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Ci fanno scendere dal pulmino, e la tanta afa che c'è non è niente in confronto alla puzza di sudore che c'era là dentro.  Ci rincontriamo davanti l'altro bus, quello in cui si trovavano le cheerleader. Durante il viaggio mi sono addormentata, perciò ora sono abbastanza riposata, anche se un po' rintronata.  L'allenatrice comincia a parlare, affiancata dal coach. "Allora ragazzi, consegnate tutti i telefoni al coach, li riavrete di sera, ma solo per un'ora, e ve li ritireremo di nuovo prima di andare a dormire, per non avere distrazioni. Questi saranno giorni duri, prima della partita di giovedì. Gli allenamenti cominciano da ora, e martedì, mercoledì e giovedì, ci dovremo alzare all'alba, per prepararci al meglio. La sera andrete a dormire presto, così sarete riposati per il giorno successivo. Se pensate che siete venuti qui per perdere una settimana di scuola vi sbagliate di grosso, perché dalle tre alle cinque seguirete dei corsi per non restare indietro con il programma. Venerdì, però potrete visitare la cittadina per tutto il giorno senza limiti: torneremo a casa di sera. Per voi cheerleader il programma sarà diverso, ma non pensate che non sarà duro come il loro. Ora, ecco le divisioni per le camere. Ovviamente Sophie starà con una ragazza, non pensate male solo perché fa parte della squadra di football." Lancia un'occhiataccia ai ragazzi che borbottano e ridacchiano, mentre si danno spintoni e schiaffi.
Dopo aver consegnato i telefoni al coach, prende un foglio e lo legge ad alta voce... ascoltiamo con chi tocca stare ai ragazzi della squadra, poi legge le divisioni delle ragazze. "...Meredith e Spencer, Adry e Lisa e infine Sophie con Michelle." Divento paonazza all'istante. O mio Dio.

Bussano alla porta della camera. Michelle si sta facendo la doccia, io invece mi stavo asciugano i capelli. Abbiamo appena finito di cenare e stamattina ci siamo svegliate prestissimo. Ieri sera stavo per ammazzare Michelle. Mi ha minacciato di far decollare la mia vita sociale se mi fossi anche soltanto avvicinata a Kendall. Questo a lui non gliel'ho detto quando sono sgattaiolata in camera sua e di Owen e infilata nel suo letto.
Per non parlare di che rottura di scatole sia... ogni secondo si lamenta dicendo che sono una pessima compagna di stanza, un errore della natura... non la sopporto. Domani c'è la tanto attesa partita, e comunicheranno chi giocherà. Spero di entrare almeno domani, per avere una possibilità di dimostrare realmente ciò che valgo. Vado ad aprire e davanti a me c'è Kendall in tutto il suo splendore.
"Stiamo andando a casa di un amico di Blake per una festa, ci stai?"
"Non possiamo uscire!" Esclamo. Lascio la porta aperta per farlo entrare e mi avvicino al letto.
"Nessuno saprà niente. Dobbiamo soltanto incontrarci di sotto dopo i controlli. Usciamo dalla finestra, nella Hall ci sono il coach e l'allenatrice..." è impazzito o cosa?
"No." Scuoto a testa.
"Perché no?" Si distende sul letto.
"Prima cosa: io non esco dalla finestra. Seconda cosa: domani ci dobbiamo alzare presto e abbiamo una partita importante di pomeriggio."
"Dai, ma che ti frega?!"
"Sinceramente mi importa, perché il coach domani deciderá chi mettere in squadra ed io ancora non ho giocato."
"Ehi, sei dentro da solo due settimane... prima o poi giocherai..."
"Meglio prima che poi no?" Mi siedo vicino a lui e mi cinge la vita con le braccia, io rotolo dall'altro lato e finiamo per guardarci dritti meglio occhi.
"Ti prego?" Fa il labbruccio. Come faccio a dirgli di no?
"E va bene..." concedo sbuffando.
"Perfetto." Ammicca schioccando la lingua e si alza alla svelta. "Andiamo?"
"Dove?" Nella stanza irrompe Michelle avvolta nel suo accappatoio rosa -ci tengo a precisare che se l'è portato appositamente da casa, così come il phone, la piastra per capelli con tutti gli annessi, tre valigie e una marea di shampi e balsami, insieme alla crema corpo-.
Guardo Kendall che si sta agitando. Anche se stanno pensando di rimettersi insieme, non vuol dire che... niente. Non parlo. Sono gelosa, lo so. Sbuffo e affianco Kendall.
"A casa di amici di Blake. Vieni?"
"Oh, certo. Fatemi cambiare." Sbatte le palpebre e prende dei vestiti vistosi dentro la sua valigia per poi scomparire nel bagno.
"Come vanno le cose in camera con lei?" Mi chiede.
"Estenuanti" mi ributto sul letto a peso morto.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora