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Le sedie che occupano il campo da Football sono più di cinquecento, e trecento di queste son occupate da alunni vestiti di rosso. Sono accanto a Meredith e Lee. Ci stringiamo forti le mani, e non le lasciamo mai.
Mi volto indietro, e vedo tutti i Morley, e Kyle, un paio di file dopo di me. Holly mi sorride, con in braccio Lion, ormai cresciuto. Tutti i Morley, meno uno. Purtroppo ha saltato la festa di diploma del fratello e della ragazza, e salterà anche la festa di laurea di Henry...
Mark è seduto un paio di posti più in là alla mia destra, e ogni tanto lo becco a guardarmi. Si sono incrociati un paio di volte gli sguardi, e lui mi ha sorriso, cercando di calmarmi. Io gli ho fatto una faccia come per chiedergli aiuto, e lui ha ridacchiato un pochino.
Cole è davanti a me, e ogni tanto si volta per chiedermi: "Secondo te pronunceranno il mio nome?" o "Secondo te mi bocciano?"
Quando sento pronunciare il mio nome mi alzo di scatto, e senza neanche capire cosa sto facendo mi alzo e vado verso il palco, salgo le scale e prendo il foglio arrotolato che mi porge il preside. Come se fossi un robot, automaticamente mi risiedo al mio posto, ed è lì che capisco che ormai, sono diplomata.
Dopo la cerimonia ci alziamo tutti quanti ed esplodiamo in grida e urla di gioia. Io comincio a saltare, e qualcuno da dietro mi afferra e mi fa volare in aria. Lancio un urlo e quando poggio i piedi a terra mi giro e mi ritrovo la faccia di Mark e pochi centimetri dalla mia.
Lo abbraccio senza neanche esitare.
"Ce l'abbiamo fatta!" Strillo, per poi lanciarmi verso Cole.
Meredith e Lee vanno dalle loro famiglie, e per un momento mi immagino che cosa avrebbero fatto i miei genitori se fossero qui. Fisso il vuoto, immaginandomi i loro volti sorridenti. Poi qualcuno mi scuote il braccio.
"Henry!" Esclamo.
"Congratulazioni bimba mia." Mi abbraccia stretta.
"Ehi, non credi che debba avere anche io l'onore di abbracciare mia sorella appena diplomata?" Kyle lo sposta leggermente e poi mi stringe nell'abbraccio più accogliente di sempre. Piango sul suo petto. Pensano che io stia piangendo per la gioia, e forse in parte è così. Ma sto piangendo anche dal dolore di non poter vedere i miei genitori festeggiare con noi.
"Ho chiamato vostra nonna per farvi una sorpresa, ma ha l'influenza e non è potuta venire qui. Mi dispiace." Dice Holly venendo ad abbracciare me e Cole.
"Tra tre mesi non vi avremo più tra i piedi." Daniel ammicca, ma si avvicina anche lui e ci avvolge contemporaneamente le braccia intorno al collo.
"Stasera come andate alla festa?" Chiede Holly.
"Mi servirebbe una macchina." Fa Cole stringendo i denti, con la speranza che loro accettino. Si, ormai ha la patente, può guidare. "Devo passare a prendere una ragazza..."
"Mmh, e va bene. Solo per oggi!" Esclama Daniel.
"E noi come ci andiamo?" Domanda Mark indicando me e lui.
"Voi?" Kyle inarca un sopracciglio.
"Si, ci andiamo insieme."
"Avrei pensato che Mark avrebbe voluto tenerti a casa." Sorride Henry malizioso.
"Smettila." Gli dò una leggera spintarella. "Andiamo al ballo da amici!"
Vedo Cole stringere i pugni, ma si sforza di non reagire troppo, mentre Kyle lo guarda ridendo e scuotendo la testa.
"Beh, andiamo a casa, sono stanca e c'è un bel pranzo ad aspettarvi." Dice Holly facendo camminare un po' Lion.
Kyle mi affianca e mi prende sotto braccio. "Dunque, pare che Cole non abbia ancora imparato a trattenere la gelosia."
Sorrido. "Ci sta provando!"
"Ti seguirà al college... non sarà facile per te. È possibile che lui ti chiuda in camera e non ti faccia uscire da lì."
"In realtà avrò un appartamento tutto mio!" Esclamo contenta. L'ho già trovato, è perfetto, è a Le Conte Avenue... a soli quindici minuti a piedi dal college! Cole e Mark divideranno un appartamento con un altro coinquilino al piano superiore... ma mi sta bene. Mi basta non aprirgli la porta di casa." Scherzo.
"Senti, Sophie... devo dirti una cosa." Si blocca di colpo e diventa serio.
Mi sposto mettendomi davanti a lui e corrugo la fronte. "Che succede?"
"Vedi... Joanna... Lei." Si blocca e si passa le mani sul viso, poi mi guarda dritto negli occhi. "È incinta."
Spalanco la bocca e rimango lì ferma per almeno dieci secondi. "Cioè... voi... Stai per diventare padre?"
"Abbassa la voce!" Esclama.
"Scusa." Mi poso una mano davanti alla bocca e arrossisco.
"Io... Io non so che cosa fare. Le ho detto che ci avrei pensato, ma sono ancora troppo giovane per diventare papà!"
Rimango zitta, non sapendo cosa dire.
"È di due settimane. Io voglio una vita con lei. La amo. Più di ogni altra cosa. Quando l'ho conosciuta ero ancora disperato dal fatto di aver perso i nostri genitori. Mi ha aiutato a riprendermi, mi ha fatto capire che c'era qualcosa di buono nella mia vita!"
"Dovresti dirlo agli altri."
"No! Non so cosa fare. Tu che mi consigli?"
"Te l'ho detto."
"No, riguardo al bambino... insomma..."
Sospiro. "Penso he dovreste tenerlo." Annuisco sicura delle mie parole. "Non importa quanto voi siate giovani! Se vi amate qual è il problema? Magari dovrete interrompere gli studi per un po', ma quando sarà più grande potreste ricominciare a studiare."
"È questo che mi piace di te, vedi sempre tutto positivo. Per te niente è impossibile." Mi bacia sulla guancia.
"Se lo dicessi a Holly e Daniel di sicuro vi aiuterebbero." Gli stringo il braccio intorno alla vita e raggiungiamo gli altri alla macchina.
"Prima devo capire cosa vuole Joanna."
"Lei lo vorrà il bambino, fidati di me. Secondo me ha solo paura di perdere te." Mi stringo nelle spalle.
"Io non la lascerei mai." Serra la mascella.
Non sempre se ami una persona non la lascerai mai... (riferimenti puramente casuali) "Ma le hai detto che volevi del tempo per riflettere"
"Si, è così."
"Non vorrai mica negarmi il piacere di essere zia, vero?"
Scoppia a ridere, e quando siamo di fronte al furgoncino mi apre la portiera e scorro verso Mark.

Mi faccio una doccia, mi lavo i capelli, li pettino e li lascio asciugare mentre mi metto accuratamente l'abito. quando sono asciutti, prendo due ciocche che ricadono sul viso dei miei capelli e li lego con una molletta con sopra una rosa dietro. Metto il copri occhiaie, il fard e il rossetto rosso.
Bussano alla porta. "Posso entrare?" Mi chiede una voce profonda.
"Certo, Daniel."
Lui apre delicatamente la porta e viene verso di me tenendo le mani dietro la schiena.. Mi guarda e fa un gran sorriso. "Tuo padre neanche ti avrebbe fatto uscire. Era la persona più protettiva del mondo. Ecco da chi ha ripreso Cole." Ridacchiamo un po' tutti e due, e poi esala un respiro forte. "Tuo padre era il mio migliore amico. Mi ricordo questo giorno, ma quando io avevo la tua età. Ci eravamo trovati entrambi un'accompagnatrice, ma abbiamo finito per passare tutta la serata tra noi ragazzi." Sorride. "Tu mi ricordi lui... gli stessi occhi, lo stesso carattere forte e determinato. Capisco perché i miei ragazzi ti adorano." Si avvicina un po' a me. "In questo giorno ci eravamo detti che se mai avessimo avuto delle figlie, non glia avremmo permesso mai di uscire con dei coglioni come eravamo noi." Scoppio a ridere. "Facevamo troppe cavolate. Poi ovviamente siamo cresciuti e abbiamo smesso. Tuo padre sarebbe fiero di te. Di voi. E ho intenzione di fare la cosa che lui avrebbe fatto per te questo giorno." Leva le mani da dietro la schiena e le tende verso di me. In mano ha una piccola scatolina trasparente, con dentro dei fiori rosa e rossi.
Strabuzzo gli occhi, la apro e i miei occhi si riempiono di lacrime. È uguale a quello della mia mamma. Lo teneva sempre sul suo comodino, mi diceva che gliel'aveva regalato papà quando sono andati al ballo di nascosto, perché il nonno non voleva mandarla.
"Loro avrebbero voluto che tu portassi quello di tua madre oggi, purtroppo non c'è più, quindi ne ho preso uno uguale." Io gli salto addosso.
"Come hai fatto a trovarne uno identico?" Chiedo mentre me lo infilo al polso.
Si stringe nelle spalle. "Sei splendida. Ora vai da Mark. È in stato di panico in smoking giù in salone che ti aspetta. Sono sicuro che non vorresti perderti la scena."
Sorrido ed esco in corridoio. Scendo le scale e all'entrata vedo Mark che fa avanti e indietro mentre cerca di sistemarsi la giacca. Si volta verso la madre, seduta sul divano che gioca con Liz e Lion. "Vado bene così?"
"Si, Mark, si!" Dice lei esasperata.
Mi faccio avanti, e sentendo il rumore dei miei passi si voltano.
"Oh mio Dio sei bellissima! Da grande voglio anche io quel vestito!" Esclama la piccola Elizabeth venendomi incontro e affondando nella gonna.
Mark è immobilizzato, come una statua, così si fa avanti Holly.
"Spero che sappiano farti da guardia del corpo." Ammicca.
"Andiamo?" Faccio a Mark. Lui annuisce continuando a fissarmi. Alza il braccio ed io lo prendo a braccetto.
Usciamo da casa, e andiamo davanti alla macchina di Kyle. Evidentemente andremo con la sua.
"Scusa per la mia scena muta, ma non sapevo cosa dire, sei sempre molto bella, ma adesso... wow!" Mi apre la portiera ed io entro sistemandomi il vestito.
"Figurati." Ridacchio.
Lui fa il giro ed entra al posto del guidatore.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora