormentato sulla poltroncina, e accanto a lui ci sono altre persone che giocano col telefono e aspettano pure loro.
Vederlo così quasi mi intenerisce, ma devo vegliarlo. Così chiamo il suo nome.
Lui si sveglia di colpo e mi guarda stropicciandosi gli occhi.
"Beh?" Fa.
"Penso che questo vada bene."
"Fammelo almeno vedere!"
"Mmh". Mi vergogno ad uscire così dal camerino con le altre persone a guardarmi.
"Eddai, non ti vergognerai mica!" Mi guarda serio poi si alza. "Andiamo, fammi vedere."
Sbuffo e acconsento. Scosto piano piano la tenda e lo vedo rimanere a bocca aperta.
"Allora?" Chiedo titubante.
"Porca puttana. Sei in assoluto... Oh merda. Sei fantastica." Commenta passandosi le mani sul viso.
Io arrossisco. "Dovresti chiudermi i bottoni qua dietro." Mi volto e alzo i capelli. Guardo il mio riflesso in lontananza sullo specchio. Lui si avvicina a me e si piega per chiudermi i bottoni. Sento le sue mani sulla schiena, e non so perché ma mi provocano uno strano brivido.
"Non so proprio come abbia fatto Kendall ad andarsene e a lasciarti qui."
"Ha inseguito il suo sogno..." Cerco di non intraprendere quest'argomento. "Dunque... lo prendo?"
L'atmosfera è decisamente cambiata.
"Si, prendilo." Mi sorride e torna a sedersi, fulminando con lo sguardo il ragazzo che mi sta fissando accanto a lui.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora