CAPITOLO 33 (Seconda Parte)

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Questo tetto è stato testimone di molti avvenimenti importanti per me da quando mi sono trasferita negli Intrepidi. La prima volta che sono stata a casa di Eric dopo che lui mi aveva salvata da Peter, le tante serate che abbiamo passato a guardare le stelle in silenzio durante i traumatici giorni del secondo modulo, la prima volta che ho dormito insieme ad Eric, sulla torre a una ventina di metri da dove mi trovo ora. La torre è il luogo più carico di emozioni per me, è lì che mi sono nascosta quando ho creduto che lui mi stesse semplicemente usando ed è lì che Eric mi ha raggiunta e, per la prima volta, mi ha parlato del suo passato, del nostro passato.
Bambina degli scoiattoli. È stato quel soprannome che mi ha spinta a fidarmi di lui, che mi ha convinta che provasse davvero qualcosa per me. Eravamo ai livelli inferiori, era passato così tanto tempo che mi ero completamente dimenticata del bambino Erudito che giocava insieme a me con gli scoiattoli, ma lui se lo ricordava bene e questo va molto oltre la buona memoria o l'ossessione per i Divergenti. Ricordava Theia bambina e Theia ragazzina quando, nelle nostre menti, la Divergenza era solo un concetto astratto. Eric era attratto da Theia e non dalla Divergente.
Questo tetto e la sua torre sono stati il mio rifugio, il mio porto quiete, un piccolo pezzetto di paradiso sopra alle oscure sale della residenza che mi ha dato un po' di pace dai tormenti dell'iniziazione. Mi sono capitate solo cose belle su questo tetto, mi domando se la fortunata serie continuerà o si interromperà qui, per sempre.
Avanziamo fino al parapetto, sotto di noi c'è un baratro di una trentina di metri e poi l'asfalto della strada dove, il giorno della Cerimonia della Scelta, un'iniziata ha trovato la morte quando siamo saltati giù dal treno.
«Fai in fretta, mi fa male la gamba» esclama l'Intrepida in tono seccato.
«Vattene, se hai tanta fretta. La traditrice non merita una morte rapida» Eric mi spinge a terra e aggiunge: «Voglio sentirla gridare e implorare pietà prima di ucciderla».
L'Intrepida, sempre più seccata, estrae la pistola. Temo che questo Eric non l'ha calcolato nel suo piano, se davvero ne ha uno.
«Fallo e ti buco l'altra gamba» ringhia con un tono di voce che fa sembrare gentile quello che usava con noi quando ci dimostravamo troppo indisciplinati per i suoi gusti.
«Non vedo perché dobbiamo perdere tanto tempo a far fuori questa scema» si lamenta lei.
Inizia a darmi sui nervi, le sparerei io stessa alla gamba sana se solo Eric non mi avesse tolto la pistola.
«Ti ho detto che sei libera di andartene» replica Eric.
«Non sono gli ordini di Jeanine. Lei è il mio capo.»
Guardo Eric avvampare dalla rabbia, l'Intrepida lo ha appena rinnegato come capo.
Non è una semplice insubordinazione, per Eric è un tradimento. So cosa sta pensando, l'affermazione dell'Intrepida ha messo in dubbio la posizione che ha faticosamente cercato di guadagnarsi in tutti questi anni, gli ha ricordato che sarà sempre secondo a qualcuno.
Eric sapeva che il capo supremo sarebbe stato uno solo, Jeanine, ma credeva che gli avrebbe lasciato la libertà di guidare gli Intrepidi. Non so come abbia fatto a sperarci pur sapendo i piani di Jeanine. Quando ho scoperto dell'ultima versione del siero e di come lo avrebbe usato, ho capito che in pochi sarebbero rimasti svegli. Eric non sarebbe stato tra questi, la sua tendenza all'abuso di potere è un rischio che Jeanine non avrebbe mai accettato di correre.
«È il capo di tutti noi» dice con voce calma, «e lei ha assegnato a me l'incarico di gestire voi teste calde. Quindi sono ancora il tuo capo» aggiunge con uno dei suoi sorrisi malvagi.
L'Intrepida ripone la pistola e si incammina sbuffando verso le scale. Se è un bluff lei ci è cascata e ha dimostrato la stupidità degli Intrepidi.
«Un'altra cosa» esclama Eric.
L'Intrepida si ferma all'istante, come se con quelle parole Eric avesse fatto scattare l'interruttore nella sua testa che ordina al suo corpo di fermarsi. Fantastico sull'esistenza di un siero segreto che si attiva con la voce di Eric fino quando vedo lo sguardo seccato della donna.
«Che accidenti vuoi adesso?» domanda, voltandosi verso di noi.
In un attimo, la sua espressione passa dalla noia allo sbigottimento. Non ho il tempo di capirne il motivo. Sento un forte scoppio e vedo apparire nel centro della sua fronte un cerchio rosso scuro. Non riesco a realizzare cosa sta accadendo fino a quando l'Intrepida non crolla a terra con gli occhi sbarrati. L'ha uccisa a sangue freddo.
Eric si avvicina al corpo esanime dell'Intrepida e ricomincia a sparare. Sangue, brandelli di carne e ossa schizzano in aria dalla sua testa, dal torace, dalle gambe.
Non voglio vedere, non ce la faccio, è troppo...la sta crivellando di colpi... perché tanta violenza? Eric è davvero un mostro come tutti dicono? Non ce la faccio a rispondermi, è troppo, la mia mente non riesce a sopportarlo.
Intorno a me tutto comincia a girare e poi a diventare sempre più scuro fino a svanire inghiottito dal buio e dal silenzio.
«Theia! Svegliati!»
Apro gli occhi ed Eric è chinato su di me e mi circonda le spalle per sorreggermi. Nell'aria c'è un forte odore di polvere da sparo e di sangue. Cerco di non pensare a quello che è appena accaduto o sverrò di nuovo.
«Perché... perché l'hai uccisa?» balbetto.
«Non ci sei ancora arrivata? Mi serve una prova da portare a Jeanine» risponde Eric mentre mi aiuta ad alzarmi.
Mi aggrappo a lui, le gambe mi tremano e la mia testa ricomincia a girare.
«Tu e lei siete simili, stesso colore di capelli, corporatura e altezza» aggiunge indicando il corpo martoriato dell'Intrepida a pochi metri da noi.
Non la guardo, non voglio vedere come l'ha ridotta, è troppo per il mio stomaco e per la mia mente. Bastava rendere irriconoscibile il suo volto, ma Eric ha continuato a colpirla in tutto il corpo, fino a vuotare il caricatore.
«Perché ti sei accanito in quel modo? Colpirla al viso era sufficiente.»
«E i tatuaggi che aveva sulle braccia? Il piercing all'ombelico e la ferita alla gamba? Dovevo farli sparire e svuotarle addosso due caricatori era il modo perfetto» dice prendendomi il viso tra le mani.
Sul suo volto non c'è più traccia dell'Eric malvagio, è tornato ad essere il mio Eric ed è spaventato quasi quanto me. Non l'ha ridotta in quel modo perché è un deviato, l'ha fatto per salvarmi.
«Ho fatto quella scenata davanti a Jeanine proprio per questo motivo, dovevo farle credere di essere infuriato per giustificare tanta brutalità» mi spiega.
Gli credo, i suoi occhi non mentono e so, dentro di me, che massacrarla non le ha provocato nessun piacere malato. È stata sopravvivenza.
Quindi era questo il suo piano sin dall'inizio. Come ho fatto a non capirlo subito?
Sapevo che in qualche modo si sarebbe liberato di lei, ma non ho pensato a quello che sarebbe accaduto dopo. Speravo che lui decidesse di fuggire via insieme a me per nasconderci da qualche parte ma, a quanto pare, potrebbe non essere così, se ha bisogno di un cadavere come prova, vuol dire che Eric non ha nessuna intenzione di abbandonare Jeanine e il suo folle piano.
«Quindi ora cosa succede?» gli domando, anche se conosco già la risposta.
È un addio. Ognuno per i fatti suoi, mi ha salvata ma per lui non sono abbastanza importante. Non valgo quanto il potere e gli agi che gli porterà essere tra i capi del nuovo Governo.
«Tra pochi minuti passerà il treno. Tu lo prenderai e tornerai a casa, ci penseranno i Pacifici a nasconderti...»
«Quindi è un addio» lo interrompo cercando inutilmente di trattenere le lacrime.
«No. Quando si saranno calmate le acque verrò a trovarti. Non ti preoccupare, troveremo il modo di stare...» si affretta a rispondere, ma io lo interrompo di nuovo.
«No!» grido. «Non voglio vederti una volta alla settimana o al mese! Per quanto poi? Quanto credi che durerà? Quanto ci metterai a stancarti?»
So che finirà così. Lo aspetterò per settimane o forse mesi e poi lo vedrò ogni tanto.
All'inizio verrà da me ogni volta che potrà ma poi, col passare del tempo, inizierà a farsi vedere sempre meno fino a quando, un giorno, deciderà che è troppo complicato portare avanti una relazione che non ha futuro e mi lascerà.
Non voglio passare le mie giornate ad aspettare le sue visite, ossessionandomi su cosa starà facendo quando non sarà insieme a me. È un'agonia che non voglio affrontare. Fa male, ma per il mio bene devo chiudere con lui adesso. Soffrirò, ma alla fine passerà e sarò libera di ricominciare a vivere anche se adesso mi sembra una cosa impossibile.
«Non mi stancherò, staremo insieme, te lo prometto. Ma dovremo avere pazienza, sarà dura, ma non abbiamo altra scelta.»
Si sbaglia, c'è un'altra scelta, ma farà più male a lui che a me: scappare con me.
«Sì che l'abbiamo» esordisco «Puoi scegliere di restare qui e avere tutto quello che hai sempre sognato, ma io non ci sarò. Tornerò nei Pacifici e inizierò una nuova vita senza di te.»
Cerco di farmi forza, non devo cedere alla voce che mi dice di accettare un compromesso.
«Oppure, puoi scegliere di venire via con me e abbandonare Jeanine e il suo nuovo glorioso Governo. Saremo due fantasmi nel sistema delle fazioni, ma saremo insieme, per sempre. A te la scelta.»
Qualunque sarà la sua risposta mi aiuterà a rendere tutto più facile.
Se deciderà di lasciarmi andare saprò che non vale la pena rovinarsi la vita per un ragazzo che rinuncia all'amore per seguire ideali corrotti e vivere negli agi derivati da una posizione di potere. Se mi seguirà saprò che mi ama davvero perché rinuncerà a tutto quello che ha desiderato per tutta la vita solo per non perdermi.
Guardo Eric. È immobile come una statua, la bocca aperta e gli occhi fissi nel vuoto.
Se potessi leggere nel pensiero, troverei il caos nella sua mente.
Paura, incertezza, sbigottimento e disperazione si susseguono sul suo volto. Non posso biasimarlo, gli sto chiedendo di prendere una decisione che cambierà radicalmente il suo futuro e non gli sto dando nessuna certezza di un lieto fine.
Non è stupido, sa che ciò che proviamo l'una per l'altro può rivelarsi effimero e si ritroverebbe da solo contro il nuovo sistema e Jeanine non è una che molla, gli farà pagare caro il suo tradimento.
La sua mente gli sta dicendo di scegliere la sicurezza, ma il suo cuore combatte per me e lo spinge a riflettere sulla frase che ha detto l'Intrepida prima di venire uccisa: Jeanine è il capo e quindi lui è sacrificabile.
Eric sa di averla tradita e inizia a temere che lei l'abbia già intuito. Forse non lo ucciderà, ma quasi sicuramente finirebbe tra gli ipnotizzati.
Qualsiasi sia la sua scelta, non ci sono certezze, l'unica cosa che può fare è decidere come vuole vivere: da fuggiasco o da sonnambulo.
«Ok, andiamo» dice afferrandomi per un braccio.
Sfuggo alla sua presa, faccio qualche passo indietro e incrocio le braccia. Lo guardo dritto negli occhi restando immobile.
«Scelgo te» esclama stringendomi tra le sue braccia. «Adesso andiamo, non abbiamo più molto tempo e...»
Eric viene interrotto da una raffica di forti scoppi che provengono da sotto di noi. Qualcuno sta sparando all'interno dell'edificio, qualcosa deve essere andato storto.
«Cosa sta succedendo?» gli domando spaventata.
«Non lo so e non me ne frega niente. Dobbiamo andarcene via da qui.»

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