Maliki chiude la porta di casa. E si appoggia allo stipite, poi scoppia a ridere,così come tutti noi.
Io rido, perché contagiata, gli altri, a parte Kendall, perché sono ubriachi.
"È stato fantastico." Tobias si fa cadere a peso morto sul divano, con un gran sorriso in volto.
Forse allude alla nottata piena di surf, o forse a quando siamo usciti dall'acqua per far continuare la festa attorno a un falò gigantesco, o a quando siamo rientrati in casa con la musica a tutto volume. Devo dire che mi sembrava più un'orgia che una festa.
Le ragazze mi hanno trascinato al bancone a bere qualche drink, ma io nemmeno uno, e a mezzanotte Meredith, già un po' ubriaca, -avevamo appena smesso di surfare e ancora non c'eravamo rivestiti-, è salita sul tavolo, e ha attirato l'attenzione di tutti, e ha ricevuto anche fischi da parte di alcuni ragazzi, messi a tacere da Cole... beh, per farla breve, ha urlato con un bicchiere in mano che era il mio compleanno, e la folla è scoppiata in un boato, ho ricevuto auguri da persone che non conoscevo, e hanno ballato tutto il tempo includendomi nelle danze, e la cosa non mi faceva piacere. Poi Kendall mi ha trascinato da una parte, con i miei vestiti in mano.
"Forse è meglio che te li rimetti." Mi ha detto "non voglio vedere un altro ragazzo sbavare." Ed io sono scoppiata a ridere, e l'ho baciato, baciato, baciato e baciato, e volevo che quel momento durasse per sempre.
"Voglio farmi un altro bagno." Meredith barcolla qua e là, fino d arrivare a me. Lancia un'occhiata a Kendall, e poi mi trascina via tirandomi per il colletto del top. "Che c'è?" Le chiedo stupita quando siamo lontani da loro.
"Vogliooooo tanto tanto..." scoppia a ridere "fare l'amore con tuo fratello! Sai, come regalo di compleanno." sorride maliziosa. Quel sorriso è quasi inquietante. Un paio di volte è stata così ubriaca, e in entrambe non sapevo come gestire la situazione, e nemmeno ora.
Che dovrei rispondere, insomma?
"Beh? Non dici nulla?" Si appoggia addosso a me.
"Che dovrei dire?" Rido un pochino.
Sospira e si siede per terra. Poi mi fa cenno di fare altrettanto.
"Sono vergine."
Sono sorpresa. È stata con tantissimi ragazzi, pensavo che l'avesse fatto, lo davo per scontato. La mia migliore amica mi sta confidando dopo mesi che ci consociamo che è vergine. Ora si che sono confusa.
"Ma shhhhhhhhhh" mi copre la bocca con la mano "non devi dirlo a neeeeessuno. Chiaro?" Mi indica con l'indice, e poi si butta indietro,cadendo a terra.
"Mer, alzati. Stai messa proprio male." Scuoto la testa e mi metto in piedi, porgendo la mano alla mia amica ubriaca. Lei l'afferra senza obiettare ed io la riporto in salone dagli altri, che sono tutti seduti sui divani, a guardare la tv, mentre Adry, la meno ubriaca, prepara una tisana. Kendall non c'è.
"Dov'è Ken?" Chiedo aiutando Meredith a sedersi.
"È andato di sopra..." Nella voce di Tobias c'è qualcosa che mi fa insospettire, sopratutto quando poi fa un sorrisetto a Maliki, complice.
Saluto tutti, e mio fratello mi bacia sulla guancia, per poi andare anche io in camera, vorrei proprio sapere che sta facendo, così giro la maniglia, e quando la porta si spalanca, io rimango attonita. La stanza è buia, ma sono disposte luci proveniente da cancella per terra, vicino ai petali di rose. Ken è chino su una candela, con un accendino in mano, sul comodino.
Mi guarda, e mi sorride.
"Buon compleanno."
Senza esitare gli salto addosso, baciandolo appassionatamente.
Senza neanche pensarci ci siamo liberati dei vestiti, dei costumi, e siamo finiti sotto le lenzuola del letto....Mi sveglio, un po' rintronata, e mi accorgo di essere nel mio letto nuda, insieme a Kendall.
"Ben svegliata, tesoro mio." MI bacia delicatamente. Ho un po' di dolori, dopo la notte di ieri sera... ma cavolo, ne è valuta la pena, così com'è valuta la pena aspettare. Lui c'è andato cauto, e mi ha sussurrato parole dolci per quasi la metà del tempo, è stato magnifico. Non sono più vergine!!
Gli prendo il viso tra le mani e gli bacio il naso. "Tu non puoi capire quanto ti amo. Ma proprio tanto. Talmente tanto che potrei esplodere."
Lui fa lo stesso con me. "Tu non puoi capire quanto mi è costato aspettare così tanto. Non credo esista al mondo una persona innamorata più di me. Sei la mia unica ragione di vita." E poi mi sorride. Uno di quei sorrisi a cui non si può resistere. È bello da far paura.
Mi alzo dal letto, e guardo le lenzuola, imbarazzata.
"Dovremmo buttarle, eh?" Ride lui.
"E chi lo spiega a Ki?" Non resisto e mi rimetto a letto, rotolando sopra a lui.
"Dovrò dirgli che ho passato la notte più bella della mia vita e che queste sono le prove." Sorride e mi bacia ancora.
"Dureremo per sempre?" Gli chiedo un po' triste al solo pensiero che noi un giorno potremmo lasciarci.
"Non so tu, ma io se non sono con te non vivrei."
"Però te ne vai via." Non so come mi sia uscito. Forse il fatto che non ne abbiamo praticamente mai parlato non ha aiutato. Ma sento che saranno i mesi peggiori della mia vita, dopo la morte die miei.
Lui sbuffa, e mi sposta delicatamente sul materasso. Ecco, ho rovinato tutto. Quando è in piedi si infila i boxer e scompare in bagno. Mi dò una schiaffo mentale.
Io lo seguo.
"Scusa, non volevo parlarti con quel tono." Ma lui non mi ascolta e si toglie i boxer per entrare in doccia.
Non lo sento più, e mi appoggio al lavandino.
L'acqua scorre lentamente, ed io mi guardo qua e là. Ci sono i suoi boxer grigi per terra, la tazza del lavandino è chiusa e beh.... si notano molte cose quando si è imbarazzati e non si sa che fare...
"Puoi uscire?" Mi chiede, freddo.
Io non rispondo e gli passo un asciugamano da sopra la tenda.
"Senti, mi dispiace." Lui un attimo dopo esce, più sexy che mai. Magnifico, proprio ora doveva essere bagnato, con un asciugamano sulla vita e con le goccioline che cadono dai capelli tutti spettinati ma perfetti. Mi mordo il labbro per evitare di gemere. "Non volevo offenderti."
"Non mi hai offeso, mi hai ferito. Lo sai, cazzo, quanto costa a me allontanarmi da tutto e da tutti per andare a fare una merda di scuola militare?" I suoi occhi non sono i soliti dolci e simpatici, ma sono duri e più intensi. "Ma ci vado lo stesso Ci devo andare, punto. Ho fatto domanda quando sei piombata nella mia vita, ma non c'eri davvero. Ho fatto domanda perché già ti amavo e sapevo di amarti, e pensavo che non ti avrei mai avuta, e adesso so che ho bisogno di quella scuola militare. Voglio imparare il duro lavoro... e... non so perché, ma voglio diventare un marin. Mi ha sempre affascinato come lavoro, ma non l'avevo mai preso in considerazione veramente." Sospira.
"Scusa, scusa, scusa." Mi avvicino a lui e lo abbraccio sulla vita, cercando di mantenere il controllo al contatto dei suoi addominali scolpiti.
"Perdonata.... Ma solo perché sei bellissima." Mi bacia sui capelli facendomi il solletico col naso. Io rido un pochino e gli poso le labbra sul petto.
"Lo sai che ti amo. Quando sarò lì ti chiamerò tutti i giorni."
"Potrai?"
"Se non posso vorrà dire che ti scriverò una lettera." Sorride.
"Come vuoi." Mi stringo nelle spalle.
"Ora, se non vuoi che ti riporti dentro al letto e ti scopi, mi vado a vestire." Rido mentre mi fa il solletico punzecchiandomi le dita sulla pancia.
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Manicomio al n. 23
RomanceFINITO- Sophie è cresciuta con due fratelli e dei cari amici dei genitori, che hanno cinque figli maschi. Era la vittima di tutti gli scherzi che avevano in mente i ragazzi, ma nonostante ciò si era dispiaciuta per la loro partenza... Nove anni dopo...