Capitolo 44

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Addison
Non mi guarda. Sono passati al massimo tre minuti ma continua a non guardarmi ed io ho troppa paura per dirgli qualcosa.
-Po... positivo?- Finalmente ha parlato! Non ce la facevo più.
-Già... ascolta, Ed, so che non è il miglior modo per dirtelo ma... beh, si sono incinta e...- mi blocca e fa una cosa che non avrei mai immaginato potesse fare: mi avvicina a lui e mi bacia. Lo lascio fare perdendomi in quel bacio così urgente da parte di entrambi. In questo momento, la mia paura più grande è che questo sia il nostro ultimo bacio. Ed è proprio per questo che appena ci stacchiamo ne approfitto per dirgli qualcosa.
-Ed, ti prego parla perché quest'attesa mi sta snervando. Dimmi una cosa qualunque anche che sei arrabbiato o...- Sussurro passandomi una mano sugli occhi ma mi interrompe prendendomi le mani.
-Perché dovrei essere arrabbiato? È una notizia splendida, inaspettata certo, ma comunque bella.- Si siede sul letto e mi fa segno di mettermi sulle sue gambe. Lo faccio sebbene sia ancora scossa per quello che ha appena finito di dire. Solo io l'ho presa così male all'inizio?
-Ehi, so che non lo avevi messo nel programma di quest'anno o dei prossimi... come minimo, sei, ma è successo e non possiamo farci nulla quindi a mio parere è meglio prendersi le proprie responsabilità ora.- Sorrido abbracciandolo e mi lascio sfuggire tutte quelle lacrime che minacciavano di uscire fin da quando sono arrivata.
-Amore, perché piangi? Non lo vuoi tenere?-
-Cosa? Si, certo che lo voglio tenere, è solo che mi dovevo sfogare. Fino a qualche mese fa non avrei creduto che questo momento sarebbe mai arrivato, figuriamoci così presto! E poi non ho ancora capito perché io l'ho presa peggio di te...- sorride sulle mie ultime parole e mi accarezza il viso. Prendo un altro po' di coraggio e continuo a parlare.
-Ed, sai che non so come andrà a finire perché è da poco che...- mi interrompe nuovamente.
-Si, lo so perfettamente ma cerca di dimenticare tutta quella storia e andiamo avanti. Sei... incinta e ora hai una doppia responsabilità, non mettere la tua vecchia vita davanti a questa nuova.-
-Si... hai, hai perfettamente ragione.- Chiudo gli occhi facendo scorrere altre lacrime. Mi stringe di nuovo tra le sue braccia e mi lascio cullare.
-Come lo diremo?-
-Non facciamolo, o meglio... non facciamolo per ora. Teniamolo per noi per un po'. Ti prego, devo ancora metabolizzarlo io stessa.-
-Certo, va benissimo. Ma come... come hai fatto a saperlo?-
-Allora, ieri avevo un ritardo ma era di un solo giorno e per scherzare ho fatto il test, quello che avevi preso tu dalla farmacia che no, non avevo fatto l'altra volta.- Mi guarda male ma continuo a parlare ignorando il suo sguardo.
-Era questo- gli prendo il primo che ho fatto facendoglielo vedere
- Sinceramente ho pensato che fosse scaduto o che fosse sbagliato, così ho mandato un messaggio a Eryn chiedendole di venire a casa mia perché avevo una cosa da dirle e di portarmene uno... ma sappiamo com'è fatta e ne ha portati cinque.- Finisco e scoppio a ridere.
-Eryn lo ha chiamato prosciutto crudo per farmi stingo dal momento che non lo posso mangiare.- Ride anche lui.
-Quindi, oltre a noi due lo sa solo lei?-
-Si, si. Chiaramente in un modo o nell'altro anche Brad lo saprà ma, per favore, non diciamolo a nessun'altra persona.- Annuisce.
-Quando andrai a fare una visita?-
-Visita? No, non ci voglio andare, almeno non per ora.-
-Stai scherzando? Non vorresti sapere come sta... prosciutto crudo?- Il sorriso mi muore sulle labbra.
-Si ma non ora.-
-Addy, scusa se te lo dico, ma stai agendo come una persona che non vuole prendersi le proprie responsabilità. Non puoi pensare solo a te, hai un bambino nella pancia.- Alza di poco il tono della voce e mi alzo da lui.
-Ma pensi che sia facile? Sai che cosa vuol dire? Che non posso più fare nulla, nulla! Non posso bere, non posso fumare, voglio vedere te al mio posto! Ti sto solo chiedendo un po' di tempo per realizzare.-
-Ho capito che non sarà più come prima ma non si può tornare indietro nel tempo. Quanto vuoi aspettare? Un mese? Due? Devi prenderla ora questa responsabilità, non puoi rimandare e comportarti da immatura!- Odio quando alza la voce con me, non lo fa mai e quelle poche volte che lo fa vuol dire che è proprio arrabbiato.
-Due settimane. Dammi solo due settimane. Mi sembra un giusto compromesso.-
-Cosa? Ti ho appena finito di dire che non devi aspettare!- Raccolgo tutti i test rimettendoli nella borsa.
-Senti Ed, quando ieri mi mangiavo la testa per capire come dirtelo, non avrei mai immaginato che il problema fosse quando fare la visita. Mi sarei aspettata che tu ti fossi incazzato all'inizio ma non ora, non ora che ti ho detto tutto e hai reagito praticamente meglio di me!- Mi avvicino alla porta ma mi blocca per un braccio. Faccio una lieve smorfia di dolore e lui toglie la mano come se il mio braccio scottasse.
-Aspetta, cosa vuoi fare? Prima chiariamo.- Il suo tono si è regolarizzato.
-Cosa c'è da chiarire? Ho bisogno di due sole settimane, non chiedo molto, ma tu dici che così facendo non affronto la situazione!- Grido aprendo la porta. Non ce la faccio più, ora vorrei solo un bagno caldo e una sigaretta per rilassarmi.
-Ma torna qui, troviamo una soluzione insieme!-
-Quale soluzione vuoi trovare se tutto quello che ti dico io non ti va bene?- Scendo le scale con calma perché ho già gli occhi lucidi e non voglio causare più danni di quanti non ce ne siano già.
-Addy, non fare così.- Grida affacciandosi dalla porta dalla sua camera, ma faccio finta di non sentirlo. Esco da casa sua e mi metto in macchina. Pulisco gli occhi dalle lacrime e guido fino al rifornimento più vicino. Ho la nausea. Ho la nausea per la seconda volta oggi. Entro in bagno vomitando i biscotti che ho mangiato a pranzo e mi guardo allo specchio. Ho gli occhi rossi di pianto e le guance arrossate. I capelli non sono molto in ordine ma sinceramente non mi interessa. Decido di entrare nel piccolo super market adiacente per prendere qual cosa da mangiare. Prendo una barretta al cioccolato dallo scaffale ma la mia attenzione si rivolge subito ad altro.
-Mammaaaaaaaaaa- c'è un bambino sui sei anni che si è buttato a terra e piange chiamando sua madre. Ha un po' di sangue che gli fuoriesce dal gomito.
-Tesoro mio, che cosa è successo?- Lei lo abbraccia e con quel semplice gesto riesce a calmarlo.
-Vieni con me che chiediamo al signore se ci mette un cerotto.- Lo tiene per la mano ed entrambi spariscono dietro al bancone. Mi rendo conto solo ora che sono rimasta imbambolata davanti alla scena. Cerco il telefono che dovrebbe essere nella borsa.

Messaggio a Ed❤:
Scusa, mi sono comportata come una bambina. Mi prenderò le mie responsabilità, ma per favore vediamoci.

Pago alla cassa la barretta al cioccolato e una bottiglietta d'acqua ma mentre varco la soglia per uscire, il mio telefono segna l'arrivo di un messaggio.

Messaggio da Ed❤:
Sono uscito a prendere una boccata d'aria ma se vuoi ci vediamo al parco vicino casa mia.

Digito velocemente un 'Arrivo tra cinque minuti'. Mangio e mi dirigo verso il parco.

Edward
Non l'ho rincorsa per il semplice motivo che se lo avessi fatto sarebbe andata a quella visita solo per accontentarmi, ma ora credo abbia capito veramente l'importanza della situazione. Sono al parco da cinque minuti passati e la sto aspettando seduto ad una panchina. Non nego che per un momento ho pensato che fossimo nei guai fino al collo. Quando mi ha dato la busta pensavo che contenesse qualcosa... insomma, non so cosa pensavo che ci fosse dentro ma di certo non mi aspettavo sei test di gravidanza, per lo più positivi! La prima cosa a cui ho pensato quando ho visto il primo test che mi era capitato è stata 'Ok, brutto scherzo' ma poi ho continuato a guardare nella busta e ce n'erano molti. Esternamente ero immobile ma il me interiore passava dal panico alla felicità e dal terrore alla calma in breve tempo, avevo paura ma ero allo stesso tempo contento. Sento una mano sulla spalla e mi giro di scatto.
-Ehi. Scusa per prima, sono stata immatura.- Gira attorno alla panchina e si siede affianco a me.
-Farò quella visita ma... accompagnami.- Abbassa la testa come se volesse dire che per lei la situazione è stressante.
-Certo che ti accompagno.- Alza lo sguardo e mi sorride. È così dannatamente bella quando lo fa. Ci abbracciamo per un tempo indeterminato mentre lei si sfoga piangendo.
-Altri due minuti e giuro che smetto.- Singhiozza soffiandosi il naso.
-Tranquilla, hai tutto il tempo che vuoi.- Continua ancora per un po', poi si stacca improvvisamente e si ricompone. Non capirò mai come funzionano i suoi sbalzi d'umore.
-Ho finito le lacrime per una settimana.- Ride e la seguo baciandola.
-Sono quasi le dieci, cosa facciamo? Vieni a casa con me?- Annuisce abbracciandomi ancora una volta.
-Grazie per essere rimasto.-
-Non ti avrei mai lasciata. Ti amo e le cose non cambieranno, neanche ora con... prosciutto crudo... Aspetta ma che razza di nome è 'prosciutto crudo'?- Ride di gusto e ne approfitto per prenderle una mano e incastrarla con la mia. Una volta a casa mia, ci stendiamo sul letto e passiamo un'oretta tra coccole, discorsi e baci, poi ci addormentiamo una nelle braccia dell'altro, stanchi ma felici.

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