Capitolo 2

469 21 7
                                    


Il giorno dopo.

Sto parlando con Sara che come tutti i giorni mi chiama per sapere come sto. Le comunico che se va tutto bene, domani mi fanno uscire. Lei è contentissima. Ho camminato, mi sono fatta la doccia e rispondo a tutti gli stimoli. Sicuramente il Natale lo passeró a casa. Mi chiede se vado a stare a casa dai miei per un po' e le rispondo che già mia madre sta rompendo le palle e mi toccherà andarci per forza. Lei mi confida che ha insistito anche con la mia amica perchè non mi vuole lasciare sola. E vabbe mi faró viziare in tutti i modi possibili. Le racconto di Kostas che è venuto a trovarmi ieri e che l'ho un po' screziato perchè fa il risicone. Gli si addrizzano i capelli quando si incazza.
"Lui non capisce come faccio a sapere tutto di lui. Ma io in questo tempo è come se avessi vissuto davvero una cosa con lui.." dico.
"Quando stavi in coma?" Mi chiede la mia amica.
"Si"
"Non ne ho mai sentito parlare. Non so come possa essere successo" ammette.
"Boh, era reale ceh"
"Forse perchè stava sempre li da te.. ma ti credo eh"
"Lui mi prende per pazza" mi confido.
"Beh è normale" mi dice.
"Lui non mi conosce, non sa nulla di me. Io so tutto invece.. e mi ricordo tutto"
"Ma ti piace?" Mi chiede.
"Si, abbastanza. Diciamo che in quella che era la mia realtà lo amavo.." sospiro.
"Cazzo.. immagino come puoi stare" mi dice.
"Beh se fosse per me lo bacerei, lo anbraccerei ma non posso." Mi sto intristendo, cazzo.
"Eh no. Altro che pazza poi. Non sai neanche se è single. Al locale non parla, non dice nulla di se.."
"Glielo ho chiesto ma non mi ha risposto. Tanto insisto, me lo dirà!"
"Eh certo. Non puo competere con te. Ma ti ha detto che torna?!"
"In teoria oggi. Poi boh quello è tutto strano!"
"Eh si. Poi non hanno neanche allenamento perchè stasera giocano. Non è che lo conosco più di tanto. Sta sempre in disparte, poi non esce quasi mai!" Mi dice.
"Secobdo me è emo. Poi lo scopriró!" Dico e lei scoppia a ridere. Mi dice che va a fare i regali di Natale con Radja perchè sennó da sola sbrocca. Dice che passa dopo così ci vediamo la partita insieme e ceniamo. Pizza e birra di soppiatto. E sigarette! Sante sigarette.
"Mi raccomando non farti vedere da questi!"
Lei mi tranquillizza e dice che ci pensa lei. Mi aggiorna che dopo la partita, forse vengono tutti gli altri a festeggiare e fare baldoria dato che hanno saputo che forse esco.
Bussano alla porta.
"Avanti!" Dico e Kostas si affaccia.
"Ciao, disturbo?" Mi chiede.
"Oh eccolo. Vieni, vieni"
"Mi aspettavi?"
"Si, sei in ritardo" dico. Saluto Sara al telefono e poso il callulare che mi ha prestato mia madre. Un mattone praticamente.
"Non ti ho mica detto l'ora" mi dice.
"Beh vieni sempre a farmi compagnia"
"Ho avuto da fare prima. Come stai?" Mi chiede.
"Oh inmagino il tuo da fare. Mh bene" dico.
"Sono un uomo impegnato" mi dice.
"Tipo?" Chiedo e lui mi da una busta. "È tuo" mi dice e si siede.
"Uh grazie. Mi dici che avevi da fare?" Chiedo mentre apro.
"Questo" risponde indicandomi la busta. Guardo e ha mantenuto la promessa. Dentro ci sono la maglietta, i pantaloncini e i calzettoni.
"Uh grazie. Che spettacolo! Beh un abbraccio me lo puoi dare!" Lo guardo.
"Mi dispiace io non sono per queste sdolcinatezze" mi dice.
"Ma io si" mi siedo e allargo le braccia nella soeranza che lui mi abbracci ma no. Mi rifiuta.
"Sei gay!?" Chiedo.
"Ma che cazzo dici!"
"Eh boh un po il culo a pizzo ce l'hai" dico.
"Ti garantisco di no"
"Rifiuti un abbraccio"
"Non sono per ste cose"
"Eh Madonna era un abbraccio mica ti ho chiesto di farmi le coccole!" Dico.
"È uguale non lo faccio"
Mi giro su un fianco e lo guardo.
"Gay" dico.
"Ah si?! Allora non ti do più niente, avevo un'altra cosa ma dato che mi dici che sono gay.." mi dice. Gli mando i baci ridendo e lui incrocia le braccia.
"Dai che mi hai portato?" Chiedo.
"Noente più gay mh, non lo sono" fruga nel borsello.
"Dimostramelo" dico piano.
"Ma dove cazzo è?! Uffa!" Si tira indietro i capelli.
"Vuoi una mollettina?!" Chiedo ridendo.
"No grazie. Mi piacciono così sbarazzini. Uffa dove è?! Aaaaaah!" Tira fuori un pacchetto dalla tasca del giaccone e me lo porge. Lo ringrazio e lo apro. Ci trovo dentro un cellulare. Iphone 7. Lo guardo.
"Ma grazie. Bellissimo. Avevo questo di mamma, na cagata. Da oggi uso questo" inizio a montarlo.
"Sono andato sul sicuro con questo"
"Tu e la tecnologia siete due poli opposti" dico. Lui mi guarda confuso.
"Beh non mi piacciono molto ste cose. Ce l'ho l'iphone.."
"Ma per bellezza" concludo io per lui.
"Ogni tanto lo uso. Quando non lo rompo." Mi dice.
"Beh per sebtire la tua ragazza... eh i sordi tua!!"
"Vabbe ce li ho, li spendo"
"Beato te che ne hai da buttare" dico.
"Lavoro" fa spallucce.
"Se, fai palestra a pagamento"
"No. È un lavoro!" Ribatte.
"Sei sempre nervoso, come mai?! Non fai sesso?!" Chiedo. Vediamo che mi dice.
"No. Sono cosi di natura. E poi non sono nervoso mh"
"Mi stai ringhiando" rido.
"Cosa?! No.. ops ogni tanto non me ne accorgo. Mi partono le imbruttite" mi dice.
"Sempre" gli tiro una pallina di carta.
"Ei ferma. No sempre no"
"Si sempre" mi metto i calzettoni.
"È 38 eh"
"Bravo te lo sei ricordato. Io so tutto"
"Si abbiamo Udinì con la palla di vetro!"
"Dai chiedimi qualcosa di te. Se indovino mi abbracci!" Dico. Io ci provo.
"No. Non lo faró!"
"Paura eh"
"Nah. Io non ho paura di niente, donna. Sappilo"
"Ti conosco molto bene, caro Kostantinos" dico.
"Non chiarmi così, mh. Kostas, sono Kostas."
"È il tuo nome" dico.
"Kostas" risponde.
"È un abbreviativo" gli faccio il video ler provare il cellulare nuovo.
"Mi chiamo Kostas e basta. Ti fermi?" Sbuffa.
"Seguimi su Instagram" lo posto.
"Ma anche no. Perchè lo dovrei fare?" Mi chiede. Che faccia da cazzo peró eh.
"Vabbe allora fanculo" poso il telefono e mi stiro.
"Ei mh che parolone"
"Te le meriti" mi alzo e cammino un po'.
"Misurati la maglia" mi dice.
"Che taglia hai preso?! La sei XL?!" Chiedo.
"No. 15"
"Per forza senno non ti entra, sto ciccione" dico.
"Io sono una M"
Mi tolgo il pezzo sopra del pigiama.
"Una M di maxy" dico.
"Mini. Anzi di Manolas" ribatte.
Mi metto la maglia.
"M di mortacci tua"
"M di mh" continua.
"Come mi sta?" Rido.
"Bene"
"A me sta bene tutto" mi tolgo i pantaloni.
"Ei ma che fai?!" Mi dice allarmato.
"Mi metto i pantaloncini" me li metto. Così sono completa.
"Vacci tu a giocare stasera, ci scambiamo i ruoli."
"Daje" mi faccio un cipollottl.
"Io mi metto il pigiama e dormo"
"E gli scarpini?" Chiedo.
"A Trigoria te li prestano"
"Apposto allora a domani" apro la porta e faccio per andarmene.
"Ma dove vai?"
"A giocare"
Mi blocca.
"Ma sta bona Ronalda" mi dice.
"No sono Manolassa, la romanagreca della Roma" dico.
"C'è solo la versione madchile di Manolas. Gioco io. Non puoi uscire. Poi perdiamo."
"Ma che perdiamo. Gli do le tettate!" Dico.
"Sta buona va che poi ti fanno fallo da dietro"
"È cartellino giallo!" Dico.
"No, è inculata!" Dice naturale e io scoppio a ridere.
"Vado a prendermi la difesa!"
"Ma va a metterti a letto mh. Romanzo criminale c'abbiamo qua. Forza!" Fischia "a letto."
"Ao non sono un cane." Gli do una spintarella "dai che facciamo?"
"Che vuoi fare?! Devi stare qui. Non puoi uscire"
"Io non voglio uscire. Anzi entrerei" dico guardandolo maliziosa e mi siedo sul letto.
"Dove?"
"Dentro"
"Comunque sarei io a entrare dentro non tu"
"Allora hai capito vecchio porco!" Dico dandogli una pizzetta sulla gamba.
"Non sono mica rincoglionito" dice.
"Beh puo essere che tu non fai sesso perchè non sei per queste cose"
"Ma chi lo dice?! Tu non lo sai"
"Lo so. Stai sempre qua!" Dico. Vediamo se riesco a fargli uscire qualcosa. "Se vuoi lo facciamo insieme.."
"Proposte indecenti"
"Il letto. Che hai capito" rido. Si appoggia allo schienale della sedia. "Ci stai pensando?"
"A rifare il letto?! Nah sono cose da donne. Io non lo faccio"
"No. Di fare sesso!"
"Ah no. Quello è bocciato" dice.
"Perchè?! Sei fidanzato?!" Chiedo.
"Mhmh"
"Ah ecco... e ti pareva?" Mi metto sul letto a pancia in giù. Uffa peró. Che jellata del cazzo.
"Non é la fine del mondo su"
"Si! Tu non capisci" dico.
"Cosa c'é da capire!?" Mi chiede.
"Hai Kostantina con lei?!"
"Si perchè?"
"Niente. Lascia stare. Mi sto deprimendo"
"Io non ti capisco a volte" dice grattandosi la testa.
"Lascia stare" mi guarda confuso.
"Ne trovi un altro. Il mondo è pieno si uomini" mi dice.
"Sta zitto"
"Pure"
"Si pure. Perchè se tu non avessi fatto tutto ció, io ancora ero a deprimermi per l'altro!"
"Io ti ho messo sotto e basta!"
"Sotto a un treno mi hai messa!! Uomini di merda" mi alzo ed esco dalla camera.
Lui mi segue.
"Torna in camera mh" mi dice.
"Ma uno normale no?! Che cosa faccio di male io. Dio dimmelo perchè io non lo so. Non ti chiedo tanto. Uno normale."
"Dai torniamo dentro. Lo troverai presto,." Mi dice.
"Non mi comandi. E non ho spicci!"
"Ma cosa centra?!" Mi chiede.
Alzo fli occhi al cielo e corro in camera chiudendo la porta. Mi rimetto a letto e torna anche lui.
"Ma che fai mh" mi chiede.
"Prima torna in camera, poi che fai! Deciditi. Mi sono stancata di stare qui, voglio uscire lo capisci??" Sbotto.
"Lo so. Dai esci presto"
"No. Non lo sai perchè tu sei libero. Io sto impazzendo." Dico.
"Vestiti"
"Perchè?"
"Usciamo un attimo a prendere una boccata d'aria" mi dice.
"Dici!?"
"Si vado a sentire il dottore" mi dice ed esce.
Io mi rivesto. Non ho un cazzo, neanche il profumo, i trucchi. Noente. Torna e mi dice che il dottore gli ha dato il via libera peró per poco. Ho solo una tuta da mettere ma lui sembra non farci caso.
"Peró tu reggimi che se mi gira la testa almeno non cado" dico. Annuisce e mi tiene. Scendiamo ed usciamo. L'aria. Finalmente.
"Mi sento un po frastornata" gli dico.
"Ti senti male?"
"No peró mi fa strano dopo tanto"
"Eh si devi abituarti di nuovo" mi dice ed iniziamo a camminare.
"Devo riprendere in mano la mia vita. Torno a lavoro.."
"Sono un coglione, mi dispiace.." mi dice.
"Dai basta. Storia chiusa ormai. È successo, sto bene e questo è l'importante" dico.
"Si certo. Che lavoro fai?" Mi chiede.
"Lavoro in un bar"
"Fico. Ti devi mantenere da sola?!"
"Si. Abito da sola. Ho un cane e un'iguana" dico.
"Uno zoo. Io solo un cane"
"Mi piacciono gli animali. Da mamma ci sono due gatti, un cane, le tartarughe" dico.
"Ah cosa genetica" dice.
"Si poi gli zii di papà hanno la casa in campagna con le galline, i cavalli, mucche, pecore" dico.
"Mi piacciono le cose rustiche" mi dice.
"Allora un giorno ti ci porto" dico. "Quando mi sono ripresa. Lì c'è il silenzio, pace. Si mangia bene"
"Bello il silenzio. Ci starei a vita"
"Un paio di fiorni si. Ma poi voglio il caos. Tu perchè sei un po' asociale." Azzardo.
"No perchè odio tutti, semplicemente" dice.
"Anche me?" Chiedo.
"Non sarei venuto a trovarti"
"Vabbe quello è il senso di colpa. Una volta sveglia me lo puoi dire" faccio spallucce.
"No. Non ti odio" mi dice.
"Meglio così. Anche perchè ti ho sopportato con le confessioni tue, dovrei odiarti io" dico ridendo.
"E mi odi?" Mi guarda.
"Si. Abbastanza"
"Dovevi dirmi di no, mh"
"Perchè?"
"Ti ho tenuto compagnia" risponde semplicemente.
"Casomai è il contrario. Sono io che ti ho fatto compagnia e ri ho ascoltato. Dovresti rimgraziarmi" dico.
"Ma che centra. Guarda dove ti ho portata!" Mi dice indicando il giardino.
"Uh capirai, sotto l'ospedale!"
"Beh sempre meglio che stare dentro!" Mi dice.
"Che cosa romantica! Ho la pelle d'oca dall'emozione!"
"Lo sognano tutte le donne sta cosa. Pfff ma che ne sai tu!" Mi dice.
Scuoto la testa ridendo ed entriamo nel giardinetto.

Improvvisamente, tu 2. Benedetto il giorno che ti ho investita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora