CAPITOLO 10 (Seconda Parte)

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Dopo una colazione forzata e falsi sorrisi a Uriah, entro di nuovo in palestra, i miei compagni sono già tutti lì.
Complimenti Theia, due ritardi in un giorno, Eric sarà fiero di te!
Evito di dar retta alla voce nella mia testa e raggiungo Tris e il suo gruppo.
Sono radunati sotto la lavagna e lei ha un'espressione preoccupata, ma nei suoi occhi brilla la stessa luce che ho visto negli occhi degli Intrepidi sin da quando ero bambina.
Ha paura, ma il desiderio di sconfiggerla è più forte. Risoluta e ardita. Non avevo mai immaginato che la silenziosa Tris potesse essere un'Intrepida nata.
Leggo il nome sulla lavagna: Peter.
Muscoli d'acciaio ci va giù pesante, mi domando se lo fa per piacere personale oppure se vuole eliminare subito Tris.
Perché dovrebbe volerla fuori, lei non gli ha mai mancato di rispetto, è sempre stata al suo posto, in silenzio e con la testa bassa. Ha dato il massimo, è determinata, queste sono cose che dovrebbero farle avere un posto tra i suoi preferiti, magari non in cima alla sua classifica personale, ma comunque dovrebbe averlo colpito in modo positivo. Invece sembra detestarla senza motivo.
Lei è un'Abnegante e lui un Erudito e tra le due fazioni non corre buon sangue. Gli articoli che attaccano gli Abneganti pubblicati da Jeanine Matthews sono chiari: gli Abneganti devono farsi da parte.
Quando ho confidato ai miei genitori questa mia teoria, loro sono scoppiati a ridere dicendomi che è solo la mia immaginazione, che ingigantisco le cose e quindi vedo complotti dove non ci sono. Forse hanno ragione loro ma più il tempo passa e più gli articoli diventano velenosi e la sete di potere degli Eruditi rende plausibile tutto quello che ho immaginato.
Tris raggiunge il centro dell'arena con passo incerto. Non posso biasimarla se ha avuto un calo di coraggio. Peter è più alto di lei di quasi trenta centimetri e ieri ha battuto Drew in meno di cinque minuti. Oggi, la faccia di Drew è più bluastra del suo colore naturale.
«Tutto bene, Rigida?» la provoca Peter. «Sembri sul punto di scoppiare in lacrime. Potrei andarci piano con te, se piangi.»
Peter non ha capito con chi ha a che fare, punzecchiare Tris non è saggio, ma purtroppo la sua stazza gli dà un vantaggio troppo grande. Tris perderà. Spero nel suo buonsenso anche se dubito che si arrenderà fingendo di perdere i sensi.
Quattro è accanto alla porta e la osserva a braccia conserte. Ha la bocca contratta, come se avesse appena ingoiato qualcosa di acido. Vicino a lui, Eric batte il piede a terra a una velocità preoccupante. Si sta innervosendo, anche se è difficile capire cosa prova realmente e cosa finge di provare. Questa è un'altra cosa che mi confonde.
La maggior parte delle volte, il suo essere ombroso come un mulo è genuino, ma a volte sembra che stia recitando una parte. Non ho dubbi sul suo carattere per niente docile e gentile, ma alcune esagerazioni mi fanno pensare che sia più freddo che montato, che tutto quello che fa sia studiato, ogni atteggiamento, ogni parola e persino ogni gesto. Non devo dimenticare che era un Erudito.
«Su, Rigida» insiste Peter. «Solo una piccola lacrima, magari qualche supplica.»
Negli occhi di Tris si riaccende il suo fuoco Intrepido e tira un calcio a Peter, che purtroppo para facendola cadere. Tris si rialza immediatamente, sa che restare a terra è dare un grosso vantaggio all'avversario.
Sono di nuovo in piedi, l'uno davanti all'altra e si studiano per qualche secondo.
«Smettila di giocare con lei» interviene Eric. «Non ho tutto il giorno.»
Sento un irrefrenabile desiderio di entrare nell'arena e sfogare la mia rabbia su Peter.
Eric non ha tutto il giorno, questa sera ha un appuntamento romantico e io non posso farci nulla e sentirmi del tutto impotente mi rende nervosa, quello spocchioso di Peter sarebbe il bersaglio perfetto per scaricare tutta la mia frustrazione.
Stringo i pugni, ingoio il mio veleno e cerco di reprimere la rabbia. Peter che infierisce su Tris e lei che si ostina a non voler cedere, non mi aiuta per niente.
Il loro incontro dura solo qualche minuto. Eric guarda Peter e di nuovo mi ritrovo a fare i conti con il mio impulso di aggredire, prima quel fastidioso Candido, poi passare a Eric.
È una cosa stupida, non solo perché Eric non si accorgerebbe neanche che lo sto colpendo, ma perché non ha senso rompergli qualche osso sperando di evitare che esca con qualcuna.
Le mie reazioni iniziano a spaventarmi, io non sono così, non è il mio modo di affrontare o risolvere i problemi. Io non sono brutale come Eric e senza cervello come Molly. Eccola di nuovo, la coppia perfetta. Spero uscirà con lei questa sera perché mi aiuterebbe molto in un combattimento contro di lei. Aiuterebbe anche i miei compagni perché si libererebbe immediatamente un posto in questa fazione.

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