I due uomini ci scortano fino alla strada dove Eric ha parcheggiato e ci osservano salire sull'auto. Non vedo il motivo di tanta paranoia, le strade sono piene di persone di altre fazioni, anche di Intrepidi, pare che solo noi due sembriamo essere quelli di troppo.
Eric non li guarda neanche, mette in moto e si dirige verso gli edifici più vicini alla palude.
«Pensiero scientifico?» domanda Eric rompendo il silenzio. «Non avevamo concordato cosa dire e come comportarsi?»
«Ed è quello che ho fatto. Seguace degli Eruditi e mietitrice di Divergenti. Piena di rancore ma non senza cervello come i suoi nuovi mastini. In questo modo sarà certa che non commetterò passi falsi rischiando di mandare tutto all'aria» gli rispondo sentendomi fiera di me. «Smettila di preoccuparti, è andata bene, mi adora» aggiungo.
«È stato un azzardo. Aveva dubbi su di te. Il test attitudinale ha dato come risultato Pacifica ed è in quel modo che avresti dovuto comportarti, ma tu le hai dimostrato che in te c'è anche una parte Erudita.»
«E Intrepida» puntualizzo «Jeanine è un genio e ha capito benissimo che non ho niente degli Eruditi ma volevo solo far colpo su di lei e che è stato il Divergente che ti sei inventato a trasformarmi in uno spietato giustiziere Intrepido.»
Eric mi lancia un'occhiata e poi torna a concentrarsi sulla guida. La mia affermazione ha una sua logica e credo l'abbia convinto che non c'è nulla da temere, visto che non ha immediatamente ribattuto.
«Il fatto che la tua non sia l'unica anomalia registrata quest'anno e nella stessa postazione, potrebbe far pensare a un problema con il macchinario o con il siero» dice con un tono che non mi piace. «Però è strano che le uniche due persone coinvolte nell'anomalia abbiano ottenuto buoni risultati nella seconda fase dell'addestramento.»
«Chi è l'altra?» domando, anche se so già la risposta: Tris. Lei è una Divergente, se l'ha capito Quattro, sicuramente l'avrà fatto anche Jeanine.
«La tua amica Tris» risponde sorridendo in modo inquietante.
Io resto in silenzio, non so cosa dire perché temo di peggiorare la situazione di Tris. Potrei dare a Eric la conferma che lei è una Divergente e non so se Quattro sia in grado di proteggerla dagli Eruditi.
«Quante fazioni ha evidenziato il tuo test?» mi domanda, fermando l'auto ai margini della palude.
Un'imboscata. È questo il mio primo pensiero. Eliminarmi all'interno della sede degli Eruditi o in quella degli Intrepidi sarebbe stato rischioso, mentre qui, a pochi passi da una palude dove nessuno troverebbe il mio cadavere, sarebbe il posto ideale.
Non posso credere che abbia recitato così bene per tutto questo tempo. Perché farmi credere di essere innamorato di me? Poteva solo fingersi mio amico, ma probabilmente è davvero sadico come tutti dicono e ha voluto farmi soffrire nel peggiore dei modi.
Cerco di aprire la portiera per scappare via ma lui mi afferra per un braccio.
«Dove credi di andare?» mi domanda in tono annoiato.
«Perché mi hai portata qui? Cosa vuoi farmi?»
Lui sorride come farebbe Eric il crudele torturatore, quello che speravo fosse solo una delle sue sfumature ma che adesso si è rivelata essere l'unica.
«Ucciderti» mi sussurra all'orecchio.
Mi si gela il sangue e mi sento andare in pezzi. Paura, incredulità e sconforto esplodono tutte insieme dentro di me e mi paralizzano.
Eric scoppia a ridere, una risata fragorosa che mi destabilizza ancora di più. Mi trascina a sé e mi abbraccia.
«Sto scherzando» esclama continuando a ridere «volevo solo farti vedere dove sono cresciuto».
Mi lascia andare e scende dall'auto. Lo seguo con le gambe che mi tremano così tanto da dovermi tenere stretta alla portiera per non crollare a terra.
Eric fa velocemente il giro dell'auto, mi prende in braccio e mi mette a sedere sul cofano continuando a tenermi un braccio intorno alla vita per sorreggermi.
«Ti sembrano scherzi da fare?» borbotto con la voce ancora tremolante.
«Vedi quel palazzo?» dice ignorando la mia lamentela e indicando un edificio alto a una ventina di metri da noi. Di tutto il complesso degli Eruditi è il più vicino alla palude ed è separato da quel melmoso acquitrino solo da un basso muro di cemento pieno di graffiti.
«Terza finestra dall'alto e sesta dal lato opposto della colonna degli ascensori» dice contando con il dito le finestre «Quella era la mia camera, poi c'è il bagno e la finestra illuminata è quella della sala» aggiunge con un velo di malinconia nello sguardo.
«Ti mancano?» gli domando appoggiando la mia mano sulla sua.
Eric solleva le spalle e sospira. «Un po', ma è così che va la vita.»
«Io credo di no» dico stringendomi a lui. «Non sarebbe bello se fossimo liberi di mantenere i rapporti con la nostra famiglia? In fondo cosa cambierebbe? Abbiamo scelto di proteggere la città e i suoi abitanti. Andare a trovare la nostra famiglia non influirebbe sul nostro lavoro, anzi ci aiuterebbe a svolgerlo meglio allentando un po' la tensione.»
«La Scelta segna il nostro passaggio all'età adulta e tornare da mamma e papà renderebbe più difficile diventare completamente indipendenti.»
«Non sono d'accordo. Non farebbe nessuna differenza, se non quella di avere una responsabilità in più e questo ci renderebbe più maturi» cerco di spiegargli senza riuscirci come vorrei. «Loro si sono presi cura di noi per sedici anni e credo sia giusto fare la stessa cosa quando saranno vecchi. Invece noi li abbandoniamo dimenticandoci di tutto quello che hanno fatto per noi. Non lo trovo giusto.»
«La loro fazione si occuperà di loro.»
«Come fanno gli Intrepidi?» domando polemica.
«Tutti gli animali abbandonano il nido quando raggiungono l'età adulta e...» cerca di rispondere, ma io lo interrompo prima che possa darmi l'ennesima lezione su come vanno le cose all'interno della Recinzione.
«Tu hai da poco abbandonato lo status di figlio, tra qualche anno entrerai in quello di genitore e sedici anni dopo i tuoi "cuccioli" ti abbandoneranno. Pensi davvero di salutarli dopo la Scelta e riprendere la tua routine come se nulla fosse? Senza sentire la loro mancanza?»
«Mi mancheranno, è ovvio, ma queste sono le regole. Le fazioni funzionano così da sempre e quindi è il comportamento più giusto da seguire» afferma, anche se con poca convinzione.
Questo mi fa sentire sollevata perché dimostra che Eric non è ciecamente devoto al sistema delle fazioni ma sembra avere qualche dubbio e quindi ragiona con la sua testa. Tutto ciò mi dà la speranza di riuscire a fargli cambiare idea su quello che accadrà dopo il colpo di stato progettato dagli Eruditi. So di non avere speranze di evitare che partecipi all'invasione, non ho il tempo per convincerlo, però potrei allontanarlo da tutto quello che verrebbe dopo.
Non so esattamente quali siano i piani di Jeanine, ma dopo un massacro non può venire niente di buono. Sono convinta che la situazione precipiterà e non saranno solo i Divergenti a fare una brutta fine. Non credo che le altre fazioni reagiranno in modo pacifico sottomettendosi agli Eruditi e al loro esercito di Intrepidi drogati dal nuovo siero di Jeanine. In più, se è simile a quello delle simulazioni non durerà in eterno, prima o poi dovranno svegliarsi e ricorderanno tutto. Ci sarà una rivolta, non è un dettaglio insignificante, come ha fatto Jeanine a non tenerne conto? No, non è possibile, lei non è una sprovveduta, ma non riesco a immaginare come riuscirà a tenere a bada un'intera fazione inferocita e addestrata a combattere.
«Come funziona esattamente il siero che userete?» domando a Eric costringendolo ad abbandonare il suo viaggio nei ricordi. Mi dispiace, sembrava sereno, ma ben presto avremo una dura realtà da affrontare e voglio essere preparata.
«È un po' complicato da spiegare a chi non ha dimestichezza con...» si interrompe perché realizza che mi sta dando della stupida. «Quello che voglio dire è che non è facile neanche per gli Eruditi, in pochi hanno accesso allo studio dei sieri di Jeanine» aggiunge.
«Prova con parole semplici. Fai finta che io sia una Pacifica un po' tarda.»
«È simile al siero che hai provato, agisce sul cervello. Invece di creare una proiezione della realtà come nel test attitudinale o scatenare le paure come nella simulazione dello scenario, prenderà il pieno controllo della mente. Loro vedranno e sentiranno, ma non elaboreranno i dati come prima, gli ordini arriveranno attraverso i trasmettitori contenuti nel siero. Sarà il computer a comandarli come...»
«Come marionette» intervengo «questo l'avevo capito, ma cosa succederà quando gli Intrepidi si sveglieranno e capiranno di essere stati usati?»
«Non lo sapranno mai. Il computer, prima di terminare la connessione, eseguirà un programma che li convincerà che sia stata una loro scelta.»
«Quindi vuoi dirmi che persone come Quattro o Tris, saranno convinti di aver agito spontaneamente anche se quello che faranno va contro ai loro principi? Io non lo credo possibile, dovrebbe far loro il lavaggio del cervello!» esclamo incredula, ma poi ricordo con chi ho a che fare, con gli Eruditi e Jeanine, il loro super genio che sarebbe davvero in grado di creare una simile mostruosità.
«Solo se sono Divergenti» risponde.
Vorrei chiedergli cosa accadrebbe se lo sono, ma conosco già la risposta e mi mette i brividi. Loro moriranno non perché Jeanine crede che siano dannosi o per qualche suo oscuro motivo personale, ma perché saranno gli unici a ricordare cosa è successo realmente. Saranno testimoni scomodi da eliminare per evitare che raccontino cosa sono stati in grado di fare gli Eruditi pur di prendere il controllo della città.
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D I V E R G E N T E
Science FictionDopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. The...