4O. You've got a lot of nerve

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Quel giorno che venne successivamente sudavo costantemente. Mi tremavano le mani, le gambe, ogni cosa.
Come fosse possibile che Kellin Quinn avesse confermato la sua omosessualità abusando del mio corpo fino al vomito, io non lo sapevo. Continuavo a restare interdetta sul da farsi di qualsiasi cosa nella mia vita che stava cadendo in pezzi...Eppure avevo tanto da dire. Si dice che le bocche più silenziose sono quelle che appartengono alla testa più rumorosa di tante altre, al contrario di chi ce l'ha sempre aperta e il cervello colmo di sabbia peggio del sahara. Persino un gatto avrebbe più cervello, capendo che non è la terra per depositare i propri bisogni; lo farebbe capendo soltanto che effettivamente metterebbe i suoi bisogni insieme ad altra merda. Ogni granello è immondizia con cui si rimpinzano le sinapsi.
Ma davvero il nostro cervello ha bisogno di determinate cose per sopravvivere? No, certo che no. Abbiamo bisogno d'amore per sopravvivere? No, certo che no... Non devo mentire a me stessa, però.

Può mancarci tutto quanto sotto i piedi, può mancarci il cibo, l'acqua, i vestiti, gli amici, la famiglia, l'istruzione, ma l'amore non potrà mancarci mai, purtroppo. Siamo fatti per amare, che qualcuno lo voglia o meno.
Abbiamo bisogno di sentirci amati e sentirci dire che stiamo amando abbastanza. Ne abbiamo bisogno per nutrirci, dissetarci, vestirci e imparare qualcosa. L'amore è la chiave per qualsiasi imperfezione o dolore.
Lo stesso amore che non ho ancora trovato, o meglio, forse so dove trovarlo, forse so cosa posso fare per rendere la mia vita qualcosa di inconfondibile, per rendere la mia vita qualcosa che ognuno vuole sentirsi raccontare.

Mi mescolavo in mezzo ai mille fan che stanziavano davanti al negozio con la felpa che mi aveva regalato Oli. Mi sentivo sempre più sciocca a fare determinate cose. Dio...
Ma ci stavo bene, perché me lo diceva il cuore di fare queste cose e quando il cuore di solito decide qualcosa, fa sempre un disastro. Vedi Kellin...Vedi il suo amico...Starò a vedere con Oli. Il mio cervello sta proprio accanto al cuore con una porzione grande di pop corn, da spettatore.
Mi sono pentita tanto quando si trattava di scelte del cuore, ma mai come quelle della testa. Mi sarei lasciata andare, fanculo i pensieri. Basta. E anche con questa affermazione potevo dire di aver perso la ragione. Dal momento in cui mi rinchiusero in un centro per tossici avevo perso ogni credibilità, quindi cazzata più o cazzata meno non avrebbe fatto la differenza.

La fila scorreva lenta come la mia pazienza.
Spintoni a destra e a manca iniziavano ad infastidirmi terribilmente. Stavo per andare su tutte le furie a causa della quarta botta alle costole...Manco fossimo ad un concerto.
Imprecai duramente molte e molte volte.
All'ennesima botta mi rivoltai e uno spintone fece cadere rovinosamente la ragazza attentatrice dei miei nervi. Un sorriso macabro mi fiorì sul viso come fosse primavera.
L'attenzione di ognuno cadde sulla scena, che apparve violenta da tutti quanti, perchè forse violenta lo era, effettivamente. Non me ne resi conto della gravità...Solo del sadico piacere che provavo nel sentire le braccia libere e non raschiate da zaini e robacce varie.

Il suo sguardo si posò su di me, si. Successe. Lo vidi e i nostri sguardi si persero...Non capii più nulla.

Oliver's pov

La guardavo incredulo. Il mio sguardo a mascella cadente si rifletteva nel suo: sgranato e con gli occhi sbarrati. Avevo paura di volerla, perchè un deja vu mi attanagliava sempre e per sempre, temevo, e più di tutte le volte in cui la guardavo...Proprio in quel momento stavo patendo la paura. Quell'azione era forse l'apice della similitudine che avesse con me. Non sembrava mortificata dell'accaduto, ma nemmeno contenta, proprio come me con Amanda. Assomigliava così tanto a colei che se ne era andata che avevo paura, si. Paura che potesse finire nello stesso modo, o paura che qualunque ragazza al mio fianco facesse quella tremenda fine.

Chelsea...Era arrivato il momento in cui dovetti ricordarmi di lei. Il trauma spuntò a galla ad una velocità assurda.
Lei è sempre stato tutto per me, fin dalla tenera età di 16 anni.
Aveva i capelli rosso fuoco, un corpo slanciato e così asciutto da non avere seno. Gli occhi grandi, un sorriso splendido. Vestiva sempre di nero e circondava il collo di un più collari, sempre neri; quasi sembrava ci soffocasse dentro di essi.
Si aggirava intorno a me per anni con un fare provocante. Resistetti fino ai 18 anni, dopo di che cedetti al suo charm provocante. Eravamo amici, molto amici, ma le cose andarono ad aggravarsi col tempo. Scapparono dei baci ardenti di passione: ricordavo di quella festa a casa sua, del suo compleanno. La presi per i fianchi, che quasi avevo senso a toccare da quanto fosse magra e la piazzai contro un muro per portarla alla mia altezza ed azzerare la distanza tra la nostra zona amicizia e l'inizio di una relazione che lei desiderava non avere.

Suicide Season • Oliver Sykes • #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora