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7 Marzo.

Mia cara Sophie,
è domenica, ed è passata una settimana da quando sono qui. Mi manchi da impazzire, tutti voi mi mancate da impazzire, a dire il vero. Questi sette giorni sono stati duri, ma credo che riuscirò a resistere. Ciò che mi preoccupa però è il tempo che ancora dovrò passare senza di te. Quando ci siamo salutati sei scappata subito, e il mio cuore si è come spezzato completamente. Mi sono praticamente trascinato in macchina, per evitare di seguirti e riempirti di baci.
Qua mi hanno persino tagliato i capelli. Le razioni di cibo non bastano a sfamarci dopo tutto il lavoro che facciamo, ma non possiamo contraddire nessuno. I miei compagni sono tutti molto simpatici e solo due finora se ne sono andati. La mattina ci alziamo prestissimo, e ogni volta penso a te appena sveglia: bellissima, con i boccoli attaccati al tuo viso perfetto, che mugugni di voler ritornare a dormire, perché sei sempre troppo stanca. Poi però torno alla realtà e alla trombetta che fa quel rumore allucinante.
Il pomeriggio frequentiamo le lezioni per tenerci al passo con il programma scolastico e per gli esami che ci saranno contemporaneamente ai vostri.
La domenica ce la danno come riposo. I cellulari non ce li fanno usare, come prevedevo, perciò l'unico modo che ho per comunicare con te è questo stupido pezzo di carta strappato dal mio quaderno di matematica...
Questa lettera mi ricorda un po' i tempi in cui ci eravamo appena trasferiti a Miami, e voi eravate rimasti in Montana. Ognuno faceva a gara a chi scriveva la lettere più bella da mandarti, eravamo tutti pazzi di te. Io ricordo che ero già innamorato pazzo di te, e mi piace pensare che ora sei mia, e solo mia.
Se qualcuno anche solo osa avvicinarsi a te quando sono via, giuro che gli spacco la faccia e gli faccio saltare tutti i denti, persino se è uno dei miei fratelli.
Sei mia, non te lo scordare mai! E non dimenticare nemmeno che ti amo, e che per me sei la cosa più importante che ci sia.
Voglio che mi racconti tutto quello che ti succede, se stai bene, se i miei fratelli stanno bene, e se ai nostri amici è tutto okay.

Rispondi presto.

Ti amo, sempre e solo tuo, Kendall.


Mentre la leggo un po' di lacrime mi rigano il volto. Mi faccio forza e mi alzo dal letto per prendere un foglio di carta da sopra la scrivania. Mi siedo sulla sedia e afferro una penna, poi comincio a scrivere.


9 marzo

Caro Kendall,
è da tantissimo che non scrivo una lettera simile, e sopratutto non ho mai scritto una lettera in questo contesto, perciò non so proprio cosa dire.
È Martedì, e comincerò dal raccontarti le cose che sono successe da quando te ne sei andato.
Per i primi due giorni il mio cuore quasi non batteva più, come se fossi tu la sua alimentazione. A scuola i professori non hanno preso molto bene la nostra settimana di vacanza, sopratutto non il coach, a cui si aggiungeva la delusione della tua partenza, ed è stato di malumore fino a venerdì, quando abbiamo giocato e vinto una partita entrando nel campionato.
Elizabeth chiede ogni giorno tue notizie, Lion piange continuamente, ma ciò non era una novità, Steven è tornato dai giorni della sospensione, e quando è stato a casa non si reggeva più!
Gli scherzi, anche senza di te, continuano. Come ad esempio mi hanno svegliato nel cuore della notte lanciandomi l'acqua gelida dal secchio... ma io e Roger ci siamo vendicati, con l'aiuto di Steven e Kyle, prendendo i materassi di Mark e Cole e lasciandoli in piscina. Poi ci siamo tuffati e loro si sono svegliati di soprassalto cadendo in acqua. É stato divertentissimo!
Venerdì prossimo si giocherà un'altra importane partita, e ti farò sapere come sarà andata.
Sono alquanto arrabbiata per via del fatto che ti abbiano tagliato i capelli senza il mio consenso! Che tristezza! Non c'è più quella bellissima chioma spettinata bionda? E come farò? Sarà meglio che ti ricrescano in fretta...
Non vedo già l'ora di rivederti.
Mi manchi da morire. Senza di te non è lo stesso. Niente, è lo stesso.
Il letto sembra più grande, e in questi giorni non si è parlato altro che di te, a scuola. Michelle è sempre la stessa stronza, e non è la mia gelosia che affiora solo perché è la tua ex, ma perché se la prende con me per qualsiasi cosa. Non so proprio chi l'abbia invitata a sedersi con noi a mensa, ma lo fa ogni santo giorno.
Ieri abbiamo fatto il test di spagnolo. Credo sia andato malissimo. Ho studiato uno schifo perché non riuscivo a concentrarmi. Spero tanto di recuperare il brutto voto che mi daranno.
Insomma, stiamo tutti abbastanza bene.
Sono passati nove giorni. E ne mancano ancora 80 giorni. Mi toccherà aspettare. Se non torni com'eri prima ti faccio nero! Fatti ricrescere i capelli. E mangia. Perché tanto eri perfetto pure prima.
Ammetto che qualcuno con me ci ha provato, ma non hanno nessuna speranza. Non possono competere con te. Io amerò sempre e solo te. Promesso.
Ora devo proprio andare a scuola.

Baci, Sophie.


Piego il pezzo di carta e mi metto una giacca di jeans sopra la maglietta.
Metto in tasca la lettera che ho scritto e esco da casa.
Vado all'ufficio postale per mettere il francobollo e spedirla all'indirizzo della lettera che mi ha mandato lui. La bacio, prima di consegnarla.
Poi decido di farmi una passeggiata in spiaggia. Il sole sta tramontando e il paesaggio è ancora più bello.
Sarebbe meraviglioso condividere questo momento con Kendall. Ma devo rassegnarmi. Non tornerà prima di 80 giorni. Sospiro, e mi lascio cadere sulla sabbia.
Non mi andava di scriverglielo, ma non ho più surfato da quando non c'è lui. Forse è il momento di ricominciare. Si. È proprio il momento di ritornare in acqua. Camminando arrivo fino alla mia solita spiaggia. Davanti al chiosco di Mich c'è Tobias, che sorseggia il suo frullato con aria malinconica.
"Ciao." Lo saluto sedendomi accanto a lui.
"Hai pianto?" Mi chiede stupito. Oddio.
"Ehm... è arrivata una lettera di Kendall." Rispondo imbarazzata.
"Oh. E che dice?"
"Che lì è dura, ma che ha intenzione di rimanere comunque." Sospiro.
"Non è il tipo che molla." Annuisce deciso. "Vuoi un frullato?"
"Ehm, no grazie. Ho intenzione di andare a casa a predire una tavola e una muta. Ci sono belle onde, e non faccio surf da un po'." Mi stringo nelle spalle.
"D'accordo. Ti dispiace se mi unisco a te? Anche a me andrebbe una bella surfata al momento." Sorride.
"Si. Vieni, andiamo a prendere le cose a casa mia." Gli faccio un cenno con la testa.
"Ehi, Mich." lo chiama. "Torno subito, dopo lo pago." Allude al frullato. Lui annuisce, si accorge di me e mi saluta con un sorriso. Io ricambio e trascino Tob a casa mia. Attraversiamo la strada e suoniamo a venirci ad aprire è Mark, che ci blocca il passaggio.
"Hai intenzione di tradire Ken per lui?" Ha le braccia incrociate e uno sguardo duro. Ma i suoi problemi?
"MA che dici? Siamo venuti a prendere le attrezzature per il surf." Sbuffo in una risata.
Il suo viso si rilassa. "Ah, ok." E ci fa passare. Io rido ancora più forte e lo bacio sulla guancia, poi chiude il cancello.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora