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Mentre aspettiamo le nostre portate, chiacchieriamo del più e del meno, e non so come ma andiamo a finire sull'argomento del surf.
"No. Fidatevi, avrebbe dovuto vincerla Sophie la gara femminile!" Kendall è in fermo nelle sue decisioni.
"Ken, e smettila! Non ho vinto, basta! Insomma... faccio surf da pochissimo tempo, era ovvio che non vincessi." Gli faccio notare posandogli una mano sulla spalla.
"Io ho il video, e fidati, sei stata davvero brava." Commenta Adry. Alla gara a cui Kendall mi aveva iscritto, sinceramente, avevo dato il massimo, ed ero arrivata al quarto posto. Ken ci ha rimuginato tutto il giorno. È persino andato a parlare con i giudici, ma l'ultima onda che ho preso non è stata calcolata...
Adry mi passa il telefonino e sento le teste di Kendall e Meredith sporgersi per vedere anche loro. Il primo filmato è, appunto, della prima onda che ho preso. Era bella grossa, e l'avevo cavalcata come se fossi parte dell'acqua. Il secondo invece era soltanto io che pagaiavo per andare a prendere la successiva, appena dopo la line up, e il terzo filmato riprendeva la mia onda più bella. Remo, remo, remo forte, ma un'altra concorrente mi affianca per prendere l'onda. Soltanto che io le passo sotto, immergendomi in acqua, e riesco proprio tra la cresta dell'onda che si sta alzando sempre di più. Mi metto in piedi, e la prima cosa che faccio è uno snap. Poi non ho il tempo di fare altro perché il tubo si innalza sopra di me. Entro dentro, e mi devo piegare un po', poi riesco e faccio un bel floater. Sento gli applausi, e tra le urla emerge quella di Kendall.
La terza onda che ho preso anche è stata bella, più grande, e andavo più veloce. Mentre la quarta non è stata nemmeno conteggiata...
"Si, te la sei cavata davvero bene." Dice Meredith.
"Ha imparato dal migliore." Si vanta Kendall.
"Fanatico." Lo prendo in giro io.
"Sentiamo un po', chi è che ti ha insegnato a salire sulla tavola, coglione?" Tobias alza leggermente la voce.
"Tu." Dice in tono lamentoso Kendall, alzando gli occhi al cielo.
"Giusto. Perciò inchinatevi al maestro supremo." Allarga le braccia come se fosse un Dio.
Il cameriere ci porta i piatti, e quando mi porge il mio mi guarda strano, e poi vedo che si concentra sulla mia scollatura. Mi muovo un po' a disagio, e mentre porge agli altri le loro portate, mi rivolge ancora occhiate fugaci. Kendall fortunatamente non l'ha visto, sta parlando con Maliki di qualcosa, ma io non ci faccio caso, perché quel cameriere è davvero inquietante. Quasi mi fa accapponare la pelle, per come mi guarda.
Se ne va poco dopo, e io tiro un sospiro di sollievo.
"Che succede?" Mi chiede Kendall addentando il boccone della sua carne. Cerco di non fissarmi troppo sulle sue labbra carnose mentre mastica e scuoto la testa, sorridente.
"Niente, sono solo contenta di stare qui, con te. Con voi."

Ci sediamo sulla scogliera sopra i teli, attenti a dove mettiamo i piedi.
Io afferro una bottiglia di birra e brindo insieme agli altri.
"A noi e al nostro viaggio!" Dico con un tono di voce più alto del solito.
Bevo un lungo sorso, che mi brucia leggermente il palato.
Un telefono squilla, e ci vuole un po' per capire che è il mio. Rispondo senza vedere chi è.
"Sssii?" Forse sono leggermente ubriaca.
"Sophie? Come va? Tutto a posto?"
"Oh Dio! Si, Kyle, si. Non siamo morti." Ridacchio istericamente. La birra mi dà un po' alla testa.
"Kendall sta facendo il bravo?"
"Non c'è neanche bisogno che lo chiedi." Lo guardo da sotto le mie folte ciglia. Dio quant'è bello.
"Bene. Volevo sapere se era tutto okay. Che fate?"
"Impiccione." Lo prendo in giro.
"Sono tuo fratello."
"Perché non chiami Cole?"
"Perché lui non è affidabile." Lo sento sorridere.
"Che ore sono, lì?" Chiedo.
"Le due." Risponde come se niente fosse.
"Dove sei?" Biascico. Stavolta sono io l'impicciona.
"A casa di Joanna."
Sorrido. "Oh, beh, divertitevi!" E riaggancio subito.
"Allora, domani mattina ci si sveglia all'alba, eh!" Incita Lee.
"E perché?" Chiedo corrucciata. Odio svegliarmi presto!
"Perché ci sono le onde migliori! Si affittano le mute qui in qualche posto?" si rivolge poi a Maliki.
Ho l'impressione che tra i due possa nascere qualcosa, non so perché.
Maliki è un ragazzo carino, e Lee è meravigliosa. Da come si guardano si capisce che almeno uno di loro è cotto dell'altro, ed io punto su Maliki. È sempre dolce con lei, premuroso... Non so...
"Si, dappertutto, ma un mio amico ne ha tantissime e ce le potrebbe dare gratis. Affitta pure tavole, ma non ne abbiamo bisogno. Mio zio è un surfista e nella sua vita ha cambiato più tavole che ragazze."
Mentre stiamo qui, a chiacchierare, a ridere, a raccontarci storie, sento le palpebre pesanti.
"Ragazzi, io vado a dormire." Dico barcollando in piedi. Mi sa che ho bevuto troppo...
"Eddai! Ma è presto!" Fa Meredith.
"Lo so... Ma sono stanchissima... col fuso orario, l'aereo e il resto non ce la faccio più." Mi stringo nelle spalle.
"Vengo con te." Kendall si alza e mi afferra la mano.
"Divertitevi!" Meredith quasi salta sul posto.
"Non provarci neanche." Cole minaccia Kendall, ed io quasi gli scoppio a ridere in faccia.
Il suo volto è un misto di preoccupazione e rabbia, e ha la fronte corrucciata.
"Smettila!" Lo sgrida Lee.
"Datevi da fare!" Commenta con un ghigno Tobias.
Noi li ignoriamo e entriamo in casa, fino ad arrivare in camera nostra.
Allora Kendall mi afferra il polso e mi fa voltare verso di lui. Mi bacia appassionatamente e tastando il muro riesce a trovare la porta, e poi la maniglia per aprirla. Entriamo in camera al buio, e mi butta sul letto. L'unica luce che c'è è quella della luna, che filtra dentro la portafinestra. Lui accende la lampadina e ritorna da me poco dopo. Mi strappa praticamente il vestito di dosso, e comincia a riempirmi di baci. Gli sfilo la maglietta e la butto a terra.
"Sei la mia vita." Mi bacia ancora, dappertutto. Ci siamo, è il momento.
Niente scocciature, niente fratelli o fratellastri che possono entrare improvvisamente, niente di niente. Solo noi due.
"Dovremmo... andare a dormire." Si ferma, e si vede lontano un miglio che fa fatica, o è titubante.
"Kendall! Perché?"
"Deve essere speciale, Sophie." Si stende accanto a me.
"Ma più speciale di così!" Gli salgo sopra.
"Siamo entrambi stanchi, forse è ora di dormire." Sospira, e mi mette leggermente sotto le coperte. Sono contrariata.
Mi ha appena rifiutata. Va bene, allora dovrà essere lui a pregarmi di farlo.
Mi volto, nemmeno lo voglio guardare. Lui spegne la luce e mi mette un braccio intorno alla vita.
"Lo sai che ti amo?"
Annuisco.
"Non prenderla sul personale. Vorrei soltanto aspettare che tuo fratello dormisse. Potrebbero sentirci." Mi fa voltare per guardarlo. Vedo i suoi occhi azzurri brillare nell'intensità della notta.
Annuisco di nuovo.
"Non è che non voglio scoparti, anzi, per me è difficilissimo non farlo, cazzo! Ma voglio che per te sia perfetto, e non quando tu sei ubriaca."
"Ma è tutto perfetto quando ci sei tu." Rispondo sinceramente.
"Tu sei perfetta." Mi bacia leggermente. "E sfido chiunque, e dico chiunque, e dire che non vorrebbe portarti a letto. Sai quante persone ho dovuto minacciare? Nella squadra ci sono almeno tre o quattro tipi che ti tengono sempre d'occhio, anche dopo che ti sei messa con me." Borbotta contrariato.
Io sorrido.
"Sei troppo geloso."
"Sono troppo realista."
"Bambinone."
"Bellissima." Mi bacia ancora.
Dio, quanto lo amo!
Troppo!
Davvero troppo!
Si può morire d'amore?
No, è solo per sapere, perché in questo caso io dovrei essere stesa a terra in agonia.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora