Capitolo 2

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Edward
Credo di amarla. Me ne sono reso conto fin dal suo primo sguardo. Lei non è come le altre, è diversa. Non si scioglie per una minima cosa e non pretende chissà che, ma rimane sorpresa ad ogni mio gesto, come se non se lo aspettasse, come se la stupissi ogni volta. Ho capito di amarla quando ci siamo baciati la prima volta. Avevo provato a baciarla centinaia di volte, e non esagero, ma lei si era sempre allontanata, come se avesse paura di rovinare qualcosa. Ma quel giorno, quel 27 settembre, c'è stato qualcosa di magico, meraviglioso. Lo so che sono un ragazzo e non dovrei dirlo, ma io le farfalle nello stomaco le ho sentite veramente. È stata una sensazione strana ma chiaramente piacevole. Una sensazione che provo ad ogni singolo bacio con lei. Amo i suoi lunghi capelli biondi, amo i suoi occhi verdi più dei miei, amo il suo modo di pensare e amo il suo modo di essere. Io amo Addy ma sarà difficile dirglielo. Di certo non lo farò per ora. Si spaventerebbe e di sicuro si allontanerebbe e questa è l'ultima cosa che voglio. Finalmente si sta aprendo un po' e a me va bene così, poco alla volta.
-Andiamo a casa mia? Sinceramente sono un po' stanco e ho voglia di una maratona di programmi in TV.-  Propongo salendo in macchina.
-Certo, per me va bene.- Sale anche lei e si allaccia la cintura. Accende la radio e cambia stazione finché non trova una canzone che conosce e la canticchiamo insieme. Parliamo del più e del meno, ho preso infatti la strada più lunga perché amo vederla così, felice, spensierata. Ne ha passate così tante, se lo merita. Apre la borsa e tira fuori il pacchetto di Camel ne prende una e l'accende, poi mi porge il pacchetto come per chiedermi se ne voglio una. Le faccio cenno di no e rimette il pacchetto a posto. Non voglio che fumi troppo, ultimamente ha sempre mal di gola e soprattutto si affatica per una minima cosa. Ma mi ha già detto che così riesce a rilassarsi e ad estraniarsi dalla realtà per un paio di minuti e non sarò di certo io a impedirle di stare bene, anche solo per poco. Siamo arrivati all'accordo di massimo cinque sigarette al giorno, prima erano venti, quindi abbiamo fatto un grosso passo in avanti. So di sembrare iperprotettivo ed estremamente sdolcinato ma ci tengo davvero a lei e non voglio che stia male.
-Lo so che ti sta dando fastidio, se vuoi la spengo.- mi guarda come imbarazzata.
-Non è che mi sta dando fastidio, fumo anche io, ma lo sai come la penso, non mi piace vederti fumare troppo.-
-Ok.- Lascia cadere fuori dal finestrino aperto la sigaretta consumata solo per metà.
-Non voglio litigare e se ti dà così fastidio, cercherò di evitare di esagerare.- Dice accarezzandomi il braccio ed involontariamente mi spunta un sorriso sul volto. Siamo finalmente arrivati a casa mia.
-I miei non ci sono e mia sorella è... boh non so dove sia. So solo che il divano è tutto nostro- dico prendendola in braccio e appoggiandola con me sul divano.
-Ed, aspetta, la giaccaaa.- È aprile ma Addy è sempre freddolosa. Gliela sfilo e l'appoggio sulla poltrona accanto a noi. Le porgo il telecomando per farle scegliere cosa vedere, intanto prendo il telefono che ha appena segnalato l'arrivo di un messaggio.

Messaggio da Brad:
Grazie per averci lasciati a piedi. Oddio, Brad!!

-Addy abbiamo lasciato quei due a piedi, eravamo venuti con la mia macchina...-
-Credevo fossero impegnati.- Ride.
-Infatti si sono appena accorti che noi ce ne siamo andati, nonostante sia passata più di un'ora.- Iniziamo a ridere insieme pensando a quanto fossero presi l'uno dall'altra in quel momento.
-Si amano molto. Sono davvero felice per loro.- pensa ad alta voce.
-Già- dico stendendomi sulla penisola del divano, circondo i fianchi di Addy con un braccio e lei appoggia la testa sul mio petto.
-Adoro passare il tempo con te, stare qui stesi sul divano a rilassarci insieme.- Le dico in un sussurro.
-Già. Piace molto anche a me, con te mi sento serena e più tranquilla.- La stringo più forte a me e le stampo un bacio sulla guancia, lei si gira e me ne lascia uno sulla bocca. Mi guarda negli occhi e poi me ne lascia un altro. Mi da un altro bacio ma questa volta approfondisco. Si gira verso di me per stare più comoda. Dopo qualche minuto il mio telefono inizia a squillare.
-Non rispondi?- Mi chiede tra un bacio a stampo e l'altro.
-Mmh. Non mi va.-
Si allontana, prende il mio telefono e legge ad alta voce -Mamma.-
-Oh cazzo. Dammi, dammi. Se non le rispondo mi uccide.-
Sorride e mi porge il telefono.
-Mamma, dimmi.- dico mettendo il vivavoce.
~Tesoro dove stai? Sei già rientrato?~
-Ehm, si, perché?-
~No, niente, questa mattina mi sono dimenticata di dirti che per un paio di giorni ci fermiamo a Los Angeles. Tuo padre ha un importante colloquio di lavoro e non lo posso lasciare da solo.~
-Ok mamma, ma Cassandra?-
~È con noi, non te lo ha detto? Ci ha chiesto di venire con noi come regalo per quella A nell'ultimo esame di economia.~ Mia sorella è una grandissima secchiona. Seriamente. Studia sempre, tutti i giorni, da quando torna da scuola fino alle sette, poi esce con le amiche. È sempre stata la prima della classe ed ora che va al college continua ad esserlo. Chiaramente i miei fanno molto spesso paragoni tra me e lei.
-Oh, ok. Io vado che... ho fame.-
~Va bene, salutami Addy.~
-Certo. Aspetta, cosa?-
Tu tu tu tu tu tu.
La mia ragazza mi guarda con gli occhi spalancati.
-Oddio e se pensa male? Non voglio che mi reputi una ragazza facile. Per me è come una seconda mamma, le voglio molto bene e ci tengo a ciò che lei pensa su di me- ed ecco le fisime di Addy.
-Amore tranquilla, non pensa 'male'- le rispondo mimando le virgolette con le dita.
-Ma penserà che stiamo approfittando del fatto che la casa è libera e...- L'azzittisco con un lungo bacio, poi ci rimettiamo nella stessa posizione di prima, continuando a vedere il programma in TV, commentando e ridendo per ogni singola scena del film.
-Ed, posso chiederti una cosa?- sussurra la mia ragazza voltandosi verso di me.
-Certo, dimmi- dico io cercando un contatto visivo al momento assente.
-Non ti sei stancato di stare in astinenza di ehm, hai capito, per così tanto tempo? Io... ehm, sc...-
-Addy smettila te l'ho detto che non è il sesso la cosa principale della nostra relazione, lo sai. E non provare a scusarti, non puoi scusarti per qualcosa di cui non hai colpa. Se non sei pronta ti aspetterò, anche anni.- Sto cercando di farla sentire un po' più a suo agio, so che ogni volta che viene a casa mia pensa a questa storia, ma non voglio che le pesi in questo modo. Insomma, se lei non vuole, aspetterò. Caspita sono proprio innamorato, e pensare che meno di due anni fa mi facevo la prima che capitava, seriamente. Ho perso la verginità ad una festa di compleanno, cinque anni fa.
-Grazie, sei... speciale.- Sussurra sorridendo.
-Ti va qualcosa da mangiare?-
-No, però un bicchiere d'acqua si.-
Ci alziamo entrambi e ci dirigiamo in cucina. Lei prende due bicchieri dalla credenza ed io la bottiglia dal frigorifero. Quando abbiamo finito di bere prendo un pacco di biscotti, lo apro e ne addento uno.
-Sono le sette e mezza, ti va se usciamo?- Mi chiede mettendo i bicchieri nel lavandino, poi li sciacqua.
-Certo ma dammi un minuto che devo andare in bagno.-
-Ok, ti aspetto qui.-
Dopo una decina di minuti siamo in macchina, quando il suo telefono inizia a squillare.
-È Eryn.- dice prima di rispondere.
-Ehi, dimmi.- risponde e mette il viva voce.
~Guarda che io stavo dicendo seriamente per il cinema, ci raggiungete?~
-Certo, stiamo arrivando!- La precedo nel rispondere.
~Ed, horror, no?~ Mi chiede come se non Addy non ci stesse ascoltando.
-Ovvio.- Chiude la telefonata.
-Ma io stanotte non ci dormo! Uffa non si può fare tre contro uno!-
-Puoi dormire da me come l'altra volta.- abbozzo un sorriso.
-Dimmi la verità. Lo hai fatto apposta.-
-Si, è troppo bello dormire con te: sei morbida e profumi.- Scoppia a ridere alla mia affermazione.

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