CAPITOLO 22 (Terza Parte)

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Eric ed io abbiamo passato le ultime due ore a guardare in ogni angolo del suo appartamento, ma non abbiamo trovato nessuna telecamera. Anche dopo la minuziosa ispezione non mi sentivo al sicuro e così abbiamo deciso di chiuderci in un ripostiglio, ovviamente dopo averlo svuotato completamente per essere sicuri che davvero non ci fossero telecamere o microfoni. Eric non ha perso l'occasione per ricordarmi che la mia paranoia riesce a raggiungere livelli sempre più alti. Forse ha ragione, ma dopo aver scoperto cosa accade ai Divergenti, ho iniziato a vedere tutto con occhi diversi e ad avere davvero paura.
«Tutta la verità. Ora.» esordisco sedendomi a terra.
Eric si siede davanti a me e sospira.
«Lavoro per Jeanine, sono qui perché serviva apportare qualche modifica a questa fazione.»
«Un esercito al servizio degli Eruditi» intervengo io «suppongo per rovesciare gli Abneganti. Non basta qualche anno per fare il lavaggio del cervello a un'intera fazione, come pensate di farvi ubbidire senza provocare una rivolta interna?»
Eric sospira di nuovo e si guarda intorno, come se cercasse un modo per scappare da questa discussione. Ha paura, crede che quello che sentirò mi farà cambiare radicalmente idea su di lui e che lo abbandonerò. Mi sottovaluta, so che uccidere i miei simili è uno dei suoi compiti, il più importante a quanto dice Jeanine, ma in un modo che non mi so spiegare lo sto accettando, cosa ci può essere di peggio?
«Jeanine ha creato un nuovo e potente siero in grado di controllare le persone a distanza e per lungo tempo» confessa tenendo lo sguardo basso.
Mi si gela il sangue quando quest'ultima tessera del mosaico prende il suo posto. Intrepidi, addestrati a combattere e armati fino ai denti, senza più coscienza e volontà, che marciano uniti verso gli Abneganti che, come noi Pacifici, hanno bandito aggressività e violenza. Sarà un massacro.
«Non ti limiterai ad uccidere solo i Divergenti, ti spingerai oltre, sterminerai gli Abneganti» esclamo sconvolta e mi copro il viso con le mani perché lui non possa vedere il mio disgusto. «È orribile.»
«No, non accadrà loro niente di male» si affretta a replicare. «Non reagiranno, non è nella loro natura. Si arrenderanno e nessuno si farà male.»
«Se vi sbagliaste?» gli chiedo, domandandomi se crede veramente in ciò che dice o sta mentendo anche a sé stesso.
«Ragiona, sono Abneganti, nessuno di loro avrà il coraggio di affrontare un esercito di Intrepidi. Preleveremo i loro capi e gli Eruditi subentreranno al loro posto. Non sarà una guerra come stai immaginando, solo una riorganizzazione dei loro vertici.»
«Cosa accadrà dopo?»
«Gli Eruditi saliranno al Governo e guideranno le fazioni in una nuova era, fatta di prosperità e ricchezza. Le risorse tenute nascoste dagli Abneganti verrano divise equamente tra le fazioni» gli brillano gli occhi mentre lo dice «sarà un bene per tutti quanti.»
Non è possibile che ci creda veramente. Gli Eruditi non sono altruisti, sono convinta che queste fantomatiche risorse nascoste finiranno tutte nella loro fazione. Ma Eric sembra esserne davvero convinto ed io non posso che provare tenerezza per lui.
Lo hanno plagiato per bene, probabilmente gli hanno anche offerto una buona posizione nel nuovo Governo, ma temo che alla fine saranno solo briciole della ricchezza e del potere che tanto desidera. Lo capirà, ma sarà troppo tardi e allora il suo mondo crollerà.
So che quello che sta facendo è sbagliato, che ci saranno vittime e lui le avrà sulla coscienza per tutta la vita, ma se lo abbandono, lui sarà solo quando capirà di essere stato solamente una pedina e l'impatto con la realtà lo distruggerà.
Lo amo, ma sono pronta a congiungere le mie mani con le sue e lasciare che il sangue degli innocenti le bagni e scivoli dentro di me fino a macchiare per sempre la mia anima? È mostruoso, ma sì, temo di riuscire a sopportarlo.
«Quando sarà quel giorno?» prendo le sue mani tra le mie e aggiungo: «Quale sarà il mio compito?»
Prima di avere modo di rispondermi, qualcuno bussa con forza alla porta. Eric va ad aprire ed io non riesco a resistere alla curiosità di sapere chi è così coraggioso da disturbarlo a casa sua a notte fonda.
È un uomo pelato con un tatuaggio di una tigre che gli occupa tutta la testa. Sembra agitato, gesticola e scuote il capo, ma tiene la voce bassa ed io riesco a sentire solo poche parole: iniziati, infermeria e pestaggio.
Non mi serve sapere altro, non è difficile immaginare chi può aver aggredito degli iniziati. Peter ha colpito ancora e questa volta la prima in classifica è Tris.
Esco dal ripostiglio, incrocio le braccia e fisso l'uomo come se la sua presenza fosse un fastidioso imprevisto.
Lui non fa una piega, si limita a lanciare una veloce occhiata d'intesa a Eric e poi riprende a parlare. Domani sarò il pettegolezzo del giorno, di nuovo.
Eric lo liquida velocemente dicendo che se ne sarebbe occupato l'indomani.
«Questa volta chi è stato aggredito da Peter?» domando, facendo una smorfia.
«Non si sa, ma sia lui che Drew adesso sono in infermeria.»
«Grande!» esulto.
Finalmente qualcuno l'ha fatta pagare a quei due bastardi, dovrebbero farlo capofazione solo per questo motivo.
«La Rigida...» mormora Eric «Quattro questa volta non ha scampo» esulta.
«Cosa c'entra Quattro?» gli domando.
È stato aggredito insieme a Tris? Non ha senso, Peter non è così pazzo da attaccar briga con un istruttore.
«Quando ti sono corso dietro, l'ho visto spuntare da un corridoio con in braccio la Rigida. Non era messa bene e lui aveva le mani sporche di sangue» mi racconta, sorridendo in modo inquietante. «È stato lui ad aggredire Peter e Drew, è sufficiente per farlo sbattere fuori.»
«Ha solo fatto il suo dovere di Intrepido: salvare una persona in difficoltà. Peter ce l'ha a morte con Tris e non solo con lei, Edward ed io abbiamo provato sulla nostra pelle cosa vuol dire essere sulla sua lista nera.»
«Doveva lasciare che se la vedessero tra di loro» esclama Eric seccato.
«Certo, proprio come hai fatto tu quella sera al fiume» ribatto.
«Stava per ucciderti, cosa dovevo fare?» si giustifica.
«Quello che hai fatto, salvarmi, come Quattro ha fatto con Tris.»
Eric mi guarda sconfitto. Non può rimproverarlo per quello che ha fatto perché lui si è comportato esattamente nello stesso modo.
«Perché ce l'hai tanto con Quattro, cosa ti ha fatto?» gli domando candidamente, ma capisco subito che avrebbe preferito che gli domandassi quanti Divergenti ha torturato e ucciso.
Abbassa lo sguardo, solleva le spalle e poi scuote il capo. Sta cercando una scusa credibile per non dirmi la verità. Non posso biasimarlo, farei la stessa cosa se qualcuno mi ponesse una domanda alla quale non risponderei neanche sotto tortura.
«Aveva scoperto il mio legame con gli Eruditi e mi ricattava» risponde tenendo i suoi occhi fissi nei miei.
È credibile, il suo linguaggio del corpo suggerisce che è il solo e unico motivo, ma l'odio per Quattro è così profondo da rendere inefficace la sua finzione.
«Non sono così stupida, tu odii a morte Quattro, c'è sotto dell'altro.»
«Non ne voglio parlare, sono affari miei e basta.»
«È per la classifica?» incalzo.
«Basta!» grida «ti ho detto che non ne voglio parlare!»
Nei suoi occhi leggo frustrazione e imbarazzo. Essere stato battuto da Quattro e diventare la seconda scelta dei capi deve bruciarli più di quanto immaginavo. I ragazzi sono orgogliosi e competitivi di natura, non avrei dovuto insistere in quel modo.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio. «Scusami» mormoro stringendolo.
Sento i suoi muscoli rilassarsi e le sue braccia stringersi intorno ai miei fianchi.
«È umiliante sapere che proprio un Rigido mi ha battuto» confessa «e come se non bastasse, devo sopportare commenti come: tu ha fatto l'iniziazione con il leggendario Quattro, quello che ha solo quattro paure. È frustrante e mi fa sentire una nullità.»
Per questo motivo si chiama così, non è lui ad avere scelto quel soprannome, gli è stato dato dagli altri, magari proprio dai capi. Eric, il prescelto da Jeanine, superato da Quattro, non un normale iniziato, ma un trasfazione venuto dagli Abneganti che per gli Eruditi sono come il fumo negli occhi.
Non mi sono mai fermata a riflettere su quanto potesse pesare a Eric la loro rivalità, per me era solo un posto in classifica, la sconfitta in un combattimento o un tempo migliore nelle simulazioni, non ho tenuto conto dell'odio che c'è tra le loro fazioni d'origine. Sono una Pacifica, la gente ci scherza continuamente sulla mia fazione, ma nessuno la odia, come potevo immaginare l'inferno di Eric?
«Tu non sei una nullità. La persona più intelligente del mondo ti ha scelto per un incarico molto importante e delicato» gli sussurro accarezzandogli la base del capo «Hai ottenuto il rispetto dei membri degli Intrepidi e tutto ciò che dici è legge. Quattro è solo un istruttore e il suo unico risultato degno di nota è il punteggio ottenuto nella sua iniziazione. Siamo onesti, che altro ha fatto di importante in questi due anni?»
Sto mentendo, Quattro è un ottimo istruttore e una brava persona, ma le mie parole hanno un effetto miracoloso su Eric. Mi sorride compiaciuto e vederlo così fa sentire bene anche me.
Non vado fiera di ciò che gli ho visto fare durante l'iniziazione, ma sono fiera di quello che sta facendo per me: cercare di salvarmi quando dovrebbe consegnarmi agli Eruditi.
Ormai ho capito come ragiona Eric, aiutarmi significa tradire gli Eruditi, rischiare di perdere tutto ciò per cui ha lavorato. Io, una ragazzina pasticciona e paranoica, sto stravolgendo i suoi ideali.
Non mi faccio strane illusioni, so che le persone non cambiano, ma sono convinta che possano migliorare ed Eric mi sta dimostrando che questa mia speranza non è solo un'illusione creata dalla mia testa, lui è la prova che, anche se non radicalmente, una persona può cambiare.
«Lo so che non lo pensi davvero» mormora Eric.
«Forse non vado fiera di ciò che hai fatto in passato, ma i rischi che hai accettato di correre per proteggermi, fanno di te un vero Intrepido. Questo mi rende fiera di te.»
Sono pronta, sento di poter affrontare tutto quello che comporta stare insieme ad una persona come Eric. Tutti mi odieranno e probabilmente mi odierò anche io quando quel giorno arriverà, ma Eric è diventato tutto il mio mondo. È lui la mia fazione.

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