CAPITOLO 9 (Prima Parte)

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Questa mattina non ho un muscolo sano, mi fanno male tutti, anche quelli di cui ignoravo l'esistenza.
Mi avvicino alla lavagna con i nostri nomi, guardo accanto al mio e con mia sorpresa non c'è scritto Molly ma Tris. Una parte di me è sollevata, ma l'altra si sta torturando al pensiero di dover combattere contro la sorella di Caleb.
Non si assomigliano molto, Tris ha lunghi capelli biondi, magnetici occhi verdi e i suoi lineamenti sono molto più delicati di quelli del fratello. È minuta, proprio come me e chi ha scelto le coppie per i combattimenti deve averne tenuto conto.
Una scelta così saggia può essere solo di Quattro perché l'aguzzino aveva in mente di farmi massacrare da Molly.
«Mi hanno messo contro il carro armato» si lamenta Christina.
Cerco il suo nome sulla lavagna, è accanto a quello di Molly.
«È la tirapiedi di Peter, la versione vagamente più femminile di lui» dice indicando il malefico trio: Peter, Drew e Molly.
Li conosco solo da due giorni e già non li sopporto.
Tutti è tre vengono dai Candidi, Christina dovrebbe conoscerli bene e, se anche lei li odia, devono essere davvero individui insopportabili.
Non bastava un capofazione come Eric, dovevano capitarmi anche compagni di iniziazione un pelino meno amichevoli di una muta di cani inferociti.
«Peter è la cattiveria fatta a persona. Quando eravamo piccoli, attaccava briga con i bambini delle altre fazioni e poi, quando interveniva un adulto a separarli, si metteva a piangere e inventava storie per dare la colpa agli altri. Naturalmente gli credevano, perché eravamo Candidi e non potevamo mentire» racconta Christina. «Drew è solo il suo galoppino, dubito che sappia concepire un pensiero originale. Molly... lei è il tipo di persona che brucia le formiche con la lente d'ingrandimento solo per guardarle contorcersi.»
Sono certa che Eric li adorerà, sembrano mandati qui per diventare i suoi favoriti e, in futuro, i suoi tirapiedi.
Il pensiero mi fa innervosire più di quanto pensavo. Sono semplicemente tre posti in classifica già assegnati, ma visti gli elementi era intuibile che sarebbero stati ai vertici della classifica. Allora perché mi sento così infastidita?
Peter mi fa prudere le mani, Drew è odioso ma mi è quasi indifferente e Molly...
La guardo e il mio cuore sembra fermarsi, sento un brivido caldo salire lungo la schiena, ma non è piacevole, è una sensazione che mi fa chiudere lo stomaco e avvampare di... non lo so, è qualcosa che non capisco. Rabbia, o forse invidia... Gelosia.
Sono gelosa di Molly. No, non ci credo. Non posso essere gelosa di lei, per cosa poi? Per Eric? Lo conosco appena, non basta per prendersi una cotta, o forse sì? In ogni caso io e lui non abbiamo niente in comune. Molly ha più affinità di me con Eric, sono tutti e due crudeli e sarebbero una coppia perfetta. Il pensiero di loro due insieme mi fa venire voglia di scappare via da qui e tornare nella mia vecchia fazione dove non c'è niente in grado di ferirmi in questo modo.
Non posso e non voglio credere di essere attratta così tanto da Eric. Lo conosco appena e il poco che conosco dovrebbe farmi scappare a gambe levate.
Cerco di distrarmi osservando il combattimento nell'arena. Al contro Will, una coppia abbastanza equilibrata, sarà un incontro lungo.
Al colpisce con forza Will sul mento con un pugno. Dall'altra parte della palestra, Eric sorride ad Al, compiaciuto.
Un pugno invisibile colpisce il mio stomaco. Sarà lo stesso sorriso che rivolgerà a Molly dopo ogni suo combattimento. Sarà quella la scena che vedrò poco prima di perdere i sensi dopo essere stata sconfitta da quella stronza senza cervello.
No, non sarà così. Non sarò io a finire al tappeto, dovessi passare tutte le notti ad allenarmi. Lui sorriderà a me.
Cerco di studiare attentamente il combattimento tra Al e Will, ma sembrano più interessati a girare in tondo nell'arena che a lottare seriamente.
Li vedo lanciare un'occhiata a Quattro come aspettandosi che chiami la fine dell'incontro, ma lui se ne sta lì con le braccia conserte, senza fare niente. A pochi passi da lui, Eric controlla l'orologio, alza lo sguardo e grida: «Pensate sia un passatempo? Volete fare una pausa per la pennichella? Combattete!»
«C'è un punteggio o qualcosa del genere? Quando finisce l'incontro?» domanda Al.
«Finisce quando uno dei due non è più in grado di continuare» risponde Eric.
«Secondo le regole degli Intrepidi» interviene Quattro «uno di voi può anche arrendersi.»
Eric scruta Quattro con gli occhi stretti a due fessure.
«Secondo le vecchie regole» lo corregge. «In base alle nuove, nessuno si arrende.»
«Un uomo coraggioso riconosce la forza degli altri» risponde Quattro.
«Un uomo coraggioso non si arrende mai.»
Quattro è il nostro istruttore ma purtroppo in questa palestra è Eric, il più giovane capofazione degli Intrepidi, a detenere il comando e sono certa che questa ridicola regola sia stata creata da lui.
Al e Will riprendono a combattere e, sebbene seguire i combattimenti sia un buon esercizio per studiare non solo la tecnica ma anche il modo di combattere dei miei futuri avversari, io preferisco guardare altrove. Non voglio vedere due compagni di fazione, due amici, picchiarsi fino a quando uno dei due non crollerà a terra privo di sensi.
Quattro ed Eric si fissano per alcuni secondi. Ho l'impressione di avere davanti due diversi tipi di Intrepidi: quello virtuoso e quello spietato.
Mi domando perché io sia attratta da quello sbagliato, quello con cui non sento di avere molte affinità, ma che prepotentemente si sta insinuando nei miei pensieri. Cerco in tutti i modi di respingerlo, ma è come la forza di gravità: mi attrae senza lasciarmi possibilità di sfuggirgli. Tutto questo mi spaventa perché lui è Eric, il capofazione crudele e l'unica cosa che lascerà dentro di me saranno cicatrici.
«Tiratelo su» ordina Eric.
Mi volto di nuovo verso l'arena e la mia nuova gravità vacilla. Eric guarda con occhi famelici il corpo inerte di Will, come se quella vista fosse un pasto e lui non mangiasse da settimane.
La sua bocca ha una piega crudele e sento che la forte attrazione si sta sgretolando, che potrei liberarmi da quel sentimento che la mia razionalità considera malsano e distruttivo.
Osservo quel ragazzo tanto pericoloso e per un attimo i nostri sguardi si incrociano. I suoi occhi sembrano volermi divorare, penetrare fino nel profondo della mia mente e renderla sua schiava. Io non riesco ad oppormi, la mia capacità di giudizio sembra essere svanita e il mio autocontrollo si scioglie come ghiaccio sotto il torrido sole d'agosto. La sua attrazione è troppo forte, non ho scampo.
Il mio centro è stato inesorabilmente ripristinato, tutto riprende a girare intorno a quel ragazzo così crudele ma che ha qualcosa, nel profondo di quegli occhi azzurri come il cielo estivo, che mi fa desiderare di cedere a quella letale attrazione.
Non sono mai stata una brava Pacifica, forse quello che vedo nei suoi occhi è il riflesso di quello che sono in realtà. Forse non voglio ammetterlo ma in fondo sono come lui, magari non così tanto crudele, ma probabilmente siamo fatti della stessa pasta.
Crudele e spietata, è dunque questo quello che sono? È questo ciò si nasconde nel profondo della mia anima? Un mostro addormentato che aspettava solo che mi specchiassi negli occhi di un altro mostro per potersi destare?
Diventerò come Eric?
No. Io non sono così. Io non avrei mai inserito una regola così crudele, ma soprattutto stupida. Siamo un esercito e dovremmo restare uniti, mentre Eric sembra voglia metterci l'uno contro l'altro in nome della competizione.
Essere competitivi ci spingerà a superare i nostri limiti e ci renderà forti, questo è vero, ma ci renderà anche aridi e spietati. Come può una persona del genere ergersi in difesa di un'altra persona rischiando la propria vita? Ci vuole una grande dose di altruismo per riuscirci ed Eric, con il suo modo di fare, sembra volerlo cancellare completamente da noi e trasformarci in feroci macchine da guerra.

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