CAPITOLO 24 (Prima Parte)

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Mi sento stordita. Dentro di me il rimorso, la tristezza, la rabbia e l'incredulità gridano come sirene in agonia, straziandomi. Il senso di colpa mi schiaccia.
Sono seduta in un angolo del Pozzo, con le ginocchia strette al petto e mi dondolo avanti e indietro fissando il ciglio dello strapiombo. In quel punto, solo poche ore fa, giaceva il corpo senza vita di Al, infilato malamente in un sacco nero troppo piccolo per lui.
Non riesco a credere che sia successo veramente, la mia mente non lo accetta, penso ancora che sia vivo da qualche parte, magari sdraiato sulla sua branda nel dormitorio o seduto ad un tavolo della mensa. Allo stesso tempo sono consapevole che non lo rivedrò mai più.
Vorrei odiarlo per la sua scelta, ma non riesco a condannarlo per quello che ha fatto. Non posso sapere cosa sentiva dentro di sé quando ha deciso di buttarsi nello strapiombo. Mi aveva confidato di aver scelto gli Intrepidi anche per la stima che hanno di loro i suoi genitori, il suo sarebbe stato un doppio fallimento e, ne sono certa, la cosa che gli faceva più male era l'aver deluso la sua famiglia.
Mi domando se, prima di saltare, ha pensato a come si sarebbero sentiti i suoi genitori.
Il peso della sua morte graverà sulle loro vite ed è un peso immensamente più grande di quello del fallimento. La vergogna di avere un figlio Escluso non è niente in confronto al non avere più un figlio.
Saperlo vivo, anche se ai margini della società, sarebbe doloroso ma non straziante come fissare la sua foto che, anno dopo anno, sbiadisce sopra alla fredda lastra di pietra della sua tomba.
«Silenzio, tutti quanti!» grida Eric.
Qualcuno colpisce qualcosa che sembra un gong e le grida della massa di Intrepidi a poco a poco si placano, anche se i mormorii proseguono.
«Grazie» continua Eric. «Come sapete, siamo qui perché la scorsa notte Albert, un iniziato, si è gettato nello strapiombo».
Anche i mormorii cessano e rimane solo il fragore dell'acqua contro le rocce.
«Non sappiamo perché» dice Eric «e sarebbe facile piangere la sua perdita, stasera. Ma noi non abbiamo scelto una vita facile quando siamo diventati Intrepidi. E la verità è...»
Lo sappiamo benissimo il perché e ne siamo tutti responsabili. Io che non ho fatto niente quando la notte lo sentivo singhiozzare e tu perché non sei intervenuto per mettere un freno alle violenze di Peter. Sono convinta che se lui fosse stato sbattuto fuori dalla fazione Al sarebbe ancora vivo.
«La verità è che Albert ora sta esplorando un luogo ignoto, incerto. È saltato nell'acqua impetuosa per raggiungerlo. Chi tra noi è così coraggioso da avventurarsi in quella oscurità senza sapere che cosa nasconde? Albert non era ancora un membro effettivo, ma possiamo essere sicuri che sarebbe stato uno dei più coraggiosi
Grida e ovazioni si levano dal centro della folla. Mi fanno venire il voltastomaco.
«Noi lo celebriamo ora e lo ricorderemo sempre!» grida Eric. Qualcuno gli passa una bottiglia scura e lui la solleva. «Ad Albert il Coraggioso!»
«Ad Albert!» strepita la folla. Tutt'intorno a me gli Intrepidi sollevano le braccia mentre scandiscono il suo nome. L'unica cosa che conoscono di lui. Un nome, un volto nella folla, senza una storia, per loro è questo Al: uno dei tanti. Nessuno lo conosceva ma tutti lo acclamano come se fosse un'eroe della fazione. Questa è una delle cose che odio delle commemorazioni, siamo tutti eroi e santi da morti. A peggiorare la cosa, sul pulpito, al posto di un signor nessuno c'è Eric e quello che ha detto mi mette i brividi. Da quando togliersi la vita è un gesto coraggioso? Solo un attimo e tutto è finito, niente più problemi, dolore, paura e... niente più vita. Ne vale davvero la pena?
Non è coraggio scappare. Il vero coraggio è andare avanti, per quanto sia dura e per quanto incerto e angosciante possa apparirci il futuro.
Al è stato codardo, il vero coraggio lo ha dimostrato Myra quando ha deciso di seguire Edward. Avrebbe potuto voltargli le spalle e combattere per restare negli Intrepidi, è lei la più coraggiosa, non degli Intrepidi ma di tutte le persone all'interno della Recinzione. Lei si sarebbe meritata un discorso di commiato come questo. Lei deve essere ricordata per il suo grande coraggio.
Mi volto verso Eric, mi sta osservando. Mi alzo, gli lancio un'occhiata carica di disappunto ed esco velocemente dal Pozzo.

Cammino in uno dei corridoi che portano al Pozzo, non so dove sto andando, mi sembrano tutti uguali e non credo sarò mai in grado di distinguerli. Non importa, io non ho una meta, voglio solo allontanarmi da Eric e dalle sue pecore Intrepide.
Nella semioscurità vedo due figure che si allontanano dalla luce azzurra vicino alla fontanella.
«È tutto quello che sai dire?» Riconosco la voce di Tris. «Che devo stare attenta? Tutto qui?» Dal suo tono di voce capisco che è irritata.
Peter. Non posso credere che sia già tornato alla carica. La rabbia esplode dentro di me. Questa volta non intendo starmene in un angolo a non fare niente. Non mi importa se per Eric è un elemento importante, io gli spezzo il collo.
Mi levo la giacca ma, prima di avere il tempo di lanciarla a terra, la voce di Quattro frena la mia furia.
«Non intendo ripetertelo più, per cui ascoltami bene» lo sento dire «Ti stanno tenendo d'occhio. Te, in particolare.»
Vorrei poter affermare che è una sorpresa ma mentirei a me stessa. La classifica del secondo modulo mi ha insospettita, ho sperato fosse solo una delle mie tante paranoie ma purtroppo non è così. Tris è una Divergente.
Non è difficile intuire chi la sta tenendo d'occhio. Immagino che uccidere una delle mie amiche faccia parte delle cose che Eric non può rivelarmi perché non sarei in grado di accettarle e che mi farebbero allontanare da lui. Pensava di sistemare le cose con un altro bel discorso su quanto sia coraggioso buttarsi nello strapiombo? Vorrei odiarlo, sbatterlo fuori dalla mia vita, ma non ci riesco e questo mi fa odiare me stessa.
«Se fossi in te, mi preoccuperei di far credere che stai perdendo l'inclinazione all'altruismo, perché se lo notano le persone sbagliate... beh, non sarà un bene per te» sento dire da Quattro. La sua affermazione mi incuriosisce.
«Perché? Che gliene frega delle mie intenzioni?» domanda Tris.
«Le intenzioni sono l'unica cosa che gli importa. Ti fanno credere che è quello che fai che gli interessa, ma non è così. Loro non vogliono che tu agisca in un certo modo, vogliono che pensi in un certo modo. Così sei facile da capire, così non rappresenti una minaccia.»
È la stessa cosa che Eric ha detto a me. Come fa Quattro a sapere tutte queste cose?
Se fosse anche lui un Divergente? No, non è possibile, ha fatto l'iniziazione insieme a Eric e a lui non sfugge niente. Potrebbe essere stato bravo a nascondere la sua natura, magari Eric l'aveva intuito ma Quattro è riuscito a non lasciare prove della sua divergenza e questo l'ha salvato. Il profondo odio di Eric ne suoi confronti inizia ad avere più senso, aveva capito ma non era in grado di dimostrarlo. È stato sconfitto da Quattro in tutti i modi possibili: il migliore del loro corso, una leggenda per il numero delle sue paure, primo scelto per il ruolo di capofazione e, dulcis in fundo, il Divergente che Eric non è stato in grado di smascherare.
Non ha molto senso, se Eric l'avesse voluto morto se ne sarebbe infischiato delle prove, l'avrebbe fatto fuori come Peter ha cercato di fare con Tris. Ma lui è ancora vivo, quindi qualcosa o qualcuno ha impedito a Eric di eliminarlo.
Quattro durante l'iniziazione ha scoperto che Eric era in combutta con gli Eruditi, poteva riferirlo ai capifazione ma, a quanto pare, sarebbe stato inutile perché, da quello che ho scoperto ascoltando la conversazione tra Eric e Jeanine, è stata lei a fargli avere il posto di capo. Questo mi fa supporre che non sia l'unico in questa fazione ad avere legami con gli Eruditi.
In ogni caso, non spiega come Quattro sia sopravvissuto a Eric. Lui mi ha detto che non è un normale Abnegante e che questo bastava a fargli tenere la bocca chiusa. Credo che sia questa la chiave dell'enigma. Eric gode della protezione degli Eruditi mentre Quattro quella degli Abneganti. Questo non risolve l'enigma ma ne crea altri. Quanto potere possono avere gli Abneganti? È stato affidato loro il Governo, ma non riesco a credere che dietro al loro altruismo e alla loro umiltà ci siano torbidi giochi di potere.

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