CAPITOLO 31 (Prima Parte)

4.3K 442 124
                                    


Mentre torniamo alla mensa, studio con attenzione il volto di Eric sperando di non vedere il classico sguardo annoiato e un po' scocciato che di solito sfoggia quando siamo insieme in mezzo agli Intrepidi. Non ce n'è traccia, sembra più rilassato e allegro, addirittura sorride.
Quando arriviamo alla porta, ci separiamo. Io raggiungo il tavolo dove sono seduti Will, Christina e Tris; Eric invece va dalla parte opposta e raggiunge gli altri capifazione.
Arrivo appena in tempo per sentire Tris domandare a Christina quale lavoro vorrebbe svolgere.
«Mi piacerebbe un lavoro come quello di Quattro. Addestrare gli iniziati, terrorizzarli a morte. Insomma, qualcosa di divertente. E tu?» le risponde.
«Credo... potrei fare l'ambasciatrice presso le altre fazioni. Essere una trasfazione mi aiuterebbe.»
«Speravo tanto che dicessi tirocinante-capofazione» sospira Christina. «Perché è quello che vuole fare Peter. Non la smetteva più di parlarne prima, nel dormitorio.»
«Ed è quello che voglio fare io» si intromette Will. «Spero di essermi classificato meglio di lui... ah, giusto, e di tutti gli interni. Mi ero dimenticato di loro.» Geme. «Oddio, sarà impossibile.»
«No, non lo è» lo conforta Christina, allungando la mano e intrecciando le dita con le sue. Quanto vorrei che Eric fosse qui a fare la stessa cosa.
«E tu, Theia?» mi chiede Will.
Se gli dico che vorrei lavorare a contatto con i capifazione lo attribuirebbe a quello che provo per Eric e ne uscirei come la classica scema che non vede altro che il suo ragazzo. Non mi piace che la gente pensi questo di me perché non è così, voglio stare con Eric ma non voglio passare tutto il giorno insieme a lui, anche se siamo una coppia vorrei mantenere un minimo di indipendenza. In ogni caso non ha importanza, ora che so qual è il suo ruolo negli Intrepidi, siamo legati a doppio filo, non posso più tirarmi indietro.
«All'inizio volevo pattugliare la zona oltre la Recinzione, ma ho capito che volevo solo sentirmi più vicina alla mia vecchia casa» confesso candidamente «Eric mi ha suggerito che lavorare all'interno del complesso sarebbe una scelta più saggia.»
«Che è un modo per dire che lavorerai per lui» dice Will ammiccando.
Arrossisco e sollevo le spalle. Beccata, ma almeno non l'ho dovuto confessare. Sembra meno patetico se lo dice un amico come Will.
«Domanda» cambia discorso Christina, sporgendosi verso Tris. «I capi, mentre guardavano il tuo scenario della paura... ridevano per qualcosa.»
«Ah, sì?» Si morde il labbro. «Sono contenta che le mie paure li divertano.»
«Hai idea di quale ostacolo fosse?» investiga lei. «No.»
«Stai mentendo. Ti mordi sempre l'interno della guancia quando menti. È il tuo segno rivelatore.» Tris smette di farlo all'istante e inizio a farlo io per trattenere una risata.
«Se ti fa sentire meglio, Will sfrega forte le labbra una contro l'altra» aggiunge.
Lui si copre subito la bocca con la mano.
«E Theia trattiene il respiro» aggiunge guardandomi. Io soffio fuori l'aria dalla bocca e rido. 
«Okay, d'accordo. Avevo paura... dell'intimità» confessa Tris.
«Intimità» ripete Christina. «Nel senso di... sesso?»
Tris si irrigidisce di colpo e annuisce. Se lo sguardo potesse incenerire adesso Christina sarebbe un mucchietto di cenere.
Will scoppia a ridere ed io, per non diventare rossa come un pomodoro, cerco di non pensare a quello che è successo questo pomeriggio con Eric. Non ci riesco, ma per fortuna i miei amici sono troppo concentrati su Tris per notarlo.
«E com'era?» vuole sapere Christina. «Voglio dire, c'era qualcuno che... cercava di farlo con te? Chi era?»
«Ah, boh. Uno senza volto... irriconoscibile» risponde Tris. «Come te la sei cavata con le tue falene?»
«Avevi promesso che non l'avresti mai detto!» grida, dandole una sberla sul braccio.
«Falene» ripete Will. «Tu hai paura delle falene?»
«Non era solo una nube di falene» si difende lei «ma tipo... uno sciame intero. Erano dappertutto. Tutte quelle ali e quelle zampe e...» Rabbrividisce e scuote la testa.
«Terrificante» esclama Will fingendo compostezza. «Ecco la mia ragazza: dura come un batuffolo di cotone!»
«Oh, piantala.»
Da qualche parte si diffonde un rumore stridulo, così forte che devo coprirmi le orecchie con le mani. Eric è in fondo alla sala, in piedi su un tavolo, che picchietta le dita su un microfono. Finita la prova audio, la sala si fa silenziosa e lui si schiarisce la gola prima di cominciare.
«Non siamo bravi a fare discorsi, qui. L'eloquenza la lasciamo agli Eruditi.»
Il pubblico ride. Mi domando se sappiano che lui era un Erudito, una volta; che con tutta la spavalderia e persino la brutalità da Intrepido di cui fa sfoggio, è più un Erudito di qualunque altra cosa. Se lo sapessero, dubito che riderebbero.
«Per cui sarò breve» continua. «Comincia un anno nuovo e abbiamo un nuovo gruppo di iniziati. E un gruppo leggermente più ristretto di nuovi membri. A loro facciamo le nostre congratulazioni.»
Alla parola "congratulazioni" la sala esplode, non in un applauso, ma in un boato di pugni battuti sui tavoli.
«Noi crediamo nel coraggio. Crediamo nell'azione. Crediamo nel superamento delle paure e nella possibilità di espellere il male dal nostro mondo, così che il bene possa fiorire e prosperare. Se anche voi credete in queste cose, vi diamo il benvenuto.»
Mi domando quanto ci sia di vero in questa sua affermazione. Forse poco o addirittura niente, ma non posso non pensare a quanto coraggio gli è servito per accettare ciò che sono e a tradire quello in cui ha sempre creduto. Non importa se è stata Jeanine a mettergli in testa quelle idee, la cosa davvero importante è che lui sia riuscito a sollevare lo sguardo oltre il muro delle sue convinzioni. L'ha fatto con me e forse, in futuro, lo farà anche con gli altri.
«Domani, il primo atto da membri dei nostri primi dieci iniziati sarà di scegliersi la professione, nell'ordine in cui si saranno classificati» prosegue. «La classifica, lo so che è questo che in realtà state aspettando tutti, è stata stilata sulla base della combinazione dei tre punteggi, relativi rispettivamente al modulo di addestramento al combattimento, al modulo delle simulazioni e all'esame finale, lo scenario della paura. La classifica apparirà sullo schermo alle mie spalle.»
Non appena pronuncia la parola "spalle", i nomi compaiono sul monitor, che occupa quasi l'intera parete.
Accanto al numero uno appare la foto di Tris con accanto il suo nome. Subito sotto di lei ci sono io.
Dovrei essere felice, ma sospetto che dietro a quel punteggio ci sia lo zampino di Eric. Ha esagerato, qualsiasi posto in classifica non avrebbe influito sul mio futuro lavoro; lui è uno dei capi e pupillo di Jeanine, può fare tutto quello che vuole e ignorare le regole di assegnazione. Il resto della fazione mi avrebbe odiata, ma sarebbe accaduto comunque visto il ruolo che giocherà Eric nel colpo di stato. Memoria modificata o no, prima o poi, tutti capiranno di essere stati manipolati dagli Eruditi aiutati da Eric ed io, come sua ragazza, dividerei con lui l'odio di tutti quelli che vivono all'interno della Recinzione.
Sento acclamazioni, risate, grida. Christina indica lo schermo, gli occhi spalancati e lucidi. Continuo a scorrere la classifica.
3. Uriah 
4. Lynn
5. Peter
6. Will
7. Christina
8. Marlene
Peter è solo al quinto posto e domani saremo fianco a fianco, so che troverà il modo di tormentarmi quando Eric non sarà nei paraggi.
Proseguo nella lettura della lista. L'otto, il nove e il dieci sono interni di cui conosco appena i nomi. L'undici e il dodici sono Molly e Drew. Entrambi sono stati eliminati. I due tirapiedi di Peter sono degli Esclusi. Tiro un sospiro di sollievo, sarà solo. I suoi due tirapiedi non potranno dargli manforte d'ora in avanti.
Uriah mi corre incontro si congratula e mi abbraccia con un po' troppa forza. Sorrido e ricambio. Wille e Christina si baciano e un po' li invidio, a differenza di me, loro possono manifestare il loro entusiasmo liberamente.
Cerco Eric tra la folla e lo vedo in piedi, appoggiato contro una colonna. Sorride e mi fissa come se si aspettasse che io corra da lui. Forse sto interpretando male il suo linguaggio del corpo, non m'importa, voglio andare da lui.
Quando lo raggiungo si congratula dandomi una pacca sulla spalla. Le cose non sono cambiate. Cerco di nascondere la mia delusione anche se so che a Eric non si può nascondere nulla.
«Che c'è?»
«Una pacca sulla spalla?» mi lamento.
«Tu sei ossessionata» dice sorridendo e, finalmente, mi stringe a sé.
Non sono ossessionata, mi aveva detto che era sconveniente mostrarsi troppo intimi durante l'iniziazione e che dopo avremmo potuto uscire allo scoperto, ma vedo che non è così. So di essere diventata ufficialmente un membro della fazione da pochi minuti e che probabilmente è ancora presto, però ormai quello che c'è tra me e lui è sulla bocca di tutti da giorni, non ha senso mantenere ancora le distanze.
«Non vuoi andare a festeggiare con i tuoi amici come fanno tutti?» mi chiede, indicando con un cenno del capo Uriah che sta agitando le braccia mentre Will e Christina cercano di contenere il troppo entusiasmo che ci sta mettendo. Li capisco, per loro Eric è rimasto il terribile aguzzino.
Io sposto lo sguardo da Eric ai miei amici più volte, indecisa su cosa fare. Non è da lui farmi una simile proposta e la cosa mi confonde parecchio. In più, dopo quello che è accaduto tra di noi questo pomeriggio, speravo che volesse passare la serata con me.
«Vai» mi sussurra Eric all'orecchio «però cerca di non fare troppo tardi, sai bene cosa ci aspetta domani».
Mi dà un bacio sulla fronte e raggiunge il gruppetto dei capifazione in fondo alla sala.
Raggiungo i miei amici pensando che, dopo quello che è accaduto al magazzino, Eric sta cecando di dimostrarmi che non è il ragazzo geloso al limite dell'ossessione che mi ha colpita più volte e che vuole tenermi lontana da tutti. Lo conosco, so che probabilmente passerà la serata a farsi paranoie su quello che combinerò ma, allo stesso tempo, sarà consapevole che non ha nulla da temere e che non lo tradirò.
«Allora, possibile futura capofazione, che si fa di bello per festeggiare?» mi domanda Uriah agitando una bottiglia sotto il mio naso.
Direi che non è il caso di ubriacarsi, domani sarà una giornata pesante e affrontarla con i postumi di una sbornia è una pessima idea, ma sono un'Intrepida ed è il caso di fare cose da Intrepida.
«Niente bevute, ho in mente qualcosa di meglio» rispondo, allontanando la bottiglia. «Cosa ne dite di un po' di sano esercizio fisico?»
«No! Ancora? Non ti è bastato quello che abbiamo fatto durante l'iniziazione?» si lamenta Christina.
«Uriah, cosa succede agli Intrepidi che si tirano indietro davanti a una sfida?»
«La più terribile e imbarazzante delle penitenze. Se fossi in loro accetterei subito» mi risponde agitando in aria la bottiglia.
«Ragazzi, vi sfido a scalare la torre!» esclamo alzando un braccio e puntando il dito verso l'alto.

D I V E R G E N T EDove le storie prendono vita. Scoprilo ora