Capitolo 51

27 2 0
                                    

Danette
Perché mi tratta così? Insomma, non sarò molto alta o bella come tutte quelle che gli girano attorno ma non sono neppure un mostro. Jordan dice che lo fa per attirare la mia attenzione ma non ha ancora capito che così si sta allontanando ancora di più. Non voglio essere tratta male da lui solo perché ci sta provando, non è così che funziona, o almeno non è così che funziona con me. Quando ieri mi ha baciata pensavo che finalmente avesse messo la testa apposto, che volesse intraprendere qualcosa di serio, per quanto possa essere seria una relazione alla nostra età, invece subito dopo lo ritrovo circondato da mille ragazze e quando ho cercato di chiamarlo per dirgli che stavo tornando a casa ha risposto con un 'Mmh, ciao' senza neanche guardarmi. Mi ha tolto il mio primo bacio e mi tratta in questo modo? Mi siedo sulla panchina del parco esausta per i venti minuti di passeggiata. Sono io ad essere in anticipo, meglio così. Se tra nove minuti esatti lui non è qui, questa volta se lo scorda che gli rispondo al telefono. Ok, ora ne mancano otto. Il mio telefono si illumina segnalando l'arrivo di una chiamata.
-Sorellona, dimmi.-
~Ricorda che se cerca di dirti qualcosa di dolce, se rinuncia a qualcosa per stare con te, allora è quello giusto.~ I suoi sussurri sono piuttosto forti.
-Come no, e mi farebbe questo se fosse quello giusto? E poi dove sei tu? Perché sussurri?-
~Hai idea di quante cose mi abbia fatto Ed prima che ci mettessimo insieme? Ne cambiava una al giorno, anche di più, ma poi sono arrivata io e ha iniziato ad essere serio anche se non da subito. Comunque sono in bagno.~
-Ed? Ma se è un angelo quel ragazzo.-
~Un angelo?~ Scoppia a ridere ad alta voce.
~Ora, lo è ora, ma ti giuro che tre anni fa era completamente l'opposto di ciò che è ora, era molto peggio di Ashton. Perché oltre a... lasciamo stare, era molto peggio, fidati di me!~
-Cosa? Davvero? Quindi c'è una speranza anche per Ash?-
~Molte più di una, fidati. Se ce l'ha fatta Edward, non vedo perché non dovrebbe farcela lui.~
-Addy, devo chiudere, lo vedo arrivare da lontano.-
~Va bene ma se non mi chiami per dirmi cos'è successo entro... facciamo entro due ore, vengo correndo fin lì.~
-Va bene, ci sentiamo dopo.- Chiudo in fretta il telefono per poi rimetterlo in tasca.
-Ehi. Due minuti di anticipo!- Ashton si avvicina a me e mi lascia un bacio sulla guancia. Spero di non essere arrossita ma è difficile non farlo, tutte le volte che mi bacia provo una strana sensazione. Non dico nulla, mi limito a fargli un piccolo sorriso.
-Fa freddo qui, che ne dici se parlassimo davanti a una tazza di cioccolata calda?- La sua voce è così dolce, ma solo quando vuole.
-Hai ragione, sto congelando.- Entriamo nel bar più vicino e finalmente le mie mani prendono vita: da bianche riprendono un po' di colore. Quando si accorge che le sto sfregando energicamente, le prende tra le sue che sono perennemente bollenti e le stringe.
-Caspita come sono fredde. Vieni, sediamoci qui così parliamo.- Il tavolo è il più appartato di tutti e non è per due, quindi si siede affianco a me tenendomi ancora per mano. Ritiro di scatto le mani quando il cameriere viene a chiedere cosa prendiamo. Ordiniamo due cioccolate calde che non tardano ad arrivare.
-Scusa, non volevo trattarti male. Avevo solo paura che ti allontanassi per il... per il bacio. Non volevo di certo rovinare la nostra amicizia.- Sbatto le palpebre incredula.
-Quindi mi prendevi in giro quando hai detto che ti piaccio.-
-Cosa? No, cioè... tu mi piaci ma non voglio che... insomma, mi piace quello che c'è tra noi, sto bene con te e ho paura di rovinare tutto con il mio modo di fare.- Sorseggio la cioccolata senza dire nulla. Non ci posso credere, vuole che rimaniamo semplicemente amici.
-Dan, ti prego, dì qualcosa.-
-Cosa ti devo dire?-
-Quello che vuoi, che sono un idiota, che non mi vuoi più vedere, tutto quello che vuoi.- Continuo a stare in silenzio senza proferire parola.
-Danette, porca miseria, quello che vuoi ma parla.-
-Ash, non so che dirti, anche tu mi piaci.- Sussurro a denti stretti guardando la tazza bianca con la scritta del locale.
-Co... cosa? Pensavo che mi odiassi...-
-Perché dovrei?- Scuoto la testa giocherellando con l'anello al dito.
-Questo cambia tutto, non credevo di piacerti. Io...- si blocca e poi riprende -scusami, devo andare.-
-Stai scherzando? Sei assurdo! Io ti dico che mi piaci e tu vai via, mi spieghi che ti prende? Anzi, non mi interessa, sono io che me ne vado.- Mi alzo ma prima che possa fare anche solo un passo mi prende per un braccio e mi tira verso di lui facendomi risedere.
-Che vuoi ancora? Vuoi dirmi che hai paura di ferirmi per cui preferisci che rimaniamo solo amici? Ok, va bene, fai quello che vuoi.- Prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia. I muscoli si rilassano istintivamente e sento un'altra volta quella strana sensazione allo stomaco. Lo allontano immediatamente, ok, no... lo allontano dopo poco spingendolo via. Le sue mani sono ancora sulle mie guance e non sembra avere intenzione di toglierle. Chiudo gli occhi respirando a fatica.
-Ashton, se mi stai prendendo in giro un'altra volta è meglio lasciare stare, perché ci tengo a te e non voglio perderti.-
-Non ti sto prendendo in giro, e se ci provassimo? Proviamo a stare insieme e se non funziona, ritorniamo amici come sempre. Ci stai?- Sento il battito del mio cuore accelerare.
-Ti impegnerai a trattarmi bene?-
-Te lo prometto.- Sorride e sento di sciogliermi.
-Quindi... quindi stiamo insieme?-
-Beh... dipende. Vuoi essere la mia ragazza?- Se non fossi già seduta dovrei farlo, perché le gambe mi tremano terribilmente. Ho aspettato e sognato questo giorno da diversi mesi ormai.
-Ce... certo che voglio esserlo.- Si avventa un'altra volta sulle mie labbra e mi sembra che tutto il locale ci stia guardando.
-Ash... forse il caffè è il luogo meno indicato per baciarsi.-
-Ti dà fastidio che ti fissino?- Annuisco con la testa.
-Beh, dovrai abituarti perché non ho intenzione di guardare altro che te per molto, molto tempo.- Arrossisco di più e distolgo lo sguardo. Uno dei miei sogni si è avverato. Non posso credere che sto per scoprire il lato dolce di questo ragazzo. Il ragazzo che mi piace tantissimo... già da un po'.

Anne
-Aaron, sto facendo tardi, magari ci vediamo domani.- Mi alzo dal suo letto per rivestirmi.
-Domani? Hai dimenticato la cena di questa sera?-
-Giusto, alle venti e trenta, me lo ricordo.- Metto anche l'ultimo tacco ed esco dalla camera seguita da lui.
-Aspetta. Non me lo dai un ultimo bacio?- Mi avvicino a lui sfiorando le mie labbra con le sue.
-Ti passo a prendere io.-
-Ok, a dopo.- Esco da casa sua per poi guidare verso casa il più velocemente possibile. Non ricordo più se Julienne è dalla babysitter o se è con i gemelli. Chiamo Addison per chiederglielo che mi risponde al primo squillo.
~Mamma?~
-Ehi, Addison, Julienne è da Sarah o è con voi?-
~È qui, a casa. A proposito, quando torni? Ho bisogno di parlarti... cioè... io e Ed ti vorremmo parlare, cioè... vabbè ti dobbiamo parlare.-
-Tredici minuti e mezzo.-
~Oh, ok. Ti aspetto... ti aspettiamo in cucina.~
-A dopo.- Attacco il telefono accelerando. Se è rimasta incinta, la uccido. Anzi, prima Edward, poi lei e poi mi tengo mio nipote. Scherzo, se mai dovesse succedere è chiaro che li aiuterei ma spero comunque di no perché sono ancora troppi giovani. Io ho avuto Addison a ventitré anni e ho faticato per continuare gli studi ma allo stesso tempo crescerla. Ho finito medicina con un anno di anticipo e ho iniziato subito a lavorare, non voglio che Addison passi quello che ho passato io perché è dura prendersi molte responsabilità tutte insieme. Arrivo in perfetto orario a casa e apro la porta d'ingresso trovandomi davanti mia figlia maggiore e il fidanzato. Dalle loro facce sembra che vogliano parlare di qualcosa di serio, davvero serio.

Just Trust MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora