Pagaio verso il punto d'inizio delle onde, tenendomi sulla sinistra, lontano da Finn.
Ci sono alcuni surfisti, più grandi, seduti sulle loro tavole.
"Ragazzi, ma ci spiegate che state facendo? C'è un andirivieni dalla spiaggia continuo." Chiede uno.
"Una gara con questi pivellini di Miami." Risponde Finn beffardo.
"Una di questi pivellini però è arrivata in finale." Lo guardo storto.
"Quel tizio... Tobias, è stato molto stupido a far gareggiare te anziché lui." E rema di nuovo.
Solo ora mia accorgo che lui sta già prendendo un'onda. Batto un pugno sull'acqua e guardo verso l'orizzonte.
"Ehi, tu!" Mi chiama uno dei surfisti, avvicinandosi a me con la tavola. "Prima hai preso belle onde, ma se vuoi batterlo ti conviene aspettare quella giusta, non prenderle tutte cose farà lui o come hai fatto tu prima. Certo, prendine quante più possibili, ma non di seguito. E devi concentrarti più sugli aerial, a mio parere. Li fai bene, ma migliora la postura." Mi fa l'occhiolino e si gira.
Quattro onde dopo sono distrutta. Lui ne ha prese cinque, non erano male, ovviamente. E a questo punto sono sicura che vincerà lui. Aspettiamo entrambi un'ultima onda, e quella che arriva dopo sembra quasi essere perfetta. Cominciamo a pagaiare verso il grande muro d'acqua che un poco mi spaventa. Giriamo entrambi la tavola, e mi alzo prima io. Perdo un attimo l'equilibrio, ma mi ristabilisco sulla tavola in posizione, e prendo velocità fino al centro dell'onda. Sento una forte botta nel mio ventre, e poi mi accorgo di stare in acqua. Non riesco a capire più nulla, cerco di nuotare verso l'alto, ma la corrente mi tira sempre più a fondo.
È ormai da troppo tempo che non respiro, o almeno così mi sembra, fino a quando finalmente risalgo in superficie. Prendo una grossa boccata d'aria, e mi accorgo di Finn, vicino a me, sopra la sua tavola con un sorriso da ebete sulla faccia.
"Sei impazzito, cazzo?" Sbraito rimettendomi sulla tavola.
"Avevo la precedenza, dolcezza."
"Ma vaffanculo!" Remo verso il largo. Ora gliela faccio vedere io!
Arriva un'onda. È mia.
Remo forte, forte, e ancora più forte, e poi mi alzo sulla tavola con un bello slancio.
Le mosse sono tutte perfette e curate, e chiudo con un tubo e un floater.
Faccio il segnacaso a Finn e andiamo verso la riva, dove Keira si sta sbracciando per attirare la nostra attenzione.
Quando poggio la tavola sulla sabbia, accanto a quella di Finn, Kendall e Cole stanno davanti a Finn.
"Dì un po', che era quello?" Cole sta cercando di trattenere la rabbia.
"Avevo la precedenza. Dovreste insegnare le regola a questa qui." E mi indica con un cenno della testa.
Se prima sono stata calma, adesso sto esplodendo di rabbia. Non ho reagito come avrebbe reagito una qualsiasi altra persona quando mi ha buttato giù dall'onda, e anche se questo è meno grave, sono troppe cose accumulate, e, se di solito io sono una persona calma, abbastanza timida e buona, auguro che a questi accada qualcosa di molto brutto!
"Questa ha un nome. Coglione! Potevo anche affogare." Mi avvicino a Finn.
"Sfortunatamente non è successo." Un secondo dopo viene scaraventato in acqua da Kendall.
"Ehi, amico, calmo!" Tobias compare dietro la sua schiena.
"Bene, possiamo vedere i risultati della gara e poi ognuno se ne andrà per conto proprio, magari voi ve ne ritornerete a Miami e non ci rivedremo più!" Suggerisce Holand aiutando a rialzare Finn.
Kendall si gira corrucciato con i pugni stretti, e Keira annuncia il vincitore.
"Nonostante quello che ha fatto, Finn è stato leggermente migliore nelle prime onde, usando una tecnica più accurata. Mi dispiace, Sophie."
Gli stronzi saltano e ci fanno linguacce, mentre Mina viene a stringerci le mani. Wow, qualcuno di simpatico.
Noi decidiamo di andarcene.
Sono un po' delusa dal fatto che abbia vinto Finn, ma probabilmente lui surfa da una vita intera, io ho cominciato da qualche mese, e era ovvio che avrebbe vinto lui.
"Non dovevi far gareggiare me." Dico a Tobias.
Lui si stringe nelle spalle, e andiamo a restituire le mute all'amico di Maliki. Lui ci invita ad una festa a casa di un suo amico, sulla spiaggia, non distante da lì. Ci si potrebbe andare a piedi, e poi andrebbero tutti a surfare a mezzanotte, con fuochi d'artificio e falò sulla spiaggia.
Accettiamo e ce ne ritorniamo a casa, posando le tavole in garage.
"È stato stressante!" Commenta Meredith appoggiandosi a Cole.
"Io vado a farmi una doccia." Lee si alza con un gemito e si dirige verso le scale.
"Sto morendo di fame!" Esclama Tobias.
"Ordino le pizze?" Chiede Maliki.
"Ordina quello che vuoi, basta che arrivi in fretta, anche io ho una fame da lupi." Adry si massaggia la pancia con una smorfia.
"Bene. Sushi?"
Ci dichiariamo tutti d'accordo, e Ki esce per chiamare il ristorante giapponese.
"Alloraaaaaa.... domani è il vostro compleanno!" Meredith si raddrizza tutta eccitata mentre guarda me e Cole.
"Si, quindi?"
"Dove andiamo?" Sorride.
"Non lo so... Da nessuna parte."
"Non dire cazzate. Potremmo andare in qualche locale con i nostri bellissimi documenti falsi e ballare fino allo sfinimento."
"Tobias, non mettere idee strane nella testa di Meredith." Lo ammonisco.
"Ci sono!" Squittisce Adry. "Prendiamo la machina e facciamo una bella gita ad Hollywood, poi voi ragazzi fate quello che vi pare, mentre noi andiamo a fare shopping a Beverly Hills, e domani sera festeggiamo in qualche locale."
"Ci sto." Ridacchio.
"È così sia! Voglio tanti bei regali." Ride Cole.
Ken mi bacia l'orecchio e io lo stringo di più.Dopo cena corro in camera a farmi la doccia. Dopo essermi spazzolata i capelli me li asciugo, ed infine esco con un asciugamano intorno al corpo.
Kendall è sdraiato con il cellulare in mano, a torso nudo.
"Che fai?" Gli chiedo.
"Instagram." Risponde solamente. Mi piego a prendere dei pantaloncini e una maglietta dentro la valigia e poi torno in bagno. Mi vesto in fretta, i pantaloncini sono attillati e arrivano a metà coscia, mi fasciano bene la vita, e la maglietta, che è più un top, mi lascia un filo di pancia scoperta. È attillato e mette in risalto il mio seno. Esco, e Ken non mi stacca gli occhi di dosso.
"Hai intenzione di uscire così?" Mi chiede tutto d'un fiato.
Annuisco.
"Oh mamma." Geme. "Non riuscirò a resisterti." Sbuffa e si infila la maglietta. Ridacchio e lo bacio.
Mi infilo una giacca di jeans e i sandali col tacco.
Nel preciso istante in cui mettiamo i piedi fuori dalla camera il telefono di Kendall comincia a squillare. Risponde, con un sorriso sul volto.
"Ciao! Si, stiamo bene, e voi?" Strabuzza gli occhi "che ha fatto?" Quasi urla. "Si, mamma, che mi preoccupo. Santo cielo! Ma che ha nella mente quell'imbecille?" Sospira. "Si, d'accordo. Ti richiamo per sapere come procedono le cose. Ciao, mamma." E riaggancia.
"Che è successo?"
"A quanto pare Steven ha fatto a botte con un altro ragazzo, oggi, e la scuola ha chiamato mamma. Considerando che ha rotto il braccio all'altro ragazzino l'hanno denunciato." Scuote la testa.
"O mio dio." È tutto quello che riesco a dire. Steven è stato denunciato? Mamma mia.
"Almeno so che se si trovasse nei guai se la saprebbe cavare da solo, proprio come suo fratello." Alza il mento, fiero.
"Kendall, è una cosa seria." Lo ammonisco. Non è proprio il momento di scherzare su un argomento del genere.
"Hai ragione... Speriamo tanto che ritirino le accuse." MI abbraccia forte e scendiamo di sotto."L'indirizzo dovrebbe essere questo." Dice Maliki quando siamo davanti a una casa completamente in legno, proprio sulla spiaggia. Dall'interno proviene musica a tutto volume, e intorno al falò ci stanno una decina di persone. Poi improvvisamente la porta si spalanca e tutta la gente che c'era all'interno esce con la faccia dipinta con colori fosforescenti. Sembra che la casa abbia appena vomitato un arcobaleno di gente.
Il chiudifila è un tizio che porta in mano un amplificatore attaccato a una presa, è da lì che proviene la musica assordante.
Kendall mi fa girare su me stessa e mi afferra i fianchi. Gli allaccio le braccia intorno al collo, e balliamo come se fossimo una cosa sola.
Tutti sono entrati in acqua con mute e tavole, per surfare, dieci minuti a seguire, ed io e Kendall siamo rimasti lì, con i nostri respiri che si mischiano all'aria fresca della notte.
"Mi stai uccidendo." Mi bacia dietro l'orecchio.
Non rispondo e continuo a muovermi lentamente mentre gli poso piccoli baci sul collo.
Lui si gira, e guarda il mare, dove brillano le luci fosforescenti.
"Entriamo anche noi." Mi guarda. Faccio si con la testa e ci avviciniamo alle ultime tavole rimaste. Non guardiamo nemmeno di che tipo sono, che ci togliamo i vestiti. Con calma, e ognuno di noi assapora i respiri caldi sull'altro. Siamo vicinissimi, e sento la sua erezione sul mio ventre. Mi stacco da lui, imbarazzata, e raccolgo una muta della mia taglia. La infilo un po' impacciatamente, così come lui, e mi aiuta ad allacciarla.
Ci immergiamo nell'oceano e viviamo una notte magica insieme.
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Manicomio al n. 23
RomanceFINITO- Sophie è cresciuta con due fratelli e dei cari amici dei genitori, che hanno cinque figli maschi. Era la vittima di tutti gli scherzi che avevano in mente i ragazzi, ma nonostante ciò si era dispiaciuta per la loro partenza... Nove anni dopo...