Capitolo 46

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Addison
Siamo sotto le coperte, uno abbracciato all'altra che cerchiamo di prendere sonno dopo aver mangiato cibo su cibo. Sto accarezzando la pancia praticamente da quando sono uscita da lì, ho staccato la mano per non più di cinque minuti in totale da quando sono sveglia. Non riesco a credere che questa cosa che è dentro di me ha più probabilità di non uscirci... è una sensazione orribile sapere di non poter dare alla luce questo bambino. Mi alzo dal letto per bere ma quando torno mi metto a pancia in su mettendo una mano, che muovo di tanto in tanto, su di essa.
-Po... posso toccare?- Balbetta indicando con la testa la pancia. Non me lo aveva mai chiesto prima di oggi e sinceramente pensavo gli facesse strano.
-Certo, vai.- Sposto la mia mano quando sento il peso della sua. La mia pancia fino a due mesi fa era scavata, ora è piatta. Non mi ricordavo di averla così da un bel po' di tempo.
-Non riesco a credere che qui dentro ci sia un mini bambino.- Rido alle sue parole accarezzandolo anche io.
-Guarda che ancora non ha esattamente le sembianze di un bambino.-Intreccio la mia mano alla sua facendo su e giù per la pancia.
-Io lo voglio il pancione, voglio diventare mamma, voglio rimanere sveglia per la maggior parte delle notti quando poi non dorme. Io voglio vederlo crescere nel tempo, accompagnarlo nelle sue scelte, appoggiarlo quando sceglie la strada giusta e sgridarlo quando non lo fa. Voglio vederlo correre al parco o riposarsi dopo una gita al mare. Voglio tutte queste cose, ma non so se posso averle e di sicuro questa è la sensazione peggiore al mondo.- Ed mi abbraccia mentre mi lascio sfuggire diverse lacrime.
-No amore, non piangere. Un'idea ce l'avrei ma non so se ti va bene...-
-Cosa?- Sussurro tra un singhiozzo e l'altro.
-Te la dico domani, adesso per favore riposa. È mezzanotte passata e hai guidato per due ore e mezza a pomeriggio. Domani usciamo a fare una passeggiata e ne parliamo.-
-Ok.- Mi lascio stringere dalle sue braccia, il mio posto sicuro, per poi cadere nel sonno.

Dopo colazione usciamo per fare una passeggiata ma siamo costretti a rifugiarci nel bar più vicino quando inizia a piovere a dirotto.
-Ti va una cioccolata calda?- Annuisco contenta mentre prendo posto ad uno dei tavoli vicini all'enorme finestra del locale. Ultimamente mi piace quando piove, l'aria non è appiccicosa e si sta freschi. Ed arriva dopo pochissimi minuti con in mano due tazze bianche con sopra il logo del locale, si siede affianco a me e mi lascia un bacio sulla guancia porgendomene una. Bevo la cioccolata velocemente beandomi della sensazione di calore che ho nel corpo.
-Addy, ho bisogno di parlarti, ma se quello che ti dico non ti va bene, non ti allontanare. Non voglio che tu pensi che stia correndo troppo, ormai stiamo crescendo e tu sei incinta. La dottoressa ha detto che la gravidanza è a rischio e ci mancava solo la distanza per allontanarci. Negli ultimi mesi mi sei mancata tantissimo e non voglio neanche pensare al fatto che da domani non ci vedremo per come minimo tre settimane. Io ho bisogno di stare con te perché mi completi, perché senza di te è tutto un casino che non riesco a gestire. Quindi ora te lo chiedo, ma non sei assolutamente costretta ad accettare. Addy, vuoi venire a vivere con me a San Diego? Se non vuoi fare un passo del genere, basta dirmelo, non mi arrabbio o cose del genere perché capisco che per te vuol dire allontanarti un'altra volta da tutti e da tutto. Se...- non lo faccio finire di parlare che gli metto le braccia attorno al collo e annuisco. Lo bacio a stampo più e più volte.
-Si, certo che voglio venire a vivere con te. Non puoi capire quanto sia felice per la tua proposta. Mi sembra di toccare il cielo con un dito. Neanche io voglio stare lontana da te, mi manchi troppo e mi sento vuota e strana perché sei l'unica persona sulla faccia della terra che riesce a calmarmi o a farmi stare tranquilla. Ti amo e non voglio allontanarmi da te per nessun motivo, né emotivamente, né fisicamente.- Il suo sorriso è a trentadue denti e mi guarda come se fossi qualcosa di buono da mangiare. Rido per la sua espressione e lo bacio un'altra volta. Le sue mani scendono sui miei fianchi e mi avvicina un po' di più a lui.
-Sai che questo vuol dire che dobbiamo dire della gravidanza, no?- Mi irrigidisco e mi stacco da lui di qualche centimetro. Scuoto leggermente la testa per fargli capire che non vogliono neanche parlare dell'argomento, ma lui mi guarda male. Mi sta guardando esattamente come ha fatto una settimana fa, ovvero con uno sguardo che mi incita a prendere le mie responsabilità.
-Non per ora...- Mi guarda ancora peggio e distolgo lo sguardo dai suoi occhi.
-Cosa vuoi dire a tua madre? 'Mamma mi manca il mio ragazzo quindi ho deciso di trasferirmi da lui?' Sai che non è una ragione sufficientemente valida? Ti chiederebbe il motivo e a quel punto cosa diresti? Preferiresti mentirle?- Scuoto la testa chiudendo gli occhi. Una lacrima. Due. Tre. La sua mano di posa delicatamente sulla mia guancia per togliere gli evidenti segni della frustrazione.
-Hai ragione ma non ci riesco. La deluderei troppo.- La voce che mi esce è totalmente insicura e flebile.
-Ok, amore, ma non puoi cambiare i fatti. È successo, non si può tornare indietro nel tempo.- Dopo qualche minuto di silenzio, apro gli occhi e lo guardo.
-E va bene ma questa volta mi serve davvero del tempo.- Annuisce appena finisco di parlare e mi bacia.
-Non ci posso credere, tra poco tempo convivremo.-
-Già, andrò ad una nuova scuola in una nuova città. Non avrò Eryn, Philip... oddio, sarà un grosso cambiamento.-
-Ci stai ripensando? Guarda che...-
-No, assolutamente no. Ho bisogno di questo cambiamento ma soprattutto ho bisogno di stare con te.- Appoggia nuovamente le sue labbra sulle mie e sorride. Quando ci stacchiamo il tempo è migliorato e decidiamo di ritornare nel B&B.
-Il mese prossimo devi venire a Las Vegas, vero? Possiamo riunire le nostre famiglie per rendere pubblica la... cosa.- Si gira di scatto verso di me e mi sorride.
-Certo. Questo mese lo passiamo con le video chiamate allora.- Alzo le spalle mentre mi spoglio per andare a letto ma mi afferra per i fianchi poco prima che riesca a mettere i pantaloni del pigiama.
-Non ti serve questo- mi toglie di mano l'indumento e lo lascia cadere ai nostri piedi.
-Ma fa freddo- sussurro con le labbra sul suo collo.
-Tra poco avrai caldo.- Mi bacia sulle labbra e mi appoggia sul letto. La sua mano raggiunge la chiusura del reggiseno e la apre con velocità. Gli sbottono la camicia e gliela sfilo mentre lui toglie anche i pantaloni. In pochi secondi siamo entrambi nudi e lo sento entrare in me mentre mi fa un succhiotto alla base del collo. Gemo e questa volta sono io a succhiargli la pelle del collo. Affonda le dita nei miei fianchi mentre lo sento gemere di piacere. Non c'è cosa più bella di quando facciamo l'amore. È come se fossimo una sola cosa, un tutt'uno. È come se ci stessimo mischiando. Dopo essere venuti entrambi, esce da me e lo abbraccio il più forte possibile.
-Ti amo e non finirò mai di ripetertelo.- Le sue parole rimbombano nella mia testa per interi minuti, finché, stanca ma felice, mi addormento nel mio posto sicuro.

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