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Per la festa di stasera ho messo un vestito rosso, corto e tutto completamente attillato.
Ovviamente ho anche i tacchi, perché altrimenti mi starebbe malissimo.
"A bella!" Strilla Meredith per sovrastare la musica.
"Come va?" Le sorrido.
"Benissimo! Ho ballato con Byron Skin." Si morde il labbro. "Ma Ken?"
"È sparito con il resto della squadra. Penso che siano a giocare a bear pong."
"Io vado a flirtare un po' con Byron." Ammicca e schiocca la lingua, poi se ne va com'è venuta.
Poco dopo vedo arrivare Cole e Lon. Cole ha un bicchiere in mano e non è molto stabile, quando cammina.
"Quanto ha bevuto?" Chiedo a Lon.
"Non talmente tanto da non saper rispondere a una simile domanda." Cole mi lancia un'occhiataccia.
"E tu?" Chiedo a Lon.
Scuote la testa. "Devo guidare."
"Wow, che ragazzo responsabile." Roteo gli occhi.
"Vedi?" Mi fa lui con un sorriso orgoglioso.
Scoppio a ridere. "Oh, ho visto il replay della partita di baseball di giovedì. Siete stati mitici." Faccio l'occhiolino.
"Si, ce la siamo cavati."
"Bene, sfigati, voi rimanete qui a parlare di sport, ma io mi vado a divertire." Indica un gruppo di ragazze e va verso di loro.
"È sempre il solito." Fa Lon.
"Non penso si sia ancora ripreso dopo la rottura con Meredith, a dire il vero, anche se lui non lo vuole ammettere."
"Si, secondo me ancora soffre. Insomma, lei sembra essere andata avanti, lui invece fa finta di si, ma secondo me non è vero..."
"Era una bella cotta." Sbuffa in una risata.
"Già." Si unisce a me.
"Ehi, Lon!" Lo chiama uno della sua squadra.
"Oi!" Lo saluta lui.
"Senti, bello, mi servirebbe un favore... mio fratello si è imbucato alla festa.... in teoria non dovrebbe stare qui e non so nemmeno come c'è arrivato... beh, dunque, io non posso riaccompagnarlo a casa perché ho bevuto, potresti farlo tu, per favore?"
"Certo, non c'è problema." Sorride.
Lon è davvero troppo buono. Una sera era venuto a dormire da noi, Stev sta studiando per la verifica di matematica, e lui si è messo ad aiutarlo fino a tardi, finché non è andato a dormire. Ma invece di guardare il film con noi ha preferito aiutare Steven.
Oppure tutte le volte che ha riportato a casa Cole ubriaco e mi ha aiutato a metterlo a dormire. Quando l'ho visto istruire un gruppo di ragazzi stranieri dello scambio culturale. Quando mi ha dato ripetizioni di biologia. Una volta mi ha persino accompagnato da Lee dopo gli allenamenti. E Lee abita parecchio distante...
Non l'ho mai sentito dire di no a nessuno, e a scuola aiuta sempre tutti.
Non ho mai conosciuto una persona più buona, sul serio.
"Sei un vero amico!" Sospira l'altro.
Lon gli sorride e poi torna a rivolgersi a me. "Ci vediamo. Salutami gli altri."
E lo vedo andare via.
Intanto cerco qualcuno di familiare con lo sguardo, ma c'è davvero troppa gente.
Improvvisamente sento una mano sul sedere, e mi volto di scatto, per andare a finire contro un petto muscoloso.
Alzo lo sguardo, impaurita.
"Ciao, Sophie Jenkins." Ghigna. Un sorriso inquietante. "Lo fai venire duro a tutti quando ti guardano, lo sai?" Si struscia contro di me.
Lo spingo via, disgustata. "Che vuoi, Larry?"
"Non toccarla." Subentra Mark, spuntato dal nulla, che mi metto un braccio intorno alle spalle e mi trascina via.
"Quello lì è tutto matto. L'ho visto bere quattro bicchieri di birra." Mark si stringe nelle spalle.
Sospiro. "Dove stiamo andando?"
"Fuori, in cortile, sta per cominciare un'altra partita di bear pong. Ken è davvero un mito, è in squadra con Ginger, anche lei non è male. Stanno stracciando Daisy e Troy, tra un po' c'è il secondo round, e visto che non è rimasto nessuno che può giocare con me, sono venuto a cercarti." Ammicca.
Sta giocando con Ginger? Okay, è sparito tutta la serata con Ginger. Magnifico. Bel deficiente. Ed io che sono rimasta ad aspettarlo per mezzora... Insomma, poteva chiedere a me di giocare, no?
Usciamo fuori, e vedo Ken lanciare un pallina, che va a finire nell'ultimo bicchier rimasto. Ginger salta addosso a Kendall, ed io rimango interdetta quando lui le cinge la vita.
Sta scherzando?
Arrivo davanti a loro e tossisco. Mark mi lascia andare e si mette in posizione davanti al tavolo, mentre lui e altri sistemano i bicchieri e li riempiono.
Kendall rimette giù Ginger, e mi guarda. Lei pare imbarazzata. Lui mi sorride e si sta per avvicinare, ma io mi scanso e lo fulmino con un'occhiata. Rimane lì, perplesso e deluso, ma io mi metto accanto a Mark.
Sono arrabbiata, davvero. Molto arrabbiata.
E anche gelosa, lo ammetto.
Però visto che sono troppo stupida per fare la persona matura e parlargli, decido di puntare sulla vendetta.
Ho saputo che Ginger è una zoccola, e che, in tempi non sospetti, è andata a letto anche con Kendall. Quando l'ho saputo non ero tanto gelosa... è una cosa successa tanto tempo fa, e poi in quel periodo pensavo solo a Kendall e all'estate passata insieme, era più o meno qualche giorno dopo il ritorno dalle vacanze, e non ero preoccupata perché Kendall non c'era. Ma ora, che li vedo insieme, che si sono persino abbracciati, la gelosia mi sta mangiando letteralmente.
"Giochiamo?" Fa Mark inarcando un sopracciglio.
"Andiamo." Annuisce Ginger. La vorrei strozzare.
Sento stringermi la mano, alzo lo sguardo e vedo Joe. In questo periodo ci siamo avvicinati molto. Io e Meredith quest'anno abbiamo quasi tutte le lezioni in comune, e praticamente ogni pomeriggio vado da lei a studiare, e ogni tanto c'è anche lui. Qualche volta si è offerto di riaccompagnarmi a casa, altre invece quando finivamo gli allenamenti insieme mi portava a casa sua.
Siamo diventati dei buoni amici, e ciò che è stato è stato.
Molti dicono che ci prova con me, ma io non ne sono sicura, e poi non mi interessa in quel senso, è solo un grande amico.
"Dai che ce la fai." Mi fa l'occhiolino ed io gli sorrido.
Mi lascia la mano e si siede sulla panchina accanto a Daisy.
"Scusa cos'era quello?" Ringhia Kendall.
"Mi ha solo augurato buona fortuna." Lo guardo di sottecchi.
"Cominciamo o no?" Sbuffa Mark.
Una cosa che ho imparato stando con lui, è che è molto meno paziente di quando eravamo piccoli. Anzi, è tutto il contrario di paziente.
La partita inizia.
Ogni volta che fanno punto, Ginger e Kendall si abbracciano, aumentando la mia gelosia... Non lo dò a vedere, perché rido e scherzo con Mark. Lui beve tre bicchieri, io due, quando la partita finisce con la nostra vittoria. Mark è un bravo giocatore, ma anche io me la cavo.
Salto addosso a Mark. Mi bacia sulla guancia e mi rimette giù. Quando faccio passare il mio sguardo da lui e Ken, posso solo aspettare di vedere uscire il fumo dal suo naso e dalle sue orecchie.
"La rivincita." Ringhia.
Anche la seconda volta, vinciamo noi, fortunatamente. Non lo reggo molto bene l'alcool.
"Basta. Mi sono stancato." Sentenzia Mark.
"Gioco io!" Esclama Joe alzando in aria la mano
"Oh, no! Ti ho visto giocare, fai proprio pena." Scoppio a ridere.
"Scommetti che vinciamo?" Inarca un sopracciglio.
"E cosa scommettiamo?"
"Sei ti faccio vincere, mi dai un bacio sulla guancia, e se invece perdiamo, tu mi darai uno schiaffo."
Riduco gli occhi in due fessure e lo fisso per due secondi, poi annuisco ridacchiando. "Ci sto."
"Sophie. Ti posso parlare un attimo?" Mi fa Ken, con uno sguardo duro. Io sbuffo appositamente per farlo infastidire ancora di più, e lo seguo lontano dagli altri.
"Che sta succedendo?" Dice a denti stretti.
"Dimmelo tu." Faccio io come se niente fosse.
"Scusa ma che hai? Mi guardi storto da quando sei arrivata." Sembra un po' più tranquillo ora, come se stesse capendo il perché del mio nervosismo e stesse cercando di rimediare.
Parto all'attacco. "Ah non lo so! Sei sparito e ti ritrovo qui abbracciato a Ginger!"
"Eravamo solo entusiasti di aver vinto, e lei mi ha abbracciato!"
"E così anche per tutte le altre volte. E davanti a me." Dico con un tono di ironia che dà fastidio persino a me.
"E che mi dici di te e Mark? O di te e Joe! Da quando siete così tanto amici? Tutta la serata ad incitarti, è stato. Oh, ma che carino. Davvero un gesto gentile!" Ora è tornato arrabbiato. Meglio, è più facile litigare.
"Siamo amici, punto. Non devo dare spiegazioni a te. Ora voglio tornare a giocare." Mi incammino, ma lui mi afferra il gomito.
"Tu il bacio non glielo dai." Mi guarda duro.
"Se perdiamo no." Con uno strattone mi libero dalla sua presa e torno da Joe.
Durante la partita Ken sembra impegnarsi molto più di prima, ma ormai mi sono ricreduta, Joe è bravissimo a giocare.
Una volta l'ho visto giocare a una festa, non era così bravo.
Alla fine vinciamo noi. Sento che sono ubriaca, però. Mi gira tutto, e quando Joe mi chiede il bacio, io non esito a darglielo, peccato che mentre mi sto avvicinando lui gira la testa di scatto. Finiamo per baciarci in bocca. Io mi allontano, ci guardiamo negli occhi. I suoi brillano.
Io scoppio a ridere, poi però Joe viene scaraventato a terra, ritrovandosi sotto a Kendall, che gli sta sopra e gli stringe una mano introno al collo.
"Piccolo bastardo! La vedi" mi indica "è la mia ragazza, non la tua. Stronzo! Dovrei gonfiarti di botte! Io lo sapevo! Ti è sempre piaciuta. E quando si è messa con me tu non hai fatto altro che rompere i coglioni e aspettare il momento adatto per metterti in mezzo!" Gli da un pugno sul mento ed io lancio un urlo. Una folla di gente si raduna intorno a noi.
Joe spinge via Kendall e si alza in fretta.
"Allora perché te ne sei andato?" Gli chiede Joe in tono rabbioso. "L'hai lasciata, in pratica."
"No, me ne sono solo andato!" Ringhia Ken. "E tu non sei nessuno per giudicare! Lei ha scelto me. Ama me. Perciò mi fai il piacere di non impicciarti. Dovrei staccarti i denti e farteli ingoiare uno ad uno. L'hai baciata davanti a me, cazzo!" Parte di nuovo contro di lui, ma viene bloccato da Mark.
"Che è successo?" Mi sussurra Kyle all'orecchio.
"Joe mi ha baciata."
"Cosa?" Strilla lui.
"Lascia stare. Ci sta pensando Kendall." Ridacchio. Sono proprio ubriaca.
"Lei non ha opposto tanta resistenza." Joe mi indica con la testa.
"Che poteva fare?" Ribatte Ken.
"Non hai pensato che forse vorrebbe ritornare con me? Non ci sei mai, e sarà così per altri tre anni. Forse sarebbe il momento di lasciarvi, no? Così anche altri se la possono scopare." Ghigna Joe. Ma che razza di stronzo! Non pensavo fosse così!
Kendall si toglie di dosso Mark, e si lancia verso Joe. A terra lui lo riempie di pugni.
È una festa della scuola, questa. Come mai ancora non si vedono professori?
Io mi avvicino a Ken sbuffando.
"Calmati!" Gli urlo.
Non mi ascolta, così gli afferro un braccio, ma lui mi strattona indietro, facendomi cadere a terra e sbattere il gomito.
"Cristo! Sophie!" Kyle mi aiuta a rimettere in piedi. "Stai bene?" Mi chiede. Annuisco.
Ken si volta, e appena mi vede trasalisce. "Dio santissimo!" Si alza lasciando Joe a terra. Alcuni lo aiutano a rialzarsi, e posso vederlo in faccia. HA l volto tumefatto e pieno di sangue.
Sputa a terra saliva rossa, e si volta.
"Scusa. Scusa! Cazzo! Non pensavo fossi tu!" Mi fa Kendall. Capisco dallo guardo che è pentito, ma ora ho riacquistato un po' di lucidità, e sono ancora arrabbiata. MI prende dolcemente il braccio, ma io me lo scrollo di dosso.
"Non toccarmi!" Ringhio e mi allontano.
"Dove vai?" Mi chiede.
"Via!" Strillo e corro lontano, così che lui non mi possa seguire.
Attraverso la sala in cui ancora stanno ballando, e arrivo ai corridoi. Percorro velocemente anche quelli, e poi esco nell'aria fresca.
Non so come tornare a casa...
Me la farò a piedi, fin quando resisterò.
Esco dal cortile, e faccio un paio di metri, prima di sentir uscire le lacrime.
Vorrei tanto che Kendall stesse sempre qui con me. Lo vorrei tanto.
Continuo a camminare, a guardare intorno, a pensare...Finchè non arrivo ad un incrocio.
È notte fonda, ma i lampioni mi aiutano a distinguere in lontananza due macchine accartocciate. Corro verso di loro.
"Dio santo!" Esclamo non vedendo nessuno.
Aggiro la prima macchina. Sui lati c'è qualche righe, ma niente di serio, è davanti il problema. È completamente accartocciata.
Al posto del guidatore c'è una signora che respira a fatica. Lancio un urlo quando vedo il suo petto sanguinare e il labbro ferito.
Con le mani tremanti prendo il telefono e digito il numero dell'ambulanza, di corsa. Spiego dove sono, e che tipo di incidente è.
Corro a vedere l'altra macchina, trasversale. È a pochi metri di distanza, rigirata. Il mio respiro ormai è aumentato.
Vedo chi c'è al posto del passeggero.
Lon.
Comincio a urlare, e a cercare di aprire la portiera. Ma è tutto inutile. Il volto di Lon è pieno di sangue. Sento lo stomaco rigirarsi, e poi vomito. MI lascio cadere a terra. Le ginocchia bruciano, ma rimango lì seduta sull'asfalto a urlare e a chiedere aiuto.
Questa è periferia, non passa mai nessuno qui, cazzo!
Comincio a pregare. Spero che Lon stia bene. Lon deve stare bene.
Lon non è morto. Mi ripeto.
Lui è ancora vivo.
Ma non so a quanto possa servire.

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora