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E dopo essere stata tutta la notte a pensare a quel "ti amo ancora", finalmente la luce filtra dalla finestra.
Non sono riuscita a dormire, perciò mi alzo dal letto decisa ad andare a fare subito colazione. Mi guardo un secondo allo specchio.
Sono letteralmente orribile. I miei capelli ricci sono sparati da tutte le parti, mentre metà delle mie guance sono attraversate dalle occhiaie violacee. Un vero schifo...
Levo la maglietta e mi metto il pezzo di sopra del costume. Sono le sette di mattina, Gary arriverà tra qualche ora, ma già mi preparo. Magari posso andare a correre per tenermi in allenamento durante le vacanze. Oppure andare in palestra.
Sopra il costume metto un top attillato, e poi dei pantaloncini lenti.
Apro la porta del corridoio e mi stropiccio gli occhi. Vado in bagno per sciacquarmi il viso e bagnarmi un po' i capelli per farli ritornare alla normalità.
Scendo in salone, e davanti ai fornelli a cucinare vedo Holly di spalle, con in braccio il piccolo Lion. Non appena si accorge di una qualche presenza si gira, mi fa un sorriso, e anche sul suo volto posso vedere la stanchezza.
"Come mai sveglia a quest'ora?"
"Non sono riuscita a dormire." Mi siedo sullo sgabello. "Vuoi che te lo tenga?" Le chiedo alludendo a Lion. Non penso sia facile preparare il latte per il piccolo se lo tiene in braccio.
"Grazie." Me lo passa delicatamente tra le mani, ed io lo cullo. Gioca un po' con la mia collanina, e sembra quasi accarezzarmi le guance con quelle sue manine carinissime. I suoi occhi sono identici a quelli di Mark, ma la forma del viso assomiglia più a Holly e Kendall. Di Daniel ha il sorriso.
"Come mai non sei riuscita a dormire? Non sarà stato per lo svenimento, vero?"
"No, di certo. Non lo so... troppi pensieri per la testa." Sospiro.
"Mmh..." dice titubante "riguarda per caso Kendall?" Azzarda girandosi verso di me e lanciandomi un'occhiata da sotto le folte ciglia bionde.
Distolgo lo sguardo.
"Senti, può sembrare che noi adulti non ci accorgiamo di ciò che accade, ma abbiamo occhi e orecchie, sopratutto un cervello." Ridacchia. "All'inizio della vostra storia mi ricordo benissimo che Daniel non era per niente d'accordo. Quando lo è venuto a sapere era completamente imbestialito. Ma pensandoci bene tuo padre vi ha affidato a noi per proteggervi, per curarvi... e non potevi scegliere qualcuno più fidato di Kendall. Ti ama. Si vede. Non ha staccato gli occhi da te neanche per un minimo secondo. Dava a tutti risposte vaghe, e a volte non sembrava neanche che ci stesse a sentire, talmente era concentrato. Ora non voglio farti sentire i sensi di colpa, non so perché l'hai lasciato, ma sono affari vostri, ovviamente, e non voglio impicciarmi."
Scuote la testa afferrando il biberon caldo. E poggiandolo sul bancone. "Daglielo tu." Lo indica con la testa e si rigira a cucinare qualcos'altro.
"Tu che cosa vuoi, tesoro?" Mi chiede di spalle.
"Pancake con la marmellata." Afferro il biberon e lo metto in bocca a Lion, facendolo sedere con la schiena sulla mia pancia.
"Dunque dunque dunque" apre la dispensa e comincia a canticchiare. "Posso solo immaginare perché l'hai lasciato. È dura per me, figuriamoci per te. Insomma, io so che i miei figli prima o poi li devo lasciar andare, ma ancora non riesco a crederci. Sono abituata con Henry ed il suo college, però. So che anche tu lo ami ancora. Forse dovresti ripensarci. Lui ha sempre voluto fare il Marin. SI ricrederà persino sulla scelta della US Navy e vorrà fare il soldato semplice, ma queste sono altre faccende... L'ho sentito parlare con Roger, diceva che forse smetterà di fare il suo programma di addestramento, tornerà a casa e frequenterà un normale collega qui vicino, per stare insieme a te. Era pieno di aspettative e di speranza. Pensa che tu possa ancora volerlo."
Sono imbarazzata, e anche tanto. "Io... io lo amo, si, ma non sopporto il fatto di vederlo andar via continuamente."
"Parlagli. Le cose potrebbero sistemarsi e potresti convincerlo a non lasciare il suo lavoro. L'ha sempre voluto fare. O almeno così dice."
"Lo farò."
"Non voglio costringerti, eh." Alza le mani.
"No. Non ho affrontato bene le cose con lui." Scuoto la testa.
Annuisce.
In quello stesso istante ho un giramento di testa. Stringo i denti e stringo un po' più forte Lion, ma non tanto.
"Ti senti bene?" Mi chiede aggirando l'isola e venendo verso di me. Mi posa una mano sulla spalla.
"Si, si. Solo un capogiro."
"Vai a distenderti sul divano." Mi prende Lion dalle braccia e mi aiuta ad alzarmi con l'altra mano.
Con una smorfia di dolore mi distendo sul divano.
Lei ritorna in cucina a finire i pancake, e quando sono pronti me li porta.
"Grazie." Le sorrido, poi si siede sulla poltrona per farmi compagnia.
Due ore dopo sono ancora sul divano a guardare la tv. I ragazzi non si sono ancora svegliati, ma Liz e Daniel si, e stiamo guardando tutti uno di quei film drammatici che fanno di mattina.
"Oggi hai in programma di uscire?" Mi chiede Daniel.
Annuisco. "Tra un po' dovrebbe venire un amico, gli insegnerò a fare surf. Ci prendiamo un panino in spiaggia, perciò non torno per pranzo." Mi alzo a sedere.
"Chi è?" Chiede curiosa Liz.
Io le sorrido. "Gary."
"Il ragazzo di ieri sera?" Mi fa Holly.
"Si, lui."
"Ah. Beh, sembra simpatico." Si stringe nelle spalle.
"Lo è." Mi alzo, con calma, per paura di sentirmi di nuovo male. Non è una bella sensazione. "Vado un po' in palestra." Li saluto, e quando sono in corridoio li sento parlare in lontananza. Discutono su qualcosa, e poi sento il mio nome. La tentazione di origliare e avvicinarmi è forte, ma rinuncio e apro la porta della palestra.
Poso il telefono per terra, aziono il tapis roulant e comincio a correre.
Quando sento la notifica di un messaggio venti minuti dopo mi blocco e afferro il telefono. È Gary.
Buongiorno bellissima.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora