CAPITOLO 23 (Prima Parte)

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«Quindi stai insieme a Eric?» mi domanda Christina con la classica delicatezza dei Candidi, facendomi andare il caffè di traverso.
Tossisco, Will mi dà qualche colpetto sulla schiena e poi si rivolge a Christina: «Il tatto non è una delle tue qualità.»
Lei gli fa una smorfia e poi torna a fissarmi con curiosità.
Eric ed io non abbiamo mai discusso su cosa dire in una situazione simile, di logica dovrei mentire ma, dopo quello che è accaduto con lui in mensa e quello che mi ha detto subito dopo, mi convinco a confessare ai miei amici come stanno le cose.
«Mi odierete per il resto dei miei giorni se dico di sì?»
«Ovvio!» esclama Christina scoppiando a ridere.
L'hanno presa meglio di quanto immaginassi. Forse Eric ha ragione, sono paranoica. In fondo non c'è niente di male a stare insieme al capofazione che li sta tormentando dal primo giorno... oh cielo, perché non mi odiano? Io stessa mi odio!
«Ma come fa a piacerti?» domanda Uriah spuntandomi alle spalle.
Bella domanda, me la sono fatta molte volte anche io, soprattuto all'inizio. È un bel ragazzo, trovavo i suoi occhi bellissimi. Sebbene solo rabbia, noia e distacco, fossero gli unici sentimenti che trasparivano dal suo sguardo, in fondo a quegli occhi azzurri c'era qualcosa che mi attraeva, qualcosa di buono. Ripenso a tutto quello che è successo da quando l'ho visto la prima volta e non riesco a capire come una semplice attrazione fisica si sia trasformata in qualcosa di più. All'inizio non era dolce, in realtà non lo è mai stato, però è riuscito a dimostrarmi che dentro di lui c'è davvero qualcosa di buono che lui tiene nascosto agli occhi di tutti. Dopo l'aggressione si è preso cura di me, non mi ha coccolata o altre cose zuccherose di quel genere, ma mi ha donato tutto il suo tempo e la sua attenzione. Credo sia il suo modo di dimostrare affetto e mi va bene, non sopporterei un Eric dolciastro perché non sarebbe lo stesso Eric che mi ha fatta innamorare.
«È carino e poi non è così crudele come sembra, almeno non con me. Non è un tipo sdolcinato, non mi fa serenate o cose simili, è più discreto e questo mi piace» gli rispondo, cercando di mantenere un certo contegno, ovviamente non ci riesco.
«Non capisco perché vi sembra così strano che Eric esca con qualcuna» continuo, «insomma, non sarò l'unica ad essere uscita con lui.»
Uriah scoppia a ridere. «Dici... dici sul serio?» domanda senza smettere di ridere di gusto.
«Oh certo, tu sai tutto quello che succede in questa fazione» esclamo facendo una smorfia.
«Io no, ma mio fratello ha fatto l'iniziazione con lui e nessuno lo poteva vedere» mi fa l'occhiolino e poi aggiunge: «e le cose non sono cambiate.»
Anche se l'intera fazione mi dicesse la stessa cosa troverei difficile crederci. Non riesco proprio a farmi entrare in testa il fatto che se io lo trovo irresistibile, non vuol dire che anche tutte le altre la pensino allo stesso modo. Però mi sembra davvero strano che in questa fazione non ci sia un'altra matta come me.
Do un morso al muffin e lancio un'occhiata alla porta della mensa. Vedo entrare Quattro, la mia mente immagina un'infinità di scenari romantici nei quali sono presenti lui e Tris. Allungo il collo per vedere meglio l'entrata di Tris, pronta a cogliere ogni sognante sfumatura nel suo sguardo, ma la porta si richiude alle spalle di Quattro. Ci resto un po' male, pensavo che si sarebbero presentati insieme, magari non mano nella mano, ma comunque insieme. Sospiro. Non sono l'unica che deve sopportare la regola di non farsi vedere insieme in pubblico prima della fine dell'iniziazione.
Sto per voltarmi di nuovo, quando Tris fa la sua entrata in mensa. Cammina lentamente rasentando il muro e tenendo la testa bassa. Gli scenari romantici sfumano via e al loro posto appare la più amara delle delusioni: il rifiuto di Quattro. Però nel suo sguardo non c'è delusione o tristezza, c'è paura. Forse non è Quattro a turbarla, ma quello che i due bastardi le hanno fatto e, a giudicare dall'espressione di Tris, deve essere stato qualcosa di molto peggio delle minacce che mi ha fatto Peter quella sera al fiume sotterraneo.
Si avvicina al nostro tavolo e si siede accanto a Will.
«Che cos'è successo?» sbotta Will a voce bassa.
«Peter, Drew...» mormora e prende un toast facendo una smorfia.
I due bastardi ci sono andati pesanti. So che Eric non muoverà un dito ma qualcuno dovrebbe farlo e la voglia di essere io quel qualcuno è molto forte. Sono stanca di vedere i miei amici tormentati da quei bastardi.
«E...» Inghiotte a vuoto. «E Al.»
«Oddio» esclama Christina, sbarrando gli occhi.
«Stai bene?» chiede Uriah.
Io sono troppo sconvolta per dire qualsiasi cosa, la mia lingua sembra essersi addormentata sul fondo della mia bocca.
Al, il dolce e sensibile Al, non può aver fatto una cosa del genere, lui non farebbe male a una mosca. Ha rischiato di farsi sbattere fuori perdendo volontariamente i combattimenti per non ferire i suoi compagni e, da come ha sempre guardato Tris, credo che ne sia innamorato. Non può averle fatto una cosa del genere.
«Non proprio» risponde Tris.
«Ma tu sei solo...» Uriah si interrompe. «Non è leale. Tre contro uno?»
«Già, perché Peter ci tiene molto a essere leale. È per questo che ha attaccato Edward nel sonno e gli ha cavato l'occhio» ringhia Christina, fa un verso rabbioso e scuote la testa. «Ma Al? Sei sicura, Tris?»
«Sì, sono sicura» dice fissando il suo piatto.
«Deve essere disperato» dice Will. «Si sta comportando... non so... come una persona diversa da quando è cominciato il secondo modulo.»
Le porte della mensa sbattono ed io mi volto per vedere cosa sta accadendo.
Nella sala entra Drew, trascinando i piedi. Il muffin mi cade di mano e rimango a bocca aperta.
Parlare di lividi è un eufemismo. Ha la faccia gonfia e viola, un labbro spaccato e un taglio sul sopracciglio. Tiene gli occhi bassi mentre raggiunge il suo tavolo.
Dentro di me esulto, ma non quanto vorrei. Drew è conciato male ed è stato Quattro a ridurlo così, questo mi fa invidiare Tris. Vorrei che anche Eric avesse conciato in quel modo Peter invece di limitarsi a minacciarlo.
«Sei stata tu?» mormora Will.
Scuote la testa. «No. Qualcuno, non ho visto chi, ma mi ha trovata appena prima che mi gettassero nello strapiombo.»
«Volevano ucciderti?» dice Christina a voce bassa.
«Forse. O forse volevano farmelo credere, solo per spaventarmi.» Solleva le spalle. «Ha funzionato.»
Peter. Non può esserci che lui dietro a tutto questo, riconosco la sua firma. Al e Drew sono il braccio, ma è lui la mente. Eric non può ignorare due aggressioni mortali causate da Peter. Già, dimenticavo, lui è un elemento utile per la sua causa, vorrei sapere quale sia il suo ruolo e quanto è importante.
«Dobbiamo fare qualcosa» suggerisce Uriah a voce bassa.
«E cosa? Picchiarli, per esempio?» Christina sorride. «Si direbbe che ci hanno già pensato.»
«No, il dolore fisico passa» risponde Uriah. «Dobbiamo sbatterli fuori dalla classifica, rovinargli il futuro. Per sempre.»
Sono d'accordo con Uriah, sbatterli fuori è la soluzione migliore, Vivere il resto della loro vita da Esclusi è una condanna perfetta, anche se non mi dispiacerebbe farceli arrivare con un occhio o qualche dito in meno.
Quattro si alza e si ferma in mezzo ai tavoli. La nostra conversazione si interrompe bruscamente.
«Trasfazione, oggi facciamo una cosa completamente nuova» annuncia. «Seguitemi.»
Ci alziamo, Uriah ha un'espressione preoccupata. «Tris, stai attenta» le raccomanda.
«Tranquillo» risponde Will. «La proteggiamo noi.»
Io sono con loro, ma in ogni caso voglio che Eric prenda provvedimenti, magari non ufficialmente, ma deve fare almeno un discorsetto a quei due come ha fatto quella sera al fiume. Non ad Albert, lo conosco e non è una persona capace di fare del male, deve essere successo qualcosa, magari l'hanno costretto ricattandolo in qualche modo. Sono convinta che lui è stato l'ennesima vittima di Peter. Non so come Eric intenda impiegarlo ma dovrà pagare per quello che ha fatto e voglio essere io quella che gli presenterà il conto.

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