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Partita dopo partita, al campionato ci siamo arrivati, finalmente.

La prossima settima, il giorno prima che comincino le vacanze di pasqua, ci sarà la partita. Vinciamo quello, vinciamo il campionato.

Il che è meraviglioso, almeno per me!

Io, Meredith e Lee siamo al bar davanti scuola, a prenderci una bella cioccolata calda.

"Quando torna Ken?" Mi chiede Lee.

"Non lo so. Credo giovedì mattina. Insomma, quando cominciano le vacanze. Però queste ultime due settimane non mi ha scritto, perché stanno facendo una simulazione di guerra, o qualcosa di simile. Non ho ben capito."

"Sei contenta che lo rivedrai?"

"Ovvio!" Esclamo addentando la mia ciambella. Appena mando giù il boccone, mi sento in colpa.

"Che hai?" Mi chiede Meredith.

"Sto ingrassando... non dovrei mangiale queste cose." Mi appoggio alo schienale sbuffando.

Loro rimangono attonite. "Stai scherzando? Hai la pancia più piatta che io abbia mai visto."

"Le hai viste le mie gambe?"

"Si chiamano muscoli, cara." Mi fa Lee.

"No." Sospiro.

"Si, invece. Insomma, un po' di cellulite ce l'hanno tutti. E poi di che ti lamenti? Hai il culo più bello della scuola, dai retta a me." Fa Meredith.

Io scoppio a ridere fragorosamente. "Tu sei matta."

Ridacchia anche lei. "Un pochino."

Le squilla il cellulare. "È Marvin." Dice eccitata. "Tesoro? Dove stai? Cosa? No. Si, sta qui con me. Cavolo." Impallidisce e mi guarda, poi mi passa il telefono.

"Pronto?" Faccio confusa.

"Sophie, senti, siamo qui a scuola. Il coach ci ha detto di sistemare la palestra perché la prossima settimana ci alleneremo dentro, e Cole è caduto da una delle corde, sulla caglia storta. Ora è a terra e non riesce ad alzarsi, è quasi svenuto."

"Cristo. Arrivo subito." Consegno immediatamente il telefono a Meredith, prendo la felpa della squadra e guardo la borsa.

"Tenetemela voi." Ed esco di corsa mentre mi chiedono che cosa è successo.

Attraverso la strada fino ad arrivare davanti al cancello della scuola. Si può aprire solo da dentro, cavolo, e a quest'ora non ci sarà nessuno.

Per l'amor di Dio, guarda che mi tocca fare. Infilo la felpa e comincio ad arrampicarmi, e quando arrivo dall'altra parte faccio un salto atterrando sana e salva.

Attraverso il corridoio e il parcheggio correndo, poi apro le porte della scuola e corro per i corridoio fino ad arrivare in palestra, dove Cole è steso a terra, con i denti stretti, rosso in viso, che si tiene la gamba. Geme dal dolore, mentre Marvin, Mark e Owen lo circondano.

Marvin posa gli occhi su di me e mi viene incontro, ma io lo supero e corro verso Cole. Mi inginocchio davanti a lui e gli poso le mani sul petto per calmarlo.

"Che ti fa male?" Gli chiedo un po' nel panico.

"La caviglia." Ispira tra i denti e geme quando gliela tocco.

"Dobbiamo andare all'ospedale. Riesci ad alzarti?" Gli prendo un braccio e me lo metto intorno al collo. Owen lo aiuta ad alzarsi, e cerchiamo di distribuire il peso di mio fratello su di me e Owen, ma devo dire che è molto più pesante di quanto sembri.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora