"Vuoi sederti?" Mi chiede Kostas.
"Si. Vieni qua, sul prato" dico e vado a sedermi.
Lui mi raggiunge e si siede vicino a me.
"Ah sto una bomba" dico.
"Non esplodere" mi risponde.
"Quanto sei triste!" Rido e gli do una bottarella.
"Come la freddura tua di ieri sera. Ancora ho freddo calcola"
"Hai detto che non era malaccio" lo riprendo.
"Peró triste"
"No. Perchè l'ho detta io!"
"Che caratterino!" Commenta.
"Oh questo è niente. So essere anche peggio. Sono una maledetta da Dio" dico.
"Ah ecco, caratteraccio!" Midifica la sua risposta.
"Molto, attento a te!"
"Ah beh anche io.. Io?! E che centro??"
"Non farmi incazzare" dico.
"Come faccio a farti incazzare?!" Mi chiede.
"In tanti modi"
"Tipo?"
Lo guardo e lui si gira a guardare me.
"Io ho sempre ragione. Se una cosa è mia nessuno la deve toccare. Poi boh potremmo litigare anche per una cosa detta con un tono sbagliato.." mi confindo.
"Non sei per la pace"
"No anzi, litigare mi piace.."
"Anche a me" risponde. È di poche parole come immaginavo.
"Ottimo" rido "allora quando mi annoio, litigo con te!"
"Viecce" mi dice con un accento romano da brividi.
"Che fai mi dai una panzata?! O con quel culone pensi di stupirmi facendo un eclissi solare?!" Dico.
"Ma sentila!! La smetti, non sono grasso. Ti do una capocciata ti rimsndo in camera!" Mi risponde.
"Addirittura?"
"Le mie capocciate sono famose"
"Lo so. I tuoi sguardi anche sono famosi. Giunge voce che sei parente di Marotta, non sei andato alla Juve senno ti indagavano per parentopoli!" Rido.
"Ma la smetti?" Si sdraia.
"Con un occhio giochi a biliardo e con l'altro guardi la macchina"
"Ne hai per molto?!"
"Si anche per sempre se necessario" rispondo.
"Se poi do di matto!"
"Dai fammi vedere come fai il matto" dico.
"Non è che lo faccio a comando eh. Deve essere una reazione naturale" mi dice.
"Cazzate allora"
"Vabbe come dici tu. Poi se faccio crollare l'ospedale, io ti ho avvertita" mi dice.
"Lo so" rido "okay Rambo." Mi appoggio con la testa sulla sua pancia. "Con sti capelli"
Mi piace prenderlo in giro.
"Parli tu. Guarda che ricrescita"
"Grazie al cazzo sono mesi che sto qui!" Sbuffo.
"No grazie allq ricrescita. Il cazzo non centra.."
"Qunato sei triste.." commento.
"Era carina"
"No"
"Simpatica"
"No, pessima"
"Dirai mai di si, tu?!" Mi chiede.
"No"
"Immaginavo"
"A meno che non mi chiedi di sposarti, ma quella è un'altra cosa"
"Come scusa?!"
"Hai capito.." mi sto vergognando.
"Ma come te ne esci!"
"Così" rido. Io glielo ho buttato li, metti caso me lo chiede per davvero. Lui è mezzo shoccato.
"Ti fanna uscire domani?" Mi chiede.
"Speriamo di si. Ho fatto gli esami, tutto okay, quindi penso di si"
"Menomale era ora" mi dice.
"Così non mi devi venire a trovare, scomodarti, stare qua a forza."
"Guarda che non me lo ha imposto nessuno di stare qua!" Mi dice.
"La tua coscienza" rispondo.
"No, mi andava"
"Mh, meglio cosi. Quibdi da domani non ci vediamo più?" Chiedo.
"Eh penso proprio di no. Tu q casa tua ed io nella mia" risponde.
"Se vuoi che vengo a casa tua, io ci vengo eh!"
"Tu dove abiti?" Mi chiede.
"A casa mia" rido.
"Ma dai? Pensavo a casa di quello!" Indica un passante.
"No ci siamo lasciati con quello. Casa è mia" ridacchio. "Comunque zona Eur. Tu?" Gli chiedo.
"Pure io. Davanti al bar" mi dice. Tombola.
"Lì lavoro! Ma pensa te.."
"Ci faccio sempre colazione. Fanno certi cornetti buoni" mi dice.
"Si e poi io a fare i cappuccini sono troppo forte. Mamma mi ha detto che ora hanno preso un troione" dico. Vediamo che dice.
"Si ci sta una bionda ho visto, allora ci vedremo" mi dice.
"Te la sei vista bene si, gliela hai fatta la radiografia?"
"Uhm si. L'ho intravista dal balcone perchè la ser non esco quasi mai. È caruccia" dice.
Che cosa?! Ora lo meno.
"Fa schifo, mh"
"Ma se non l'hai mai vista, come fai a dirlo!" Dice.
"È uguale. È bruttissima" lo guardo male.
"No dai. È caruccia. C'è di peggio" gli do un pizzico. Che cazzo dici scemo.
"Aia!! Ma sei pazza?!"
"Non ero io. Sono gli insetti"
"Mortacci vostra" da i cazzotti sul prato per ucciderli.
"La tua ragazza lo sa che sei qui?" Chiedo.
"Diciamo.." risponde.
"Che vuol dire?" Chiedo guardandolo.
"Le ho detto che sono all'ospedale"
"Pensa che ti hanno ricoverato, non torni!" Ridacchio.
"Puo darsi. Ma tanto dopo ho la partita, le ho detto che da sta strada andavo in ritiro!"
"Ah ecco sennó già ti chiamava. Dove seiiii!!!" Dico ridendo.
"No, non lo ha mai fatto" risponde.
"Meglio così, senno mi devo incazzare" alza gli occhi al cielo.
"Tu? E pechè?"
"Si io. Perché ti chiama, che cazzo vuoi ceh"
"Ma è la mia ragazza.."
"Embe, stai qua con me. Ti chiama dopo!"
"Giusto"
"È tanto che ci stai?" Decido di indagare un po'.
"Quasi tre anni" risponde.
"È ora di lasciarsi sisi"
"Ei ma che dici? Perchè mi dovrei lasciare??" Mi chiede confuso.
"Perchè si ceh, tre anni basta è ora di cambiare vita" faccio spallucce.
"Ah dopo tre anni si cambia vita??"
"Certo!"
"Che tipa. Stai fuori di brutto" mi dice.
"È fico peró eh. Non ti annoi mai. Flora è simile a te?" Chiedo.
"No lei è più pazza di me. Io sono come mio padre. Mio fratello è come mamma!" Risponde. Ma lo sapevo è solo per farlo parlare.
"Tua madre deve essere un tajo. Allora presentami tuo fratello" dico.
"No. A lui piacd scopare e basta. Non penso ti serve uno così, sai quanti ne trovi di migliori. È tutto fumo e niente arrosto!" Mi dice.
"Magari con me mette la testa apposto!" Dico.
"Impossibile"
"Che ne sai?" Chiedo.
"È mio fratello, lo conosco"
"Poi dice a me di Udinì!" Ridacchio.
"Due Udinì che vuoi di più"
"Un Lucano. Ho bisogno di andare a ballare e di bere" dico sconsolata.
"Prima riprenditi bene, poi fai tutto come prima" mi dice.
"Si. Stasera viene Sara, ci vediamo la partita, pizza, birra e sigarettina. Ci sta tutta" dico sognante.
"Sai che non potresti vero?" Mi dice.
"Si ma occhio non vede... dottore non sa!" Faccio una faccia da angioletto.
"Non farti scoprire che poi ti chiudono dentro e buttano via la chiave" mi dice.
"Poi sei costretto a venire qua tutti i giorni" lo guardo.
"Ancora mh, non mi costringe nessuno" replica.
"Ma per dire, acetelli"
"Tornerei e basta" mette il punto al discorso.
"Uh che botta di glicosio. Che dolce!" Lo prendo in giro.
"Hai sbagliato persona giarda. Sono tutto tranne che dolce, donna" mi dice.
"Un cucchiaino di miele"
"Mi conosco e non lo sono"
"Non stavi qua senno"
"Te l'ho peomesso ed io le promesse le mantengo. Sono nesi che vengo qui" mi dice.
"Parola di lupetto!" Rido.
"Brava lupetto vince" risponde.
Lo abbraccio.
"Ma che fai.." mi dice.
"Tu non mi abbracci. Lo faccio io.." dico speramdo non mi respinga.
"Mh"
"Mi devi dire brava fa pure"
"Ah così proprio?!"
"Mhmh" gli do un bacetto sul collo e mi tiro su.
"Nah tirniamo dentro va. Senno devo litigare col dottore" si alza.
"Ti stai vergognando?" Chiedo.
"Nah io non mi vergogno mai" dice.
"Ah okay" mi alzo "Il tuo cuore ha saltato un battito, non te lo aspettavi." intanto camminiamo.
"No, non me lo aspettavo"
"Per così poco! Se ti infilavo la lingua in bocca che facevi?! Morivi!!" Rido.
"Ma che ne sai il mio cuore cosa fa? Pff. Addirittura? Ma senti che sicurezza che ha!"
"L'ho sentito" faccio spallucce.
"Ma shhh. Farnetichi" mi dice e ritorniamo in stanza.
"C'è uno che mi porta sempre il tiramisù. Me lo sono finito prima, lo fa da Dio!"
"Brava a me niente mh"
"No"
"Ma grazie" dice.
Io mi rimetto la maglietta e i pantaloncini che mi ha portato.
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Improvvisamente, tu 2. Benedetto il giorno che ti ho investita.
FanficL' Amante è solo una cosa di sesso.A volte comincia così e poi diventa anche uno stare accanto all' altro in tutti i sensi.E allora può capitare che una volta ti vedi lo stesso e non fai l'amore o sesso che sia ma ci si ascolta.Esistono amanti e ama...