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Quando si stacca dal bacio poggia la fronte sulla mia.
"Mi sei mancata." Sorridiamo entrambi.
"Anche tu mi sei mancato, tanto."
Siamo entrambi ubriachi.
"Aspettate aspettate, non ditemi che state di nuovo insieme." Meredith compare accanto a noi, con une espressione confusa ma compiaciuta sulla faccia. Accanto a lei c'è Andrew, che la tiene stretta per la vita.
Io guardo Kendall, e lui guarda me. Stiamo di nuovo insieme?
"Sono troppo sbronzo, ma di una cosa sono certo: ti amo e l'unica cosa che voglio è tornare con te."
Lo bacio. Ecco la mia risposta.
"Oddio! Non ci posso credere!" Meredith mi salta addosso e mi abbraccia. Io perso l'equilibrio, e sento una forte mano reggermi la schiena. È Kendall.
"Finalmente!" Abbraccia anche Kendall, e dopo averci fatto l'occhiolino si allontana con Andrew.
"Balliamo!" Esclamo eccitata, trascinandolo in pista.
Dopo aver dato la notizia a tutti, ci siamo messi a bere ancora di più, e Kyle è dovuto venirci a prendere, perché Joe se n'è andato dopo che ha visto me e Ken baciarci. Meredith dice che è geloso, e sto cominciando a crederlo pure io. Ma amo Kendall.
Adry è l'unica che non ha bevuto, e Meredith, la più sbronza, le sta appoggiata addosso.
Lee ed io ci stringiamo per evitare di cadere, e Kendall barcolla e chiacchiera con un amico che si è fatto alla festa.
Usciamo fuori e vedo la macchina di Kyle parcheggiata sul dialetto dopo la spiaggia.
Io gli corro incontro e lo abbraccio, euforica.
"Che succede?"
Scuoto la testa e salto sulla schiena di Kendall, baciandolo sulla guancia.
Lui fa una giravolta con me sopra, e poi si butta in macchina. Io gli finisco sopra, e scorre un po' più in là per far posto agli altri.
"Vi siete rimessi insieme?" Ridacchia Kyle.
Annuisco e lo bacio.
"Magari se evitate di pomiciare nella mia macchina." Commenta mio fratello titubante.
Dopo aver accompagnato Adry, Lee e Meredith a casa, aiuta me e Kendall a scendere l'auto davanti alla nostra, di casa.
"E Joanna?" Biascico.
"Dorme da noi, sta in camera."
"UHhhhhhhh!" Scoppio in una risata isterica.

Alle otto sento soltanto Kyle che entra in camera, mi porge l'acqua e la pasticca. La prendo, poi mi giro dall'altro lato e mi riaddormento.
La testa mi gira, e gli occhi mi bruciano, quando li apro. Sento un peso sull'anca, e noto il braccio di Kendall poggiato su di me. Mi scanso un attimo da lui.
Che ci fa nel mio letto?
Che è successo ieri sera?
Mi sforzo di ricordare, e man mano le immagini della notte precedente si fanno strada nella mia mente.
Noi che ci baciamo, che beviamo, che balliamo in mezzo alla pista...
Lo guardo. Guardo il suo viso, e mi vengono in mente le parole di ieri notte.
Non mi interessa di quando se ne andrà di nuovo, mi interessa del fatto che ora lui è qui con me, che ieri abbiamo chiarito tutto.
Mi appoggio al muro, e lo guardo.
È incredibile quanto sia bello, con i suoi capelli color caramello, la sua pelle dorata e il suo bellissimo volto.
Rimango più o meno per venti minuti a fissarlo, finché non si sveglia.
Con gli occhi socchiusi mi lancia un'occhiata curiosa.
"Ti ricordi di ieri sera?"
Si alza a sedere. "Dipende da cosa." Si strofina le mani sul viso.
"Per te stiamo di nuovo insieme?"
Non riesco a decifrare la sua espressione, ma sembra pensarci su. "Vorrei. E tu?"
"Si." E, senza sapere il motivo, comincio a piangere. Nascono il viso tra le mani, e lui me le sposta prendendomi i polsi.
"Che hai?"
"Non lo so!" Mi trascina più vicino a lui, e affondo il viso sul suo petto, mentre mi stringe e mi accarezza la schiena. "Io ti amo e voglio stare con te. Non so come fai a volermi ancora." Scuoto la testa.
"Non potrei mai non volerti."
"Dovresti."
"No."
"Sono una stronza."
"No che non lo sei. Sei la persona più dolce e sensibile che io conosca. come fai a dire che sei una stronza? Sei magnifica."
Alzo la testa e lo guardo negli occhi. "Sul serio pensi questo?"
"Ma certo!"
"Ti amo. Tanto." Lo bacio sulle labbra, dolcemente.
"Anche io." Bacia la mia guancia, fermando una lacrima, poi mi posa altri bacetti lungo la scia delle altre lacrime, e continua giù per il collo, fino ad arrivare alla spalla.
"Però voglio gli anti dolorifici. Mi fa male la testa." Dico scendendo dal letto.
controllo l'ora sulla sveglia. "È quasi l'una."
"Ci conviene pranzare direttamente." Ridacchia lui scendendo dal letto, e mostrando i suoi bellissimi addominali che prima erano coperti dalle lenzuola. "Andiamo, bel culetto." Mi da una schiaffo sul sedere ed io lancio un urletto stridulo. "Mi era mancato, sai?"
Scoppio a ridere e gli prendo la mano, trascinandolo in corridoio. Scendiamo le scale e arriviamo in salone. Lui si distende sul divano ed io vado in cucina. Sul frigo trovo un biglietto da parte di mio fratello.
Io e Joanna siamo fuori per pranzo, torniamo più tardi. Tu, Kendall, farai meglio a tenere le tue mani a posto, altrimenti quando torno ti gonfio, e non mi importa se state di nuovo insieme, sappilo!
Scoppio a ridere e stropiccio il biglietto. Lui non sa che ho perso la verginità, non sa che prendo le pillole, non sa che Holly mi ha accompagnata dalla sua ginecologa...
È successo quando stavo con Kendall, a settembre, più o meno.
Apro l'armadio in cui Holly tiene tutte le medicine, e prendo Enantyum.
"Tu non hai mal di testa?" Chiedo a Kendall.
"Sopportabile." Si stringe nelle spalle.
"Sai, sei più forte di prima da quando stai facendo nel programma per diventare Marin."
"Si. Ma forse cambio. Non voglio entrare nelle US Navy, ma nelle US Army. Tanto durante il primo anno l'addestramento è simile, e al secondo si può cambiare. Tu hai già scelto l'università?"
"Non lo so, forse. Sono indecisa se andare alla UCLA, in California, rimanere qui, o andare in un'università in Montana per stare vicino alla nonna."
"Ti è piaciuta la California, eh?" Ghigna.
Sorrido. "Tantissimo!" Esclamo.
"Si, anche a me è piaciuta. Ma non credi che Cole darà di matto avendoti lontano? Insomma, siete gemelli..."
"Mi chiamerà ogni giorno come fa ora quando non ci vediamo." Mi stringo nelle spalle.
"O forse ti seguirà persino lì." Scoppio a ridere e mi siedo accanto a lui sul divano.
"E che mi dici di te?"
"Io cosa?"
"Mi verrai a trovare?"
"Sarà più difficile, ma si, certo." Mi bacia sulla fronte. "Per te arriverei anche in capo al mondo. Soltanto c'è un unico problema, dal prossimo anno le cose si fanno più serie, e avrò meno vacanze..." Stringe i denti.
"Oh, non fa niente. Per il momento voglio godermi la tua presenza qui, ora." Lo abbraccio.
"So che ce lo ripetiamo spesso, ma non basta mai: ti amo." Mi bacia la guancia.
"Anche io ti amo. Ora vado a preparare il pranzo, a meno che tu non voglia ordinare le pizze."
"Nah, voglio vederti all'opera." Ammicca.
Mentre cucino lui sta sempre attaccato a me, mi fa i dispetti, mi tocca, e ridiamo insieme. Durante il pranzo chiacchieriamo del più e del meno, battibecchiamo, e sorrido sempre di più. Non posso credere che siamo tornati ad essere una coppia felice, come prima. Non posso credere che lui sia di nuovo mio.
E anche se non posso crederlo, sono contenta che sia così.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora