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Dopo cena ci spostiamo tutti in salone. Liz non si stacca un attimo dal fratello, e Kyle e Cole stanno continuamente vicino a me. Steven continua a fare domande sul suo addestramento militare, e Mark manda messaggi con il suo telefono a chissà chi.
Roger invece legge un libro. Non so come fa con tutto questo casino, ma lui ci riesce benissimo.
Il telefono squilla, e tutti gli occhi si puntano su di me. Riesco a incrociare lo sguardo di Kendall e sentirmi morire per un secondo prima di alzarmi e rispondere a Gary uscendo in giardino.
"Pronto?"
"Ehilà, Sophie! Sei a casa?"
"Si, perché?"
"Sono in giro... non è che per caso ti andrebbe di prendere un gelato in spiaggia?" Alzo gli occhi in cielo, il sole sta tramontando, e pian piano le luci del giardino e quelle che contornano la piscina si accendono.
Sorrido. "Certo." Dopo una settimana ho concluso che Gary potrebbe essere soltanto un amico. Poi con il ritorno di Kendall...
"Tra due minuti sono lì." Riaggancia.
Io entro dentro casa.
"Chi era?" Mi chiede Cole.
"Gary. Holly, Daniel, posso andare in spiaggia con lui? Sta venendo qui." Sento gli occhi di Kendall puntati su di me. Non riesco a credere che sto chiedendo di uscire con un ragazzo proprio davanti a lui. Ma che posso fare?
Con un occhiata fulminea riesco a guardarlo. Pare agitato, arrabbiato, nervoso e sta persino stringendo i pungi.
È geloso?
La cosa mi fa ridere.
"Per me non c'è nessun problema." Holly si stringe nelle spalle e culla Lion.
"A casa entro mezzanotte." Daniel mi punta un dito contro.
Kyle si alza. "Anche prima." Mi lancia un'occhiata e mi stringe le spalle con un braccio. Poi si gira vero gli altri. "Vado a fare una chiacchierata con questo Gary." E mi trascina fuori.
Kyle apre il cancello proprio mentre Gary sta suonando il campanello.
Mi divincolo dalla presa di mio fratello e esco.
"Piacere, sono Gary." Gli porge la mano.
"So benissimo chi sei." Kyle lo fissa stringendo gli occhi.
Gary pare agitato e io gli prendo la mano.
"È mio fratello più grande, lascialo stare." Sbuffo. "Ci vediamo." Dico a Kyle.
"Se vengo a sapere che l'hai trattata male ti castro." Sbatte il cancello.
Io scoppio a ridere guardando la faccia spaventata e perplessa di Gary.
"Stava scherzando." Lo tiro per la mano.
"Sembrava serio." fa un sorrisetto.
"È solo troppo protettivo... Non è che non mi piaccia, ma a volte lo diventa troppo." Sbuffo.
"Ti vogliono tutti molto bene."
Annuisco.
"Come biasimarli." Mi lascia la mano per stringermi la vita.
Mi sento a disagio a camminare così con lui, ma lascio passare. "Quindi andiamo in spiaggia?"
"Si."
"Sai surfare?" Gli chiedo.
"Ehm... no."
"Quando te ne vai?"
"Dopodomani. Il giorno della vigilia."
Mugugno. "Allora domani vieni a casa mia. Holly e Daniel non ci saranno. Lion e Liz staranno con Sonia, la babysitter, e tutti gli altri dormiranno, quindi possiamo svignarcela insieme con le tavole e le mute senza farci fare l'interrogatorio." Ridacchio. "Ti insegnerò a surfare!" Esclamo eccitata. Non ho mai insegnato a nessuno, ma credo di sapermela cavare.
Titubante, acconsente.
"Tranquillo, non hai niente di cui preoccuparti, sarà divertente!"
Arriviamo in spiaggia e Gary mi offre il gelato del chiosco, poi ci sediamo con tutti i vestiti vicino alla riva. Ormai è buono, e la luna piena è davvero bellissima da ammirare, circondata da stelle lucenti.
Visto che lui non parla, sospiro, non sapendo che fare.
Continua a stare zitto e decido di iniziare una conversazione. "Quindi te ne vai tra due giorni?"
"Già. Ma domani sono tutto tuo." Inclina la testa dalla mia parte sorridendo.
Io ridacchio. Finisco il mio gelato quando lui ancora sta leccando la pallina al cioccolato.
Mi guarda sbalordito. "Wow! L'hai divorato!" Esclama.
"Come puoi vedere sono una che ama mangiare, sopratutto i dolci." Lo guardo maliziosa.
"Non si direbbe..."
"Oh, fidati, le mie cosce non sarebbero così senza qualche contributo da parte dello zucchero." Sbuffo in una risata.
"Io trovo che tu abbia solo molti muscoli. Sei perfetta." Sposto lo sguardo dalle mie scarpe ai suoi occhi. La sua voce che mi dice che sono perfetta mi rimbomba nella testa mentre guardo i suoi occhi brillare.
Rientro in me stessa. "Magari fossi perfetta." Okay, lo ammetto, la maggior parte della mia massa corporea sono muscoli... ma un po' di cellulite ce l'ho anche io.
"Credi che tu non lo sia?"
Scuoto la testa.
"Io penso che tu sia bellissima."
"Ma non perfetta." Ma perché devo dire queste cose? Mi sta facendo un complimento!
Rimane zitto. Ecco, ho rovinato tutto.
Sarà il ciclo che mi rende così.
Finalmente finisce anche lui il gelato.
"Era buono?" Gli chiedo.
Annuisce fissandomi le labbra.
"Si, quel chiosco li fa proprio buoni." Commento a disagio.
"Che cosa farai a Natale?"
"Penso che venga mia nonna dal montana."
"Sei contenta?"
"Si. Mi manca." Confesso.
Mi fissa negli occhi, ma io distolgo lo sguardo. "Dove ti va di andare adesso?" Mi alzo.
"Non so, dimmi tu." Si alza anche lui. Io mi pulisco il sedere sporco di sabbia, e lui fa lo stesso.
"A dire il vero sono un po' stanca, oggi ho fatto un doppio allenamento. Ti va di venire a casa? Potremmo vederci un film." Propongo.
"No, non ti preoccupare. Vai a riposarti." Mi sorride. Un sorriso caldo e dolce, che mi rincuora.
"Mi annoierei a casa, sicuro che non vuoi vederti un film con me?"
"Si, sono sicuro, non voglio disturbare. E poi non credo che sarei il benvenuto." Ridiamo leggermente nervosi.
"Sono solo degli imbecilli." Scuoto la testa e roteo gli occhi. Attraversiamo la strada.
Sento il forte rumore delle gomme di una macchina che sgomma sull'asfalto, e la mia testa si volta di scatto verso l'auto che sta sfrecciando verso di noi.
Gary con i riflessi pronti mi dà una leggera spinta sulla pancia mandandomi indietro e facendomi perdere l'equilibrio. Sbatto il gomito a terra, e dopo un attimo vedo tutto nero.
Il nero dopo non so quanto tempo diventa bianco, e ci sono io che corro intorno, finché non mi sveglio. Davanti al mio viso, chinati, vedo subito i miei fratelli e Gary.
Cole si inginocchia e tira un sospiro di sollievo, mentre Kyle mi alza piano piano la testa.
Sento delle urla in lontananza, ma non ho la forza di guardare chi è, anche se riconosco le voci di Holly e Daniel.
"che è successo?"
"Quella macchina ci stava per venire addosso, ti ho spinta all'indietro e sei caduta. Scusami." Gary diventa rosso.
"Stai scherzando? Mi hai salvato la vita!" Lo vedo rilassarsi. Pensava davvero che fossi arrabbiata con lui?
"Piano." Kyle mi aiuta a rimettermi in piedi, ma un capogiro mi fa ricadere a terra.
"Credo di aver sbattuto sul nervo." Sbuffo.
Sul marciapiede c'è Kendall, che mi guarda, stringe i pugni e si morde le labbra. Ha uno sguardo quasi perso, ma è sempre corrucciato. Prima non era così.
"Dio! Stai bene?" Holly corre verso di me non appena mi vede. I palmi sono ben attaccati all'asfalto, che mi fa un po' male alle mani.
"Si, non preoccuparti." Provo a rialzarmi, e stavolta senza ricadere.
"Vuoi andare in ospedale?"
"No. Non sarà niente, sicuro." Mi appoggio a Kyle.
"Lo sai che colpo che mi hai fatto prendere?" Mi sbraita Cole addosso.
Indietreggio. "Stai calmo! Non è colpa mia!"
Si passa una mano tra i capelli. "Mi avevi detto che non mi avresti mai più spaventato così." Mi guarda duro, ma poi si avvicina e mi abbraccia.
"Fortunatamente non ti sei fatta niente. Dai, rientriamo in casa." Mi cingono la vita.
"Gary, puoi venire anche tu." Gli dico sorridendogli.
Ci segue. Kendall ci apre il cancello, e quando passiamo sento al sua mano sulla schiena. Mi mette i brividi, e penso che vorrei che continuasse a toccarmi, ma stacca subito il contatto con me.
Mi fanno distendere sul divano con le gambe in alto.
"Vuoi qualcosa?" Mi chiede Kendall.
Scuoto la testa.
Cole mi tiene la mano. "ragazzi! Dovreste vedere la litigata tra Holly, Daniel e quell'autista pazzo!" Roger scoppia a ridere proprio appena entra in casa con al seguito Steven.
"Non oso immaginare" scuoto la testa ridendo.
Un'ora dopo Gary se ne va, scusandosi di nuovo. Kendall è rimasto sempre in disparte, ma alcune volte ha cercato di avvicinarsi a me.
Gli altri mi sono stati sempre intorno finché non mi hanno messo a letto.
Sento bussare, mentre sto su instagram con il mio cellulare.
"Posso?"
È Kendall.
Mi alzo a sedere. "Si."
"Io volevo solo sapere come stavi." Dice timidamente.
"Bene. Grazie." Rispondo cercando di non guardarlo negli occhi. Potrei morirci dentro quel cazzo di sguardo.
"Mmh... okay. Ti serve qualcosa?"
"No." Scuoto la testa, ma lui non se ne va. Rimane lì. Sto per scoppiare a piangere, perché nonostante sia così vicino è ancora lontano. Lo sento, lontano.
"Vorrei che non fosse così."
"Così come?"
"Non so spiegarlo. È tutto diverso. Il mio ritorno poteva essere accolto con un bacio lunghissimo, invece mi hai ignorato, oggi, appena mi hai visto. So che non stiamo più insieme, però fa male."
"Ah, a te fa male? Ed io? Che ti ho visto andare via così tante volte? Non ho sofferto, secondo te?!" Ringhio alzandomi in piedi.
"Poteva durare. Non importa la distanza. Poteva durare. Noi potevamo durare."
"Non ti sentivo mai! Mi mancavi da morire, ti pensavo ogni giorno, e ammetto che lo faccio anche ora." Abbasso lo sguardo.
"Mi pensi?"
"Sempre."
Silenzio totale.
"E tu?" Trovo il coraggio di chiedergli.
"Continuamente." Mormora.
"Morivo dalla volta di guardarti di nuovo negli occhi. Ogni giorno, e adesso che posso neanche ci credo. Non è il tuo solito sguardo."
"No, è lo stesso. C'è solo la differenza che prima eri mia, e che i miei occhi avevano qualcuno per cui brillare." Deglutisce.
Si gira.
"Io non ce la potevo fare." Mi giustifico.
Stringe la maniglia. "Io non ce la faccio ora." Apre la porta. "Ti amo ancora." Sussurra prima di richiuderla.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora