11.

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"Com'è andata?" Mi bisbiglia Meredith all'orecchio.
Purtroppo non abbiamo avuto occasione di parlare stamattina appena sono entrata perché sono arrivata tardi. E tutto per colpa di quegli idioti dei ragazzi: prima mi hanno svegliato alle 4:30 dicendomi che era tardi e che dovevo sbrigarmi altrimenti sarebbero andati senza di me, e calcolando che mi ero addormentata tre ore prima per la paura di avere gli incubi, ero stanca morta. Poi mi sono rimessa a letto dopo aver capito che era tutto uno scherzo, ma non sono riuscita ad addormentarmi. Non ho detto nulla ad Holly, perché, poverina, aveva dolori dappertutto, e si poteva tranquillamente vedere il bambino che scalciava. Faceva piuttosto impressione... comunque, tornando a noi: l'unico momento in cui sono tornata nel mondo dei sogni é stato in macchina, e i ragazzi che cos'hanno fatto? Un emerito cazzo. Non mi hanno svegliata, oh, no, ma ci mancherebbe altro!
Fortunatamente Meredith mi ha chiamato chiedendomi dove fossi, e sono corsa in classe. Appena finisce quest'ora li vado a cercare, e gli stacco tutti i capelli, uno ad uno.
Non c'è bisogno che io risponda a Mer, perché la mia faccia parla da sola.
Lei sorride maliziosamente, e fa un gesto, mimando con le labbra: "avete trombato?" E alzando le sopracciglia.
Io strabuzzo gli occhi: "ovviamente no!" Cerco di assumere lo stesso tono che ho quando urlo, ma a bassa voce.
Lei ride e torna a concentrarsi sul suo quaderno.
Io continuo a prendere appunti, mi servono per recuperare i compiti. Loro qui sono molto più avanti di me con il programma... non so proprio come farò a recuperare in tempo.
La campanella finalmente suona, e io butto i libri dentro la borsa.
"Che avete fatto?" Non ho nemmeno il tempo di fare un passo che Meredith mi si pianta davanti.
"Siamo andati al cinema..." mi stringo nelle spalle e mi avvio verso la porta.
"E poi?"
"E poi alla sala giochi." Roteo gli occhi.
"Non ti spazientire! Mio fratello non mi racconta mai niente! E devo sapere tutti i dettagli!" Fa lei saltellando sul posto.
"Non abbiamo fatto altro." Le sorrido "e ora, se vuoi scusarmi, devo eliminare  i miei insopportabili fratelli."
"Oh no per favore non farlo! Non posso vivere senza guardarli ogni giorno!" Fa lei con aria melodrammatica.
Scoppio a ridere e la saluto con un cenno della mano.
Mentre svolto L'angolo vado a sbattere contro qualcuno e mi ritrovo con il sedere dolorante per terra.
Faccio una smorfia mentre quel qualcuno mi porge la mano. Alzo lo sguardo e mi ritrovo di fronte Joe, sorridente.
"Scusami, Phiephie"
Sbuffo in una risata "come mi hai chiamata?"
Si passa una mano tra i capelli, agitato "Phiephie... chiamo sempre così mia sorella." Ridacchia anche lui "se vuoi..."
"Tranquillo, mi piace." Arrossisco, ma annuisco comunque. È dolcissimo in modo in cui lo pronuncia.
Ritorna a fare il suo bel sorriso affascinante.
"Ti accompagno in classe?" Mi chiede.
"Oh, ehm..." bene... andare a distruggere i Morley e i Jenkins o farmi accompagnare in classe da questo figo?
"Si. Grazie." Sorrido timidamente.
A passo lento continuiamo a camminare per i corridoi, tra gli sguardi dei curiosi e di chi ancora non sa che c'è una ragazza nuova a scuola... ci sono alcune facce che sembrano  provare pena. Avranno scoperto qualcosa? Probabilmente si, ma ormai che importanza ha?
"Allora... ti va se una sera di queste... non so..." balbetta un po' "ti andrebbe di venire a cena con me?" Arriva al sodo.
Dentro sto urlando. Il sangue comincia a pulsare più veloce nelle vene.
"Si." Rispondo senza esitazione. Poi mi calmo "si, si mi andrebbe."
"Grande... va bene domani sera, prima della festa?" Azzarda. Non sapevo che ci fosse una festa...ma capisco perfettamente se non sono invitata.
"Ehm... quale festa?"
"Oh, giusto. Dunque, ogni venerdì, da tradizione, si fa una festa a casa di Tim, il co-titolare della squadra di basket. L'hai conosciuto, no?"
"Si." Annuisco.
"Quindi... ti passo a prendere alle 6:30 domani?"
"D'accordo. Ma non so se potrò venire alla festa."
"Perché no?" Aggrotta la fronte. Arriviamo di fronte alla mia aula, e ci fermiamo.
"Perché... non sono stata invitata." Dico io titubante stringendomi nelle spalle.
"A quella festa tutti sono invitati!" Esclama. Suona la campanella, e lui sorride, guardando a terra. Rialza lo sguardo e mi fissa negli occhi "ascolta, ne parliamo dopo. Siediti con noi della squadra di basket."
"Oppure tu con me tra la squadra di football." Inarco un sopracciglio. Lui ride e annuisce.
"Va bene... buona lezione, e convinciti, per favore."
"Per cosa? Per la cena o per la festa?"
"Per tutt'e due." Si allontana ammiccando.
"Per la cena sono già convinta!" Gli urlo dietro ridacchiando. Gli vedo comparire un gran sorriso, mentre cammina all'indietro. Va a sbattere contro un ragazzo bassetto, con un paio di occhiali stile Harry Potter e con dei libri in mano. Lui si scusa ridendo mentre il ragazzino lo fulmina con lo sguardo e si allontana scuotendo la testa, parecchio irritato. Joe mi guarda un'ultima volta, per poi girare a sinistra e scomparire tra i corridoi ormai deserti. Entro in classe, scusandomi con il professore, e mi sistemo in fondo all'aula, vicino a un ragazzo che segue il corso di matematica avanzato. È del primo anno, ma segue i corsi del secondo.
Durante la lezione, invece di seguire, penso al regalo che devo fare per Holly e per Daniel, ma non mi viene in mente assolutamente niente, per cui mi limito ad ascoltare la professoressa oltre le tre teste dei compagni di fronte a me.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora