Edward
Ci catapultiamo fuori dalla classe scendendo le scale a due a due per poi arrivare alla cattedra dei collaboratori scolastici per farci fare due permessi per uscire. Firmiamo in fretta e prendiamo le macchine per dirigerci verso l'ospedale. L'ansia sale ogni secondo di più. Arriviamo insieme, parcheggiamo e corriamo verso l'ingresso.
-Signorina Baily Addison.- Chiedo affannato.
-Terzo piano 15 f- Controlla in fretta al computer. Saliamo le scale ed entriamo tirando la tenda di lato.
-Ehm, sono Edward Harris, il ragazzo di Addison.- Rispondo al medico che ci guarda male per il rumoroso ingresso che abbiamo fatto. Addy è sul lettino che parla con Eryn ma si fermano quando entriamo.
-Cosa è successo?- Chiedo alla mia ragazza che cerca di sorridermi mentre mi avvicino a lei. Eryn mi cede il posto andando verso Brad che la aspetta all'entrata.
-Niente, tranquillo. Ho avuto un mancamento e sono svenuta ma nel cadere ho sbattuto la testa. Sono stata in coma per meno di tre quarti d'ora. Va tutto bene.- Sussurra mettendosi a sedere.
-Come stai?- Chiedo abbracciandola.
-Te l'ho detto. Tutto bene. Tra dieci minuti mi anno firmare le carte per uscire.- Dice convinta. Mi stacco da lei.
-Ma che sai dicendo? Dovresti rimanere qui.- Com'è possibile che voglia andare via?
-Non iniziare anche tu, per favore. Non voglio rimanere qui un secondo di più e mia madre non deve sapere nulla. È già una fortuna che oggi non sia di turno qui in ospedale ma che sia in ufficio.- Scende dal letto per mettersi le scarpe. Traballa qualche secondo poi la prendo per un braccio facendola risedere sul letto.
-Addison, non puoi andar...-
-Sto bene, davvero. Devo solo riposare, ma non qui.- Si stacca velocemente dalla mia presa e allaccia le scarpe. Prende lo zaino e aspetta sul letto che arrivi il medico.
-Signorina, personalmente non credo sia una buona idea ma non posso costringerla a rimanere. Le raccomando di evitare qualunque genere di movimento, sforzo ma soprattutto dovrebb...- inizia il dottore ma viene interrotto da Addison.
-Mi scusi, ne potremmo parlare da soli?- Chiede a denti stretti. Cosa? Da quando fa così? Noi non abbiamo mai avuto segreti, ci siamo sempre detti tutto. Esco dalla stanza sentendomi un intruso e raggiungo Eryn e Brad che sono in fondo al corridoio alle macchinette.
-Ehi.- Sussurro passandomi una mano tra i capelli.
-Come mai sei uscito?- Chiede Brad guardando verso la stanza in cui è Addy.
-Non sono uscito, mi ha praticamente cacciato. Non sto capendo cosa le stia prendendo ma soprattutto non mi va bene questa situazione.- Concludo estraendo il telefono dalla tasca per fare qualcosa in attesa che Addison esca da lì.
-Scusate, la raggiungo- Sintetizza Eryn lasciando il suo zaino a Brad.
-Ehi, Ed. Eryn non mi ha detto nulla su cosa sia successo ma ti posso dare un consiglio?- Chiede attirando la mia attenzione. Annuisco facendogli segno di continuare.
-Non te la prendere con lei, piuttosto cerca di capire che cosa le faccia questo effetto. Evidentemente non è una cosa da prendere alla leggera. Parlaci, non ti incazzare subito. Credo che avessi ragione sul fatto che lo sa solo Ery, ma è normale, è la sua migliore amica. Dovete andare a casa ora, no? Ecco, credo sia il momento giusto per parlarle, per ascoltarla.- Conclude dandomi una pacca sulla spalla prima che arrivino le ragazze. Scendiamo giù per uscire dall'ospedale tutti e quattro insieme. Prendo in disparte Addy, mettendole un braccio attorno alla vita.
-Appena arriviamo a casa, mi spieghi.- Dico sicuro facendola irrigidire.
-Non c'è nulla da spiegare, il medico mi ha prescritto delle vitamine e mi ha consigliato di non fare niente per due settimane. Nulla di più.- Risponde apparentemente calma. Dalle sue mani si vede benissimo che non lo è per niente.
-Addy, scusa ma non ti credo.- Sussurro mentre ci avviciniamo ai nostri amici per prendere l'ascensore. Usciamo in silenzio e Addy viene in macchina con me mentre Brad accompagna Eryn a casa. Ormai ci manca meno di un'ora di lezione quindi non ha senso tornare a scuola. Lungo il tragitto passiamo dieci minuti buoni in silenzio, poi apre lo zaino prendendo il pacchetto di sigarette, ne estate una e l'accende. Stringo le mani sul volante accelerando di poco. Ma che cazzo! Odio quando fa così. Arriviamo a casa mia, apro la portiera, scendo e aspetto che faccia la stessa cosa anche lei mentre mi incammino verso l'entrata. Sospira un paio di volte il più silenziosamente possibile prima di entrare in casa. Chiudo la porta alle nostre spalle e le faccio segno di salire di sopra. Entriamo in camera, chiudo anche questa porta e la faccio sedere sul letto. Non è possibile che non stia parlando! È un'ora che sta zitta. Aspetto che dica qualcosa ma niente, quindi decido di iniziare io.
-Allora?- Ok, so che non è un bel modo di iniziare un discorso serio ma non so che dirle o dove andare a parare.
-Cosa? Ti ho detto che non è nulla, sei tu che non mi credi.- Esclama abbassando lo sguardo mentre incrocia le braccia al petto.
-Addison, guardami.- Cerco il contatto visivo con lei ma quando alza gli occhi lo fa solo per accompagnare il suo sbuffo.
-Addy, se non mi dici qual è il problema, come facciamo a risolverlo?- Chiedo sbuffando anche io.
-Dimentichiamo l'accaduto e facciamo finta di nulla andando avanti come sempre?- Il vero problema è che è seria.
-Spero che tu stia fottutamente scherzando. Sei andata a finire in ospedale, sei stata in coma per un'ora, mi ha chiamato Eryn con un tono che sembrava che stesse per avere un infarto, quando vi raggiungiamo ti trovo sul lettino che vuoi firmare le dimissioni e praticamente mi cacci quando il medico cerca di darti qualche consiglio. Sai come la penso? Che non sia un semplice mancamento ma che ci sia anche qualcos'altro. Quindi, o mi dici cosa ti sta succedendo, oppure qui non andiamo da nessuna parte.- Alzo di molto la voce mentre lo dico e per qualche istante sembra anche essersi spaventata. Non voglio farle questo effetto, ma a questo punto è inevitabile.
-Mi stai lasciando? Cioè se non ti dico quello che secondo te è successo davvero, stai dicendo che è meglio lasciarci?- Grida facendo scendere delle lacrime che le rigano il viso mentre si alza facendo un paio di passi verso di me.
-Assolutamente no, non sto dicendo questo. Vedi che non mi capisci quando parlo? Io ti sto solo dicendo che se me ne parli ti aiuto a risolvere il problema, ma se non lo farai, il problema resterà tale. Quando lo vuoi capire che non puoi fare tutto da sola? Farsi aiutare non è un gesto da persone immature, anzi, è un gesto di chi capisce che tutti hanno bisogno di qualcuno che li aiuti.- La mia voce è ferma. Penso davvero ciò che sto dicendo, non si fa mai aiutare.
-Guarda che se non ti ho detto nulla fino ad ora è solo perché so che ti arrabbierai, e non poco. Il problema è che verrai a saperlo comunque, in un modo o nell'altro. Per quanto abbia cercato di non farlo notare, in questi giorni non sto riuscendo a controllarmi.- Conclude sedendosi nuovamente sul letto.
-Riuscita a controllare cosa?- Chiedo sedendomi accanto a lei.
-È complicato.- Sussurra tirando su con il naso.
-Ha a che fare con quello che mi dicesti qualche tempo fa a casa tua?- Annuisce prendendo il pacco di fazzoletti che ho lasciato affianco a lei pochi secondi prima.
-Quindi è qualcosa che va avanti molto. Ma non capisco, davvero, non so cosa possa essere.-
-Quando... quando vivevo in Scozia, in prima media ero innamorata di un ragazzo più grade, faceva l'ultimo anno ed era molto bello, stupendo. Era il ragazzo dei sogni, quello che ogni ragazzina desiderava: i suoi capelli erano biondissimi e gli occhi azzurri. Un giorno una ragazza che chiamavo 'migliore amica' gli disse della mia cotta che avevo per lui. Quel ragazzo chiaramente mi prese in giro per diversi giorni, dicendo che non ero il suo tipo e indicò una ragazza stupenda, alta, magra e perfetta, dicendo che era quello il tipo di ragazza che piaceva e che se fossi rimasta così, nessuno mi avrebbe mai guardata.- Si blocca prendendo fiato, poi riprende.
-Lo disse ridendo, ed è stata quella la cosa che mi ha ferita di più: non solo mi stava dicendo di non essere fisicamente bella, ma lo stava facendo mentre rideva. In pratica si stava prendendo gioco di me doppiamente. È da quel giorno che iniziarono i miei mille problemi, non sapevo con chi parlare, non sapevo cosa... cosa potevo mettere che non mi facesse sembrare una balena, ma soprattutto problemi... con il cibo.- Espira come se si fosse tolto un enorme peso dal petto. Sono quelle poche parole che riescono a farmi collegare un po' tutto. Tutte le volte che lei rifiutava di mangiare qualcosa, oppure quando diceva di averlo già fatto in precedenza. Tutte le volte in cui inventava una scusa pur di non venire in piscina con noi. Tutte le volte che si irrigidiva quando le dicevo che era leggera, che pesava poco. Tutte le volte che mi guardava male quando dicevo che non potevo mangiare troppo altrimenti il coach si sarebbe arrabbiato. Riesco a collegare solo ora capendo l'importanza della situazione. Ma come ho fatto a non accorgermene? Era così evidente, eppure non mi era mai passato per la mente.
-Pensavi di dirmelo? Se non ti fosse successo nulla oggi, me lo avresti comunque detto?- Chiedo cercando di non alzare troppo la voce.
-No.- Afferma convinta asciugandosi gli occhi.
-Come no? Pensavi di farti del male per sempre?- Continuo deglutendo più volte.
-Senti, io pensavo che, trattandosi del mio corpo, sarei riuscita a cavarmela anche da sola, a controllarmi.- Mi guarda finalmente negli occhi mentre parla.
-Ma non funziona così...- Sussurro serrando la mascella.
-Lo so, credo proprio di essermene accorta.- Alza le braccia acida.
-Problemi con il cibo di che tipo?- Chiedo sperando di non essere stato troppo sfrontato, ma voglio davvero capire.
-O non mangio o se mangio rimetto.- La sua risposta è detta così a bassa voce che a malapena riesco a sentirla.
-Addy, questa cosa non può andare avanti.- Alza le spalle come se ormai ci avesse rinunciato da un pezzo e solo ora capisco che questa ragazza è più rotta di quanto avessi mai potuto immaginare.
-Ok, ma adesso si può ancora fare qualcosa, insomma prima o poi bisogna iniziare, no?- Chiedo facendole alzare lo sguardo. Annuisce poco sicura.
-Non sei arrabbiato? Te l'ho nascosto per così tanto tempo. Ho inventato miliardi di bugie e scuse e tu non sei arrabbiato?- Chiede guardandomi.
-No, non sono arrabbiato, sono incazzato e anche molto. Ma sto cercando di ragionare con la testa in questo momento.- Sospiro mentre la guardo male.
-Ok ma, ti prego dimmi che ti passa, non voglio perderti per un qualcosa del passato.- Sussurra continuando a piangere.
-Sì che mi passa, dammi tempo. Solo, non dire che è una cosa del passato se stai male ancora adesso.-
-Giusto.- Si alza per andare verso la porta.
-Dove vai?- Chiedo confuso. Le ho detto di darmi del tempo, non che la sto lasciando o che non la voglio qui con me.
-A casa, non mi sto sentendo bene e voglio riposare.- Si asciuga gli occhi.
-Si, ma ti accompagno.- Mi alzo anche io prendendo le chiavi della macchina.
-Non ti preoccupare, ci posso andare anche da sola.- Ha un tono piatto, come se stesse per esplodere da un momento all'altro.
-Addy, non devi sforzarti per un po' e vuoi ritornare a casa a piedi? Non esiste.- Concludo aprendo la porta. Scendiamo le scale in silenzio e usciamo di casa. Parcheggiata dietro alla mia, c'è la macchina di mia madre che sta scendendo con una busta della spesa in mano.
-Ciao ragazzi, rimanete qui a cena? Sto cucinando il- inizia prima che le faccia segno con la mano di no.
-No, grazie mamma, magari un'altra volta.- Declino mentre ci avviciniamo alla macchina.
-Oh, ok. Buona giornata, allora.- Risponde sorridendoci prima di sparire dietro la porta di casa. Entriamo in macchina e partiamo diretti verso casa di Addy. Nessuno dei due dice nulla per tutto il tragitto. Quando arriviamo non parcheggio, rimango in strada tanto a quest'ora non passa nessuno da qui.
-Allora... ciao?- Dice indecisa mettendo in spalla lo zaino.
-Addy, neanche io voglio perderti. Ho fatto così tanto per guadagnare la tua fiducia che sarebbe da stupidi buttare tutto al vento. Facciamo che domani passo per andare a scuola e poi stiamo insieme tutto il giorno?- Concludo girandomi per guardarla. Io la amo davvero e non voglio perderla così.
-Ok, va benissimo.- Sussurra contenta abbozzando un sorriso.
-Vieni qua.- Apro le braccia e mi si fionda dentro. Restiamo così per qualche secondo poi sussurra uno 'scusami'.
-Ora hai capito che sei circon... aspetta un attimo, ma Eryn e Brad lo sapevano?-
-No, cioè sì, ma solo Eryn perché lo aveva capito da sola e alla fine gliel'ho detto, ma mi aveva promesso che non lo avrebbe detto a nessuno.- Conclude staccandosi dall'abbraccio.
-Ah. Da quanto lo sapeva?-
-Da due estati.- Si morde il labbro superiore.
-Aspetta, non voglio che tu pensi che la consideravo più importante di te per averlo detto solo a lei, il fatto è che lei è la mia migliore amica e avevo bisogno di qualcuno con cui parlare perché ho tenuto quelle cose per troppo tempo dentro e...- inizia andando quasi nel panico.
-Si, sì. Tranquilla, ho capito.-
-Ok, allora a domani.- Apre la portiera.
-A domani.-
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Just Trust Me
ChickLitPer Addison, una ragazza a cui la vita ha tolto molto, una volta che incontra Edward, nulla sarà più come prima. Lui cambia completamente per lei e lei migliora per lui. Ma cosa succederà quando anche i più tristi segreti di lei andranno a galla? E...