Capitolo 9

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Sara e Radja si alzano e vanno a farsi una passeggiata. La mia amica ha capito che abbiamo bisogno di un momento per noi.
"Lei non ha torto comunque.." gli dico.
"Io non mi pento"
"No peró non è giusto.." gli faccio una carezza.
"Che vorresti dire?" Mi guarda.
"Non ti voglio dire quello che devi fare, peró loro sono la tua famiglia, io non sono niente per te... e mandate tutto a puttane per una cosa così non mi pare il caso no?! Ceh io lo rifarei infinite volte, peró ne vale la pena rinunciare a quella che è la tua vita, la tua quitidianità?!"
"Non lo so, non so più niente, Cami"
"Pensaci un po'. Tu non sai come puo andare con me.."
"Si devo pensare" si sfrega la faccia con le mani.
"Alla fine neanche mi conosci.. se vuoi ti lascio solo, così rifletti"
"No ma che tranquilla"
"Vuoi un cioccolatino?! Tanto sono di Radja.." gli passo la scatola.
"Si grazie.. devo ancora pranzare ora che ci penso. Ah beh allora me li posso mangiare tutti" mangia.
"Fa pure. Vuoi un pezzo di pizza?" Chiedo.
"No ma che mangio a cena"
"Sicuro?"
"Sicurissimo"
"Te la vado a prendere, sta qua dietro la pizzeria." Gliela indico "tanto lo so che mangi tanto eh"
"Ma no davvero. Non ho molta fame" mi fa un mezzo sorrisetto.
"Ora non fare il timido che non mangi" rido.
"Ma quale timido" ribatte lui ma sento brontolargli lo stomaco.
"Tie assaggia" tiro fuori quella benedetta mortadella che mi ha portato Sara "Sara dice che è buona"
"Uhm assaggiamo va"
"Si io ora torno" dico e mi alzo correndo verso la pizzeria. Poverino ha fame. La prendo di vari gusti e torno agli asciugamani col cartone in mano.
"Com'è?!" Chiedo.
"Buona. Questa col panino è la morte sua!"
"Pensi che con la pizza bianca è buona uguale?!" Mi siedo e apro il cartoncello "me la sono fatta anche aprire" lui rimane sorpreso.
"Mangia su" dico e ne prendo un pezzo anche io.
"Grazie, davvero" ne prende un pezzo e mangia.
"Ma shhh"
"No che shhh devo ringraziarti"
"Non devi fare niente se non mangiare" dico ridendo.
"Zitto e mangio okay" dice e mangia. Gli ho preso anche una birra e gliela passo.
"Mi sa che ti sposo" mi dice.
"Ma che dici!"
"Scherzavo"
Mi ripassa la bottiglia e bevo. Gli faccio finire l'ultimo pezzo di pizza e se lo divora in due morsi. Mi accendo una sigaretta. Non c'aveva fame, nono.
"Ma tu non avevi fame" rido.
"Eh ormai non potevo rifiutare, hai preso tutta sta roba. Ho mangiato" mi dice.
"Giusto"
Mi sdraio. Lui si appoggia con i gomiti sulla sabbia perchè non sia mai si insabbia i capelli!!
"Sdraiati su questo di Sara no?! Che stai sulla sabbia?" Gli dico.
"Dici che la devo sfrattare?! Mh si. Chi va a Roma perde la poltrona" dice e si sdraia vicino a me.
"Ti zozzi senno"
"La sabbia pure nelle mutande"
"Odio" dico e mi giro verso di lui. Gli tocco i capelli e lui mi lascia fare. "Ti stai calmando un po?"
"Si. Molto.."
"Menomale. Sappi che qualsiasi cosa deciderai io la rispetto mh.."
"Ti ringrazio.."
"Ma che scherzi. È giusto"
"Lo so ma ci sta gente che avrebbe fatto il panico. Sei una brava persona, tu.." mi dice.
"Io no. Se decidi di stare con loro è giusto. Poi comunque possiamo vederci ogni tanto, magari mi presenti la tua ragazza e tua figlia.."
"Devo pensare bene. Certo volentieri, se scegliessi loro" mi dice.
"Certo. Tu pensa bene"
"Ho fatto sempre le mie scelte per gli altri, non pensando a cosa voglio io.."
"Beh allora pensaci, scegli per te.." dico. Lui annuisce. Lo tiro a me e lo abbraccio.
"Non adesso magari" mette una gamba tra le mie.
"No adesso no. Prenditi del tempo mh" lo coccolo "niente scelte affrettate"
"Eh si vengono male" dice.
"Già. Non bisogna fare promesse quando si è felici e fare scelte quando si è arrabbiati" dico.
"Perchè non si mantengono?"
"No. Perchè sei preso dall'entusiasmo e non pensi alle conseguenze, ogni azione ha una sua reazione"
"Ovvio siamo umani"
"Si" gli do tanti bacini perchè mi sembra un cucciolo smarrito.
"Beh mi prenderó tutto il tempo necessario. Adesso sto bene così"
"Mh"
"Cosa?" Mi sfiora il collo col naso.
"Pure io sto bene così"
"Bene"
"Avevi dubbi?" Chiedo.
"No per niente. Lo sento che mi vuoi. Che poi è strano perchè ci arrivo dopo nelle cose, sempre se ci arrivo" mi dice.
"Ormai lo so bene"
"Peró ti sento"
"È così evidente?" Chiedo.
"Un po.. ma mi fa piacere" risponde ed io avvampo "mi dai attenzioni senza essere pesante. Ci sei ma non ci sei. Non so se hai capito il concetto"
"Si ho capito. Non sono una tipa assilante, ne pesante. Piccoli gesti ma per me sono tanto"
"Molto" dice e gli faccio un sorrisetto e lui non so come mi bacia a stampo.
"Sto anda a fuoco. Mi sto vergognando.."
"Ma sh scema. Di che ti vergogni?!" Mi chiede.
"Di dire ste cose, di tutto. So timida sà!"
"Non sei dolce si vede ma se le dici è vero"
"Si.."
"Ho aacoltato bene ieri sera visto." Mi tira a lui.
"Benissimo" lo stringo e me lo sbaciucchio tutto.
"Eh si quando mi interessa ascolto dai, senno faccio di si con la testa e passa la paura" mi dice.
"Non lo fa con me che mi incazzo e me ne vado!" Rido.
"Dipende da quello che mi dici"
"Con me non lo fai in qualunque caso" metto subito i puntini sulle i.
Continuiamo a parlare e se ne esce che quella stronza prima gli ha detto che è una bestia.
"Non è vero. Un po matto si.. ma bestia no. Anche se in momenti di rabbia non ti controlli"
"Me lo dicono in tanti"
"Perchè non ti conoscono la gente è stupida. Parla tanto per.." dico.
"Vabbe tanto sai quante me ne dicono! Ho le spalle grosse" mi dice. "Mi piego ma non mi spezzo"
"Vabbe dai mo perchè siete arrabbiati. Vi siete detto parole brutte. Vi calmate e chiarite" dico.
"Vedremo. Ora non ci penso. Ho altro da fare" mi dice.
"Cosa?"
"Questo" mi dice e si avvicina con la testa. Poggia le sue labbra alle mie e mi bacia. Dischiudo le labbra e ricambio il bacio che mi sta dando, perchè in fondo in fondo non aspettavo altro da quando è arrivato qui da me. Si stacca piano e mi morde il labbro.
"Che faccia" mi dice.
"Mi prendi in giro?!" Dico.
"No chi io!?"
"Si tu!" Gli do un po di tormento ma per ora lui non dice nulla. "Non si fa sai!!"
"Ah no perchè?!"
"Non si prende in giro Camilla" dico.
"Ma avevi una faccetta carina"
"Questa mi sa di presa in giro a livellini alti" dico e gli do un morso sul collo.
"Ma non è vero" ride.
"Stai ridendo.."
"Mi dici livellino dai"
"Termini nuovi" dico.
"Fico imparo pure"
"Visto si. Ti faccio ridere, ti insegno cose nuove, ti calmo, ti faccio mangiare, ti coccolo, ti vizio" dico.
"Tante cose" dice.
"Sei stato fortunato a trovarmi. Ci hai preso in pieno. In tutti i sensi" dico ridendo.
"Un investimento in piena regola" ribatte.
"Hai una mira che neanche un cecchino! Ti è andata bene. Guarda che gioiellino che hai incontrato ceh. Pensa ad una vecchia storpia, senza denti, Kostas ammmmore. Dammi un bacio Kostasss. Senti le mie gengive dure! Non fare il timido" mi avvicino e lui mi bacia a stampo ma fa una faccia schifata.
"Che faccia" scoppio a ridere.
"La befana ceh. Mi fingevo gay per forza!" Mi dice e scoppio a ridere di gusto.
"Ma che ridi"
"Mi fai troppo ridere giuro"
"Mi è andata bene dai" mi dice.
"Eh beh direi"
"Ceh dai ti vuoi mettere con la vecchia?!" Mi dice.
"Nono" mi voglio mettere con te.
"Torni a casa per cena?!" Chiedo.
"Non lo so tu che progetti hai?!" Mi chiede.
"Uh devo guardare la mia agenda"
"Guardaci allora, dimmi un po. Che se hai un progetto che include anche me è meglio" mi da una capicciatina. Prendo il telefono e apro l'agenda.
"Che dice?!" Butta un occhio.
"Sono libera per stasera"
"Uh bene. Quindi riempila. Manolas, scrivi"
Annuisco e scrivo Manolas.
"Fino a orario continuato. Tradotto. Fino a quando ce va"
Io continuo a scrivere aggiungendo quello che dice ridendo.
"A posto. Stasera hai un impegno" mi dice.
"Si. Allora o andiamo a cena o cucino io" propongo.
Decidiamo che rimaniamo a casa anche perchè lui non ha altri abiti e per ora penso che è meglio se non lo metto in difficoltà.
"Poi devo assaggiare come cucini. Poi alzo le palette con i voti" mi dice.
"Anche io devo darti il voto"
"Giusto. Allora peggio o meglio?!"
"Mhhhh"
"Cosa??" Si sta impanicando.
"Bene dai. Molto meglio"
"Ah. Voto forza!" Mi dice.
"10+"
"Come il pollo Amadori!"
"Certo polletto" gli mordo la guancia. Decidiamo di andare. Mi alzo e sgrullo il telo.
"Domani torno a lavoro" dico.
"Uh bene sono contento. Piano piano riprendi la tua vita"
"Eh si. Ti alzi o rimani qua?!" Dico.
"No. Vengo" si alza.
"Già vieni?! Come sei veloce" cammino ridendo.
"Non credo proprio e poi lo hai visto" mi raggiunge "poi ti do una bella rinfrescata alla memoria se te lo sei dimenticato" mi da una pacca sul culo e apre la macchina.
"Quanto sei dolce" mi pulisco le scarpe.
"Chi io?! Nah" anche lui.
"Era ironico"
"Ah ecco. Sono dolce come la pacca sul culo" sale.
"È affetto anche quello" salgo anche io.
"Affetto?!" Mette in moto e fa retromarcia.
"Si non è che io vado a dare le pacche sul culo alla gente" dico e lui parte.
"Ma neanche io. Mi prendono per maniaco ceh"
"Poi co sta faccia da matto" dico.
"Mi rinchiudono subito, manco la pacca mi fanno dare"
"No infatti, ti guardano già partr il tintinnio delle manette!" Rido.
"Eh capito. C'ho già la celletta pronta!"
Sorrido e scuoto la testa. Sta fuori di testa ma mi piace, da morire.

Improvvisamente, tu 2. Benedetto il giorno che ti ho investita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora