55. So, You can drag me to Hell

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Non ci pensai due volte. Ci ritrovammo nella mia stanza semi nudi a baciarci con foga. Con impaccio riuscì a svestirmi, anche se non ci fu la necessità di farlo completamente; bastò toglierci due cose per trovarci gia nel colmo della passione. Mi piazzò di spalle rispetto a lui e iniziò il suo losco lavoro sporco, anche se, dovevo ammetterlo, non mi dispiaceva per niente sentirmi parte di lui per l'ennesima volta. Ebbi un brivido quando pensai che stavamo avendo un rapporto sprotetto, ma ci pensai solo per un momento. Ero troppo assolta per prendere la giusta decisione di rifiutarlo: poteva anche succedere che ne rimanessi incinta e non era assolutamente il caso data l'età, dato il padre, data la mia vita...No. Era proprio un secco no. Eppure lo lasciai librarsi dentro e fuori di me come più gli piaceva. Mi mancava farci l'amore in qualsiasi modo, in qualsiasi luogo e persino in qualsiasi ora del giorno. Nel periodo in cui stavamo tanto bene eravamo arrivati ad amarci profondamente almeno cinque volte al giorno, quando passava l'intera giornata con me. Alcuni si sarebbero stufati e addirittura mi avrebbero additato come pazza quando dicevo che tutto ciò mi piaceva, ma non mi interessava proprio per niente. Dovevo prendere questa abitudine di fregarmene realmente di tutto quanto.

Mi fece voltare verso di lui continuando ad entrare ed uscire dal dentro di me. Scorsi nel buio il suo sguardo fisso su di me...Per il momento mi andava bene che amasse anche solo il mio corpo.
"Ti piace?" Mi domandò. Rimasi un po' delusa dalla domanda che mi porse. Pensavo a qualcosa di più diverso...Voleva dire che dovevo aspettare ancora per ottenere altro.
Mugolai per fargli intendere che andava tutto più che bene e mi lasciai trasportare ovunque volesse. Mi lasciai finire completamente sul letto.
Non dissi nulla dopo l'atto; aspettai che lo facesse lui al posto mio, giusto per calibrare il suo prossimo comportamento.

"Va tutto bene?" Chiese in tono ancora sfatto dallo sforzo fisico. Annuii forzatamente e cercai di rimanere solida nelle mie intenzioni. Abbracciai il cuscino; gli stavo rivolgendo le spalle. Tutto ciò non era molto educato ne carino nei suoi confronti, ma avrebbe fatto qualcosa, almeno speravo. Non dovevo entrare nel panico. Sospirai piano.
"Carter..."
"Oli?" Risposi di rimando al suo richiamo con silenzio prolungato.
"Non dovrei farmi trovare qui domani mattina...Potrebbe essere rischioso per la nostra privacy"
"Cosa intendi dire?" Mi voltai per parlarne. Ormai rapporto più intimo di quello lo avevamo già avuto; non sapevo se precisare con un purtroppo o un per fortuna, solo il tempo lo avrebbe deciso.

"Se ci vedono insieme il resto del tour sarà un inferno...Fidati di me" Storsi il naso.
"Sono un problema? Non sono abbastanza per farti vedere con me? Abbastanza famosa, abbastanza bella. Ne sono consapevole del fatto che tu avessi una vera e propria figa accanto quando stavi anche con me e sarebbe sconveniente farsi vedere con una ragazza di minor bellezza..." Non riuscii a tenere a freno la lingua, anche perché se il discorso era proprio quello eravamo fuori pista, io ero fuori pista con lui, eppure lo volevo.
"Per favore...Non farneticare cose assurde che pensate solo voi donne. Voglio solo proteggerti da tutto questo gran casino, ciò non toglie che staremo insieme, che siamo insieme, giusto?"
Ad un tratto anche lui aveva bisogno di certezze ed io non sapevo se tenerlo ancora sulle spine o meno. Forse avrei dovuto, date le circostanze. La paura di perdermi gli avrebbe fatto mettere la testa apposto, ma non sono mai stata capace di fargliela venire, anche solo lontanamente percepire.

"Sai...Non lo so ancora, Oli"
Mi morsi il labbro nella penombra come ad ingurgitare una lunga bugia fatta a boccone stopposo. Non volevo nemmeno immaginare di aver fatto determinate cose con lui e di aver subito dopo detto una cosa simile. Mi sentivo davvero una stronza, ma nessuno si è mai preoccupato di quanto fosse stronzo nei miei confronti, perché dovevo farlo io? Avevo subito anche troppo. Mi diedi una pacca immaginaria sulla spalla per il coraggio delle mie azioni.
"Non capisco..." Insinuò nel silenzio con tono preso dal discorso.
"Sapessi quante cose ancora adesso non capisco..." Esordii altezzosa.
"Con questo cosa vorresti dire?" Si alzò un poco per riuscire a guardarmi.
"Che ho bisogno delle mie sicurezze prima di dare delle conferme. È una decisione che ho dovuto prendere" Feci per voltargli le spalle, ma mi prese la spalla e facendo forza mi girò supina. Mi colse un brivido inaspettato.

"Carter...Non è da te dire e fare certe cose"
"Lo so; ma non voglio essere presa in giro di nuovo, Oli. Se vuoi la verità, te la posso servire immediatamente su un piatto d'argento"
"Certo che la voglio"
"Non credo di essere ancora innamorata di te dopo tutto quello che mi hai fatto" Mi morsi il labbro inferiore subito dopo.
Oli tirò un sorriso di rassegnazione proprio a due centimentri dal mio viso. Si spense dopo pochi secondi e si catapultò giù dal letto per recuperare la maglietta. Non ci fu dolore più altroce di quello che stavo vedendo: la non curanza più totale.
Volevo delle risposte e purtroppo le stavo avendo... Non erano quelle che stavo aspettando con tanto fervore.

"Che fai?" Gli domandai secca.
"Non credo ti interessi, tanto" Mi misi una mano tra i capelli e strinsi forte, così forte da sentire la cute bruciare in fiamme.
Avrei voluto graffiarmi le braccia e strapparmi le labbra a morsi. Vederlo abbandonarmi in quel modo era fin troppo doloroso così; non avevo bisogno di confermare che sarei andata avanti con la relazione. Ero io la stupida che ci stava rimettendo la vita, il tempo e la sanità, mentale e fisica.
Fece per andarsene, ma mi gettai mezz nuda tra la porta ed Oli. Mi guardò neutro e parlò con voce atona.
"Fammi uscire di qui, Carter"
"No. Smettila di fare così. Ma non lo capisci che mi stai perdendo? Ho subito tutto quanto e sono in spagna per il tuo cazzo di tour, perché tu mi ci hai voluta! Stavi con un altra e ho imparato ad amarti, ma tu non hai imparato ad amare me, a quanto pare o mi avresti aiutata ad amarti per l'ultima volta, due secondi fa"
Trattenni le lacrime fino all'ultimo secondo del mio breve pensiero.
"Puoi lasciarmi stare, per favore. Stasera non è proprio la serata giusta..." Buttò un occhio sulla radio sveglia sul comodino, segnava le 4:28.

"A me non interessa che sia serata o meno, Oliver! Mi vuoi o no?"
"Che domande del cazzo sono?"
"Si o no?" Insistetti tremolante.
"Certo che si, Cart, ma che domande!" Alzò poco le braccia per protestare. Sapeva palesemente di essere nel torto, allo stesso tempo sapevo di averlo istigato molto a reagire, anche se non in quel modo.
"Non ti stai comportando bene per niente" Ebbe il coraggio di dirmi. Tirai su un sopracciglio ed emisi un suono di incredulità con la bocca.
"Sentida che pulpito vien la predica, però" Abbassò la testa. Mi sentii col cuore di dover fare ciò che credevo giusto, non sarei mai riusciva a tenerlo da parte quel povero vecchio rottame che quando vede Oli va come in over dose di battiti.

"Mi dispiace, ok? Vorrei essere dolce e premurosa con te, come sono gia stata, ma ho paura di farmi male, ancora...e ancora...e di nuovo!"
"Sono un coglione, è vero. Sai che ti dico?"
"No, cosa?" Sudai freddo in attesa di una risposta inaspettata.
"Torniamo a letto. Passiamo queste ore lì dentro senza pensieri"
Gli sorrisi dolcemente; era tanto che non riuscivo a sfoggiare quel tipo di espressione, sembrava quasi piu unica che rara da vedere ormai.
"Non riesco a resisterti, sei così bella" Parole sussurrate così bene da farmi venire la pelle d'oca. Parole semplici, pulite, ma efficaci ed essenziali.
Ed è proprio vero che l'amore è un sentimento che non finisce mai.
Quella notte fecimo l'amore altre volte e non ne ebbi mai abbastanza. Mi piaceva sentire quel feeling particolare mai avuto con nessun altro, ma soprattutto mi piaceva fare l'amore, non sesso. Con lui sentivo l'amore. Dovevo ammettere che la prima volta di quella sera non era stata esattamente una cosa troppo romantica, ma fu tutti ripagato nel migliore dei modi.

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