8. Tomorrow I will come Back

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Kellin se ne andò in tarda notte e quella stessa mattina dovevo recarmi al lavoro molto presto. Cosi mi balenò un pensiero rapido ed indolore: cosa faceva Oliver sveglio tutte le mattine alle sei e mezza circa del mattino? I ragazzi come lui li facevo come quelli che non conoscevano cosa fosse il mattino. Evidentemente o mi sbagliavo, o lui era quello sbagliato. La situazione era discordante per l'ennesima volta, ma questa era quella decisiva. L'altra sera era con una ragazza, i conti dicono che non si sarebbe svegliato presto, quindi x uguale potevo uscire serena.

Ero sicura che non mi avrebbe chiesto nulla, era indifferente alle vite altrui proprio come me, quindi non avevo da stressarmi più che altro. Paranoie inutili, presenti. Cervello? A letto. Dannato Kellin e il nostro chiacchierare fino alle quattro. Avevo dormito a malapena due ore. Avevo delle occhiaie talmente nere che avrebbero fatto pandan con quelle di Oliver. E ci stavo ancora pensando implicitamente.
Mi misi addosso una giacca di jeans e uscii di casa. Nessuno all'orizzonte.

Chiusi a chiave e mi incamminai calma. Ero in anticipo sulla tabella di marcia e non avevo visto Oliver: tutto più che liscio. Girai l'angolo e premetti il pulsante dell'ascensore per poi aspettarlo. Nell'attesa finii il caffè e lo gettai nel cestino a pochi passi di distanza. Lo sblocco di una serratura nelle vicinanze mi fece incuriosire. Era Kellin fin troppo assonnato, vestito di tutto punto che sbadigliava in cerca del pulsante già premuto precedentemente da me.

"Buongiorno, Kells" Sussurrai alzandomi in punta di piedi per farmi notare meglio.
"Hey, buongiorno..."
"Se il buongiorno si vede dal mattino siamo fottuti, non è così?" Esso annuì e si strofinò gli occhi. Indossava un berretto nero di lana...Sì, Oliver e il primo incontro Blah, blah, blah. In realtà stavano molto meglio a Kellin quei bellissimi berretti.
"Come mai qui?" Domandammo all'unisono e ci sentimmo in imbarazzo subito dopo. Una cosa molto carina e molto inquietante.
"Ho delle prove con la band, tu?"
"Vado a servire i clienti del famossissimo Starbucks" feci un gesto come a mostrare un arcobaleno invisibile.

Esso sorrise stanco, mentre entravamo in ascensore.
"La tua band?"
"Sono io in ritardo. Loro sono già in studio. Ho richiesto del tempo per riposarmi"
Deglutii saliva impregnata di caffè e sudai quasi freddo per quello che disse. Infondo era per colpa mia se era ridotto uno straccio, ma lui non sembrava portare alcun segno di rancore nei miei confronti.
"Va tutto bene?" I suoi sorrisi iniziarono a sorgere. Sicuri come il sole-bambino dei teletubbies.

"Scusa se ti ho tratt-"
"Mi ha fatto bene stare con te" Mi abbracciò stretta e io ricambiai, avvolgendo le mani intorno al suo busto. Ero davvero piccina in confronto a qualsiasi persona mi capitasse di incontrare. Mi sentivo un po' a disagio, ma faceva parte dalla mia vita da tanto tempo. Da piccola ero la più alta della classe, poi la crescita ha deciso che dovevo rimanere bassa, che il mio momento di gloria lo avevo avuto.

"Quando stacchi?"
"Mi stai dando un appuntamento?" Uscimmò dall'ascensore e salutai con un gesto la portinaia, prima di uscire.
Il gelo leggero mi pervase.
"Kellin Quinn, sei un ragazzo fidanzato. Te lo devo ricordare ancora per molto?" La presimo entrambi con ironia.
"Volevo soltanto invitarti all'esibizione degli Sleeping with Sirens, questa sera. Non è tecnicamente un appuntamento con me"
"Tecnicamente, si" Mi prese il naso fra le dita e lo stritolò a destra e a sinistra, fin quando non sferrai un pugno sul suo sterno e la finì.

"La giornata ora ha un senso"
Esclamò felice. Guardò l'orologio e non poteva credere di aver fatto più tardi del previsto. Lo lasciai andare con la promessa che ci sarei stata quella sera.
Non conoscevo la loro musica, ne il loro genere, ne le altre band in generale. Ero una musicista classica, per la miseria! Una sfigata.
Presi un taxi ed arrivai giusto in tempo. Allo scattare delle sette ero in servizio, pronta a dare il cambio ad una mia collega con cui non avevo legato per niente.

Suicide Season • Oliver Sykes • #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora