CAPITOLO 30 (Seconda Parte)

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Finalmente a casa, e questa volta posso davvero chiamarla in questo modo. Non sono più un'ospite, adesso sono un membro effettivo della comunità. Vorrei poter dire che contribuirò positivamente alla sicurezza e alla crescita di questa città ma purtroppo non sarà così. Almeno non all'inizio, ma non voglio pensarci ora, ho bisogno di staccare la spina.
Devo mettere in pausa il mio cervello, non ho ancora smaltito il siero del test finale e se non mi rilasso finirò raggomitolata sul pavimento in preda ad un attacco di panico.
Non c'è niente di meglio che un po' di sano esercizio fisico per scaricare la tensione. Qui non c'è molto da fare, è tutto pulito e in ordine, Eric non tollera cose fuori posto a casa sua.
Il borsone con dentro tutti i miei vestiti è ancora su una sedia accanto al letto, Non credo che Eric vorrà vederlo in giro ancora per molto, e neanche io.
Lo apro e lo svuoto sul letto, se lui fosse qui mi lancerebbe un'occhiataccia, ma non c'è ed io posso fare come mi pare. Raggiungo la fila degli armadietti e inizio ad aprirli cercando un posto dove mettere le mie cose. Eric non ha molti vestiti, la maggior parte degli armadietti sono pieni di fascicoli e quaderni.
Se dobbiamo vivere insieme, io devo avere il mio spazio, quindi dovrà trovare un altro posto per tutta questa carta. Prendo una pila di fascicoli dall'ultimo armadietto della fila e li lancio sul letto. Ne prendo un'altra, ma la manica della mia giacca si impiglia nel ripiano di ferro facendolo cadere a terra. Lo raccolgo e sento qualcosa che si muove al suo interno. Se non fossi nell'appartamento di Eric penserei che potrebbe esserci una vite rotta o un pezzetto di metallo all'interno del ripiano e mi affretterei a rimetterlo a posto per non essere incolpata di averlo rotto. Ma sono a casa di un Erudito cacciatore di Divergenti che ha molto da nascondere agli Intrepidi.
Ci metto un po' per aprire quella specie di piccola cassaforte e dentro ci trovo una chiavetta usb. Corro al computer di Eric, la inserisco e sullo schermo vedo apparire un'icona bianca con sotto scritto "DISCO USB".
Voglio davvero scoprire l'ennesimo segreto di Eric? Non mi do il tempo di rispondermi, clicco due volte sull'icona e sul desktop appare il contenuto della chiavetta: una miriade di cartelle numerate da uno a duecento. Qualsiasi cosa ci sia, impiegherei giorni a leggere tutto. Apro una cartella a caso e al suo interno ne trovo una centinaia. Ripeto l'azione per ogni sottocartella e capisco che potrei andare avanti all'infinito e non trovare assolutamente nulla. Eric ha creato un buon sistema per scoraggiare chi trovasse questa chiavetta.
Sono sul punto di rinunciare quando il mio sguardo cade sull'icona del database della fazione. Non credo siano in molti ad usarlo, forse solo i capifazione e i loro assistenti. Ho superato il test, sono un'Intrepida ed è stato Eric ad arrogarsi il diritto di scegliere il mio lavoro. Sono la sua assistente e quindi faccio parte della ristretta cerchia di chi può curiosare nel database.
Avvio il programma. Non sono un asso in informatica ma so come usare le ricerche dei file compatibili attraverso il menù dei programmi.
Funziona. Migliaia di cartelle per poco meno di una ventina di documenti e su ognuno di essi c'è un nome di un iniziato. Apro quello con il mio nome.
Contiene un lungo e dettagliato profilo psicologico che nemmeno i miei genitori e Althea sarebbero stati in grado di scrivere. Eric sembra conoscermi meglio delle persone con le quali ho condiviso la mia intera esistenza. Tutto ciò che ha scritto è vero e anche sconcertante perché ci sono cose su di me che io stessa non conoscevo, almeno fino a questo momento.
Devo ammetterlo, è davvero un genio e la cosa mi manda in bestia. Di giorno giocava al fidanzatino per studiarmi meglio e la notte riportava in questo documento tutto quello che aveva scoperto su di me.
Cerco di restare calma, in fondo è solo un profilo psicologico ed è plausibile che lui abbia studiato gli iniziati alla ricerca di un Divergente, è il suo lavoro. Continuo a leggere.
Eric ha minuziosamente preso nota delle mie abitudini, dei miei progressi durante l'iniziazione e di come interagivo con i miei compagni, ma non parla di noi due e neanche delle simulazioni del secondo modulo. Forse è la prassi o forse c'è un file a parte perché questo sembra concludersi con quello che è accaduto durante il primo modulo. Eric ha ragione, sono troppo paranoica.
Continuo a scorrere anche se il documento sembra vuoto, ma alla fine c'è una lista di cinque punti, solo i primi due sono compilati: Pacifici e Intrepidi.
Mi aspettavo qualcosa del genere da un cacciatore di Divergenti però, dopo quello che ho appena letto, è deludente vedere che Eric ha segnato le due fazioni più banali. Pacifici è il risultato del mio test e Intrepidi è la fazione che ho scelto.
La cosa che più mi manda in bestia è trovare le mie inclinazioni su questo documento. Credevo di non fare più parte delle sue prede, ma se lui non ha eliminato Intrepidi dalla lista forse non è così. Sono stanca di questa situazione, di tutti i suoi segreti e di non riuscire mai a capire come stanno veramente le cose. È il momento di dire basta, impuntarmi e farlo confessare. Sarà difficile resistere al suo fascino, ma devo essere forte e risoluta, una relazione si basa soprattutto sulla sincerità e se lui non intende accettarlo non potrà esserci niente tra di noi.
Sento la porta aprirsi ed Eric chiamarmi. Non rispondo, voglio che mi veda davanti a questo computer. Vediamo cosa si inventerà questa volta.
«Che combini?» domanda.
Non lo degno di uno sguardo, mi limito a girare il monitor nella sua direzione.
«Dove l'hai trovato?» dal suo tono di voce sembra stupito, ma ormai lo conosco bene, so che è bravo a fingere.
Non rispondo. Perché farlo quando so che lui conosce già la risposta.
«Theia, dove hai trovato la chiavetta?» ripete, aggiungendo il mio nome, suppongo per qualche giochetto psicologico da Erudito che non ho voglia di analizzare.
«Devo far sparire tutto» esclama chinandosi sulla tastiera.
«Perché l'ho trovato e non te l'aspettavi? Che scusa inventerai questa volta? Fammi indovinare, non trovavi più la chiavetta.»
«No, mi ero dimenticato di questa copia.»
«Le tue scuse iniziano ad essere un po' fiacche. Tu che dimentichi qualcosa? Non farmi ridere» ribatto.
«Normalmente non dimentico nulla, ma controllarti e rimediare ai tuoi casini mi hanno distratto parecchio. Comunque è roba vecchia.»
«Roba vecchia?!» esclamo esasperata dalle sue bugie.
Mi solleva di peso e si siede al mio posto. Prima che possa mettere le mani sulla tastiera e cancellare il contenuto della chiavetta, mi siedo sulle sue ginocchia e gli blocco le mani.
«È solamente un promemoria per me, non il rapporto per Jeanine. Sono solo appunti su voi iniziati» cerca di discolparsi.
«Perché non li hai cancellati?» gli domando guardandolo dritto negli occhi.
«Perché non ci ho più pensato...» mormora abbassando lo sguardo e arrossendo «Non ho più pensato a fare il mio dovere. Pensavo tutto il tempo a te e il resto passava in secondo piano. Quando ho capito cosa sei ho iniziato ad avere paura, non sapevo cosa fare. Se avessi detto tutto a Jeanine ti avrei persa, ma mentirle sarebbe stato altrettanto rischioso.»
È convincente, dannatamente convincente ed io sento che sta dicendo la verità, ma resta una piccolissima parte di me che continua a dubitare.
«Perché dovrei crederti?» domando sentendomi una pazza paranoica che meriterebbe di essere rinchiusa in una cella e dimenticata per l'eternità.
«Ok. Leggi il documento» sbuffa.
«L'ho già letto. Tutto» replico, sottolineando l'ultima parola.
«Sicura?» domanda con il fastidioso tono da maestrina che gli Eruditi adorano tanto usare.
Rispondo con un grugnito.
«Io non credo. Se l'avessi letto tutto, ti saresti accorta che gli aggiornamenti si sono fermati a quando noi due... beh lo sai...»
Ci siamo messi insieme, innamorati, fidanzati? Usciranno mai dalla sua bocca queste parole? Non mi accontento di "compagna", può andare bene per Jeanine ma non per me.
«Non sono sicura di saperlo, non ci hai mai definito.»
«Mi sembrava chiaro, no?»
«Non basta. Sai, alle ragazze piace sentirsi dire... lascia perdere, fiato sprecato.»
Non ci credo che lo metta così in imbarazzo dichiararsi, soprattutto vista la sua bravura a fingere e la sua parlantina da Erudito.
La piccola parte di me che dubita di tutto prende il sopravvento. Sposto il cursore sopra l'area destinata alle fazioni per le quali si ha un'inclinazione e compilo i tre cambi rimasti vuoti: Eruditi, Candidi, Abneganti.
So che non dovrei confessare il risultato del mio test attitudinale a nessuno, ma ormai lui lo conosce già, anche se solo in parte. Se questa è una trappola non mi importa caderci dentro, voglio solo che quella piccola parte di me che è schiava della paranoia la smetta di tormentarmi.
«Ti basta o vuoi sapere altro?» dico quasi urlando e allontanandomi da lui.
Eric sgrana gli occhi ed io vorrei gridargli che ha fatto una buona caccia. Cinque fazioni su cinque, Jeanine sarà fiera di lui. Ma decido che peggiorare le cose è più nel mio stile.
«Sono stanca delle tue sorprese, quindi dimmi tutto adesso o me ne vado via, non dalla fazione, ma dalla città!» esclamo pur non pensando minimamente di allontanarmi da lui. A volte io stessa mi stupisco della mia poca coerenza.
Eric si alza e tira fuori un foglio. È molto rovinato, i punti in cui è piegato sono quasi neri e la carta è talmente sciupata da sembrare vecchia di anni.
«Anche io» mormora appoggiandosi all'armadietto accanto al letto e tenendo lo sguardo basso. Non l'ho mai visto così imbarazzato e non riesco a capirne il motivo.
Apro il foglio e mi si ferma il cuore. È la lettera che scrissi ad Althea la sera prima del Giorno delle Visite, quella in cui le confidavo i miei timori e le mie speranze, ma soprattutto che ero completamente e irrimediabilmente innamorata di Eric.
Lui non l'ha semplicemente conservata, da come è consumata la carta deve averla letta decine e decine di volte.
Mi sento così stupida adesso, per settimane ho dubitato dei suoi sentimenti, ho temuto che fossero la sua ennesima finzione o il frutto della mia immaginazione, quando in realtà non è così. In quella lettera non c'è niente che possa far pensare che sono una Divergente, solo sfoghi di un'iniziata... e una confessione. Eric non l'ha letta e riletta alla ricerca di un indizio che mi smascherasse, ma per le ultime frasi: "Io sono innamorata di lui e non so dove mi porterà tutto questo. Probabilmente finirà male, molto male, ma io non riesco a smettere di amarlo."
Lo bacio, forse con un po' troppa veemenza e finiamo entrambi sul letto.
Lo desidero, ho bisogno di sentire il suo corpo caldo contro il mio e non m'importa se non è la serata perfetta che immaginavo nelle mie fantasie, mi basta solo lui e niente altro per rendere perfetto questo momento.


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