La luce si insinua nella stanza dalle pareti bianchi. Mi alzo dal letto con una fitta sulla spalla e la testa che gira leggermente. Ho dormito malissimo, e questo letto è scomodo. Benissimo. Mi guardo intorno, e poso lo sguardo sulla poltrona all'angolo della stanza, su cui è rannicchiato Kendall.
Sta ancora dormendo, i capelli sono tutti scompigliati e così mi sembra ancora più bello del solito.
Mugugno qualcosa e borbotto mentre mi alzo a sedere.
"Ehi." Mi volto di scatto, e accanto a me si precipita Cole, con delle occhiaie che fanno paura.
"Non dirmi che ti sei svegliato prima delle dieci durante le vacanze..." Sorrido, cercando di sdrammatizzare.
"Sono le nove meno un quarto, quindi si." Mi tiene la mano.
"Sul serio, ma chi te l'ha fatto fare?"
In quel momento dentro la stanza si precipita Kyle con due tazze fumanti in mano. "Sei sveglia! Sono arrivati i risultati dell'elettroencefalogramma." Dice venendo accanto a me dopo aver dato una delle due tazze a Cole. "Vuoi del caffè?" Me la offre, ma io scuoto la testa.
"Che dicono i risultati?"
"Non ne ho la minima idea. Holly e Daniel stanno parlando ora col dottore." Risponde sedendosi sulla poltrona accanto a me. Indica Kendall. "Ha dormito qui tutta la notte, penso. Quando siamo arrivati stava dormendo." Nasconde il ghigno con la tazza.
Abbasso lo sguardo. "Non l'ho costretto."
"Ci mancherebbe." Cole fa un sorrisetto quasi malinconico.
Il dottore entra nella sala con un gran baccano, facendo svegliare di soprassalto Kendall. Lo guardo con la coda dell'occhio senza fargli notare che lo sto fissando.
"Buongiorno mia cara paziente!" Viene verso di me, e al suo seguito scorgo Daniel. Holly entra nella stanza poco dopo.
"Ci sono elle piccole novità, niente di cui preoccuparsi tanto, però." Viene vicino a me con una cartella in mano. "Dunque, dall'elettroencefalogramma e dagli altri esami abbiamo diagnosticato una piccola spina irritatativa al cervelletto. È questo che provoca gli svenimenti, e in certi casi, potrebbe anche causare convulsioni. Non abbiamo ragione di tenerti qui ancora a lungo, ti dimetteremo subito. Però, tu, a casa dovrai prendere delle pasticche. Una di mattina e una di sera. A che ora ti svegli più o meno?"
"Quando vado a scuola alla sette meno venti. In vacanza dipende, verso le nove..." Cerco di mantenere un tono calmo, ma in realtà non sto capendo niente di ciò che mi ha detto dopo la spina irritatativa. Pensavo che entrasse e mi dicesse solamente: è tutto apposto, sei solo un po' stanca, ora ti rimandiamo a casa...
"Bene. Quindi verso le otto, prima di entrare in classe prenderai la prima pasticca. Durante le vacanze o ti svegli alle otto e poi ti riaddormenti dopo averla presa, o la prendi alle nove, ma non più tardi. Di sera, invece, dovrai prenderla comunque alla stessa ora. Alle otto e mezza potrebbe essere comodo. Ma gli orari potete gestirveli da soli. L'importante è che non va saltata una pasticca, e bisogna prenderla alla stessa ora, sempre." Finisce di parlare e mi guarda un attimo negli occhi. Poi mi fa un sorriso rassicurante. "Mi sembri preoccupata. Rilassati. È un problema abbastanza comune... non è nulla di serio... va via col tempo. Forse in due o tre anni."
Annuisco e sospiro. "Potrò continuare a giocare a football? A fare surf?"
"Ma certo! Puoi fare qualsiasi cosa. Solo che sarebbe meglio non esporsi per tanto tempo al sole. Potrebbe causarti giramenti di testa simili a quelli di ieri. Queste pasticche potrebbero procurarti molta fatica, e a volte anche sonnolenza, perciò non ti disperare se magari calerai un po' a football, ma niente di che. Avrai solo un po' più d'affanno. O potrebbe anche non essere così." Mi sorride di nuovo e mi da un buffetto sulla guancia.
Incrocio le braccia al petto.
"Ah, e inoltre sarebbe meglio non guardare schermi per più di mezzora, massimo un'ora, ma questa regola dovrebbe valere per tutti, non solo per te. Ora, signori Morley, dovreste compilare altri moduli." Ed escono dalla stanza.
Kendall si alza imbarazzato. "Beh, io vado fuori." Esce senza incrociare nessuno dei nostri sguardi.
Cole mi accarezza la testa.
"Come ti senti?" Mi chiede Kyle.
Mi stringo nelle spalle. "Bene, credo. Che cos'ho? Una spina irritatativa al cervelletto?" Ridacchio per sdrammatizzare. "Mai sentita."
"Pensavo avessi problemi mentali, ma non così seri." Ride mio fratello gemello, baciandomi sulla fronte. "Almeno non è tanto grave." Fa un sospiro di sollievo.
"Già." Fa Kyle.Torno a casa giusto in tempo per il pranzo, ma anche se non ho molta fame, mi costringo a mangiare.
Intanto mi sono arrivati messaggi del tipo: Come stai? Dopo ti vengo a trovare... ecc.
"Tua nonna viene in anticipo. Oggi pomeriggio. Siete contenti?" Sorride Holly.
"Dio, non ho ancora preso i regali di natale..." Poggio il gomito sul tavolo e la mano alla fronte.
"Ma non ti preoccupare!" Mi dice Holly.
"Devo assolutamente prenderli..."
Fai ancora in tempo oggi pomeriggio. Vai al centro commerciale, no?" Mi suggerisce Daniel.
"È lontano da qui." Mi appoggio allo schienale.
"Fatti accompagnare da Mark che ha la macchina."
Inarco un sopracciglio nella sua direzione.
"Scusa, bella, ma vado ad una festa lontano da qui, mi serve per forza l'auto."
"Rimane solo la mia macchina o il van..." Daniel si stringe nelle spalle.
" Ed io non ho la patente." Sbuffo. Intorno a questo tavolo gli unici che hanno la patente sono Mark, Daniel, Holly e... Kendall.
"Daniela non può accompagnarti. Deve andare a prendere tua nonna in aeroporto." Dice Holly come se mi avesse letto nel pensiero. "Kendall, perché non l'accompagni tu?" Cazzo, no.
"Per me non c'è nessun problema." Lui si stringe nelle spalle e mi lancia un'occhiata, ma io distolgo lo sguardo.
Vorrà dire che passerò un pomeriggio intero da sola con lui.
Non so se essere contenta o se disperarmi, ma per il momento decido di non pensarci troppo.
Che sarà mai?Dopo pranzo vado a farmi una doccia e a cambiarmi. metto un top grigio e una gonna nera, con gli stivaletti. Scendo giù in salone, dove mi aspetta Kendall, con le mani nei jeans a vita bassa.
"Pronta?"
Annuisco e ci dirigiamo fuori in silenzio. In garage lui apre con le chiavi il van, e mi apre la portiera. Lo ringrazio solo con un semplice sorriso, e poi salto su. Lui fa il giro e si mette al posto del guidatore.
Il viaggio è molto silenzioso, l'unica cosa piacevole è la musica che mi distoglie un po' dal silenzio imbarazzato.
Una volta al centro commerciale ci mette un po' a trovare posto, ma parcheggia proprio davanti all'entrata.
"Che cosa avevi intenzione di prendere?"
Mi stringo nelle spalle. "Boh. Le solite cose. Cravatte per i ragazzi... camicie, un vestito per Holly e per mia nonna. Non ne ho la minima idea."
Sorride timidamente, cosa che mi fa andare in estasi.
Dopo una lunga passeggiata per negozi, ho preso una maglietta per Mark, Henry e Cole, una camicia per Roger, Kyle e Daniel. Una felpa per Steven e una di taglia molto più piccola per Lion, un vestito rosso per Holly e una gonnellina per Liz. Ho preso anche una collana per mia nonna. A Meredith le ho regalato una borsa, così come ad Adry e a Lee. A Ki e a Tobias due biglietti per una partita di basket della loro scuola preferita. Non credo che regalerò altre cose a qualcun altro... non so proprio cosa comprare.
Ma a Kendall?
Si, a lui il regalo glielo devo fare.
O forse no?
"Ti dispiace aspettarmi un attimo al bar? Devo prendere un'ultima cosa." Gli dico indicando la caffetteria.
"Ma certo. Vuoi che nel frattempo ordino qualcosa anche per te?" Mi chiede con tutte le mie buste in mano -tanto per la cronaca si è offerto lui di portarmele-.
Ci penso su. "Si, una ciambella alla crema per favore." Sorrido colpevole. Non dovrei mangiare tanti dolci, ma non posso farne a meno.
Entro in un negozio che dall'esterno non si capisce bene cosa vende. Ha le pareti piene di foto di ragazzi in acqua, a fare sport acquatici, oppure selfie fatti a partite di calcio, di football. Di tutto e di più. Mi accoglie un commesso, chiedendomi cosa desidero.
"Non lo so precisamente. Dovrei fare un regalo ad un ragazzo... ma non ho le idee chiare."
"Dunque, noi qui vendiamo buoni regali per qualsiasi tipo di attività all'interno di Miami, oppure biglietti per viaggi, concerti, promozioni per hotel a buoni prezzi. Ci sono sport estremi, come lancio dal paracadute in acqua, Kitesurfing, parasailing, corse con le macchine, corse con le moto, oppure le simulazioni con proiettili finti militari... c'è l'imbarazzo della scelta. E gli sconti per Natale terminano domani sera, perciò due biglietti per qualsiasi cosa al prezzo di uno." Mi sorride calorosamente.
"Mmh. Quanto costano due biglietti per il lancio del paracadute in acqua?" Quando stavamo ancora insieme aveva detto che gli sarebbe piaciuto molto lanciarsi da un aereo. Gli compro due biglietti, così quando è qui può andarci con qualcuno a sua scelta.
"Oggi solo 200 dollari, ma per le ragazze carine come te 150." Ammicca a me e si gira a guardare il ragazzo alla cassa, che sorride e stacca due biglietti dalla parete accanto a lui. Mi avvicino lì per pagare con la carta di credito. "Questi valgono per trentuno giorni. Sul biglietto ci sono tutte le informazioni necessarie. Ti presenti all'indirizzo scritto e porgi questo ai due insegnanti. Poi lì vi prepareranno al meglio. Andrai anche tu?"
"No, non credo." Gli angoli della mia bocca si piegano leggermente.
"Ah, d'accordo. Beh, allora di al tuo amico che si divertirà molto." Mi sorride. Pago, ringrazio i due ragazzi ed esco.
Guardandomi intorno vedo Kendall seduto su una sedia, e vado verso di lui mettendo i biglietti in borsa, facendo finta di niente.
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Manicomio al n. 23
عاطفيةFINITO- Sophie è cresciuta con due fratelli e dei cari amici dei genitori, che hanno cinque figli maschi. Era la vittima di tutti gli scherzi che avevano in mente i ragazzi, ma nonostante ciò si era dispiaciuta per la loro partenza... Nove anni dopo...