7. So You can Throw me to the Wolves

963 81 34
                                    

"Questa cosa riesce a reggerci entrambi seriamente?"
"Che ne so...È una Mini...Roba tua" Incrociai le braccia e lo guardai sprezzante per l'ennesima volta.
"Non erano gli Inglesi ad avere dei pregiudizi su di voi?"
"Io non sono gli altri" Lo spintonai e iniziò un gioco da bambini che finì per contagiare entrambi. Ridemmo come mai prima.
"Forse se andassimo un po' più avanti potremmo trovare una stazione di servizio..." Tirai fuori delle idee. Stava facendosi buio e in quelle strade non c'era nemmeno un lampione. Non potevo ammettere di non aver paura. Mi piaceva il buio, ma non per le strade desolate di Ashford...Se eravamo ancora ad Ashford.

"Ottima idea. Aiutami a spingere"
"Che?"
"È la mia macchina. È una mini. L'ho pagata" Aprì la portiera con ancora me sul tettuccio.
Scesi e gli diedi una mano. Stavo implicitamente entrando in contatto col suo animo servizievole. Faceva un po' strano.
Spinsi con lui per qualche metro e passa.
"Vedo la luce!" Esclamò poco gioioso.
"Io non ne vedo manco mezza, Kells" Mi morsi le labbra per aver pronunciato nuovamente quel nomignolo.
"Alza la testa" Si sforzò di più per gli ultimi metri restanti. Sembrava un miraggio nel deserto. La macchina prese talmente tanta velocità che Kellin mi ordinò di entrare in auto con lui e riuscimmo, infine, ad arrivare alle pompe di benzina.

Stetti comodamente in auto ad aspettare che Kellin finisse di rifornire l'auto. Si poggiò alla parte superiore dell'auto, proprio dove presi in pieno con la fronte e mi guardava volgendo poi gli occhi al cielo, fingendosi esasperato. Iniziai a notare dei vari particolari di lui a furia di fissarlo; per esempio quei pantaloni neri attillati che facevano risaltare le gambe snelle come il resto del corpo. Per contrastare questo fatto dell'essere magro, gli avevano sicuramente detto di compensare con una maglia piuttosto larga per illudere che non fosse poi così scheletrico.

I capelli si erano asciugati ed erano un po' più ricci di prima, idem per i miei. Mi sentivo a disagio.
Sistemò tutto ed eravamo pronti per la partenza.
"Siamo a qualche miglio dalla Francia co-"
"Chilometro" Battè le mani sul volante e mi guardò esasperato, seriamente questa volta.
"Tutte queste correzioni irritano parecchio, cazzo" Feci una duck face per sminuire la cosa e lo lasciai proseguire.
"Stavo per proporti di fare un viaggio in Francia...Una visitina veloce...Poi domattina saremo di nuovo qui in Inghilterra pronti per lavorare"
Risi ironica, come sempre e scossi la testa.

"Io ci ho provato..." Mise in moto e intrapresimo la strada a senso inverso, cosi da poter tornare ad Ashford.
"Non sono mai stata in Francia, nè in altri paesi all'estero" Ammisi amichevolmente. Mi sorpresi di me stessa. Avevo passato una giornata con Kellin e mi aveva già reso una persona socievole? Forse riuscivo ad esserlo solo con lui, oltre che con la portinaia.
Mi ero davvero divertita con lui, ma non potevo godermi la vita come fa una star: non lo ero e non lo sarei mai diventata. Avevo le mie faccende quotidiane da svolgere e per quella giornata mi ritrassi dal farle a causa di Kellin, però avevo provato senzazioni e brividi che mi fecero scoprire qualcosa di nuovo della vita che non stavo vivendo.

"Sto iniziando ora a viaggiare per promuovermi, quindi non posso dirti molto di quanto sia bello il mondo" Frecciò a dire, mentre guidava con prudenza.
"Senti...Come mai alloggi ad Ashford se sei una star che vuole farsi conoscere? Non era meglio Londra? Insomma...Londra" Gesticolai per esaltarne la grandezza.
"Londra costa" annuii e capii che era veramente agli inizi: gli inizi che non avrei mai visto io per il mio futuro.
Arrivammo sotto il palazzo. Avevo dormito per tutto il resto del viaggio, ma in compenso mi ero divertita con Kellin, avevo fatto una visita medica e avevo evitato di finire su dei giornali scandalistici.

"Dolcezza..." Kellin mi percosse il braccio, ma non volevo svegliarmi per nessun motivo, anche se avevo il collo dolente.
"Carter!"
Mi svegliai di soprassalto e diedi una forte manata alla guancia di Kellin. Fu talmente immediato che nel vederlo reggersi la guancia e cadere dall'altra parte dell'auto iniziai a ridere senza fine. Kellin non fece altro che ridere con me. I più bei sorrisi li feci solo con lui in quel momento, dopo sei mesi.

Suicide Season • Oliver Sykes • #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora