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"Non vedo l'ora di toglierti quel vestito." Kendall ammicca mentre mi strizza il sedere.
"Mani a posto, Morley." Gli faccio la linguaccia.
Stasera è l'ultima notte che siamo qui a Malibu. L'aereo di domani mattina è alle otto e mezza, e stanotte non dormiremo per niente, considerando che negli ultimi giorni abbiamo scambiato il giorno per la notte. Per andare in discoteca siamo sempre usciti alle undici e tornati alle sei di mattina, e abbiamo dormito sempre fino a mezzogiorno, all'incirca, poi uscivamo a surfare, e tornavamo in tempo per l'ora di cena. Ci preparavamo e uscivamo di nuovo per andare in discoteca. Sempre così. E io e Ken... ci siamo dati da fare parecchio...
"Ho prenotato in un bel locale sulla spiaggia. Alle 7.30 dobbiamo stare lì: muoviamoci." Esordisce Maliki.
"Come sei efficiente." Lo prende in giro Lee.
Camminiamo costeggiando il mare fino ad una specie di baita. Entriamo dentro, dove ci accoglie un cameriere di mezza età. Ci indica qual è il nostro tavolo, e noi ci andiamo a sedere in fondo alla sala, camminando sulla piattaforma di legno.
Io prendo posto vicino a Kendall, davanti a Lee e Maliki. Tobias è accanto a Adry e Maliki. Davanti a loro ci sono Meredith, vicino a me, e poi Cole.
Scrutiamo i menu e quando siamo pronti per ordinare chiamiamo il cameriere, che se ne va poco dopo a passo svelto.
"A che ora parti, dopodomani, Ken?" Gli chiede Tobias.
"Di pomeriggio."
"Uffa. Non sarà lo stesso finire il liceo senza di te." Commenta Maliki.
"Già, te ne vai proprio all'ultimo anno." Dice Adry. Lei anche è dell'ultimo anno, come Tob, Ki e Ken.
"L'allenatore se l'è presa. Jeremy sarà il mio sostituto." Kendall scrolla le spalle.
"Potevi rimanere almeno fino alla fine della scuola." Dice Tobias. Ora non mi sento per niente bene, e penso che il mio ragazzo se ne sia accorto, perché sotto il tavolo mi afferra la mano e me la stringe.
"Il programma era per questi ultimi tre mesi. Lo finirò esattamente quando voi finirete la scuola. Ci saranno ovviamente i corsi scolastici anche lì. E mi sembra che solo il fine settimana siano concesse lettere ai famigliari. Molti non riescono a finire il programma, perché stressati o troppo affaticati. Ma io voglio riuscirci. Così entrerò a far parte dei corpi speciali, no? Mi trasferiranno in una base. Io ho messo come preferenza quella di Miami... poi si vedrà."



Ed eccolo. Il giorno in cui mi devo allontanare dall'amore della mia vita. Il giorno in cui tutto il mondo crolla. Il giorno in cui la bolla in cui viviamo io e Ken scoppia.
Io tengo per mano la piccola Liz, e Cole ha un braccio intorno alle mie spalle.
Siamo tutti in giardino, e Daniel è in macchina ad aspettare Ken per portarlo in aeroporto. Ci sono anche alcuni ragazzi della squadra di football, più Tob, Mer, Adry, Lee, Michelle (che se ne può anche andare a fanculo), e Ki, ovviamente.
Ken saluta tutti i fratelli e gli amici, poi arriva alla madre. Lui lo bacia in fronte, mentre Holly singhiozza. Si scambiano baci e parole dolci, e lui va a salutare mio fratello.
Tocca a Liz.
"Mi mancherai, principessina." Si piega fino ad arrivare alla sua altezza.
"Anche tu." Lei gli mette le braccia al collo, e si lascia andare in un pianto isterico.
"Ti voglio bene." Kendall la stacca leggermente e le punzecchia le dita sulla pancia per farla ridere.
Si alza e saluta mio fratello.
Infine... Quando i suoi occhi incontrano i miei mi manca il respiro. Cerco di scattargli una foto con la mente. Non voglio dimenticarmi il suo bellissimo viso, i suoi bellissimi occhi blu, le sue bellissime labbra carnose. Non voglio dimenticare niente di lui.
Lascia la mano di Liz e mi butto addosso a lui, allacciandogli le braccia al collo.
Piango sulla sua spalla, mentre lui mi accarezza la schiena. "Non lasciarmi." Prego con voce quasi non udibile. Mi sposta leggermente più indietro e mi bacia, avaro delle mie labbra. Sembra quasi che non voglia più staccarsi da me, e quando lo fa, è incerto. Ci guardiamo di nuovo negli occhi. I suoi sono bagnati dalle lacrime che stanno per uscire, mentre i miei sono completamente sommersi.
"Io ti amo. Ti amerò sempre per il resto dei miei giorni. Sei la mia vita. Ricordatelo." E con un ultimo bacio si stacca completamente da me e dal mio corpo. Sento che il mio cuore smette di battere, le mie ginocchia stanno per crollare, e tutto intorno a me gira. corro dentro casa, faccio le scale due gradini per volta e percorro di fretta il corridoio per poi rinchiudermi dentro camera mia sbattendo la porta.
Il mio mondo se n'è andato.
Soffoco i singhiozzi sul cuscino, sbatto i pugni sul materasso. In qualche modo mi sfogo. Mi alzo a sedere, e mi guardo allo specchio. I capelli sono incollati alla faccia piena di lacrime. Gli occhi sono rossi e gonfi. Non so per quanto ho pianto. Forse quindici minuti... Ma il mio cuore è come se fosse stato soffocato. Non sono nemmeno sicura che io stia vivendo, in questo momento. Mi sento come quando sono morti i miei genitori. Come se non fosse reale.
Okay, Sophie.
Sono solo tre mesi.
Recupero le ultime forze e mi alzo dal letto.
Con tre grandi passi sono davanti alla porta. Sospiro e la apro, rivelando i miei amici e i miei fratellastri a chiacchierare preoccupati.
"Come stai?" Meredith si fa avanti.
"E come vuoi che stia?" Ricominciano a sgorgare le lacrime. Lei mi abbraccia e mi dà delle pacche sulla schiena. Intanto scruto i volti degli altri, che si guardano intorno senza sapere cosa fare esattamente.
"Hai bisogno di qualcosa?" Mi chiede la mia migliore amica staccandosi da me.
"Solo di una doccia." Vado in bagno e dopo essermi spogliata mi butto dentro la doccia. Piango disperatamente sotto il getto freddo dell'acqua. Quando esco, sono terminate le lacrime, e i singhiozzi si sono affievoliti. Acchiappo l'asciugamano e lo avvolgo intorno al mio corpo. Poi esco e raggiungo in fretta camera mia.
Mi metto il pigiama, e mi infilo dentro al letto.
Guardo fuori dalla finestra. Il prato, la piscina, il dialetto di casa, e il mare. In quello stesso mare in cui Ken mi ha insegnato a fare surf.
Mi rifiuto di pensare ancora a lui.
Sento bussare.
"Avanti."
"Ti senti meglio?"
"Si, Mer, grazie." Mento.
"Vuoi che resta a dormire? Me l'ha proposto Holly... per distrarti un po'. Se vuoi possiamo uscire, o rimanere a casa a guardare un film."
"Si, un film va bene." Le sorrido.
"Allora io vado a casa a prendere la mia roba. Tra un'ora ritorno." Mi bacia sulla guancia. "Forse è meglio che scendi, per far vedere che stai bene. Sono tutti preoccupati. Holly si è messa a dormire, dice che è stanca. E ci vorrà un po' prima che Daniel torni dall'aeroporto. Non vuoi lasciar fil piccolo Lion a quei deficienti, vero?"
Ridiamo insieme.
"Ti voglio bene, Mer."
"Anche io, Sophie." E poi esce.
Cinque minuti dopo decido di scendere in salone, da cui proviene un casino assurdo.
Mark sta sbraitando contro Henry, che ha Lion in braccio, e piange, piange e piange come un disperato.
Steven gioca alla play insieme a Liz, che probabilmente sta facendo un casino, ecco spiegato perché Steven si strofina la mano sulla faccia disperato. Tengono il volume al massimo, il che fa aumentare il mio mal di testa. Roger prepara il biberon, e si gratta la testa, non sapendo che fare.
"Eccoti, Sophie! Allattalo!" Un Mark disperato prende Lion dalle braccia di Henry e me lo porge.
"Ma che problemi hai? Non ho il latte!" Scoppio a ridere.
"Scusalo, è un coglione." Henry lo riprende in braccio.
"Probabilmente ha fame."
"Dai... Lion! Forza... smettila di piangere, per il piacere dei tuoi fratelli." Henry lo scuote.
"Così fai peggio!" Glielo togli dalle mani e lo cullo dolcemente. Piano piano smette di piangere, e mi siedo sulla poltrona.
"Grazie a Dio." Fa Roger porgendomi il biberon, che faccio ciucciare a Lion.
"Steven, puoi abbassare, per favore?" Lo prego.
Sbuffa, ma acconsente.
Oggi, 28 febbraio, una parte di me se n'è andata, lasciandomi sola, ma non completamente sola, e 28 maggio tornerà da me. Devo solo aspettare...

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora