Capitolo 56

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Sto aspettando Thomas a casa. Ieri ci sono rimasta malissimo di Kostas, peró ormai basta. Devo rifarmi una vita. Non posso stare dietro a lui mentre si ceesce i figli. Non posso rimanere a guardare lui e starmene con le mani in mano. Da un mese che sto meglio. Con Thomas sto bene, mi diverti e penso di continuare a conoscerlo. Vediamo un po che succede andando avanti. Bussano alla porta di casa.
"Chi è?" Chiedo.
"Sto cazzone"
"Uh allora apro" corro ad aprire ridendo.
"Al cazzone corri eh. Ha tremato il pavimento" dice Thomas.
"Certo" rido.
"Sono libero per un po di ore" entra.
"Bene. Vieni ti faccio il caffe" dico. Si siede al tavolo. Mi racconta che Luciano oggi gli ha fatto il cazziatone perchè stasera dobbiamo vincere. Sono tremendi, i capelli già gli sono caduti, mo gli fanno cadere anche le sopracciglia.  Gli porto il caffe e gli dico che stamattina l'ho pensato vedendo la pubblicita della Emniflex con la lana merinos e che ridevo da sola davanti la tv. Lui si incazza, mi sbrocca e mi tira un cuscino.
"Ei che modi" dico e lui me ne tira un altro. "Eddai! Mannaggia le pecore imbizzarrite" sbuffo.
Thomas si avvicina, fa per riprendere i cuscini e mi riempe di cuscinate ma piano. Mi dimeno, poi me li ritira e si siede.
"Pecora, pecora" dico.
"Ah così"
"Si così" dico. Mi tira sul divano e mi sale sopra.
"Non si dice"
"Sempre" gli mordo un braccio.
"Aia mh. No non si dice"
"È il tuo soprannome" dico e lui ni lecca le labbra.
"Che hai fatto tu oggi?" Mi chiede.
"Ho dormito, ho pranzato, ho sistemato, mi sono lavata e poi sei arrivato tu, a rompere le palle"
"Ma se mi hai aperto di corsa, mi aspettavi"
"No. Io ho aperto a sto cazzone, non a Thomas"
"Thomas ce l'ha" dice e mi mette una mano tra le gambe, mi sfiora e gli finisce nelle mie mutande mentre mi bacia il collo. Lo spoglio e lui fa lo stesso con me.
"Potresti diventare un abitudine" mi dice scendendo con la bocca, usandola per fare altro.
"Fai pure.."
"Affare fatto" risale.
"Ma senti tutto tu!"
"Non sono mica sordo. Ho 31 anni ma ampliphone non mi serve. Dopo vieni con me" dice e mi bacia ovunque.
"Dove?"
"Allo stadio"
"Vabbene solo perchè sei tu"
"Allora solo perchè sei tu, ti dico che non ti faró male" mi dice all'orecchio.
"Mi fido"
Lui sorride ed entra dentro di me, facendomi un succhiotto dall'altra parte. Mi bacia e spinge come sa fare lui. È molto passionale.

Ci rivestiamo e decidiamo di uscire. È ancora prestoper andare allo stadio. Mi vado a fare il solito bagnetto rilassante. Mi dice che un giorno ce lo facciamo insieme, tanto la vasca è grosso. Mi sciacquo com estrema calma ma Thomas mi mette fretta.
"Il sapone non uccide eh" dico.
"Lo so mi lavo tutti i giorni"
"Insomma, puzzi un po" dico. Ora lo screzio un po.
"Ma che dici non puzzo per niente" sbotta. Continuiamo con questa tiritera e lui ribatte che profuma un sacco.
"Non te lo dico per educazione, ma puzzi" dico.
"Ma chw cazzo dici. Non è vero, non puzzo!" Sbotta e scende. Io rido e lo seguo. Saliamo in macchina e partiamo.
"Non fare il rosicone stacci ceh"
"Non rosico. Non puzzo"
"Profumi di kebab con cipolle appena tagliate" dico.
"Ma che cazzo dici! Mi sono lavato stupida!" Dice e con la coda dell'occhio lo vedo che si odora l'alito. Sto facendo una fatica cane a non scoppiare a ridere. Apro un pezzetto di finestrino e mi mangiouna gomma.
Thomas si odora sotto le ascelle ma fa una faccia normale. Infatto non è vero che puzza, è solo per divertirmi un po.
"Senti dai" alza un'ascella e mi si avvicina.
"No!" Mi tappo il naso.
"Oh ora mi hai rotto il cazzo" tira il freno a mano in mezzo la strada, tira giù la poltrona e mi sale sopra "odorami"
"No puzzi"
"Dai mi stai facendo venire i complessi"
"Fai tardi dai!"
"Non mi frega" ribatte.
"No!" Mi copro con la sciarpa e mi bacia. Rispondo al bacio, quanto è scemo.
"Non puzzo dai!"
"Si" dico.
Lui si sposta e sfreccia come un golle. Mi tira su il sedile. Mi metto la crema per le mani.
"Vuoi un po?! Almeno profuma" dico. Thomas me la toglie dalle mani e se la mette. Si è impanicato. Parcheggia allo stadio.
"Dai" dico.
"Cosa?"
"Andiamo, puzzola" scendiamo e lui mi si carica sulle spalle.
"No. Noj puzzo. Mi sono odotato e niente non puzzo! Ma neanche un po, zero. Profumo!"
"Nono" rido.
Entriamo così negli spogliatoi.
"Ciao a tutti" saluto con la mani.
"Ma che fai lassu" mi chiede Kevin.
"Prendo un po d'aria fresca"

Improvvisamente, tu 2. Benedetto il giorno che ti ho investita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora