CAPITOLO 21 (Seconda Parte)

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Quando torno al dormitorio vengo accolta dagli sguardi curiosi dei miei compagni di iniziazione. Non trasmettono una curiosità positiva, se potessi aggiungere delle nuvolette a fianco ad ogni viso vedrei apparire frasi come: "guarda chi è tornata dopo quasi una settimana di assenza" oppure "La Pacifica che si fa un capofazione". Anche Tris mi guarda con sospetto e la cosa mi fa male, oltre a Tori, è stata l'unica ad essere gentile con me. Devo parlarle, spiegare perché non ho seguito i suoi consigli, ma non è il momento, Eric è in fondo alla camerata e tiene in mano la lavagna, voltata verso di lui in modo da non farci vedere cosa c'è scritto.
Quando ci siamo raggruppati tutti intorno a lui, la solleva sopra la testa e l'appende al chiodo. Si sposta di lato e nel dormitorio cala il silenzio. Io allungo il collo per vedere cosa c'è scritto.
Il nome di Tris occupa la prima riga. Alcune teste si voltano a guardarla, ma lei li ignora e tiene gli occhi fissi sulla lavagna.
Guardo la durata media delle sue simulazioni: due minuti e quarantacinque secondi. È un risultato stupefacente, il tempo di Peter, che è secondo, è di otto minuti, mentre il mio è di cinque, ma non è quello che Quattro ha scritto sulla lavagna. Sono al sesto posto con dieci minuti e quaranta secondi. Eric è riuscito a convincerlo e questo non è positivo: avrò un'altra persona che mi terrà d'occhio. Non bastava dovermi guardare le spalle da Peter, adesso devo stare attenta anche a Quattro. Eric mi ha assicurato che non dirà una parola ma ho visto gli atteggiamenti di Quattro e non so quanto Eric sia in grado di controllarlo. Lui sa, probabilmente ha capito cosa sono sin dalla prima simulazione e questo potrebbe crearmi grossi problemi. Mi fido di lui, ma mi ha vista baciare Eric nel deposito e adesso probabilmente mi crede uguale a lui.
Devo parlargli per capire quanto può essere una minaccia. Dovrò parlare anche con Tris perché il suo risultato è sospetto quanto il mio e anche lei potrebbe essere una Divergente, ma a differenza di me non ha Eric il gelido che la copre e io non sarò in grado di convincerlo a lasciarla in pace. Se lei è davvero come me, essere una delle mie poche amiche in questa fazione non fermerà Eric dal suo compito di mietitore di Divergenti.
Mentre i miei compagni iniziati commentano la classifica, io ne approfitto per uscire velocemente dal dormitorio sperando di trovare Eric, ma ad aspettarmi c'è Quattro. Mi afferra per un braccio e mi trascina fino in fondo al corridoio.
«Adesso mi spieghi cosa stanno complottando gli Eruditi» dice tenendo la voce bassa e guardandomi dritto negli occhi.
Non mi piace il suo sguardo, lo sento attraversarmi come una lama, entrarmi dentro e sezionarmi. Mi tremano le gambe, non mi sarei mai aspettata di vedere Quattro comportarsi come l'esatta copia di Eric. Lo sguardo talmente risoluto da sembrare crudele non si addice all'istruttore che ho sempre considerato la parte buona degli Intrepidi.
«Io non lo so, ero una Pacifica, gli Eruditi non ci hanno mai considerato molto» gli rispondo, cercando di rimanere calma, ma dentro di me tremo come se fossi nel bel mezzo di una bufera di neve.
«A quanto dice Eric hanno fatto un'eccezione per te» mi accusa.
Eric gli ha detto che io sono in combutta con gli Eruditi, ma per che cosa? Ma soprattutto, perché Eric ha raccontato una balla così colossale?
È un bluff, sta mentendo, vuole farmi confessare e finge di sapere cose che in realtà non sa. Peccato che io non ho niente da confessare a parte stare con Eric e questo non mi sembra essere un legame con gli Eruditi.
«L'unico legame che ho con gli Eruditi è Eric e non è finalizzato a nessun complotto, solo... sono solo innamorata di lui. È questa l'eccezione di cui parli? Un Erudito che si abbassa a stare con una Pacifica?» gli domando senza scompormi troppo.
Quattro scuote il capo senza staccare i suoi occhi dai miei.
«Ascolta, non ho intenzione di nuocerti, ho capito cosa sei» dice facendomi gelare il sangue «non puoi fidarti di Eric, lui...»
«No, non cominciare anche tu con questa storia, tu non lo conosci, non sai com'è realmente» lo interrompo.
«Lo conosco bene invece, e non da qualche settimana, ma da due anni e so di cosa è capace. Qualsiasi cosa ti abbia detto è finalizzata al suo scopo, se non sei sua alleata finirà molto male.»
«Smettila. Non è vero, non mi farà del male, l'avrebbe già fatto e invece mi sta aiutando a nascondermi da...»
«Dai suoi simili?» finisce la mia frase e lo fa nel modo corretto. Eric era un Erudito e forse lo è ancora.
Tutti gli articoli scritti dal loro capo, Jeanine Matthews, e i cambiamenti avvenuti negli Intrepidi dopo l'arrivo di Eric, mostrano un inquietante legame. Mettere in cattiva luce gli Abneganti, farli sembrare il marcio che potrebbe distruggere l'equilibrio del sistema delle fazioni. Non sono semplici critiche, ma una vera e propria campagna politica. Un crescendo di articoli diffamatori, probabilmente falsi, per insinuare il dubbio nelle altre fazioni fino a portare tutti a credere che ci sia un livello di corruzione e incompetenza talmente alto da giustificare la seconda parte del piano degli Eruditi: usare gli Intrepidi come un esercito. Per questo motivo Eric cerca individui come Peter, crudeli, violenti e facili da manipolare, sta creando un esercito per un colpo di stato.
«Anche se Eric fosse ancora legato alla sua vecchia fazione, io che ruolo avrei nei suoi piani? Non servo a nulla» gli faccio notare.
«Quando Eric mi ha costretto a modificare i tuoi tempi e la tua posizione in classifica, ha affermato che erano ordini che venivano da molto in alto» mi spiega « è per questo che volevo sapere perché sei tanto importante per gli Eruditi.»
«Io non servo neanche come cavia agli Eruditi, non ho nulla a che fare con loro.»
«Perché lui dice il contrario?»
«Non ne ho idea, a volte Eric è strano» gli rispondo, ripensando a quello che è accaduto questa sera. C'è una parte di sé che non riesce ancora a mostrarmi, il suo lato umano, quello che si preoccupa per me.
«So che può sembrarti impossibile, ma se ti avesse mentito per non ammettere che lo fa solo per proteggermi, senza un tornaconto?»
Quattro scoppia a ridere. Non mi crede, non posso biasimarlo, se Eric non si lascia andare con me figuriamoci con la sua nemesi.
«Tu non lo conosci come lo conosco io. Non è solo un gelido bastardo, ha anche una parte buona ma non riesce, o non vuole, mostrarla agli altri.»
Quattro mi guarda come se fossi una di quelle ragazze che si lasciano abbindolare da un ragazzo fino a diventare completamente dipendenti da lui e non accorgersi di che persona meschina è in realtà. Non ha idea di quanto ho combattuto prima di lasciarmi andare e che ancora non ci sono riuscita completamente.
«Disturbo?» tuona Eric dietro di noi.
L'irritazione che traspare dal suo sguardo mi mette i brividi. Non capisco perché sia tornato ad essere Eric il furioso fino a quando mi accorgo che Quattro mi tiene una mano sulla spalla ed io la avvolgo con la mia.
Lascio andare la mano di Quattro e mi avvicino a Eric, ma questo sembra peggiorare la situazione.
Non posso iniziare a giustificarmi, a dirgli che non è come crede, perché sembrerei colpevole di qualsiasi cosa lui stia immaginando.
«Mi sa che forse hai ragione» mormora Quattro girando i tacchi e andandosene via come se niente fosse e lasciandomi sola con Eric che mi osserva furioso.
«Eric, stavamo solo parlando» lo guardo dritto negli occhi e poi aggiungo: «delle grandissime balle che vai in giro a raccontare.»
Eric mi guarda stupito ma io non ci casco, continuo a fissarlo dritto negli occhi. Incrocio le braccia e resto in silenzio, voglio vedere fino a quando intende andare avanti con la sua farsa.
Lui sbuffa e domanda: «Cosa ti ha detto il Rigido?»
«Mi ha accusata di essere tua complice.»
«Perché ti stava toccando?»
«Eric, tu vai in giro a raccontare frottole su di me e la tua unica preoccupazione è che lui teneva una mano sulla mia spalla?» esclamo stizzita e seguo l'esempio di Quattro: mi volto e me ne vado.
Eric mi afferra per un braccio e mi tira verso di lui con forza.
«Eravate troppo vicini» ringhia fuori di sé.
Possibile che sia così geloso di Quattro? So che non lo sopporta, ma il suo comportamento è esagerato. Penso alla stessa situazione, ma immagino che al mio posto ci sia lui insieme a Molly. Fermi in un angolo buio e così vicini che l'immagine successiva potrebbe essere benissimo quella di un bacio appassionato. Sento la rabbia invadermi. Come posso biasimare Eric se anche io reagirei più o meno nel suo stesso modo?
«Ha detto che io sono importante per gli Eruditi e che falsificare la classifica era un ordine che veniva da molto in alto. Perché hai mentito?» gli chiedo, sperando che cambiare discorso serva a qualcosa.
«Stava facendo troppe domande» risponde seccato, come se volesse scaricarmi addosso la colpa di quello che lui ha fatto. «Sarà una bugia ancora per poco. L'unico modo che abbiamo di stare insieme senza farti correre rischi è far credere a Jeanine che condividi i miei stessi ideali.»
«Uccidere i miei simili e attaccare gli Abneganti? Non sono né un'assassina né una guerrafondaia. È strano, questi comportamenti dovrebbero far parte del carattere dei pericolosi Divergenti e invece pare che siano parte anche di voi "normali"» puntualizzo.
«Non dovrai fare niente di tutto questo, solo fingere lealtà e devozione alla nostra causa» guarda l'orologio e poi aggiunge: «Adesso devo andare.»
«Dove?» gli chiedo afferrandolo per un braccio.
«Una riunione con gli altri capi. Aspettami a casa» risponde sorridendo.
Mente. In quest'ultima settimana ho studiato il suo linguaggio del corpo. Mi ha sorriso alzando solo l'angolo sinistro della bocca ed è una delle cose che fa tutte le volte che vuole nascondermi qualcosa.
Una settimana fa avrei subito pensato che ha un appuntamento con qualche Intrepida ma adesso, dopo aver scoperto ciò che fa e i suoi legami con gli Eruditi, so che potrebbe esserci di peggio di un'altra ragazza.
È assurdo come sono cambiate le cose in così poco tempo e quasi mi mancano i tempi in cui pensavo che la cosa peggiore che mi potesse capitare fosse vederlo tra le braccia di una tettona tatuata.
Non ho intenzione di lasciare perdere e andare ad aspettarlo a casa come una brava mogliettina, voglio scoprire cosa mi nasconde.

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