CAPITOLO 29 (Prima Parte)

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La sfuriata di Eric non ci ha dato il tempo di ripassare quello che dovrò dire durante il colloquio con Jeanine, ma ormai ho capito che parte devo recitare: quella della cacciatrice di Divergenti che ha una profonda stima per gli Eruditi.
Da quando ci siamo lasciati alle spalle il quartiere degli Intrepidi e abbiamo percorso la strada che va a sud verso la palude, Eric ha guidato in silenzio senza mai staccare gli occhi dalla strada.
Non so cosa pensare, forse è ancora arrabbiato o deluso, oppure teme di dire qualcosa di sbagliato e passare da ragazzo in prova a ex ragazzo.
Cerco di non pensarci e osservo il paesaggio fuori dal finestrino. Man mano che ci avviciniamo al quartiere degli Eruditi, gli edifici si fanno sempre più grandi. Loro vivono in grossi palazzi di pietra che si affacciano sulla palude. Non riesco a non domandarmi in quale abitasse Eric prima di trasferirsi negli Intrepidi. Forse la sua camera aveva le finestre rivolte verso la palude e magari lui, tra un libro e l'altro, si fermava a contemplare la pianura spoglia che si stende a perdita d'occhio.
Eric ferma l'auto accanto ad un palazzo molto più alto degli altri, non ho bisogno di chiedergli in quale edificio siamo diretti; il più imponente non può essere che la loro sede.
La strada brulica di Eruditi. Le norme della fazione impongono che i membri debbano sempre indossare almeno un capo azzurro, perché l'azzurro stimola il corpo a rilasciare sostanze chimiche calmanti e "una mente calma è una mente lucida". Quel colore ha finito per diventare il simbolo della fazione.
Lui scende dall'auto senza dire una parola e io lo seguo restando in silenzio. Di fronte alla sede degli Eruditi c'è quello che un tempo era un parco, ora lo chiamiamo semplicemente "Millennium". È una porzione di terra spoglia disseminata di sculture di metallo arrugginito, tra cui una riproduzione di un mammut in stile astratto e una specie di fagiolo gigante, che mi fa sembrare ancora più piccola.
Ci fermiamo sulla base di cemento intorno al fagiolo di metallo, dove siedono piccoli gruppi di Eruditi con in mano giornali o libri.
Eric si guarda intorno. La gente ci osserva passandoci accanto, e lui ne evita gli sguardi. È ancora nervoso, ma forse non per quello che è accaduto al magazzino, forse dipende da loro. Mi prende per un mano e mi porta sotto l'arco del fagiolo di metallo. Camminiamo sotto la sua pancia vuota. Mi vedo riflessa dappertutto, distorta dalla curvatura della scultura, spezzettata dalle macchie di ruggine e sporcizia.
«Cosa ti ha detto Gerald?» esordisce.
Capisco il motivo del suo silenzio: per tutto il viaggio non ha fatto altro che domandarsi quale sconcertante rivelazione mi abbia fatto il cugino.
«Se voglio divertirmi sei perfetto, ma se voglio qualcuno con cui passare il resto della mia vita tu sei la persona sbagliata» dico in tono quasi annoiato, non perché mi senta realmente così, ma perché voglio fargli capire che quello che ha detto il cugino non mi fa più né caldo né freddo. «Ha detto che non sei in grado di instaurare una relazione duratura con una persona perché sei... lui ha detto limitato
Purtroppo non sono così forte da farmi scivolare addosso le parole di Gerald e tutto quello che ho sentito dire su di lui dagli Intrepidi. Vorrei saper fingere bene come lui ma non ci riesco, quando siamo soli non è facile per me nascondere quello che provo o che penso. Non lo trovo giusto, dovrei essere sincera con lui, altrimenti che senso avrebbe continuare a stare insieme?
«Tutti dicono che sei freddo, calcolatore e sadico e Gerald dice che sei limitato, ma io ho conosciuto anche un Eric diverso, che sembra l'esatto opposto di quello che mi hanno descritto tutti e... io non so più a chi credere» gli confesso.
«A tutti.» Fa una breve pausa, mi guarda negli occhi e aggiunge: «Tutti hanno detto la verità su di me».
Lo guardo perplessa, come fa ad essere tutte e due le cose contemporaneamente? Se Eric è davvero crudele e sadico, come è possibile che quando è con me sia gentile e a volte quasi dolce? Se è incapace di avere una storia d'amore, come fa ad averla? È questo conflitto che mi ha tormentata da quando l'ho conosciuto. Se è davvero un sadico non può essere anche dolce.
«Se davvero non sei in grado di stare con qualcuno, allora io cosa sono? Un esperimento? Un gioco?»
«Tu sei qualcosa di diverso, qualcosa che prima non conoscevo» risponde grattandosi il capo. «Io sono tutto quello che ti hanno raccontato ma sono anche quello che hai conosciuto. Tu sei la differenza.»
Io non sono nessuno, valgo meno di niente, come è possibile che per lui sia così importante da fargli tirare fuori la parte buona che nessuno, neanche chi lo conosce intimamente, ha mai visto?
Forse è solo colpa mia, tendo sempre a sottovalutarmi. Sono goffa, paranoica e, lo ammetto, un po' infantile, ma ho anche dei pregi e sembra che Eric riesca a scovarli sotto tutti i miei difetti. Anche lui non è perfetto, anzi sembra l'esatto contrario di perfetto, ma quando lo guardo vedo il suo lato buono e tutta la sua spietatezza si eclissa, purtroppo solo per qualche attimo, è difficile ignorare quello che fa alle altre persone e a noi Divergenti, eppure io non riesco a smettere di amarlo. So che è sbagliato, che dovrei stargli lontana, soprattutto dopo quello che è accaduto in magazzino, ma è più forte di me, non riesco ad odiarlo.
«Ha detto anche che hai sempre avuto... lui le ha definite crisi, una sorta di infantili attacchi d'ira.»
«Cosa? No! Non è vero!» interviene. «Ero piccolo e lui mi provocava. Lo faceva di proposito, per questo mi infuriavo. Combinava casini e per salvarsi dava la colpa a me! È sempre stato invidioso della mia intelligenza.»
Ecco l'Erudito che riaffiora. Loro sono i migliori, i più bravi, praticamente il centro dell'universo e noi, miseri mortali, siamo un rumore di fondo e serviamo solo per esaltare la loro perfezione. Sono intelligenti, questo è vero, ma mancano totalmente di calore ed empatia. Non so se sia più importante il cuore o il cervello, ma sono fortemente convinta che dovrebbero essere in perfetto equilibrio, perché se la bilancia pendesse dalla parte della razionalità saremmo tutti freddi automi e la vita si ridurrebbe a una serie di azioni compiute perché è così che deve essere. Al contrario se fossero i sentimenti a prevalere, rischieremmo di prendere decisioni che metterebbero in pericolo non solo noi ma anche chi ci circonda.
«So cosa stai pensando» dice interrompendo i miei pensieri. «Credi che io sia uno squilibrato, uno che passa dalla calma alla furia senza un motivo. Credimi, non è così.»
«Quindi quello che mi hai fatto era meditato?» intervengo mostrandogli il livido che si è formato sul mio braccio.
«No, quello no. Te l'ho già spiegato, ero geloso e...»
«Quindi è quello che mi capiterà quando mi vedrai parlare con un altro ragazzo? Sarà così la mia vita insieme a te?» lo interrompo.
Eric sospira ed io mi preparo al suo ennesimo discorso da perfetto Erudito che mi convincerà per l'ennesima volta a dubitare di ciò che penso.
«No non sarà così, ma io ho bisogno di stabilità, di certezze
Sgrano gli occhi. Le vuole da me? Io non posso assicurargli una vita tranquilla, soprattutto dopo quello che combineranno gli Eruditi insieme agli Intrepidi. Io posso solo stargli vicino e dargli tutto il mio sostegno.
«Io... io vorrei solo essere certo che tu vuoi me e basta e che non ti importa niente di tutti gli altri. » dice fissandosi la punta delle scarpe.
Fa tenerezza vedere Eric, l'Intrepido ed Erudito, perdere la sua corazza e arrossire mentre cerca di tirare fuori i suoi sentimenti. I suoi occhi sembrano quelli di un bambino, innocenti e limpidi. In lui non sembra più esserci traccia del torturatore o del borioso Eric. È questo che mi ha fatta innamorare di lui, l'evanescente segno dell'esistenza di un Eric insicuro e alla costante ricerca di affetto. È una parte che tutti abbiamo, cerchiamo di mostrarla solo a poche persone, quelle più care, ma lui cerca di nasconderla anche a se stesso.
Sto per confessare quello che ho scritto nella lettera che ho dato ad Althea quando vedo che a pochi metri da noi ci sono due Eruditi che ci fissano, fermi a braccia conserte.
«Scusate» dice uno di loro avvicinandosi velocemente a noi. «Jeanine è pronta a ricevervi.»
Eric fa segno di aspettare e ci allontaniamo di qualche passo dai due uomini.
«Perché non hai reagito?»
«Cosa?»
«Ti ho insegnato a difenderti ma tu non l'hai fatto, sei rimasta immobile, hai subito passivamente e questa non è la ragazza che ho osservato ai livelli superiori.»
Ottima domanda, perché non ho reagito? Non sono mai stata una persona violenta ma ho sempre reagito alle provocazioni, ma questa volta mi sono bloccata. Ero spaventata ma non abbastanza da farmi paralizzare dalla paura. Sentivo di avere la coscienza sporca, non tanto per essermi fatta coccolare da Josh ma per continuare a cercare da altre persone la conferma che esiste un altro Eric. Questa è una grande mancanza di fiducia nei suoi confronti e forse è questo che mi ha impedito di reagire. Lui si fida di me a tal punto da rischiare la carriera e magari la vita ed io continuo a dubitare di lui.
«Mi sono bloccata, come durante il primo combattimento che abbiamo fatto» mento, non voglio dirgli la verità, io stessa stento ad accettarla. «Io non ti farei mai del male, non ci riesco e... mi sentivo in colpa, ok? Tu credi in me ma io ogni tanto continuo a temere che l'Eric che si è preso cura di me non sia reale ma il frutto delle mie fantasie romantiche» confesso.
Lui mi guarda perplesso e non posso dargli torto, sembrano i vaneggiamenti di una pazza.
«Non fraintendermi, capisco la differenza tra la fantasia e la realtà, ma dopo tutto quello che ho sentito dire su di te e quello che ti ho visto fare agli altri iniziati, sembra irrealistico che tu ti sia preso così tanta cura di me e in un modo così affettuoso» mi affretto ad aggiungere, anche se non sono certa di essere riuscita a recuperare in extremis.
«Tu e tutti gli altri siete due mondi separati. Loro sono solo persone che sono costretto a sopportare e con cui non voglio avere niente a che fare, mentre tu sei la persona con la quale desidero condividere tutto.»
Uno dei due uomini si avvicina picchiettando la punta dell'indice sul suo orologio. Per quanto desideri continuare questa conversazione e sentire finalmente Eric dirmi quello che aspetto da settimane, purtroppo sono costretta a prolungare questa attesa per seguire i due Eruditi all'interno della tana del lupo.

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