12.

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Ho scoperto il perché dello scherzo di ieri mattina. E non potrebbe esserci un motivo più stupido: non li ho accompagnati a scegliere lo smoking per il matrimonio. O erano offesi, o semplicemente gli andava di farmi uno scherzo, e questa era la prima giustificazione che hanno trovato.
Gli allenamenti oggi ci sono stati sia di mattina che di pomeriggio e mi hanno evitato un'interrogazione di letteratura inglese, fortunatamente. Domani ci sarà una partita, e, pur restando in panchina, dovrò essere presente. Non è di quelle tanto importanti, ma abbiamo accettato solo per allenarci per la prossima, che sarà quella decisiva per riuscire ad entrare nei play-off. Spero tanto di giocare almeno quella.
Kendall aveva ragione: Daniel non mi avrebbe mandata alla festa di stasera se non fosse stato per lui, ma a cena con Joe ci vado comunque. Vorrei evitare, perché sono tremendamente stanca, ma ogni volta che non ho niente da fare mi vengono in mente mamma e papà. Oggi sono esattamente tre settimane dall'incidente, e stiamo tutti come cani. È incredibile come un giorno qualsiasi possa ricordarti delle persone così tanto da farti venire la voglia di raggiungerli. E intanto io Mi sto preparando freneticamente, quando nella mia stanza irrompono Liz seguita da Steven. Lei sta urlando mentre lui la rincorre.
"Ehi, ehi, ehi!" Grido "ma che sta succedendo?" Si bloccano, e Liz si nasconde dietro la gonna del mio vestito bianco.
"Lui vuole mangiarmi!"
"Stavamo solo giocando!" Dice esasperato Steven "è per divertirsi!" Si stringe nelle spalle e si butta nel mio letto.
"Beh io non mi stavo divertendo affatto!" Liz gli punta il suo ditino contro e lui ride.
"Dove vai?" Steven si stende sul letto. Ma in questa casa sono tutti così curiosi?
"A cena con Joe."
"Ah, giusto!" Annuisce.
"Chi è Joe?"
"È il suo ragazzo, Liz." Risponde Stev al posto mio.
"Non è il mio ragazzo." Scuoto la testa e mi guardo di nuovo allo specchio, mettendo gli orecchini.
"Quello che é... ora vado, ci vediamo dopo." Mi dà una pacca sulla spalla ed esce, seguito da Liz.
Sistemo i capelli e prendo la borsetta.
In corridoio non c'è nessuno, fortunatamente. Mark è alla sala cinema con degli amici, Kendall è andato prima alla festa ad aiutare per i preparativi, a quanto pare ogni venerdì ci va. Steven e Liz non so dove siano finiti, Roger starà in camera sua, cosí come Kyle, Cole è uscito con dei nuovi amici per andare in spiaggia a "caccia di ragazze"... scendo in salone e non c'è nessuno, così mi affaccio un attimo nella palestra, in cui vedo Holly che fa gli esercizi consigliati dal suo dottore.
"Holly, io vado." La saluto.
"Si, ciao tesoro. A che ora torni stasera?"
"Quando tornano gli altri?"
"Mi sta bene. Basta che stai sempre con loro, d'accordo?" Inarca un sopracciglio e ritorna ad alzare le braccia per poi andare giù e fare una smorfia di dolore.
"Promesso." Sorrido ed esco. Attraverso il salone senza incontrare nessuno, così anche il prato costeggiando la piscina e premo il pulsante per aprire il cancello. Fuori c'é Joe, appoggiato alla sua macchina, con i capelli mossi dal vento e una camicia nera un po' sbottonata, e dei pantaloni grigi. È meraviglioso. Immediatamente mi compare un sorriso enorme sulla faccia, cerco di nasconderlo, ma è inevitabile.
"Sempre più bella." Mi sorride anche lui e mi bacia sulla guancia. L'unica cosa che posso fare è arrossire, e salire in macchina quando lui mi apre la portiera.
"Come sono andati oggi li allenamenti?" Gli chiedo quando mette in moto.
"Abbastanza bene. Il capitano si é infortunato questo pomeriggio... non pensò riuscirà a giocare alla partita della prossima settimana." Si stringe nelle spalle e fa una smorfia. Cavolo.
"Mi dispiace. Che si è fatto Tobias?"
"Una slogatura alla caviglia."
"Poveraccio." Commento appoggiandomi al finestrino.
"Si, per lui è dura saltare gli allenamenti... ma parlami di te. Praticamente non so niente!"
"Sul serio? Vuoi che ti dica tutto ora oppure teniamo qualche argomento per la cena?" Scherzo.
Sospira melodrammaticamente. "Mi toccherà aspettare." Si sistema meglio sul sedile e sfreccia ancora più veloce.
Ridacchio e torno a guardare fuori dal finestrino... nella mia testa scorrono le immagini dell'incendio, e mi viene un capogiro. Faccio una smorfia e comincio a massaggiarmi le tempie.
"Ehi, stai bene?" Joe ferma la macchina accanto al marciapiede e mi tocca la spalla. Annuisco mugugnando per il dolore. Vorrei fermare le immagini, ma queste corrono più veloce della macchina di Joe, nella mia testa. Faccio finta di niente e faccio un cenno a Joe, per dirgli che può andare.
"Sophie, seriamente, se hai qualcosa dimmelo.... potrei aiutarti."
"Non ho niente... per favore andiamo a ristorante."

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora