Capitolo 31

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Addison
-Qua, ti prego entriamo qua.- Gira il carrello entrando nel negozio.
-Guarda questo! Ti starebbe bene, perché non lo provi?- Indica un vestito nero un po' scollato ma non troppo corto. Il tessuto è coperto da uno strato di pizzo nero che lascia intravedere gran parte del petto e dello stomaco in cui ci sono degli spacchi.
-Bello ma non potrei mettere il reggiseno o si vedrebbe- storco il naso.
-Appunto, lo devi provare proprio per questo- sorride porgendomi la mia taglia. Annuisco e mi dirigo verso i camerini. Lo provo ma quando esco trovo una Eryn con al braccio almeno altri dieci vestiti.
-Wow, guarda che gambe che ti fa. Sei stupenda!- Mi guardo allo specchio guardando le gambe. Wow, non... non pensavo fossero così magre. Faccio un sorriso tirato alla mia amica e annuisco ringraziandola. Mi cambio e mi dirigo alla cassa per pagarlo mentre Eryn prova la montagna di abiti che aveva preso.

-Quindi ti ha fatto male.-
-Si, abbastanza, ma n'è valsa assolutamente la pena.-
-Non mi avevi mai parlato della tua prima volta.- Si ricompone continuando a parlare.
-Dopo quanto tempo lo avete rifatto, poi?- Chiede sorridendo.
-La notte dopo.- Sussurro tirando più volte il braccialetto elasticizzato che ho al polso e che uso di solito quando sono nervosa.
-Wow, così presto? Per me ci sono voluti quattro giorni.- Annuisco.
-Altra domanda, alla fine ieri notte lo avete fatto?-
-Si, ma giuro non sul divano.- Rido cercando scrollarmi la tensione di dosso.
-Comunque, quella è l'unica cosa che mi ricordo di ieri sera, ma prima cos'è successo?- Le chiedo mentre lei scuote la testa.
-Sembravate due bambini. Avevate bevuto così tanto che mancava poco e lo avreste fatto in pubblico.-
-Oddio, non mi raccontare nient'altro, non voglio ricordare.-
-Fai bene.- Ride e proseguiamo per le strade con in mano i nostri gelati.
-Ti posso chiede una cosa... un po' strana?-
-Vai.- Oddio... chissà cosa vuole sapere. Certo, è la mia migliore amica ma non abbiamo mai parlato di queste cose prima.
-Non ti è mai successo di... non so come spiegarlo... volerlo sentire davvero, senza preservativo?- Le sue guance si tingono di un leggero rosso.
-Ieri sera.- Sussurro al culmine dell'imbarazzo.
-Ecco, con Brad avevamo pensato una cosa... ma ti prego accompagnami, con lui sarebbe troppo imbarazzante.-
-Aspetta, intendi dire che vorresti iniziare a prendere la pillola?- Scuote lentamente la testa su e giù.
-Certo che ti accompagno.- Mi salta addosso abbracciandomi.
-Grazie, era imbarazzante anche solo chiedertelo, anche perché la visita sarebbe da tua madre...- Sorrido ricambiando l'abbraccio.
-Tranquilla. Torniamo a casa? Sono esausta.-
-Certo ma chiamiamo un taxi, così facciamo prima.-

Edward
-No, no, no.- Grida Addy prima che le lanci la farina. Grida ancora più forte scrollandola di dosso.
-Eryn, fa qualcosa!- Continua pulendosi il viso.
-Si, hai ragione.- Questa volta è lei a lanciare a Addy un pugno di farina, facendola ricominciare a gridare.
-Che c'è? Non ti avevo ancora tirato nulla.-
-Non ci posso credere!- Grida scuotendo la testa. Fa per prendere un po' di farina ma Eryn la blocca.
-No, dai, ti voglio bene.-
-Scordatelo, decidi, o questo o non ti accompagno.- Nonostante lo abbia sussurrato si è sentito bene.
-Vai, sono pronta.- Chiude gli occhi arresa e Addy le lancia la farina.
-Questo è ricatto.- Si finge offesa pulendosi gli occhi.
-Accompagnarla dove?- Chiede Brad raggiungendo la sua ragazza e togliendole un po' di farina dal viso con le dita.
-Dalla mamma di Addy.- Dice con nonchalance. Brad annuisce ma io sono ancora più confuso, perché dovrebbe andare dalla madre mi Addy? A meno che...
-Perché dovete andare da Anne?- Lo dico spalancando gli occhi e vedo la mia ragazza mettersi a ridere.
-No, non è incinta, ci deve andare per iniziare a prendere la pillola.- Continua a ridere mentre lo spiega e contagia gli altri due. Mi raggiunge ridendo e mentre fa finta di pulirmi la guancia dalla farina, me ne mette altra tra i capelli.
-Addy cazzo- grido sistemando i miei capelli -ci ho messo un quarto d'ora!- Alza le spalle.
-Io ci metto molto più tempo.- Non la faccio finire e le verso tutto ciò che rimane del pacco sui suoi capelli, scompigliandoli.
-Che. Cosa. Hai. Fatto?- Ok, forse ho esagerato.
-Niente, ti amo, scusa.- Sussurro mentre lei si avvicina. Arriva a un centimetro dalle mie labbra e ci appoggia delicatamente le sue. Nel momento in cui schiudo la bocca per far entrare la sua lingua, le sostituisce quest'ultima al suo dito sporco di farina.
-Ma che schifo!- Grido facendo ridere i nostri amici che si godono lo spettacolo seduti sul tavolo. Rincorro la mia ragazza per tutto il soggiorno e quando la prendo in braccio non fa altro che dimenarsi.
-Shh, adesso ti faccio vedere io.- Sussurro allontanandomi con lei in braccio.
-La pizza la finiamo noi?- Grida Eryn dalla cucina. Le rimando un 'si' chiudendomi in bagno con Addy. La faccio scendere nella doccia tolgo le scarpe sia a lei sia a me e, prima che se ne accorga, apro il soffione fisso su di noi. Spalanca la bocca per la sorpresa e mi guarda malissimo mentre cerca di scrostare dai capelli la poltiglia che si è creata.
-Ci vorrà un'ora di doccia per togliere tutto.- Dice esasperata togliendo le calze.
-Già, anche a me, ma possiamo dimezzare i tempi se la facciamo insieme.- Sussurro vicino alle sue labbra. Si irrigidisce pensando probabilmente alla mia proposta.
-Tranquilla, se non ti va bene, basta dirlo.- Ok, non ho rimediato per niente, ma non so cosa dire e di certo non voglia che cacci la sua corazza proprio ora.
-No, cioè, si... cioè ok, mi va bene.- Espira sfilandosi i pantaloncini e la seguo rimanendo in boxer. Mi sorride avvicinandosi e mi lascia un casto bacio sulle labbra.
-Sei tutta bianca.- Rido guardandola.
-Chissà chi è stato!-
-Eryn, prenditela con lei.- Scuote la testa sorridendo e si toglie anche la maglietta.
-Passami lo shampoo- dice regolando la potenza e la temperatura dell'acqua. Glielo passo e se lo mette sui capelli, poi ne prende un altro po' per i miei e mi fa abbassare la testa per metterlo.
-Grazie mammina.- Prende la spugna e ci mette il bagnoschiuma.
-No, dammi, faccio io.- Me la porge e le faccio aderire la schiena al mio petto, poi le passo la spugna sulle braccia.
-È rilassante.- Sussurra in un soffio.
-Mmh, nella vasca lo sarebbe di più. Quando torniamo ci proviamo, sempre se ti va.-
-Ok.-
Finiamo la doccia e usciamo, poi ci cambiamo in camera e torniamo dai ragazzi in cucina per pulire tutto il casino che abbiamo combinato mentre loro si cambiano.
-Fatto, questa sera usciamo?- Chiede Addy buttando le ultime cose.
-Certo, dove?-
-Non lo so ma approfittiamo del fatto che siamo lontani da tutto e divertiamoci.-

Addison
-Come sto?- Chiedo alzandomi dal letto dopo aver messo i tacchi.
-Wow, davvero bene- sorride squadrandomi. Addosso ho il vestito che abbiamo comprato a pomeriggio.
-Perché ti metti vestiti trasparenti? Poi come faccio io a resisterti?- Mi avvicina baciandomi sulle labbra.
Abbiamo saputo dell'inaugurazione di una discoteca quando abbiamo visto trafficare diversi camion verso la fine della strada, così abbiamo fatto qualche domanda agli operai e questa sera ci andremo anche noi. In realtà la festa è già cominciata ma tanto non ci vuole molto per arrivare.
-Bravo, questa camicia è meno trasparente di quella di ieri- sussurro sulle sue labbra. Ride baciandomi nuovamente. Metto i capelli lisci davanti e mi giro per uscire dalla camera.
-Ehi, ehi, ma dove vuoi andare con quella scollatura, signorina?!- Quasi grida. Evidentemente non se ne era accorto anche perché non gli avevo fatto vedere il vestito prima di metterlo.
-Alla festa?- Sussurro incerta tornando indietro.
-Scordatelo, nessuno ti leverà gli occhi di dosso in questo modo.-
-Ma che dici, chi mi deve guardare?-
-Tutti, perché stai eccessivamente bene. Comunque possiamo raggiungere un compromesso: lasci i capelli dietro e si vedrà di meno la scollatura.-
-E poi ero io quella gelosa.-
-Non vale, la mia era trasparente, non invisibile.- Si avvicina pericolosamente alla mia bocca e mette una mano dietro alla schiena nuda provocandomi mille brividi.
-Ok, non posso controbattere. Accetto il compromesso solo se ci sbrighiamo ad andare.-
-Va bene.- Usciamo dalla camera raggiungendo i nostri amici per poi dirigerci verso il locale. Una volta entrati, andiamo dritti verso la pista per ballare e incominciare la serata divertendoci.

-Aspetta.- Bevo l'ultimo sorso di birra prima di raggiungere il mio ragazzo che è seduto affianco ad un altro gruppo di ragazzi.
-Allora, mi presento, sono Matthew e con i miei amici avevamo deciso di giocare a 'hai mai'. Questo gioco constiste nel bere il contenuto di uno dei bicchierini davanti a voi solo se non siete d'accordo con l'affermazione che ognuno di noi dirà a turno.- Matthew un ragazzo molto carino, ha i capelli e gli occhi scuri e ha un viso dai bei lineamenti. Facciamo un paio di giri in cui finiamo per raccontare cose imbarazzanti e alla fine siamo tutti più che ubriachi. La maggior parte del gruppo va via e ci alziamo anche noi.
-Ehi, biondina, ti va di ballare?- Matthew mi circonda la vita con un braccio e si avvicina pericolosamente a me.
-No grazie, sono felicemente fidanzata.- Mi allontano invano dato che lui è molto più forte di me e mi tiene ben salda.
-Ma dai, ci divertiamo un po'.- Dice al mio orecchio facendomi venire la pelle d'oca. Non avevo mai pensato a qualcun altro da quando sto con Ed e non mi piace questa sensazione. Ho paura, paura di ciò che mi potrebbe fare perché non sono abituata ad usare la forza per uscire da situazioni complicate.
-Lasciami, ti ho già detto che sono fidanzata.-
-Ti sembra che mi interessi?- Mi sbatte contro al muro baciandomi il collo. Cerco di rimanere calma per allontanarlo ma mi scappano delle lacrime quando trascina la sua mano esplorando il mio corpo. Mi metto a gridare ma nessuno mi può sentire con tutto questo casino.
-Cosa stai facendo?- Sento la voce di Ed invadere le mie orecchie, poi prende il ragazzo su di me per il colletto allontanandolo violentemente con ancora due birre in mano che lascia cadere. Il mio respiro è accelerato e le lacrime scorrono sul mio viso. Matthew si gira e per guardarlo alza la testa di diversi centimetri considerando che è molto più basso dei lui.
-Mi rispondi? Cosa stavi facendo alla mia ragazza?- Lo chiede a denti stretti facendo visibilmente deglutire il ragazzo.
-Niente, io non avevo capito fosse fidanzata.- Scuoto la testa ancora scioccata ed esco dal locale dall'entrata posteriore per prendere una boccata d'aria fresca. Ne ho viste abbastanza per oggi e non ho la minima intenzione di continuare a stare in questo posto. Mi metto in un angolo seduta su una specie di sedia in plastica e prendo una sigaretta da fumare come anti stress. Con lo spavento che ho preso, sono sicura di essere completamente sobria ora. Alla prima sigaretta segue la seconda e subito dopo la terza.
-Addy, ti ho cercata ovunque. Come stai?- Si avvicina abbracciandomi e mi lascio cullare tra le sue braccia per qualche minuto, beandomi della sensazione di essere protetta, quella sensazione che mi sono sentita portare via alla morte di mio padre ma che provo ogni qual volta che sono con lui.
-Meglio, ma ti prego andiamo via.- Sussurro sulle sue labbra.
-Certo.- Lascio cadere la sigaretta ormai finita e mi alzo seguendolo. Torniamo a casa mandando un messaggio ai nostri amici per avvisarli. La testa inizia a girarmi molto forte e sento una stretta allo stomaco.
-Ed, credo che...- non finisco di dire la frase che vomito tutto quello che ho bevuto in un'aiuola vicino a noi. È un po' come se il mio corpo stesse rifiutando non solo quello che ho mangiato, ma anche quello he ho provato.

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