Capitolo 15

58 2 0
                                    

Edward
Si sono addormentate entrambe su di me prima della fine del film.
Addy sta dicendo cose confuse nel sonno, è la stessa scena di qualche mese fa, anche quel giorno avevamo tenuto Julienne e verso le otto di sera è crollata mentre guardavamo una trasmissione. Questa volta è diverso perché sta alzando sempre di più la voce.
-Addy- sussurro scuotendola.
-Addy- continuo vedendo che sta parlando ancora più forte.
-Spalanca gli occhi di soprassalto facendomi drizzare la schiena.
-Che è successo?- mi chiede massaggiandosi una tempia con la mano.
-Non so, stavi dicendo cose confuse nel sonno ma poi hai alzato sempre di più la voce...- dico e lei mi guarda come se fossi un fantasma.
-Addy? Tutto bene?- chiedo scuotendo una mano davanti al suo viso.
-Eh? Si, si- mi risponde annuendomi lentamente.
-Porto July in camera sua, vieni con me?- mi chiede prima di prendere in braccio sua sorella.
-Si, se vuoi la prendo io- le propongo sapendo che non ha molta forza nelle braccia.
-No, no, grazie- sussurra dirigendosi verso le scale.
Una volta arrivati, entra in camera e appoggia la bambina sul lettino e le affianca il suo peluche di quando era piccola. -Ti voglio bene- dice sfregando il naso contro la guancia di July. Usciamo dalla stanza e si chiude la porta alle spalle.

-Finalmente ho finito, odio la matematica!- esclama chiudendo il quaderno.
-A me mancano 39 parole...- dico indicando il mio portatile su cui sto finendo la relazione di storia.
Quest'anno è l'ultimo e quindi mancano pochi mesi agli esami per il college, non nego di aver una paura assurda, più che altro non voglio deludere i miei, mia sorella passò con il massimo anni fa.
-Vado a svegliare July altrimenti questa notte non dorme.-
Annuisco ritornando al mio compito. Non so più che scrivere, ho completamente esaurito le idee, forse è meglio rileggerlo e prolungare qualcosa. Quando lo finisco lo salvo sulla chiavetta e sistemo i libri nello zaino.
-Tao- dice July con il ciuccio in bocca mentre è in braccio alla mia ragazza e si stiracchia.
-Ciao piccolina- rispondo prendendola in braccio.
-Hai dormito bene?- le chiedo. Annuisce con la testa e allaccia le braccia attorno al mio collo.
-Allora July, cosa vuoi mangiare a pranzo?- dice Addy guardandoci.
La bambina alza le spalle facendole capire che è indifferente.
-Pasta con la panna?- tenta la mia ragazza facendo una faccia strana.
-No, non mi piace la panna- risponde Julienne accompagnata dal ditino che scuote.
-Ok e con il sugo? Quella ti piace, te la mangi sempre con Dan- propone ancora. Si, ok, le piace cucinare ma la maggior parte delle volte le cose le cucina tre volte perché le prime due finiscono sempre male, o si bruciano o cadono per terra.
-Si si, va bene- conferma la piccola facendo l'ok con la manina.
-Ed, mi aiuti, vero?- mi chiede supplicandomi con lo sguardo.
-Certo, ci aiuti anche tu?- dico a July solleticandola un po'.
-Ok ma baffaaaa- grida ridendo.
Scendiamo in cucina e prendiamo un po' di padelle per cucinare.
-Allora, puoi prendere quella? Non ci arrivo- dice Addy in punta dei piedi cercando di arrivare allo scaffale in alto.
-Tieni nana- rispondo scompigliandole i capelli mentre le porgo la padella che diceva lei.
-No, te lo ripeto, non sono io quella bassa, sei tu che sei esageratamente gigante- dice ridendo, insomma, lei non è bassa, è nana proprio.
-Se, come no- continuo avvicinandomi a lei.
-Davvero!- Dice fingendosi offesa mentre circondo i suoi fianchi con le mie braccia. Lei allaccia le sue al mio collo, esattamente come ha fatto sua sorella poco prima. Si avvicina ancora di più fino a rimanere a qualche centimetro dalle mie labbra.
-Mmh... ammettilo- sussurro.
-Ok... ma sei troppo alto comunque- dichiara annullando la distanza tra le nostre labbra. Da lento e delicato diventa urgente e passionale; le mie mani la afferrano per i fianchi per poi appoggiarla sul bancone della cucina e chiude le sue gambe attorno al mio busto. Scendo con la bocca sul suo collo ma mi blocco quando sento il rumore di vetri che si rompono e ci stacchiamo immediatamente girandoci verso la fonte del rumore. Difronte a noi c'è July in lacrime con un po' di sangue sulla manina, per terra, invece, c'è un bicchiere frantumato in centinaia di pezzetti minuscoli.
-Tesoro, cos'è successo?- chiede Addy andando incontro a lei molto preoccupata. Julienne continua a piangere e a gridare senza dire nulla.
-Veni qua- dico prendendola in braccio e portandola in bagno.
-Allora, adesso sciacquiamo la mano con un po' d'acqua, va bene? Giuro che non fa male- le dico alzando la manica della giacca che ha addosso. Annuisce con la testa, continuando a piangere. Quando la mano è pulita, in realtà è rimasto un piccolo taglio per niente profondo. Addy mi passa l'acqua ossigenata e una benda prese dall'armadietto dei medicinali.
-Questo brucia pochissimo, ma non ti preoccupare che passa subito- la rassicuro. Lei però ricomincia a strillare e toglie la sua mano mettendola dietro la schiena.
-No, July, ascolta: se tu ti fai mettere la benda adesso, tra tre giorni non ci sarà più nulla, se aspetti, poi farà ancora più male e dovremmo andare in ospedale. Ma se andiamo lì poi loro ti mettono una cosa che devi tenere per più tempo e poi non potrai andare più al parco- cerca di convincerla la sorella, accarezzandole una guancia.
-Ok- biascica tra i singhiozzi la bambina e le appoggio la benda imbevuta di acqua ossigenata.
-Tranquilla, ora passa- sussurra Addy asciugandole il viso rigato dalle lacrime. Dopo qualche minuto la bambina si è calmata e va in braccio a Addy.
-Tutto ok?- chiede dolcemente la ragazza. July fa cenno di sì con la testa. -Andiamo a cucinare?- continua mentre le accarezza la schiena. -Ok-.
Dopo aver pulito dai frammenti di vetro buttando il tutto in un sacchetto, Addy prende una salsa pronta che va solo riscaldata e fa bollire l'acqua sul gas.
-Ti prendo l'album dei disegni?- chiede a July che è stesa nel suo seggiolone.
-Ok, anche i cololi- risponde battendo le manine. Addison esce dalla stanza per andare in camera della bambina a prendere quello che le ha chiesto, lasciandoci soli.
-Ma tu e Addy siete come Jo Ed Eve?- mi chiede la bimba guardandomi sorridente.
-Si, esatto- rispondo sorridendo mentre le metto una ciocca di capelli dietro alle orecchie.
-Quindi vi amate?- continua lei. Oh cazzo, qualunque cosa le dica lei lo riferirà alla sorella...
-È una cosa difficile...- cerco di sviare il discorso.
-Eccomi qua, tieni amore- dice Addy entrando in cucina.
-Ed, mi prendi gli hamburger che sono nel frigo?- chiede mentre mette il sale nell'acqua.
-Certo- rispondo aprendolo. -Vuoi che faccia l'insalata?- dico prendendo il necessario.
-Ehm si, grazie-.

Addison
-L'ultimo, solo questo e poi vai a giocare- supplico mia sorella con la forchetta in mano.
-No, basta- sussurra accarezzando i capelli alla bambola che ha in mano.
-July, guarda il mio piatto e quello di Ed, noi abbiamo già finito, almeno mangia questo qui- continuo avvicinandoglielo alla bocca.
-Ma tu ne avevi meno di me- dice imbronciata.
-Uffa July, dai.- Quasi grido, ma sono esausta e in questo momento vorrei solo dormire. Sono più di due ore che la stiamo facendo mangiare, ma ora non vuole finire il piatto e mia madre mi ha fatto promettere che avrebbe mangiato tutto.
-Solo quetto, eh!- Risponde prima di metterlo in bocca. Alza le braccia in aria per far capire che vuole scendere dal seggiolone. La prendo in braccio e quando la lascio sul pavimento si mette a correre fino al soggiorno.
-Mio Dio, ma come fa mia madre?- chiedo a Ed coprendomi il viso con le mani e appoggiando i gomiti sul tavolo. Lui si mette a ridere e mi accarezza la schiena.
-Tranquilla tanto tra un po' torna. Andiamo di là sul divano?-
-Ciò implica che io mi debba alzare? Non ho più energie...- mi lamento chiudendo gli occhi.
-Oh, ma non ti devi alzare se non vuoi- dice lui veloce. Quello che viene dopo, accade tutto troppo velocemente: si alza dalla sedia e mette un braccio sotto le mie gambe e l'altro dietro la schiena. In pochi secondi mi ritrovo in braccio a lui supplicandogli di mettermi giù.
-Ed, dai, ti prego.-
-Tra cinque minuti sarai sul divano, tranquilla- mi risponde lui guardandomi strana.
-Cinque minuti? Ma se ci voglio due secondi per arrivare di là- chiedo rimanendo perplessa.
-Già, due secondi se ci vai sulle tue gambe, ma quando sei in braccio al tuo bellissimo fidanzato, allora la cosa è diversa- dice vantandosi e avvicinandomi al suo viso.
-Ed, ora cadiamo entrambi- rido io a meno di un centimetro dalle sue labbra.
-Tranquilla, sei leggerissima- mi risponde facendomi leggermente irrigidire. Avvicina il suo viso al mio baciandomi a stampo per qualche secondo poi si ferma e mi guarda sorridente. È sul punto di dire qualcosa ma poi fa finta di nulla e mi bacia nuovamente, questa volta approfondendo.
-Allola vi amate- dice mia sorella piombando in cucina. Ci stacchiamo istintivamente guardandoci negli occhi e scendo dalle sue braccia appoggiando i piedi per terra. Ed sposta lo sguardo su July -July, come ti avevo detto prima, è una cosa difficile- cerca di spiegarsi il ragazzo affianco a me. Un attimo, come 'come ti avevo detto prima'? Glielo ha già chiesto? Oh mio Dio, questo vuol dire che continuerà a chiederlo fin quando non le daremo una vera risposta.
-Cosa? Ne avete già parlato?-
-Si ma non mi vuole lifpondele!- Esclama la bambina incrociando le braccia al petto.
-Ma sì, ti ha risposto, ti ha detto che è un argomento difficile, magari ne parliamo quando sarai più grande, ok?- Tento di cambiare discorso rimandando di qualche tempo.
-Ciao ragazzi!- saluta Dan entrando nella stanza.
-Ehi, sorellina, ciao- dico andando in contro a lei.
-Ciao Danette- saluta Ed alzando una mano.
-Ti prego aiuto- sussurro abbracciando mia sorella.
-Hei July, stiamo un po' insieme? Così Ed e Addy vanno a studiare che per domani hanno moltissimi compiti- propone mia sorella più grande capendo la mia situazione.
-Ok, ma poi mi lispondete- dice Julienne prima di andare da qualche parte correndo.
-Danette, grazie mille. A proposito, a July è caduto di mano un bicchiere di vetro e si è tagliata leggermente con un pezzo.-
-Ah, ok, tranquilla- risponde lei raggiungendo la bambina.

Just Trust MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora